Orario Cosa fa Cosa dice/chiede Mimica, gestualità e tono Emozioni espresse dall’utente
Interventi infermieristici Emozioni del curante Esiti intervento
9.00 Reattivo ed insultante a colloquio infermieristico
“Tutto il male che mi fate con la terapia vi ritornerà indietro”.
Tono della voce molto alto, aggressività, rabbia, sguardo fisso, gesticola con le mani. Appare teso, infuriato Si ascolta l’utente lasciando sfogarsi e successivamente spiegando la necessità della terapia.
Mi sento dispiaciuta in quanto l’utente non riesce a comprendere l’importanza dell’aderenza th. Negativo, utente non assume la th. 19.00 Insultante e provocatorio nei miei confronti
“Tu non centri nulla, levati di torno, sei inutile, voglio parlare con la signora”. Sguardo fisso su di me, tono aggressivo Sembra insicuro, bisogno di ascolto, arrabbiato con tutti.
Silenzio e sguardo fisso negli occhi dell’utente, non faccio niente.
Paura per le altri utenti, impotente, infastidita. Esito positivo, utente comprende da sé di cambiare ambiente. 10.00 Pretesta per la terapia che non vuole assumere. “Finché non parlo con il medico non mi sposto da qui”. Rabbia, tono pacato, continua a ballare in corridoio davanti l’infermeria. Appare teso, provocatorio.
Chiedo se posso sedermi con lui, lo ascolto e successivamente si calma.
Piacere nel ascoltare l’utente e le sue riflessioni. Positivo, l’utente parla con me tranquillizzandosi. 15.00 Chiede la mia compagnia “Anna vieni a sederti qui fuori con me, non ce la faccio più, sono un fallito”. Sofferente, mimica e tono labile. Tristezza, rabbia per la malattia e il non poter stare con la famiglia.
Mi siedo con lui, lo ascolto. Tristezza per la situazione, importante per la persona che mi ha scelto in quel momento.
Positivo, utente mi ringrazia per essere stata presente.
Diario d’osservazione
27.10.2016: al colloquio l’utente di presenta con un abbigliamento bizzarro e trascurato, ha con se la torah (Bibbia ebraica). Utente presenta un eloquio fluido con un flusso del pensiero rapido, si fa fatica ha comprendere il suo delirio religioso. Non manifesta aggressività durante il colloquio, cosa che spesso e volentieri manifesta contro i medici a causa della sua non aderenza terapeutica.
04.11.2016: M. è aggressivo, si rifiuta di assumere la terapia. A tratti accessibile al dialogo mi chiede se può presentarmi una canzone appena scritta. Vuole compagnia perché si annoia.
16.11.2016: utente ambivalente sulla terapia. Si sveglia alle 2 di notte per pregare. E’ provocatorio e insultante con me a causa della terapia, ma poi si scusa subito dopo dicendo che non è colpa mia e che non voleva insultare un allieva, che è colpa dei medici. Dice che tutto ci tornerà indietro. E’ bizzarro: si veste con il kilt (gonna scozzese) e la giacca con molte spille e una scritta: “Anarchia”. Dice che vuole rifugiarsi nel suo mondo della musica, scrivendo poesie e canzoni.
Propongo la terapia, che rifiuta senza nemmeno ascoltarmi. Poi ritorna e dice che la vuole assumere, l’assume. Dopo 10 minuti viene ad insultarmi dicendo che tutto tornerà indietro (riferendosi al male procuratogli con la terapia).
17.11.2016: utente si altera quando si parla della terapia, bizzarro e provocatorio. Il suo pensiero è focalizzato su tematiche spirituali. Diventa reattivo quando a colloquio di propone una modifica della terapia e l’introduzione di un antipsicotico tipico. Descrive la propria esperienza psichica relativa agli stati maniacali, il senso di condivisione e comunione universale.
26.11.2016: M. mi racconta delle sue esperienze maniacali. Mi parla di ciò che ha vissuto, facendomi leggere una sua poesia e parafrasandomela in modo da poter capire ogni sua esperienza. Mi racconta di essere stato il capitano della barca (si trovava sulla terrazza di casa in quel momento e credeva che la sua casa fosse il suo vascello), un giorno si trovava in doccia e c’era con lui un suo allievo che si è trasformato in uno squalo ed ha iniziato a mangiargli le gambe. Una volta invece sono passati dal muro dei tentacoli che l’hanno trafitto, dicendomi che il dolore era reale. A volte riferisce che quando è in mania si sente gli organi interni marcire. Mi racconta ancora che un giorno a dei mercatini ha speso tremila franchi in 10 minuti comprando oggetti futili, e comandando su internet un mantello da preghiera per 400 franchi. Dice che poi si pente di queste cose.
01.12.2016: oggi M. si presenta accessibile al dialogo e disponibile per una conversazione riguardo la sua malattia. Gli si concede un congedo nel fine settimana per vedere i tre figli e la moglie, raccomandandogli l’importanza dell’assunzione della terapia.
05.12.2016: euforico, provocatorio, inadeguato. Disinibito, si rivolge a me utilizzando un linguaggio non consono al momento “ sei una gnocca , dai vieni qui vicino che anche se ti tocco fa niente “. Parla a noi facendo un monologo contro la società, discorso anarchico. Dice che tutti i politici ticinesi complottano per rinchiuderlo in manicomio e per far si che lui non potesse più insegnare. Sembra quasi che noi fossimo il suo pubblico, gli spettatori e lui su di un palcoscenico. Mi fissa, provocatorio. Tornando poi dopo nemmeno un ora e chiedendo scusa di quanto accaduto.
06.12.2016: cosciente di quanto accaduto, M. riflette sulla sua vita e sui tre figli e la moglie. Mi chiede un attimo per parlare. Usciamo in giardino sedendoci sui gradini al sole. Come al solito in mano ha il suo Ipad per ascoltare la musica. Ascoltiamo
delle canzoni assieme, piange, mi stringe la mano. Poi se ne va consegnandomi una foglia, ringraziandomi tanto per il supporto.
09.12.2016: oggi ultimo giorno di stage, M. dice di rendersi disponibile per la mia tesi, includendo anche la moglie per una visione più soggettiva della malattia. Lo saluto congedandomi, mi abbraccia dicendomi “grazie per tutto quello che hai fatto per me”. Finisco contenta questa “avventura”.