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Layer frane

Nel documento UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI PADOVA (pagine 74-78)

Senza dubbio il layer frane rappresenta quello che può essere definito il cuore pulsante del metodo utilizzato in questo studio, in quanto costituisce la base per ognuna delle singole elaborazioni eseguite; queste hanno permesso di caratterizzare la predisposizione alla franosità dei versanti nell’area presa in esame, scopo primario di questo elaborato. Per questo motivo, il layer deve necessariamente racchiudere dati provenienti da fonti attendibili, che forniscano il maggior numero possibile di informazioni relative a ciascun evento franoso: maggiori sono le informazioni disponibili, migliore sarà la qualità delle elaborazioni che ne derivano. Le fonti dalle quali sono stati prelevati i dati già informatizzati in ambiente GIS (shapefiles) sono numerose: il Servizio Geologico Provinciale, che ha messo a disposizione i propri archivi, nei quali sono presenti anche dati relativi all’Autorità di Bacino del Tevere, all’Autorità di Bacino del Liri Garigliano e all’inventario IFFI; la banca dati SIRDIS regionale, il catalogo AVI e dati provenienti da relazioni tecniche in formato cartaceo raccolte direttamente presso l’archivio del Servizio Geologico Provinciale. Da quest’ultima ricerca storico-archivistica degli eventi franosi è stato ricavato un totale di 37 dissesti e 9 relazioni di interventi. Ciascun dissesto con le relative relazioni geologiche è stato esaminato, catalogato, digitalizzato e infine inserito come shapefile di tipo puntuale all’interno del layer frane. Nonostante la grande abbondanza di archivi a nostra disposizione, è stato difficoltoso ricavarne dati utili ai fini della correlazione tra innesco di dissesti ed eventi di piovosità e sismicità (argomento trattato nei Capitoli 6.3 e 6.4), in quanto risultano molto scarse le informazioni relative alla data dell’evento, la cui conoscenza è essenziale per

potuto risalire a una data certa o presunta (Tabella 16) e che sono stati utilizzati per le varie correlazioni.

ID Fonte Cod Fonte Dissesto Data

riferimento Località Evento

1 Dissesti catasto 9 16/05/1977 S.P. Albano Cecchina Caduta Massi

2 Dissesti catasto 19 22/06/1989 S.P. Per Ardea Sistemazione Rupe

Centro Storico 3 Dissesti catasto 54 26/11/1981 S.P. Cappuccini In Albano Frana Lato Valle

4 Dissesti catasto 55 17/09/1984 S.P. Cappuccini In Albano Progetto Sistemazione Frana

5 Dissesti catasto 56 15/11/1984 S.P. Cappuccini In Albano Lavori Di Costruzione Muro 6 Dissesti catasto 57 01/04/1985 Cappuccini In Albano Frana Lato Valle

7 Dissesti catasto 58 10/11/1992 S.P. Cappuccini In Albano Frana A Valle

8 Dissesti catasto 186 05/05/1984 S.P. Anzio Nettuno Stabilita Parete Rocciosa Lato Valle 9 Dissesti catasto 191 09/11/1993 S.P. Velletri Nettuno stabilità versante

10 Dissesti catasto 309 24/01/1984 S.P. Velletri Cori Sistemazione Idraulica

11 Dissesti catasto 310 19/01/1995 S.P. Velletri Cori Sistemazione Muretto

12 Dissesti catasto 312 17/12/1987 S.P. Velletri Nettuno Sistemazione Frana

13 Dissesti catasto 313 17/06/1991 S.P. Velletri Nettuno Giudizio D'Achille

14 Dissesti catasto 373 20/11/1996 S.P. Ardeatina Progetto Manutenzione

Straordinaria 15 Progetto AVI 10200286 13/02/2001 Ardea - Centro storico stabilità versante 16 Progetto AVI 6200011 11/10/1992 Nemi - Lago di Nemi colata di detrito

18 Progetto AVI 10200433 10/11/1997 Velletri - Lungo la linea

ferroviaria Roma-Velletri stabilità versante

19 Progetto AVI 10200434 07/11/1997

Sant’Eurosia - Lungo la linea ferroviaria

Ciampino-Velletri al km 38+190

stabilità versante

20 Progetto AVI 8200067 09/01/1996 Velletri - Via delle

Stimmate stabilità versante

21 Progetto AVI 200048 28/02/1984 Velletri stabilità versante

22 Progetto AVI 200092 15/03/1983 Velletri - Via della Torre stabilità versante

23 Progetto AVI 200091 23/01/1973

Velletri - Stazione Sant'Eurosia al km 37 sulla

linea Roma - Velletri

stabilità versante

24 Progetto AVI 2200691 07/07/1967 Velletri complesso

25 Progetto AVI 200165 25/11/1966 Acqua Lucia - Lungo la SS

n. 7 Appia scorrimento

26 Progetto AVI 2200731 26/04/1959 Lanuvio scorrimento

27 Progetto AVI 2200753 29/02/1984 Genzano di Roma

(Comune di) stabilità versante

28 Progetto AVI 4200080 18/11/1975 Genzano di Roma - Lungo

la SS n. 7 Appia al km 31 stabilità versante

29 Progetto AVI 10200345 07/10/2000 Rocca di Papa stabilità versante

30 Progetto AVI 6200012 11/10/1992 Rocca di Papa colata

Tabella 16: caratteristiche dei dissesti di cui si ha una datazione precisa.

I dati così prelevati sono stati inseriti all’interno del progetto GIS e sovrapposti alle CTR di base, in modo tale da verificare eventuali corrispondenze visive tra frana informatizzata e foto del territorio. Questa procedura è servita, inoltre, per individuare le eventuali zone dove concentrare le operazioni di fotointerpretazione e, qualora necessario, di controllo sul campo.

Si è ritenuto opportuno consultare il maggior numero di fonti possibili, non solo per avere a disposizione una grande quantità di dati, ma per ricavarne corrispondenze e integrare le eventuali lacune. Dato che le informazioni forniteci da ciascuna fonte risultavano di svariata natura, a volte incomplete o

completare le informazioni di nostro interesse per ciascun evento franoso, producendo una nuova “tabella degli attributi” nella quale sono state inserite le seguenti voci: fonti, tipologia, criticità, attività, area, litologia, località (Figura 8).

Figura 8: esempio di tabella degli attributi dei dissesti inseriti nel progetto in ambiente GIS. Come si può osservare dalla Figura 8, ad ogni dissesto è stato attribuito un numero identificativo univoco (CODICE_FR) per semplificare le operazioni di catalogazione, ma, in ogni caso, sono stati mantenuti i codici di origine, in modo tale da poter risalire in qualunque momento alla fonte a cui appartengono. In questo modo, tutti i dati necessari per le elaborazioni successive sono stati unificati ed eventuali lacune delle informazioni colmate.

Successivamente, le frane sono state raggruppate in base al loro formato digitale, punti o poligoni e in seguito classificate in base alla tipologia di fenomeno: alle cinque tipologie utilizzate anche nel progetto pilota (crolli, colate lente, colate veloci, scorrimenti rotazionali, scorrimenti traslativi), si è ritenuto di dover aggiungere altri due tipi, visto il gran numero di riscontri nell’area di studio: i soliflussi e i fenomeni complessi, i quali sono il risultato della combinazione nello spazio e nel tempo di più tipologie di frana. In totale quindi sono state considerate sette tipologie di fenomeni.

A ogni frana, dove possibile, è stato attribuito lo stato di attività, riassumibile nelle seguenti tre categorie.

1. Attivo: sono forme che risultano in atto o in evoluzione al momento del rilevamento, oppure non in atto in quello specifico periodo, ma ricorrenti. 2. Quiescente: al momento dell’osservazione non sono in movimento, ma vi è la

3. Inattivo (in senso stretto): sono definite tali le forme che generalmente sono avvenute in un contesto morfoclimatico differente dall’attuale. A questa categoria appartengono anche i dissesti stabilizzati naturalmente o artificialmente.

Nel documento UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI PADOVA (pagine 74-78)

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