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Le caratteristiche del libro e il contenuto

Capitolo 5: «L’obbedienza non è più una virtù» di Milani come risposta alla «banalità del male»

5.3. Il racconto dello sguardo acceso

5.3.1. Le caratteristiche del libro e il contenuto

Il racconto dello sguardo acceso (2016), d’ora in poi [SA], «[è] un libro [di narrativa] dove si parla di sesso e di politica, di letteratura, poesia e amore […] in una sequenza di 14 racconti dai titoli semplici, espliciti»339. «Quello del racconto, insomma, altro non è che un principio regolatore, una sorta di stratagemma usato dall’autore per dare una forma – raggruppandoli di volta in volta sotto un tema narrativo»340.

5.3.1.1. Elementi autobiografici

Come nel caso dell’autore marocchino francofono Tahar Ben Jelloun, «quando uno […] comincia a tracciare lo sviluppo dell’orientamento di [Buffoni] accanto alla sua carriera letteraria, diventa sempre meno possibile immaginare i testi senza di lui, il testo senza l’Autore»341. Buffoni infatti sembra essere esplicitamente presente in tutte le sue opere. Anche il libro Il racconto dello sguardo acceso presenta forti elementi autobiografici dell’autore. Buffoni spiega: «Sono nato e cresciuto a Gallarate […] in provincia di Varese» [SA 95] e anche se dai diciotto anni non vive più lì, psicologicamente ci è sempre restato: «Me ne rendo conto dai sogni che faccio e dal lessico a cui ricorro traducendo i poeti romantici inglesi» [SA 95]. Buffoni esprime il suo interesse per i treni. Da Gallarate infatti «si dipartono ben tre linee provenienti congiunte da Milano» [SA 96]. Prendere il treno da adolescente fu «per lui una conquista» [SA 98]: è su un treno che viene baciato per la prima volta da ragazzo [cfr. SA 98].

Buffoni ci racconta quando nel 1984 aveva introiettato l’allarme per l’AIDS. Avendo trascorso un intero semestre in Inghilterra, quando rientra a Milano, «preoccupato, fec[e] gli esami all’ospedale Sacco: fortunatamente negativi» [SA 32]. Buffoni spiega che poi si dovette astenere dall’avere rapport sessuali per sei mesi e fare controlli medici opo sei mesi «per essere proprio certo di averla scampata» [SA 32]. Dopo questa esperienza, il poeta di Gallarate diede «una definitiva virata a trecentosessanta gradi alla sua vita privata, alla spensieratezza

339 S ORRENTINO 2016, in www.poesia.blog.rainews.it. 340 G IUSTI 2017, p. 57. 341 L

EWIS 2016, p. 302. - «when one […] begins to trace Buffoni’s positioning alongside his literary career, it becomes less and less possibile to imgine texts without him, the text without the Author»

136 sessantottina che in pratica si era protratta fino ad allora» [SA 32] e decise di avere relazioni costruite soltanto sulla fedeltà reciproca.[SA 32].

Oltre che di un suo tumore ai polmoni, per fortuna rientrato, Buffoni narra anche la sua amicizia con Jucci che «aveva ventotto anni, era laureata in tedesco, insegnava e faceva ricerca, in particolare si occupava di etnologia e antropologia» [SA 50-51]. Questa amicizia, alla quale Buffoni dedica anche uno dei suoi libri di poesia più intensi (Jucci, 2014), dura undici anni, dal 1969 al 1980, quando Jucci muore di cancro. Buffoni ci spiega che è stata Jucci ad infondergli «il coraggio di smettere di studiare diritto, economia e matematica» [SA 52] e che gli «fece intravedere la possibilità di vivere una vita a colori smaglianti studiando le lingue e le letterature» [SA52]. Buffoni ammette che ancora oggi, dopo così tanto tempo, «applicarmi ad esse è ancora e solo fonte di gioia, di vacanza, di fuga dal dovere» [SA 52].

5.3.1.2. La traduzione

Essendo un grande traduttore, Buffoni sottolinea spesso l’importanza di conoscere altre lingue e afferma di non conoscere «un grande poeta italiano del Novecento che non sia stato anche traduttore, e che non abbia avuto – parallelamente all’italiano – anche un’altra lingua come costante riferimento» [SA 63-64].

5.3.1.3. Il doppiaggio filmico

Nel Racconto dello sguardo acceso Buffoni si esprime contro il doppiaggio filmico e afferma che «chiunque si occupi di apprendimento linguistico sa bene come esso avvenga tanto più spontaneamente quanto più giovane è l’età del soggetto» [SA 64]. L’idea che vuole esporre Buffoni è che più i bambini sono esposti a diverse lingue da piccoli, maggiore è la probabilità che hanno di impararle. Buffoni si esprime contro il doppiaggio dei cartoni animati perché dai cartoni animati i bambini imparano una lingua facilmente; il fatto che i cartoni animati siano doppiati in italiano rende la conoscenza di lingue straniere ancora più difficile per gli italiani.

5.3.1.4. Pasolini

Nel Racconto di Pasolini, che è il primo capitolo della seconda parte, Buffoni fa una lunga meditazione sulla morte di Pasolini. Spiega che il massacro non può essere stato commesso da un ragazzo di diciassette anni ritrovato con una sola macchiolina di sangue sui

137 pantaloni» [SA 131]. Un testimone infatti disse che «erano in tre o quattro, avevano le catene» [SA 131]. Secondo Buffoni oltre a Pelosi, Pasolini è stato ucciso da Franco e Giuseppe Borsellino «noti nel giro degli spacciatori come ‘Braciola’ e ‘Bracioletta’, entrambi poi morti di AIDS e da altri tre individui scesi da un’altra moto» [SA 131]. Buffoni cita il libro di Gianni D’Elia, L’eresia di Pasolini che afferma che «“secondo il giudice Vincenzo Calia, che ha indagato sul caso Mattei, depositando una sentenza di archiviazione nel 2003, le carte di Petrolio appaiono come fonti credibili di una storia vera del potere economico-politico e dei suoi legami con le varie fasi dello stragismo italiano fascista e di stato”» [SA 132]. Per Buffoni, Pasolini è stato ucciso perché stava per scrivere sul «Corriere della Sera» la verità sul caso Mattei [SA 132] e non perché era «vittima della sua debolezza» [SA 133], ovvero la propensione omosessuale.

5.3.1.5. La letteratura e l’immigrazione

Per quel che riguarda la letteratura, Buffoni profetizza che il grande poeta italiano del Ventunesimo secolo non sarà di origine italiana, ma sarà qualche straniero che avrà studiato l’italiano. Menziona come esempio Samir Galal Mohamed. Nato nel 1989 in provincia di Pesaro-Urbino da madre marchigiana e padre egiziano, le sue poesie sono state «incluse nel dodicesimo quaderno italiano di poesia contemporanea» [SA 40]. Per Buffoni, la sua presenza in quest’opera «indica una linea di tendenza: qualcosa che in Francia e in Inghilterra sta avvenendo già da qualche decennio» [SA 41].

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