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Capitolo 3 Mobile marketing: le diverse forme utilizzabili e la percezione da

3.5 La presenza dei brand sui social network

3.5.2 Le app per Facebook

Creare continuamente dei nuovi post per mantenere viva l’attenzione richiede una certa creatività e può essere impegnativo e oneroso, dal momento che è necessario inventare sempre dei nuovi contenuti che siano interessanti e stimolanti per un grande numero di utenti. A questo scopo l’utilizzo delle app può essere di grande aiuto, in quanto forniscono al brand un modo facile per instaurare delle conversazioni e aiutare a popolare le bacheche degli utenti. Le app possono offrire dei contenuti per ravvivare i post, qualcosa di nuovo di cui parlare continuamente e un’opportunità per invitare i fan a delle call-to-action.

Facebook è una piattaforma aperta verso gli sviluppatori di software quindi tutti possono svilupparne una parte inserendo le proprie applicazioni, avendo così la possibilità di creare un grandissimo numero di nuove funzioni. Le applicazioni per Facebook sono dei software che chiunque può decidere di implementare nel social network per creare giochi o quiz, condividere informazioni o foto, promuovere prodotti o promozioni. Queste app offrono quindi ai brand la possibilità di costruire una

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esperienza di marca interattiva incorporata all’interno di Facebook [Fiend2Friend 2013].

Le applicazioni possono essere di diverse tipologie e spaziano da semplici pagine di contenuti ad attività complesse come giochi, quiz, contest, giochi a premi e condivisioni live di eventi; la scelta del tipo di applicazione da utilizzare dipende, come per tutte le decisioni di marketing, dagli obiettivi che si vogliono raggiungere e dal budget a disposizione.

Qualsiasi sia la tipologia scelta, le app impattano sull’engagement con i consumatori e incrementano la viralità e il word-of-mouth raggiunto dai messaggi del brand. Facebook non è un servizio di telecomunicazioni ma è una comunità sociale che connette le persone fra loro: anche per le imprese dovrebbe essere un modo per costruire delle relazioni con i propri clienti. Per avere successo, quindi, le app dovrebbero rispettare il contesto sociale in cui sono inserite, la mentalità degli utenti di Facebook e trarre vantaggio dai meccanismi complessi che esso mette a disposizione dei brand per “spargere la voce” in modo naturale.

Dal momento che, come si è visto, la maggior parte delle attività su Facebook avvengono nella sezione “notizie”, il successo dipende da come le storie e i post vengono generati dall’app e da come questi aumentano la misura del PTAT (“people talking about this”) della pagina [Fiend2Friend 2013].

Una volta che un utente sceglie di partecipare alle attività proposte dal brand interagendo con un’app, i suoi amici vedono l’attività nella loro News Feed e la percepiscono come un’azione da parte del loro amico piuttosto che come un messaggio pubblicitario del brand. Le app infatti consentono di generare dei post a nome degli utenti che le utilizzano. Il messaggio, se suscita l’interesse degli utenti, può essere diffuso tramite condivisioni, inviti e notifiche, creando una rapida crescita nell’utilizzo dell’applicazione e grandi livelli di coinvolgimento degli utenti [Fiend2Friend 2013].

Si è già visto precedentemente come i consumatori siano molto propensi ad ascoltare e a credere a consigli e opinioni dei propri contatti e amici rispetto a un post di un’impresa o a un messaggio pubblicitario: il 92% degli utenti crede a delle raccomandazioni dei propri amici mentre solo il 36% crede alle pubblicità sui social network [Nielsen 2012b]. Inoltre, al 69% degli utenti “piace” una pagina perché un suo amico era già fan [Lab24 2012].

Questo è particolarmente vero per i Millennials, niente infatti è meglio del word- of-mouth per convincerli del valore di un prodotto. Gli amici dei Millennials sono coloro

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che che maggiormente influiscono sulle loro scelte e se loro sostengono o promuovono qualcosa si tratta di un’opinione di grande valore per questo gruppo di utenti [InMobi 2013b].

Al 13% degli utenti di Facebook non “piace” alcuna pagina brand. Le ragioni sono principalmente quattro: non vogliono che la propria bacheca siaingombrata di contenuti del brand(47%); non vogliono essere contattati(36%); voglionomantenere la propria privacy(30%); utilizzano Facebook per postare esclusivamente contenuti relativi alla propria vita (27%) [Lab24 2012]. Per i brand, riuscire a raggiungere e far mettere “mi piace” a questa fascia di utenti più scettici sembra abbastanza difficile.

Date le considerazioni fatte finora, è ragionevole pensare che un aiuto in questo senso possa venire proprio dalle app, in un duplice modo. Innanzitutto, esse permettono di diffondere dei contenuti come se fossero i fan a farlo e non i brand stessi e quindi è più probabile che gli utenti (amici dei fan) prestino attenzione ai post. In secondo luogo, le app spesso propongono agli utenti degli strumenti divertenti e non convenzionali, come possono essere giochi, filtri per le foto, concorsi o altro, e nella maggior parte dei casi fattore imprescindibile per poter partecipare è esprimere il proprio “like” alla pagina. Anche gli utenti più diffidenti, quindi, potrebbero essere invogliati a parteciparvi, soprattutto se vedono che un loro amico l’ha fatto. Le app quindi possono essere utili sia per garantire una buona visibilità al brand su Facebook, sia per incrementare l’engagement anche per gli utenti più scettici e meno propensi a diventare fan delle pagine aziendali.

Queste app vivono esclusivamente su Facebook, e possono rimanere attive permanentemente o solo per la durata di una specifica campagna di marketing. È possibile per i brand creare un link ben visibile all’applicazione inserendolo in uno dei box che si trovano sotto all’immagine di copertina e che generalmente costituiscono dei link a delle sezioni di default come foto o eventi. In questo modo le app rimangono in una posizione permanente e di primo piano all’interno della pagina, a differenza dei normali post, e il brand può invitare gli utenti a parteciparvi con delle call-to-action in tutti i canali a sua disposizione [Friend2Friend 2013].

Le applicazioni quindi rappresentano un ottimo strumento per le imprese per farsi notare su Facebook, aumentando il numero di people talking about this (PTAT) dei propri post e quindi la propria visibilità e reputazione.

È provato che i post generati dalle app in media generano più storie (like, commenti, condivisioni, ecc) rispetto agli altri post della pagina [Friend2Friend 2013]. Le app coinvolgono, divertono, invitano gli utenti in modi che altre forme di

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comunicazione online non possono fare; inoltre, incentivano gli utenti a farne un uso ripetitivo, aiutando le imprese a creare una vera relazione con i propri contatti. Le applicazioni offrono un mezzo ai brand per creare dei contenuti che possano essere facilmente condivisibili e commentabili da parte degli utenti perché creano interazione a livello personale, offrono spunti su cui discutere, riflettono le loro scelte di vita e danno la possibilità di condividerle con i propri amici.

Attraverso le app, i fan creano delle storie sul brand che diventano un vero e affidabile messaggio che gli amici notano e ricordano, in un modo in cui un contenuto generato direttamente dal brand raramente riesce a fare. Per fare in modo di liberare le storie che i fan hanno da dire sul brand è importante lasciare nell’app uno spazio per la creazione di contenuti personali da parte degli utenti [Friend2Friend 2013].