INTRODUZIONE
Valutazione di Impatto Ambientale (V.I.A.) e Valutazione Ambientale Strategica (V.A.S.) sono due procedure complementari chiamate a valutare realtà diverse per dimensioni, natura e complessità.
La V.I.A. si concentra su uno specifico progetto/intervento in una localizzazione specifica; la V.A.S. riguarda problemi su scala geografica molto ampia (non localizzata in uno specifico sito) e si concentra sull’attività di pianificazione territoriale.
Valutazione di Impatto Ambientale - VIA
In Liguria la VIA è disciplinata dalla legge regionale n.38/98 Disciplina della valutazione di impatto ambientale, recentemente modificata e integrata dall'art.18 della l.r. n.32/2012. La presente legge sottopone a valutazione di impatto ambientale, di seguito definita VIA, gli interventi di trasformazione del territorio che possono avere un effetto rilevante sull'ambiente naturale e/o antropico. La VIA è una procedura indispensabile per l'attuazione dello sviluppo sostenibile; può essere applicata a livello nazionale o regionale a seconda del tipo di interventi.
Ambito di applicazione
Sono sottoposti alla procedura statale i progetti di opere e di impianti sopra una certa dimensione come raffinerie, centrali termiche, autostrade, dighe, porti, etc. etc.
Alla procedura regionale sono sottoposti i progetti di opere e di impianti qualora:
- ricadano anche parzialmente all'interno delle aree naturali protette, come definite dalla legge 6 dicembre 1991 n. 394 (legge quadro sulle aree protette);
- Ricadano all'interno di aree carsiche;
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- non ricadano in aree naturali protette ma la struttura competente in materia di VIA ne abbia verificato, la necessità in relazione alle caratteristiche del progetto stesso e della zona interessata.
Valutazione Ambientale Strategica - VAS
La Valutazione Ambientale Strategica (VAS) viene introdotta a livello comunitario dalla Direttiva Europea 2001/42/CE che riguarda “la valutazione degli effetti di determinati piani e programmi sull'ambiente naturale”.
In particolare la valutazione di tipo strategico vuole portare la
"sostenibilità" nel percorso di definizione di Piani/Programmi (P.P.), con una valutazione preventiva degli effetti ambientali delle decisioni di lungo periodo. Non si tratta dunque di una procedura burocratica e nemmeno di una valutazione d’impatto ambientale ma di uno strumento di arricchimento del processo di pianificazione, basata sull’interazione tra considerazioni ambientali e percorso di formazione del piano.
In particolare, l’art.1 definisce l’obiettivo della direttiva che è quello di
“garantire un elevato livello di protezione dell'ambiente e di contribuire all'integrazione di considerazioni ambientali all'atto dell'elaborazione e dell'adozione di piani e programmi, al fine di promuovere lo sviluppo sostenibile, assicurando che venga effettuata la valutazione ambientale di determinati piani e programmi che possono avere effetti significativi sull'ambiente.”
La legge regionale n.32 del 10 agosto 2012, pubblicata sul BURL n.15 del 16 agosto 2012, non riforma l'apparato normativo di governo del territorio, ma si occupa specificamente dello strumento VAS, richiamando nei vari articoli i procedimenti per l'elaborazione di piani e di programmi territoriali, urbanistici e di settore in modo tale da consentirne l'integrazione con i principi della salvaguardia e tutela ambientale.
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L'autorità competente di riferimento per la valutazione è individuata a livello regionale e le funzioni sono svolte dal Dipartimento Ambiente, attraverso il Coordinamento tecnico del settore che si occupa di Valutazione di Impatto Ambientale (VIA).
La VAS si applica per verificare:
• La coerenza esterna (con altri piani o programmi)
• La coerenza interna (tra obiettivi ed azioni)
• La costruzione delle alternative (scenari)
• La valutazione degli effetti ambientali
• L’individuazione degli indicatori e il monitoraggio
La partecipazione al percorso di VAS interviene soprattutto nella:
definizione obiettivi
prevedere alternative di sviluppo maggiormente sostenibili
valutazione effetti ambientali
informazione al pubblico
FINALITÀ PRINCIPALE DELLA VAS
Fornire un quadro conoscitivo finalizzato a evidenziare risorse e criticità del sistema paesistico-ambientale in oggetto, così da verificare e ri-orientare gli obiettivi di piano.
Ossia: lo sviluppo dovrebbe nascere dai caratteri paesistici ambientali presenti e non solo importare modelli esterni per poi valutarne le compatibilità.
Paesaggio e ambiente, Prof.ssa F. Balletti dispense Prof.ssa Gibelli sito ufficiale Ministero dell'ambiente sito ufficiale regione Liguria
55 Capitolo VI ALLEGATI
"Paesaggio” designa una determinata parte di territorio, così come è percepita dalle popolazioni, il cui carattere deriva dall'azione di fattori naturali e/o umani e dalle loro interrelazioni.Quindi il paesaggio forma un tutto, i cui elementi naturali e culturali vengono considerati simultaneamente.
(Convenzione Europea del Paesaggio, Firenze 2000)
"La sostenibilità è una condizione in cui le persone hanno imparato a vivere meglio consumando meno risorse ambientali e rigenerando l’habitat".
(Prof. Paolo Castelnovi, 2008)
Nuove strategie di gestione territoriale
Il Parco Delle Cinque Terre è una sorta di anomalia, perché è stato istituito con la 394/91 che si occupa di istituire aree naturali, mentre alle Cinque Terre è tutto di origine antropica specialmente il bene da conservare, i terrazzamenti nati dalla relazione uomo-territorio.
Pertanto se viene a mancare il presidio dell’uomo sul territorio, si perde il patrimonio. Questa nuova consapevolezza sposta l'attenzione dagli oggetti ai soggetti, dai visitatori alle comunità locali;
infatti, non si può proteggere un territorio dignitosamente, se non si garantisce una vita dignitosa agli abitanti.
La sfida per rimanere in piedi, per aver una rendita economica è la capacità di riproporre tecniche tradizionali in modo innovativo o cercando nuove soluzioni appropriate e coerenti con le tecniche tradizionali. La pianificazione si carica così del compito, sempre più impegnativo, di evitare da un lato il ripiegamento dei sistemi locali nelle gabbie di tradizioni economiche e culturali chiuse all’innovazione e perciò incapaci di produrre nuovi valori, dall’altro lo
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scivolamento nei modelli omologati della modernizzazione, indifferenti alle peculiarità dei luoghi ed incapaci di difendere e valorizzare i patrimoni di valori accumulati nel passato.
Non solo si identificano i valori del paesaggio culturale e li si integra con quelli naturali in una considerazione unitaria e comprensiva del paesaggio e dell’ambiente, ma si riconosce il ruolo fondamentale, per la conservazione stessa, che in molti casi assumono gli aspetti del lavoro rurale, dell’abitare diffuso, del mantenimento del presidio umano. Le prospettive di sviluppo locale assumono quindi la sostenibilità non come il minore dei mali, ma al contrario come una prospettiva di equilibrio necessario per la conservazione stessa.
(Castelnovi P., Gambino R., 2006).
Un vero recupero del "paesaggio" non si deve limitare esclusivamente all’aspetto agricolo ed estetico, ma vuole integrare tutti i settori, compresi quello economico, ambientale e socio-culturale.
I paesaggi terrazzati non sono più chiamati ad avere un ruolo primariamente produttivo (seppure questa rimanga funzione indispensabile), ma quello di sistemi di gestione e controllo di territori di qualità; che concretizzino il “triangolo della sostenibilità”
(coincidenza di valore economico, valore ambientale, valore socioculturale).
In prospettiva ambientale i terrazzamenti si configurano come pratica di stabilizzazione di coltri in movimento, sistema complesso di gestione delle dinamiche di versante (dalla conservazione della risorsa suolo alla triplice funzione di deflusso, drenaggio, cattura dell’acqua meteorica). Il deterioramento di un versante artificialmente in equilibrio comporta la riattivazione del fenomeno erosivo, la perdita di suolo fertile (già intensa ad opera dei processi di urbanizzazione), l’aumento o l’evolversi disordinato delle dinamiche di deflusso.
In prospettiva ecologica i terrazzi costituiscono habitat diversificati, nicchie di biodiversità antropogena condizionate dalla notevole
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variabilità microclimatica di questi agroecosistemi: l’azione frangivento dei muri, la loro funzione di accumulatori di calore o di ombreggiamento, la non trascurabile importanza come collettori di rugiada notturna e umidità spesso sono all’origine di situazioni sinecologiche (Sarzo, 2002) che verrebbero irrimediabilmente perdute o semplificate dalla rinaturalizzazione seguente all’abbandono.
In prospettiva storico-culturale il paesaggio terrazzato costituisce
“monumento alla fatica pietrificata”, patrimonio di tecniche costruttive in grado di conferire identità al territorio e ai suoi abitanti a scala locale e regionale: è pertanto importante far conoscere i processi di formazione storica dei paesaggi terrazzati, favorendo una cultura dei terrazzamenti che rafforzi il legame identitario popolazione-paesaggio (Brancucci, 2000, p. 45); è importante investire risorse soprattutto nel favorire la riappropriazione culturale del proprio territorio da parte degli abitanti (l’arte di costruire, i toponimi…), per contrastare la tendenza allo spaesamento.
In prospettiva economico-produttiva è necessario elaborare strategie integrative, che colleghino il turismo al recupero del territorio, quindi che associno ai proventi di produzioni di qualità la gestione capillare dei versanti quale opera di prevenzione del rischio idrogeologico, le iniziative di promozione turistico-culturale, ma soprattutto che siano in grado di avviare una programmazione territoriale integrata.
Gli interventi di recupero si devono impegnare a superare le barriere tra tradizione e innovazione (ad esempio mediante iniziative di riorganizzazione fondiaria o innovazioni tecniche accanto al recupero delle conoscenze tradizionali), tra investimento pubblico iniziale e successiva autonomia gestionale affidata ai privati (successo del progetto) e tra radicamento locale e apertura alla collaborazione e al confronto internazionali (Slow Food, Terra Madre,etc.).
(MAURO VAROTTO, progetto alpter: i paesaggi terrazzati da problema a risorsa)
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L'attenzione non è più finalizzata ad “imbalsamare” tecniche del passato, ma la convinzione che i paesaggi terrazzati possano tornare a svolgere un ruolo di primaria importanza in realtà territoriali e produttive orientate allo sviluppo sostenibile e integrato. Oggi i versanti terrazzati costituiscono elemento-problema (per le condizioni di degrado strutturale che causano dissesti idrogeologici, perdita di suolo produttivo e di biodiversità, oltre che il depauperamento di un patrimonio culturale unico), ma possono costituire valore aggiunto,
“marchio di qualità” per territori e strategie di sviluppo che rifuggano dal produrre “non luoghi” ovvero spazi semplificati, monofunzionali e semanticamente poveri (spazi senza identità e non fattore di identità delle comunità).
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Dinamiche legate all'abbandono dei terrazzamenti
La coltivazione della vite in Liguria vanta una tradizione antichissima e svolge ancora oggi un ruolo di primo piano nel comparto agricolo occupando, insieme agli oliveti, la maggior quota proporzionale di S.A.U (Superficie Agricola Utilizzata).
Questo primato significa, ovviamente, una certa importanza economica, ma nelle Cinque Terre il ruolo della vite non si limita all‘aspetto economico, ma contribuisce a conferire al territorio un’identità e una bellezza oltre che a conservarlo. Dall’ultimo dopoguerra, progressivamente si è assistito ad un fenomeno di abbandono della coltivazione, compresi i vigneti, le cui cause sono complesse e comprendono anche lo squilibrio tra la fatica necessaria ed il risultato economico di questa attività.
Ѐ stato calcolato che, mentre per un ettaro di vigneto meccanizzato sono sufficienti trecento ore-uomo di lavoro all‘anno, per un ettaro nelle Cinque Terre ne occorrono duemila. Questo è uno dei motivi che ha portato alla costituzione del Parco delle Cinque Terre.
L’evoluzione della società e l’abbandono di pratiche agricole, un tempo diffuse sul territorio, hanno determinato l’interruzione di quell’opera di contrasto delle dinamiche naturali, lasciando così che il sistema morfogenetico tendesse a riappropriarsi di quei materiali
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forzosamente immobilizzati sui versanti. Quei materiali sono quindi oggi a disposizione dei processi erosivi, i quali se ne appropriano secondo modalità che si manifestano con un aumento della pericolosità geomorfologica: crolli, dissesti diffusi ed innesco di fenomeni franosi. Nel tempo le conseguenze di tali processi comportano inoltre un aumento del trasporto solido dei torrenti e rischiano di diminuire l’efficienza di molte delle opere legate alla loro regimazione.
(Da Brancucci, 2008, I paesaggi terrazzati dell’arco alpino,l’ Atlante. Marsilio Ed., pagg. 46-53).
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FRANA SUL SENTIERO AZZURRO MANAROLA-CORNIGLIA 2010.
In territori come quello ligure, diffusamente interessato dai terrazzamenti, un’evoluzione dei fenomeni di questo tipo risulta particolarmente critica. Infatti, a causa di una conformazione del territorio che contrappone un ambito costiero intensamente urbanizzato con un entroterra i cui versanti sono caratterizzati da elevati valori di acclività e da uno spartiacque ubicato a quote elevate ed a breve distanza dal mare, l’aumento della pericolosità si ripercuote in un aumento dei fattori di rischio.
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Il 24% dei terreni è destinato alla vite coltivata sui terrazzamenti, qui denominati “piane”, costituiti da un muretto di pietrame a secco o da un anfratto di roccia e riempite con terra di riporto portata a spalle o a dorso di mulo. In questi ultimi decenni, a causa della contrazione della popolazione agricola, la conduzione del fondo è affidata alla nuova figura del contadino-operaio che considera l‘attività agricola complementare a quella di operaio nelle industrie della vicina La Spezia. Di conseguenza, la produzione del pregiato vino locale è ridotta oggi al solo consumo famigliare.
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Ci sono popoli che sono in stretto contatto con il mare, a strapiombo su di esso, quasi dentro di esso, dentro quel mare. E in quel mare tramonta il sole, che illumina d'arancio lo sguardo che in lontananza suggella la chiusura di una dura giornata di lavoro, che accende la fantasia di chi sa quali luoghi irraggiungibili attraverso gli oceani.
..."Andemu en maa", che se abbiamo fortuna prenderemo un
"luvassu", totani o razze se è inverno; se d'estate, qualche sarago, qualche buga...
Se non si pesca come svago, si sogna.
Mare, come memoria di malinconiche emigrazioni, di lavoro nelle macchine o nelle stive o nei salotti di crociere che tue non sono;
fiabe e racconti di chi sa quali mostri e pericoli superati. Leggende di pirati. "Memorie" di naufragi di navi di passaggio. Tuttavia è la terra - e non il mare - a scandire ogni istante della vita di questi uomini su un paesaggio da loro costruito, pietra su pietra, paletto su paletto.
E sono loro ad operare quel miracolo: radice, vigna, grappolo.
Vino che nel calice diventa ebrezza, orgoglio del lavoro compiuto.
Silvio Benedetto, murales alla stazione di Riomaggiore
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Nel concepire una composizione pittorica di vaste dimensioni per il murales del frontespizio del municipio di Riomaggiore, lo scoglio più grande per me da superare era il riuscire a sintetizzare quel concetto di mare-terra - già difficilmente esprimibile a parole - in linguaggio pittorico di forma-contenuto-emozione.
E dunque ho deciso, tra poesia e realtà, tra figurazioni immaginarie e realismo tangibile, di unire in un tutt'uno due momenti: nella parte bassa, in una policromia di blu e viola profondi sotto un'avvolgente nuvola-donna-polena, una scena epica che vuole protagonisti mitici pescatori contro un grande pesce che, di mostruoso, ha forse solo il configurarsi come personaggio di un racconto immaginario; nella parte sovrastante, in una vastità di colori solari, emergono due grandi figure in un'altra non meno mitica lotta: la vendemmia. L'uomo e la donna sono protagonisti del loro futuro, checché ne dicano gli dei.
Silvio Benedetto
65 Fonti e riferimenti bibliografici
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Tesi di Laurea “IL PAESAGGIO DEL VINO IN LIGURIA: IL CASO DELLE CINQUE TERRE”
- Metodologia di recupero funzionale del paesaggio del vino -
Trasformazioni del paesaggio nella sua evoluzione storica di Caprile Michela e Silvia Lavezzo, Genova, 2008.
Tesi di Laurea
“IL PAESAGGIO STORICO DELLE CINQUE TERRE”
Individuazione di regole per azioni di progetto condivise, di Maristella Storti, Firenze, 2004
Tesi di Laurea
“CARATTERIZZAZIONE GEOLOGICA E PEDOLOGICA
DELL’AREA DI PRODUZIONE DEI VINI AROMATICI DEL COMUNE DI STREVI (AL)”, Giulia Castello, 2008.
Tesi di Laurea
“RIQUALIFICAZIONE DI SITI AD AGRICOLTURA EROICA NEL COMUNE DI VERNAZZA, CINQUE TERRE”
- Progetto di due versanti in Località “Polenza” e “Gavistone” - Progetto di un versante in Località “Lavaccio” di Caprile Michela e Silvia Lavezzo, Genova, 2010.
Sitografia
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www.ilmeteo.it
www.informazionesostenibile.info
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