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E LABORAZIONE DELLA C ARTA I DROGEOLOGICA

Nel documento P.A.T. Piano di Assetto del Territorio (pagine 25-29)

Nel seguente paragrafo sono descritti i dati e le fonti reperiti per l’elaborazione della Carta Idrogeologica ed è illustrata la metodologia di analisi e di elaborazione che ha portato alla redazione della Carta seguendo le voci di legenda derivanti dal documento “Grafie Unificate per gli strumenti urbanistici comunali” di cui alla D.G.R. n. 615/1996. La tipologia di dati e le fonti utilizzate sono descritti prendendo in analisi ad una ad una le voci presenti nella legenda della Carta stessa e analizzando di volta in volta il processo di elaborazione svolto.

IDROLOGIA DI SUPERFICIE

RETEIDROGRAFICA

La rappresentazione della rete idrografica nella cartografia idrogeologica secondo la classificazione presente nel DGR 915/1996 è stata eseguita a partire dalla rete idraulica fornita dal Consorzio di Bonifica Medio Astico Bacchiglione, implementata con quanto riportato nell'analisi geomorfologica del precedente PRG e con la rete presente nel Grafo Idrografia fornito dalla Regione Veneto.

Figura 3.16: Pozzo acquedottistico in loc. Molina (foto del 03/06/09)

I-SUP-02 “corso d'acqua permanente” (DGR 615/1996).

Sono stati indicati con tale voce il torrente Leogra Timonchio, il torrente Giara Orolo, il torrente Proa e il Rio Leogretta.

I-SUP-03 “corso d’acqua temporaneo” (DGR 615/1996).

Sono stati indicati con tale voce i principali impluvi che discendono dai rilievi occidentali (Val Grande, Valle Matta, Valle Finco, Roggia Molina in Vallugana ed altri).

I-SUP-04 “canale artificiale” (DGR 615/1996).

Sono stati indicati con tale voce la quasi totalità dei canali nell’area di fondovalle (il Roggia dei Molini, Fosso del Vedesai, Roggia Branza, il Trozzo Marano e il Rostone).

I-SUP-06 “sorgente” (DGR 615/1996).

Sono state indicate in questa voce le sorgenti presenti nella Carta Geomorfologica del PRG del Comune di Malo, 2000, corrispondenti a due sorgenti carsiche in località Covolo e tre sorgenti presenti tra località Poletti e S. Tomio; non sono state riportate le opere di captazione di sorgenti presenti nella Carta Geomorfologica del PAT.

I-SUP-09 “limite di rispetto delle opere di presa” (DGR 615/1996).

Sono state inserite in questa voce le zone di rispetto con raggio 200 m applicate ai pozzi le cui acque emunte sono destinate al consumo umano, ovvero i pozzi Molinetta ed il pozzo Colleoni, all’interno delle quali sono adottate le restrizioni di sicurezza specificate dalla normativa vigente [Art. 94 D. Lgs. 3 aprile 2006, n. 152]

I-SUP-15 “aree a deflusso difficoltoso” (DGR 615/1996).

Sono state indicate in questa voce le aree a deflusso difficoltoso individuate grazie a

incontri svolti presso gli uffici comunali e a seguito di sopralluoghi svolti nel territorio in parte già illustrate al paragrafo precedente. Si tratta, in sintesi, di aree che per ragioni legate al naturale deflusso delle acque meteoriche ed a carenze del sistema fognario e della rete strutturale di scolo entrano in sofferenza idraulica nei periodi molto piovosi.

Le aree individuate, che verranno dettagliatamente analizzate nella valutazione di compatibilità idraulica allegata al presente PAT, sono il tratto d'alveo del torrente Proa presso Proe di Pisa, le aree limitrofe al Montecio lungo il tratto orientale e meridionale, località Canova lungo via Canova e via Coppine, le aree comprese tra via Vallugana e via Grumo in località Vallugana bassa, via Vergan e via S. Pellico nel centro di Malo.

ACQUE SOTTERRANEE

I-SOT-03 “linea isofreatica e sua quota assoluta” (DGR 615/1996).

Sono state indicate con questa voce le linee isofreatiche elaborate da Dal Prà nel 1983 recepite in numerosi studi della zona.

I-SOT-06 “pozzo freatico” (DGR 615/1996).

Sono stati indicati in questa voce i pozzi freatici presenti nella Carta Geomorfologica del PRG del Comune di Malo, 2000.

A

I-SOT-10 “lettera da inserire all’interno del simbolo del pozzo se utilizzato come acquedotto pubblico” (DGR 615/1996).

Tale lettera è stata inserita nei due pozzi acquedottistici presenti nel territorio comunale: Pozzo Molinetta 2 e Pozzo Colleoni.

I-SOT-04 “direzione di flusso della falda freatica”

Il simbolo è stato collocato sulla base delle isofreatiche disponibili per il teritorio comunale ed indica la direzione prevalente della falda freatica.

4 Carta Geomorfologica

La Carta Geomorfologica è il frutto dell’analisi del tema c0503-Geomorfologia e dei suoi relativi sottotemi; le voci di legenda derivano dal documento “Grafie Unificate per gli strumenti urbanistici comunali” di cui alla D.G.R. n. 615/1996. In tale documento le voci di legenda sono state selezionate dalla legenda predisposta dal Servizio Geologico Nazionale per la Carta Geomorfologica d’Italia alla scala 1:50.000, che riprende i criteri per il rilevamento delle unità geomorfologiche per la rappresentazione delle forme e dei processi geomorfologici mediante apposita simbologia derivante dai risultati del lavoro di una specifica Commissione regionale pubblicati sulla Rivista del Centro Interregionale per la Documentazione e le Informazioni Territoriali n. 15-16 del 1989.

I dati elaborati sono stati restituiti in formato. shp nelle seguenti classi:

• c0503011_CartaGeomorfologicaA.shp (aree); Vicentino e San Vito di Leguzzano, ad ovest con Monte di Malo e a sud-ovest con Cornedo Vicentino. Il territorio comunale presenta quote minime pari a 60 m s.l.m. e quote massime pari a circa 505 m s.l.m., si presenta per lo più pianeggiante, con valori di pendenza pari a 1%, e collinare montano solo nella porzione sud-occidentale.

La tettonica delle aree in esame è caratteristica delle rocce rigide: prevalgono infatti le faglie e le grandi fratture, mentre sono poco frequenti le deformazioni plicative.

La tettonica per frattura è assai complessa ed articolata. Poco ad est della dorsale tra Monte Piano ed Ignago, presso gli abitati di Malo e di Isola Vicentina, passa una delle principali linee tettoniche dell’Italia nord-orientale: la “linea Schio – Vicenza”, con direzione NNW-SSE (sistema scledense).

A causa del fenomeno prevalentemente compressivo, legato all’orogenesi alpina, la zona in esame è stata sollevata, originando la linea Schio – Vicenza.

Questo fenomeno è avvenuto in condizioni tali da provocare deformazioni rigide degli ammassi rocciosi, e conseguentemente l’impostazione di numerose faglie e fratture variamente orientate.

La fratturazione degli ammassi rocciosi ha comportato anche un loro basculamento.

Il risultato finale è stata la formazione di una serie di dorsali collinari, disposte a gradinata discendente da NW verso SE.

Nel documento P.A.T. Piano di Assetto del Territorio (pagine 25-29)

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