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Gli Stati Uniti occupano una posizione strategica nel mercato del vino mondiale, infatti il suo consumo è aumentato molto velocemente e sta diventando la bevanda principale, al posto della birra e dei liquori. Oltre ad essere grande consumatore di vino, gli Stati Uniti sono anche dei produttori in veloce crescita che offrono al mercato un vino competitivo con quelli europei.

I vigneti di montagna e su ripidi pendii non sono una prerogativa esclusiva dei paesi europei, ma si stanno largamente diffondendo anche negli Stati Uniti, sia nel versante orientale che in quello occidentale.

Fra tutti i “terroir” degli Stati Uniti., quello della catena dei monti Appalachi è il più simile alle regioni viticole europee. Quattro dei cinque stati in cui la viticoltura di montagna si è diffusa più velocemente sono nella parte sud-orientale: North Carolina, Virginia, Kentucky e Maryland. I vigneti sui Monti Appalachi sono posti sul versante sud e sono di dimensioni ridotte se paragonati agli standard americani.

Fig. 3.83

Le varietà coltivate variano in base all’altitudine, dai 500 agli 800 m.s.l.m. e sono largamente diffusi i vitigni europei (Cabernet Sauvignon, Merlot, Chardonnay), mentre i vitigni americani, Niagara, Concord, sono coltivati fino a 1.500 m.s.l.m..

Il settore della viticoltura di montagna e su pendii ripidi è nuovo ed ancora in pieno sviluppo, i dati in merito non sono molti. La maggior parte dei dati disponibili sulla viticoltura di montagna del versante orientale degli Stati Uniti si focalizza sui maggiori stati produttori, il North Carolina e la Virginia.

83 Nel 2009 il North Carolina era il decimo produttore di vino degli Stati Uniti ed il secondo per velocità di crescita, complessivamente riuniva 81 aziende viticole, 5 delle quali classificate come “montane” e molte altre in procinto di iniziare la produzione.

Fig. 3.84

La superficie stimata (dati 2008) su cui è praticata la viticoltura di montagna nel North Carolina è di 60 ettari. Nel 2009 era prevista la nascita di 20 nuovi vigneti e l’aumento della superficie coltivata di ulteriori 20 ettari. Ufficialmente erano riconosciute 5 aziende viticole, la cui produzione nel 2008 è stata di 325.000 bottiglie (97Oches, 2009)

La Virginia è il quinto produttore ed il secondo stato per velocità di crescita. Sono 160 le aziende viticole associate, di cui otto classificate come montane. Anche in questo caso sono molte le aziende in procinto di formazione. Nel 2008 la superficie occupata dai vigneti montani era di 50 ettari e erano 8 le aziende viticole ufficialmente riconosciute. La regione dei vasti altopiani ad alta quota si trova principalmente negli Stati Uniti occidentali (California, Oregon, Idaho e Colorado) e questi vigneti di montagna sono i più produttivi al mondo. La loro superficie media (90 ettari) è decisamente superiore a quella degli altri vigneti ad alta quota, ciò è dovuto alla grande estensione degli altopiani, in molti casi aridi, su cui sorgono. In questo caso però le condizioni di lavoro non sono tali da essere riconosciute come “eroiche” in base ai parametri del CERVIM. Anche se gli agricoltori, a causa del riscaldamento terrestre, sono costretti a cercare altri terreni più elevati e con pendenze maggiori.

Negli Stati Uniti, a differenza dell’Europa, manca una tradizione sulla viticoltura di montagna o in forte pendenza. Il viticoltore medio americano non conosce le particolari tecniche di coltivazione e vinificazione. Né queste informazioni sono facilmente disponibili, in quanto spesso sono legate ad un particolare contesto e il Centro dei Monti

84 Appalachi per la Viticoltura di Montagna sta cercando di ottenere maggiori informazioni in merito. (Oches, 2009)

I maggiori problemi dei vigneti di montagna dell’America orientale sono rappresentati dagli elevati costi, basse rese e dalla necessità di piantare le varietà più resistenti al freddo, come gli ibridi franco-americani, poco conosciuti al consumatore americano medio. Inoltre tali siti sono spesso difficili da coltivare, molto umidi e di piccolissime dimensioni (0,5-3 ettari), a causa della necessità di utilizzare solo i pendii esposti a sud. Un’altra difficolta incontrata dai viticoltori consiste nella progettazione di vigneti ecocompatibili. (Oches, 2009)

Si sta formando in questi anni una “cultura” sulla viticoltura di montagna e in forte pendenza e sui luoghi in cui essa si pratica il turismo permette la sopravvivenza di questo tipo di agricoltura che vende direttamente il suo prodotto al turista che cerca cibo e vini locali. Questo tipo di mercato, in America, è nuovo ed in perenne evoluzione, inoltre la “rivoluzione verde” spinge il consumatore alla ricerca dei prodotti tipici.

Negli Stati Uniti non esiste, inoltre, una tradizione alle cooperative vinicole, ciò è in parte dovuto alla natura dell’agricoltore americano a alla grande estensione dei vigneti. I piccoli viticoltori di montagna, invece, potrebbero beneficiare dell’esistenza di un sistema di cooperazione agricola. Il Centro dei Monti Appalachi per la Viticoltura di Montagna sta attualmente sviluppando una struttura cooperativa per i viticoltori di montagna americani. Quelli del North Carolina sono gli unici vigneti americani a far parte del CERVIM, che è il punto di contatto e offre l’opportunità di scambio di conoscenze tra i viticoltori e i ricercatori americani ed europei, in quanto la viticoltura di montagna praticata negli Stati Uniti non possiede tutte le conoscenze e tutte le tecniche colturali in grado di esaltare il terroir. Attualmente, considerato le dimensioni medie delle cantine e il numero esiguo, il turismo svolge un ruolo essenziale per la sopravvivenza di queste aziende ed un accesso sul mercato europeo di questi vini non è fonte di preoccupazione per i produttori europei.

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4 Le possibili soluzioni

Quanto è stato appena esposto dimostra come siano molte le caratteristiche che legano tutti questi territori e siano le stesse le ragioni che spingono gli agricoltori ad interrompere l’attività produttiva ed abbandonare le aziende.

Tali cause possono quindi essere riassunte in:

 Difficoltà di meccanizzazione

 Costi elevati e margini di guadagno molto limitati

 Aree geografiche isolate - Collegamenti difficoltosi

- Scarso ricambio generazionale e limitato reclutamento manodopera

Gli impieghi di lavoro manuale incidono fortemente sul livello dei costi di gestione aziendale e dipendono essenzialmente dal sistema di allevamento, dal grado di meccanizzazione, dalla giacitura dei terreni, ecc. In base allo studio effettuato da 98Foti e Timpanaro (2010) emerge come l’incremento della meccanizzazione, l’ampliamento dei sesti di impianto, il miglioramento delle condizioni di viabilità interaziendale ed extraziendale abbiano permesso, nel corso degli anni, di migliorare la qualità del lavoro riducendo sensibilmente le giornate lavorative/ha da 100 degli anni ‘60 alle 30- 35 giornate/ha attuali.

L’utilizzo della meccanizzazione è strettamente legato alla viabilità aziendale, e tale problematica è ancora più evidente nel contesto montano e negli impianti terrazzati. La riorganizzazione del terreno, la realizzazione di terrazze più larghe e la costruzione di piattaforme alla fine di ogni terrazza (“ciglioni raccordati” - 99Vieri, et al., 1998, 100Ferretti, 1997, 101Ramos et al., 2007- per evitare tempi morti per il ritorno a vuoto e la presenza di una strada che taglia trasversalmente le terrazze), hanno reso possibile l’introduzione e la movimentazione delle macchine all’interno degli impianti viticoli ed olivicoli.

Un altro forte aiuto al mantenimento dell’attività agricola in contesti disagiati è fornito anche dal continuo sviluppo di tecnologie innovative che ne rendono possibile l’utilizzo in sicurezza.

Inoltre, il ruolo fondamentale delle politiche nazionali ed europee ha da sempre avuto e continuerà ad averlo, per la gestione e la regolamentazione degli interventi di carattere economico e sociale.

98 Foti, V. T., Tipanaro, G., 2010. Evaluating the potential development of Etna wine-growing through an

historical analysis of production costs. Third International Congress Of Mountain Viticulture. Castiglione di Sicilia – Catania - Italia 12-14 maggio 2010.

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Vieri M., Chiostri C. 1998. Meccanizzazione dei vigneti a forte declività: esperienze in Toscana. Viticoltura di montagna. 9, 9-18.

100 Ferretti M. 1998. La viticoltura in forte pendenza: l’esempio svizzero. Viticoltura di montagna. 9, 25-30 101

Ramos M.C., Porta J. 1997. Analysis of design criteria for vineyard terraces in the Mediterranean area of north east Spain. Soil Technology. 10, 155–166.

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