3.2 I territori italiani La Liguria e la Toscana
3.2.5 I territori liguri: Le cinque terre
L’area che riveste maggior importanza sia dal punto di vista produttivo, ma soprattutto per quello ambientale, sociale e turistico è sicuramente quello denominato “Cinque terre”. Le Cinque Terre sono un frastagliato tratto di costa della riviera ligure di levante situato nel territorio della provincia di La Spezia tra Punta Mesco e Punta di Montenero, nel quale si trovano cinque borghi o, come si diceva anticamente, terre: Monterosso al Mare, Vernazza, Corniglia, Manarola, Riomaggiore.
Questo territorio è talmente bello, ricco di storia, di tradizioni, e vi sono presenti moltissime specie arboree ed arbustive, che nel 1997 le Cinque Terre sono state inserite tra i Patrimoni dell'umanità dell'UNESCO.
Negli anni successivi, 1998 e 1999 il Ministero dell'Ambiente ha istituito l'Area marina protetta Cinque Terre e il Parco Nazionale delle Cinque Terre per la conservazione degli equilibri ecologici, la tutela del paesaggio e la salvaguardia dei valori antropologici del luogo.
Grazie alle caratteristiche geografiche ed antropiche del territorio dove sorgono, le Cinque Terre costituiscono una delle principali attrattive turistiche della riviera spezzina, per il loro contesto orografico collinare naturalmente aspro ed accidentato, addolcito dalla costruzione di terrazzamenti o fasce per la coltura, che cala verso il mare con forti pendenze.
Fig. 3.69
Tutto il territorio è caratterizzato dai rilievi montuosi che seguono lo stesso disegno della costa e le pendici hanno inizio a poca distanza dal mare. Tali caratteristiche rendono questo paesaggio unico, così come sono uniche le terrazze costruite nel corso dei secoli che testimoniano lo sforzo con cui l’uomo ha “conquistato“ la terra da coltivare.
42 Questi stessi terrazzamenti non svolgono solo la funzione agricola o quella paesaggistica, ma servono anche per regimare e canalizzare le acque piovane, che di solito hanno un regime torrentizio e sono concentrate nel periodo invernale e primaverile
Il paesaggio viticolo delle Cinque Terre rientra a pieno titolo in quello definito eroico in quanto esercitato a quote elevate e in pendenze superiori al 30%.
Questo tipo di viticoltura, diffusa anche in Europa, è caratterizzata dalla presenza delle terrazze realizzate con muretti a secco che possono essere considerati dei veri e propri monumenti storici dell’umanità. La maggior parte delle aziende è a conduzione diretta ed è l’unica forma di manodopera aziendale
(81Storti, 2003), infatti circa il 59% delle giornate lavorative complessive delle aziende nella provincia di La Spezia è svolto direttamente dal conduttore e solo una piccola parte da personale esterno al nucleo familiare(Fig. 3.30).
Essendo svolte manualmente, tutte le operazioni colturali richiedono anche molto tempo, anche 2250 h/ha/anno (Ercolini, 2000), e la lavorazione del
terreno è quella che assorbe più manodopera, circa il 40% sul totale, mentre la vendemmia e il trasporto richiedono il 21% (Storti, 2003). L’orografia del territorio, le terrazze strette e collegate tra loro solo da ripidi scalini, non rende possibile l’accesso di nessuna attrezzatura meccanica e fa si che tutte le operazioni debbano essere svolte manualmente, l’unica agevolazione per il trasporto dell’uva raccolta è fornita dall’utilizzo delle monorotaie (Fig 3.31).
Fig. 3.31
81
Storti, M., Il paesaggio storico delle Cinque Terre. Individuazione di regole per azioni di progetto condivise Tesi di Dottorato in Progettazione Paesistica, Firenze maggio 2003
Fig. 3.30
59% 16%
14%
11%
Distrubuzione delle giornate
lavorative
Conduttore Coniuge Familiare o parente Altro43 Lo svolgimento delle operazioni colturali è, inoltre, reso difficoltoso sia dalla forma di allevamento a pergola bassa e dall’alta densità di impianto, che dall’elevato grado di frammentazione aziendale.
Infatti accade spesso che la stessa azienda viticola sia divisa in più piccoli appezzamenti di terreno non sempre contigui. Il 98% di tutte le aziende viticole ed olivicole delle provincia di La Spezia non supera i 5 ha di estensione e oltre il 60% è inferiore ad un ettaro di superficie.(Fig. 3.32 e 3.33)
Fig. 3.32 Ripartizione delle aziende per classe di superficie. Fig. 3.33 Ripartizione delle aziende per classe di superficie.
La presenza dei muretti a secco, oltre che essere un carattere distintivo del paesaggio delle Cinque Terre, è anche fonte di ulteriori problemi dovuti al loro mantenimento. Infatti il muretto a secco subisce un processo di invecchiamento che può provocare, se non si interviene presto, il cedimento ed il successivo crollo. Il mantenimento e la ricostruzione dei muretti spesso risulta difficoltosa a causa della mancanza del materiale dovuta alla chiusura delle cave, della sua onerosità e della mancanza di maestranze locali.
Come già accennato, la situazione è ulteriormente aggravata dalla realtà socio-economica, dalla preponderante presenza di aziende condotte da anziani proprietari o da pensionati, la cui età media è di circa 75 anni (Storti, 2003). Infatti, come in tutte le altre zone marginali, la composizione delle famiglie vede prevalere la componente anziana. La fascia giovanile della popolazione preferisce un altro tipo di occupazione, con orari di lavoro più flessibili, minor impegno fisico e maggior tornaconto. Tutti questi sono fattori che spingono all’allontanamento della popolazione da questi luoghi, allo spostamento verso i grandi centri abitati e alla conseguente mancanza del ricambio generazionale.
Ciò ha comportato in tutta la provincia di La Spezia dal 1982 al 2010 la diminuzione di circa il 60% della superficie agricola utilizzata (SAU) e quasi del 80% quella dei vigneti.(Fig. 3.34)
65% 20%
11% 3% 1%
Aziende viticole per classe di
dimensione
Fino a 1 Da 1 a 2 Da 2 a 5 Da 5 a 10 Oltre 10 63% 23% 10% 3% 1%Aziende olivicole per
classe di dimensione
Fino a 1 Da 1 a 2 Da 2 a 5 Da 5 a 10 Oltre 1044 Fig. 3.34 Andamento delle superfici coltivata nella provincia di La Spezia dal 1982..
Nonostante il fenomeno dell’abbandono si sia manifestato ampiamente nel corso degli ultimi trent’anni, oggi in alcuni comparti si assiste ad una riorganizzazione delle aziende su criteri moderni associata ad una migliore capacità di penetrazione sui mercati (es. viticoltura in bassa Val di Magra, zootecnia in alta Val di Vara, olivicoltura nelle valli di Levanto) (Storti, 2003).
Inoltre si sta osservando un maggiore interesse per il prodotti tipici e genuini, una riconquista della campagna e degli spazi verdi da parte dei cittadini che cercano una via di fuga dalle aree urbane. Rispetto allo scorso decennio, si sta riscoprendo l’attività rurale, volta all’ottenimento di un prodotto tipico e locale, ottenuto nel pieno rispetto della natura e delle tradizioni, soprattutto legate alla viticoltura e all’olivicoltura.
Ancora oggi, dopo un forte ridimensionamento avvenuto nel corso degli ultimi venti anni, l’attività agricola riveste ancora una parte importante dell’economia locale delle Cinque Terre e mostra incoraggianti segnali di ripresa. Parte della ripresa è dovuta all’introduzione di opportuni macchinari e dell’associazionismo. La meccanizzazione di queste aree svolge un ruolo chiave per la rinascita del settore agricolo, infatti permette una drastica riduzione sia dei tempi operativi che della fatica, tutti fattori che favoriscono l’abbandono. Il ricorso alle varie forme di associazionismo, alle reti di imprese, al contoterzismo, consentono l’ottimizzazione dell’attività part-time, largamente diffusa nel territorio, sottraendola all’esclusivo ruolo di autoconsumo. Non bisogna neanche sottovalutare il ruolo svolto dalle Denominazione d’Origine Controllata: Cinque Terre e Cinque Terre Sciacchetrà, Colli di Luni, Colline di Levanto, che spingono all’ottenimento di un prodotto di ottima qualità e il proseguimento di questa attività; infatti circa il 50% delle aziende viticole della provincia di La Spezia seguono i disciplinari di produzione DOC. Da un punto di vista varietale oggi la viti-vinicoltura locale si poggia principalmente su tre vitigni a bacca bianca: l’Albarola, il Bosco ed il Vermentino. Come segno dei tempi passati, tuttavia, nei vigneti del Levante sopravvivono tracce di vecchi vitigni diffusi in epoca pre-fillosserica ed oggi pressoché scomparsi. Spesso, inoltre, uno stesso vitigno prendeva nomi diversi a seconda delle zone
0 5000 10000 15000 20000 25000 1982 1990 2000 2010
Superfici coltivate La Spezia
45 di coltivazione, aumentando la confusione che caratterizzava la base varietale locale a quei tempi.
Al fine di impedirne la scomparsa, il IVV-CNR ha condotto per molti anni un attento lavoro di studio e reperimento dei vecchi vitigni autoctoni. I risultati di tale raccolta sono conservati presso la collezione centralizzata per la biodiversità viticola a Grinzane Cavour (CN) e presso la collezione delle cultivar liguri ad Albenga (SV).
La disponibilità di tali vitigni ne ha permesso un accurato studio e descrizione che ha portato all’iscrizione nel Registro Nazionale delle Varietà di Vite del Rossese bianco (2003), Scimiscià (2003) e Ruzzese (2009) (82Mannini et al., 2010).
Per quanto concerne la produzione di pregio di olio extravergine di oliva la provincia ricade nel territorio della DOP “Riviera di Levante” e le varietà di olivo maggiormente diffuse sono la Razzola e la Pignola. La presenza della DOP ha sicuramente rafforzato questo settore e ne ha rallentato l’abbandono, nonostante negli ultimi dieci anni la superficie coltivata abbia visto una riduzione di circa il 24%.
82 - Franco Mannini, F., Schneider, A., Argamante, N., Moggia, P., Tragni, R. 2010. Contributo alla
salvaguardia e alla valorizzazione di vitigni minori autoctoni della Liguria di Levante. Third International Congress Of Mountain Viticulture. Castiglione di Sicilia – Catania - Italia 12-14 maggio 2010.
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