L'area di studio sorge in uno dei siti più strategici del comprensorio delle Cinque Terre, tanto da un punto di vista logistico quanto puramente paesaggistico; essa è infatti attraversata dal cosiddetto Sentiero azzurro, e cioè il num. 2, che collega il paese di Manarola a quello di Corniglia, e si trova a cavallo tra la stazione ferroviaria di Corniglia e la spiaggia sottostante.
Storicamente, esso ha rappresentato, durante l’attività del villaggio Europa, un importante luogo di svago per i cornigliesi, i numerosi turisti che vi trascorrevano le vacanze estive e i bagnanti che vi si recavano giornalmente da tutta la riviera di Levante.
L'incuria in cui giace ormai da più di un decennio ha portato oggi ad uno stato di totale degrado, che vede le strutture del vecchio villaggio turistico, contenenti amianto, completamente abbandonate a se stesse. A questo va ad aggiungersi la notevole quantità di detriti di frana caduti sul camminamento che l’attraversa interamente e che – come poc’anzi precisato – coincide con un tratto del sentiero num. 2, altrimenti detto Sentiero Azzurro. Per giunta, l’intera situazione è ulteriormente aggravata dalla grave erosione marina che ha da tempo, e sempre più inesorabilmente, minato la base del muraglione di arenaria su cui il si regge il villaggio stesso, nonché la sovrastante linea ferroviaria La Spezia-Genova .
La nostra proposta di riqualificazione vuole innanzi tutto ristabilire, migliorandolo e incrementandolo, il collegamento dell'area di studio con le realtà residenziali e turistiche circostanti, per aumentarne le potenzialità e la fruizione.
Per poter riuscire in questa operazione, si andrebbe a ripristinare la vecchia linea ferroviaria che in questo tratto passava esternamente e che è attualmente del tutto inutilizzata. Il tracciato recuperato in tal modo permetterebbe quindi di collegare l'area di studio ad ovest con la spiaggia di Guvano, sita oltre il promontorio su cui sorge il borgo di Corniglia, e ad est con il paese di Manarola. Inoltre, il riutilizzo delle
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vecchie gallerie, specialmente quella che riguarda il tratto di Manarola, costituirebbe un valido percorso alternativo per evitare proprio il tratto più fragile del sentiero azzurro, continuamente interessato - se non interrotto - da frane, smottamenti e dissesto idrogeologico in generale.
Il nuovo progetto prevede la demolizione di tutte le strutture abusive, e la realizzazione di un'area verde attrezzata suddivisa secondo diversi tematismi quali un'area gioco per bambini, un giardino roccioso, un'area di sosta attrezzata e un'area ristoro.
I vari tematismi sono collegati tra loro da una pista ciclo-pedonale che andrà a costituire l'ossatura del parco. Detto percorso è largo mediamente 5 m, realizzato in conglomerato bituminoso e diviso in due parti, una per i pedoni a cui è dedicata la parte a mare, e l'altra per i ciclisti.
Il tracciato è pensato in modo da sfruttare al meglio lo spazio a vantaggio delle aree tematiche; infatti, per non dividere la superficie dell'area in due parti e per consentire una più agevole fruizione della stessa, si sviluppa sempre lateralmente, passando per un tratto a lato mare e per l’altro a lato monte.
La scelta di dedicare una parte del parco al giardino roccioso è dipesa tanto dal fatto che esistono già in loco diverse piante succulente, quanto dai vantaggi derivati dal microclima particolarmente mite che caratterizza questo tratto di costa.
L'area gioco per i bambini è pensata in primis per la fruizione degli abitanti di Corniglia, da sempre sprovvisto di un impianto adeguato a questo scopo, ma anche per quanti giungendo dagli altri paesi o dal resto della Riviera potranno accedervi facilmente per mezzo della ferrovia.
Nel tratto in cui sono situati i tematismi appena descritti, proprio per sfruttare al meglio lo spazio, il percorso è spostato a lato mare.
Nella parte finale del parco, quella dedicata all'area ristoro, il percorso è invece spostato a monte per fare spazio ad un'area verde completamente calpestabile che si affaccia sul mare.
21 ASPETTI VEGETAZIONALI
Seppure il paesaggio sia stato modellato fortemente dall’uomo, non mancano aspetti di vegetazione naturale, che occupano aree molto più ampie rispetto ad epoche passate. Infatti l’abbandono delle pratiche agricole a favore delle attività turistiche ha da un lato determinato fenomeni di instabilità dei versanti causa di frane e smottamenti, estremamente pericolosi soprattutto durante eventi alluvionali, ma dall’altro ha innescato fenomeni di recupero della vegetazione spontanea. Si tratta soprattutto di formazioni mediterranee: garighe, macchie e boschi sempreverdi, che costituiscono gli aspetti vegetazionali dominanti. Queste formazioni presentano composizioni floristiche differenti a seconda delle diverse condizioni ecologiche, geomorfologiche e di substrato.
La vegetazione spontanea è rappresentata da formazioni alo-rupicole nel primo tratto di falesia costiera caratterizzate da Finocchio marino (Chrithmum maritimum) e Statice cordata (Limonium cordatum). In posizione più elevata rispetto alle formazioni precedenti ed in contatto catenale con esse, si rinvengono arbusteti rupicoli ad Euforbia arborescente (Euphorbia dendroides) ed Alaterno (Rhamnus alaternus) dinamicamente collegati a pinete naturali a Pino d’Aleppo (Pinus halepensis), che presentano nel corteggio floristico Ginepro ossicedro (Juniperus oxycedrus), Alaterno, Lentisco (Pistacia lentiscus). La serie vegetazionale climatofila dei versanti è rappresentata da formazioni boschive a leccio (Quercus ilex), dense, ombrose, con notevole lettiera e corteggio floristico molto povero in specie arbustive ed erbacee, e dagli stadi dinamicamente ad esse collegate: macchia densa o prebosco alto fino a 6 m, caratterizzato da Erica (Erica arborea) e Corbezzolo (Arbutus unedo); una macchia bassa, folta, caratterizzata da arbusti bassi ed eliofili come Calicotome spinosa, Spartium junceum, Rhamnus alaternus, Myrtus communis, Phyllirea latifolia...
cui spesso si aggiungono varie specie di Cisti, qualora il dinamismo sia innescato da fenomeni di incendio, che rappresentano uno
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stadio di degradazione della lecceta e della macchia. Gli incendi Nelle linee di impluvio dove scorrono rii e torrenti si instaurano aspetti vegetazionali più freschi e umidi che rappresentano la serie edafoigrofila, la cui testa di serie è rappresentata da un bosco di Ontano (Alnus glutinosa) o Olmo minore (Ulmus minor). Accanto alla vegetazione spontanea, permangono alcuni lembi di pineta, soprattutto a Pino marittimo (Pinus pinaster), residui di rimboschimenti effettuati negli anni ’50, martoriati dal fuoco e da varie fitopatologie.
L’analisi puntuale della vegetazione presente è fondamentale per una progettazione che operi secondo criteri ecologici, di conservazione e tutela della natura e che permetta un armonico inserimento del progetto nel paesaggio. Inoltre, lo studio vegetazionale fornisce spunti per la scelta delle specie da utilizzare nel progetto e il loro sesto d’impianto. Pertanto, sono stati effettuati rilievi floristici, soprattutto nelle aree percorse dal fuoco dove è possibile trovare aspetti vegetazionali di gariga, di macchia e lembi di bosco per avere un quadro quanto più completo delle fitocenosi presenti. Di seguito vengono presentati i principali risultati emersi dai rilievi effettuati.
ELENCO DELLE PRINCIPALI SPECIE RILEVATE IN AREE PERCORSE DAL FUOCO (IN ROSSO LE SPECIE ESOTICHE)
ERBACEE :
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