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Le componenti del sistema insediativo sono articolate in riferimento a:

SISTEMA INSEDIATIVO

1. Le componenti del sistema insediativo sono articolate in riferimento a:

a) la Città storica;

b) la Città consolidata;

c) la Città da ristrutturare;

d) la Città della trasformazione;

e) i Progetti strutturanti.

f) gli Ambiti di riserva a trasformabilità vincolata.

Capo 2°

Città storica

Art.20. Definizione, obiettivi e componenti

1. Per Città Storica si intende l’insieme integrato costituito dall’area storica centrale interna alle mura, dalle parti urbane dell’espansione otto-novecentesca consolidata interne ed esterne alle mura e dai singoli siti e manufatti localizzati nell’intero territorio comunale che presentano una identità storico-culturale definita da particolari qualità, riconoscibili e riconosciute dal punto di vista dei caratteri morfogenetici e strutturanti dell’impianto urbano e di quelli tipo-morfologici, architettonici e d’uso dei singoli tessuti, edifici e spazi aperti, anche in riferimento al senso e al significato da essi assunto nella memoria delle comunità insediate.

2. All’interno della Città Storica, gli interventi edilizi e urbanistici, nonché le iniziative di promozione sociale ed economica, sono finalizzati alla conservazione e valorizzazione delle qualità esistenti, nel rispetto delle peculiarità di ciascuna delle componenti insediative, e sono volti al perseguimento dei seguenti obiettivi:

a) la conservazione dei tessuti edilizi esistenti e degli specifici e stratificati caratteri storico-morfologici, anche attraverso l’eliminazione delle superfetazioni;

b) la preservazione della destinazione residenziale prevalente, nonché del tessuto commerciale e artigianale che riveste un valore storico-artistico e di identità sociale e culturale;

c) l’integrazione delle attrezzature e dei servizi mancanti per il consolidamento della funzione residenziale e lo svolgimento delle altre funzioni compatibili;

c1)il trasferimento delle sedi direzionali, al fine di ridurre il carico urbanistico nei Tessuti più centrali e favorire la distribuzione policentrica di tali funzioni;

d) il restauro dei complessi e degli edifici speciali con la conferma, la riscoperta e la valorizzazione del loro ruolo storico-morfologico, funzionale e simbolico nella struttura urbana;

e) la tutela e valorizzazione dei beni di archeologia antica e medievale, siano essi parti strutturali, tecnologiche o decorative inglobate in costruzioni di epoca successiva ovvero organismi edilizi autonomi (torri, oratori, fortificazioni, ecc. );

f) la manutenzione e il recupero degli spazi aperti esterni (strade, piazze, parchi e giardini) e interni (corti, orti e giardini), come componenti strutturanti dei diversi impianti insediativi;

g) la riqualificazione degli edifici e delle aree degradate, anche attraverso interventi di demolizione con o senza ricostruzione, e ridisegno degli spazi aperti.

3. La Città Storica si articola nelle seguenti componenti:

a) Tessuti;

b) Edifici e complessi speciali;

c) Spazi aperti;

d) Ambiti di valorizzazione.

Tali componenti sono individuate nell’elaborato 3.”Sistemi e Regole”, rapp. 1:10.000, e, relativamente alla parte centrale della città, nell’elaborato 2.”Sistemi e Regole”, rapp. 1:5.000.

4. Gli obiettivi di cui al precedente comma 2 sono perseguiti generalmente:

a) tramite intervento diretto nei Tessuti, negli Edifici e complessi speciali, negli Spazi aperti, da attuarsi nel rispetto della specifica disciplina di cui agli articoli da 21 a 31, stabilita dai successivi articoli del presente Capo 2° e delle indicazioni contenute secondo quanto previsto nell’elaborato G2.”Guida per la qualità degli interventi”;

b) tramite interventi indiretti negli Ambiti di valorizzazione, secondo la da attuarsi nel rispetto della specifica disciplina definita nel successivo dell’art.39 e secondo quanto previsto in Appendice 1 alle presenti NTA, recante “Schede degli Ambiti di valorizzazione”;

c) tramite una pluralità di interventi diretti e indiretti, tra loro coordinati, negli Ambiti di programmazione strategica, individuati nell’elaborato D7.“Ambiti di programmazione strategica: quadro di unione”, planimetrie in rapp. 1:20.000, da attuarsi ai sensi nel rispetto della specifica disciplina dell’art.59 e secondo quanto previsto negli elaborati indicativi da I4 a I8.

5. Gli strumenti urbanistici esecutivi e i progetti edilizi volti all’acquisizione del titolo abilitativo, Gli interventi indiretti e gli interventi diretti di categoria RE, DR, AMP, NE, devono essere redatti da progettare secondo i contenuti e le modalità stabilite nell’elaborato G2.”Guida per la qualità degli interventi”, e sono obbligatoriamente sottoposti, ai fini dell’approvazione o abilitazione, alla valutazione al parere consultivo del “Comitato per la qualità urbana e edilizia”, appositamente costituito che si esprime entro 45 giorni dalla richiesta del responsabile del procedimento, decorsi i quali si prescinde dal parere medesimo. In caso di intervento diretto assentibile con DIA, ai sensi dell’art.22 del DPR 380/91, il parere del Comitato è richiesto dal soggetto attuatore prima della presentazione della denuncia e, ove acquisito, ne correda gli elaborati. Per le finalità della presente norma e del comma 7, il Comitato è integrato, se già non ne fanno parte, da almeno due esperti di chiara fama in materia di storia e tutela dei beni architettonici; se gli interventi riguardano anche i beni di cui all’art.18, il Comitato, ai fini dell’espressione del parere, è integrato dalla Sovrintendenza comunale. Restano salve ed esclusive le competenze delle Soprintendenze statali e della Regione sui beni tutelati ai sensi del decreto legislativo n. 42/2004.

6. Per la formazione degli strumenti urbanistici esecutivi o dei progetti relativi agli interventi privati di categoria RE2 e NC, ove comportanti aumento di SUL e a parziale contropartita della stessa, come definiti dall’art.9, il Comune ha facoltà di stabilire disporre il ricorso a concorsi di idee o di progettazione, senza il vincolo delle procedure e delle formalità stabilite dal Regolamento dei lavori pubblici; alla nella valutazione delle proposte progettuali concorre il soggetto titolare dell’attuazione degli interventi e si prescinde dal parere di cui al comma 5. Nei concorsi suddetti e in caso di ricorso, prescritto o facoltativo, alla modalità di attuazione indiretta, per motivate ragioni di qualità progettuale, sono consentite deroghe alle prescrizioni particolari stabilite nel comma 3 degli articoli da 22 a 29 e da 34 a 36.

I concorsi per gli interventi diretti sono disposti nell’ambito e ad esito delle valutazioni di cui al comma 7 e al comma 5, secondo periodo; i concorsi per gli interventi indiretti sono disposti a seguito della presentazione delle proposte di intervento da parte dei soggetti attuatori o su istanza preventiva degli stessi; i concorsi sono disposti con atto del responsabile del procedimento o del dirigente competente, su proposta o previo parere del Comitato per la qualità urbana e edilizia. I concorsi possono essere altresì disposti con deliberazione di Giunta comunale estesa a determinate categorie di beni o contenente particolari condizioni.

7. In sede di aggiornamento periodico della Carta per la qualità da effettuare ai sensi dell’art.2, comma 4, lett. a), il Comune deve individuare individua gli edifici su cui è possibile o non è possibile effettuare gli interventi di categoria RE2, DR, AMP, NE, sulla base dei criteri stabiliti dalle specifiche norme relative alle componenti di cui al comma 3, ai fini dell’ammissione di tali interventi. Gli interventi diretti di categoria RE2, DR, AMP, sono ammessi previa valutazione dell’interesse storico-architettonico degli edifici esistenti, da effettuare sulla base delle disposizioni di cui agli articoli 21, comma 5, e 32, comma 5, nonché dei criteri appositamente definiti nella “Guida per la qualità degli interventi”. Tale valutazione, che deve concludersi prima della richiesta del titolo abilitativo, può avvenire:

a) d’ufficio, mediante la pre-individuazione nella Carta per la qualità, anche per ambiti e per fasi successive, degli edifici su cui sono ammessi o preclusi gli interventi suddetti;

b) su istanza dei proprietari interessati, corredata da apposita relazione tecnico-scientifica, rivolta all’Ufficio competente, che acquisisce il parere del Comitato di cui al comma 5, secondo le modalità ivi definite;

c) ove ritenuto necessario, mediante Programma integrato, nelle forme di cui all’art.17, ad esito di sollecitazione, valutazione e approvazione, da parte del Comune, delle proposte private d’intervento.

Dell’avvio del procedimento, è data pubblica comunicazione, ai sensi e per gli effetti degli articoli 7, 8, 9, 10, 11, della legge 241/1990; a decorrere dall’avvio del procedimento di iniziativa pubblica di cui alle lett. a) e c) e per un periodo non superiore a 6 mesi, sono sospese le istanze di cui alla lett. b), relative a edifici ricadenti negli ambiti interessati dai procedimenti di iniziativa pubblica. Nei procedimenti di cui alle lett. b) e c), corredati da proposta progettuale e conclusi con esito favorevole, si prescinde dal parere preventivo di cui al comma 5, secondo periodo. Dai procedimenti del presente comma sono esentati i beni di cui all’art.18.

Art.21. Tessuti della Città storica. Norme generali

1. Si intendono per tessuti della Città Storica gli isolati o parti di isolato ad essa appartenenti costituiti dall’aggregazione di edifici, con relativi spazi aperti di pertinenza e l’esclusione delle sedi viarie, riconducibili a regole sostanzialmente omogenee d’impianto, suddivisione del suolo, disposizione e rapporto con i tracciati, nonché di prevalente caratterizzazione tipologica, formale, costruttiva e funzionale.

Rientrano in tali tessuti gli edifici seriali e gli edifici a tipologia edilizia speciale esprimenti le stesse regole del tessuto di appartenenza.

2. I tessuti individuati nell’elaborato 2.”Sistemi e Regole”, rapp. 1:5.000, si articolano in:

T1-Tessuti di origine medievale;

T2-Tessuti di espansione rinascimentale e moderna preunitaria;

T3-Tessuti di ristrutturazione urbanistica otto-novecentesca;

T4-Tessuti di espansione otto-novecentesca ad isolato;

T5-Tessuti di espansione otto-novecentesca a lottizzazione edilizia puntiforme;

T6-Tessuti di espansione novecentesca a fronti continue;

T7-Tessuti di espansione novecentesca a lottizzazione edilizia puntiforme;

T8-Tessuti di espansione novecentesca con impianto moderno e unitario;

T9-Edifici isolati;

T10-Nuclei storici isolati.

3. Gli interventi ammessi devono tendere, oltre agli obiettivi generali di cui all’art.20, comma 2, alla conservazione dei caratteri peculiari e agli obiettivi specifici dei diversi Tessuti, come descritti nella parte III dell’elaborato G2.”Guida per la qualità degli interventi”: le prescrizioni particolari ivi riportate possono essere modificate o integrate, in sede di revisione e aggiornamento dell’elaborato G2, ai sensi dell’art.2, comma 4 bis.

4. Su tutti gli edifici sono sempre consentiti gli interventi di categoria MO, MS, RC, come definiti dall’art.9: ai sensi dell’art.6, comma 1, del DPR 380/2001, gli interventi di categoria MO, se interessano le parti comuni delle Unità edilizie, sono soggette a DIA. Sui beni individuati nella Carta per la qualità, sono consentiti gli interventi di cui all’art.18, comma 3. Sugli edifici d’interesse storico-architettonico, impropriamente alterati da interventi successivi, sono altresì consentiti interventi di categoria RE1, finalizzata a ripristinare, anche mediante variazione della sagoma, i caratteri tipologici, formali e costruttivi preesistenti.

5. Per le finalità di cui al comma 3 Sugli edifici privi di interesse storico e architettonico, così risultanti ad esito della valutazione preventiva di cui all’art.20, comma 7, le categorie principali d’intervento, di cui all’art.9, da applicare nella Città storica sono così ulteriormente specificate sono ammesse, le seguenti categorie d’intervento, ulteriormente specificate rispetto alla classificazione di cui all’art.9:

a) RE1: Ristrutturazione edilizia, senza aumento di SUL, finalizzata a ripristinare, anche mediante variazione di sagoma e tipologia, i caratteri tipologici, formali e costruttivi originari impropriamente alterati; tale categoria è ammessa nei Tessuti T4, T5, T6, T7, T8, T9; è ammessa altresì nel Tessuto T3, ma con le specifiche finalità e prescrizioni stabilite nelle norme di tessuto;

a) RE2: Ristrutturazione edilizia, anche con aumento di SUL, finalizzata al miglioramento della qualità architettonica, anche in rapporto al contesto, e/o all’adeguamento funzionale di edifici o parti di essi che presentino le seguenti condizioni: degrado fisico-igienico; perdita irreversibile dei caratteri tipologici, formali e costruttivi, assenza di valore architettonico; categoria ammessa ricadenti nei Tessuti T3, T4, T5, T6, T7, T8, T9; è ammessa altresì nel Tessuto T3, ma con le specifiche finalità e prescrizioni stabilite nelle norme di tessuto;

b) DR1: Demolizione e ricostruzione, anche con aumento di SUL, ma senza aumento di Vft, di edifici realizzati successivamente al Piano regolatore del 1883, senza valore architettonico, che hanno impropriamente alterato, attraverso sostituzioni e completamenti, le regole tipomorfologiche e compositive del tessuto storico, categoria ammessa ricadenti nei Tessuti T1, T2, T3, T10;

c) DR2: Demolizione e ricostruzione, anche con aumento di SUL, ma senza aumento di Vft, finalizzata al miglioramento della qualità architettonica, anche in rapporto al contesto, e/o all’adeguamento funzionale di edifici che presentino le seguenti condizioni: degrado fisico-igienico, perdita irreversibile dei caratteri tipologici, formali e costruttivi, assenza di valore architettonico; categoria ammessa ricadenti nei Tessuti T4, T5, T6, T7, T8, T9;

d) DR3: Demolizione, senza ricostruzione, di edifici su cui sono consentiti interventi di categoria DR1 o DR2, finalizzata alla riqualificazione ambientale o alla realizzazione di verde pubblico o servizi pubblici, previa valutazione degli effetti di alterazione dei caratteri di peculiare continuità dei Tessuti;

e) AMP1: Ristrutturazione edilizia o Demolizione e ricostruzione di edifici su cui sono consentite le categorie RE2 o DR2, senza aumento di SUL, ma con aumento

“una tantum” di Vft fino al 10%, finalizzata ad una migliore configurazione

architettonica in rapporto al contesto - con riguardo ai piani specializzati (piani-terra, piani atipici intermedi, coronamenti) - di edifici ricadenti nei tessuti T4, T6, T7, T8, T9; l’aumento di Vft, consentito una sola volta e trascritto nei pubblici Registri immobiliari; non può superare il 10%; è ammesso a tal fine un aumento dell’altezza preesistente, senza superare l’altezza degli edifici circostanti di interesse storico-artistico e dell’edificio contermine più alto, se necessario ad assicurare una più idonea configurazione spaziale dei piani specializzati (piani-terra, piani atipici intermedi, coronamenti e roof-garden); categoria ammessa nei tessuti T3, T4, T6, T7,T8, T9;

f) AMP2: Ristrutturazione edilizia o Demolizione e ricostruzione di edifici su cui sono consentite le categorie RE2 o DR2 Ampliamento, con aumento di SUL e di Vft, finalizzato al risanamento di edifici ricadenti nei Tessuti T7 e T8, secondo le prescrizioni particolari di tessuto; categoria ammessa nei tessuti T7 e T8;

f1)AMP3: Ampliamento di edifici sottodimensionati rispetto alle regole spaziali del contesto, su cui sono consentiti interventi di categoria AMP1 e AMP2, escluso il tessuto T9, con ulteriore aumento di SUL e Vft finalizzato ad una maggiore coerenza con le regole compositive del tessuto e con gli allineamenti prevalenti nel contesto di riferimento, senza comunque eccedere l’altezza maggiore degli edifici contermini, e fatta salva l’applicazione, in sede di strumento urbanistico esecutivo, di criteri più restrittivi per ragioni di sostenibilità urbanistica e di qualità progettuale.”

5bis. Nelle aree libere, non gravate da vincolo di pertinenza a favore di edifici circostanti, sono ammesse le seguenti categorie o tipologie d’intervento:

a) NE1: Nuova edificazione su singoli lotti liberi o parzialmente edificati, interposti tra lotti edificati dello stesso isolato, e risultanti da demolizioni totali o parziali di preesistenti edifici, storicamente documentati, fino alla SUL e al Vft preesistenti, o secondo i criteri stabiliti per la categoria AMP3; categoria ammessa nei tessuti T1, T2, T4, T5, T10;

b) NE2: Nuova edificazione, finalizzata ad una maggiore integrazione architettonica e volumetrica degli impianti urbani nel tessuto T8.

Nei casi diversi dalle precedenti lett. a) e b), sono consentiti esclusivamente interventi di sistemazione ambientale ai sensi dell’art.38, ovvero realizzazione di parcheggi interrati con sistemazione superficiale a giardino, ai sensi dell’art.41, comma 8, comunque senza realizzazione di nuova SUL.

6. Gli interventi di categoria NE, come definiti ai sensi del comma 5, sono subordinati alla demolizione in altro sito o in altro tessuto, di una SUL pari a un terzo della SUL di NE, ovvero, oltre agli oneri ordinari per il rilascio del titolo abilitativo, al finanziamento o diretta realizzazione di opere pubbliche, per un importo corrispondente al 25% del valore immobiliare dell’operazione. Analogo dispositivo si applica alla SUL aggiuntiva prevista negli Ambiti di valorizzazione di cui all’art.39. I suddetti interventi di demolizione devono rispondere ai requisiti stabiliti nel comma 8, lett. c).

Agli interventi di categoria DR3, si applicano gli incentivi urbanistici di cui all’art.14bis, commi 5 e 6. Agli interventi di categoria AMP3 e NE, limitatamente alla SUL aggiuntiva, si applicano le misure compensative di cui all’art.14bis, commi 7 e 8, o, in alternativa, l’obbligo di demolire, anche in altro sito, una SUL pari ad almeno 2/3 di quella aggiuntiva; nel secondo caso, vanno osservate le seguenti condizioni:

a) la SUL demolita deve riguardare superfetazioni edilizie come definite al punto 6, lett. h), dell’elaborato G2 “Guida per la qualità degli interventi”, ovvero interi corpi di fabbrica su cui sono consentiti, ai sensi del comma 5, interventi di categoria DR;

b) le demolizioni devono essere effettuate prioritariamente nello stesso isolato e nello stesso Municipio in cui si realizzano gli interventi principali, e, nel caso di interi corpi di fabbrica, anche nei Tessuti T1, T2, T3 e T4; è vietato il trasferimento di SUL dai Tessuti T4 e T5 ai Tessuti T1, T2 e T3;

c) l’area di risulta dei corpi di fabbrica demoliti deve essere sistemata ad uso pubblico, secondo le indicazioni contenute nel capitolo “Spazi aperti” dell’elaborato G2

“Guida per la qualità degli interventi, e secondo quanto previsto dall’art.21, comma 5bis, ultimo capoverso.

15 6bis. Al fine di realizzare il parco lineare delle Mura nel relativo ambito di programmazione strategica, il Programma integrato o il Progetto urbano di cui all’art.59, comma 4, lett.b), possono prevedere, all’interno della fascia di rispetto di m.

50 stabilita dal DM Beni culturali del 3 giugno 1986:

a) l’integrale demolizione e il trasferimento Gli di edifici con qualsiasi destinazione di PRG, ricadenti all’interno della “zona di rispetto” di m. 20 definita sul lato interno delle Mura, all’art.1, comma 1, del DM Pubblica Istruzione del 21.5.1976, se realizzati dopo il Piano Regolatore del 1883 e se privi di valore storico e architettonico, possono essere interamente demoliti e trasferiti, anche attraverso l’applicazione dell’art.46: in tal caso, l’area di risulta è acquisita gratuitamente al demanio comunale: si applicano, in tal caso, gli incentivi urbanistici di cui all’art.14, commi 5 e 6;

b) l’acquisizione pubblica delle aree di risulta degli edifici demoliti e delle aree destinate a “Servizi pubblici”, mediante la cessione compensativa disciplinata dall’art.77 e con trasferimento dell’edificabilità privata negli ambiti di compensazione di cui all’art.14, comma 2.

7. Gli interventi ammessi nei Tessuti di categoria RE, DR, AMP, NE, come specificati nei commi 4, 5 e 5bis, sono ammessi alle particolari condizioni stabilite nelle norme dei singoli tessuti e si attuano con le seguenti modalità:

a) gli interventi di categoria MO, MS, RC, RE sono consentiti con modalità diretta;

b) gli interventi di categoria DR, AMP e NE, salvo quelli indicati alla lett. c), sono consentiti con modalità diretta di evidenza pubblica: in tal caso, la richiesta del titolo abilitativo e il relativo progetto saranno resi noti ed esposti al pubblico, nelle sedi e con le forme stabilite dall’amministrazione comunale, ai sensi e per gli effetti degli articoli 7, 8, 9, 10 e 11, della legge 241/1990;

c) sono subordinati all’approvazione di un Piano di recupero, ai sensi dell’art.28 legge 457/1978, o di altro strumento urbanistico esecutivo di modalità attuativa indiretta:

gli interventi di categoria DR, AMP e NE nei tessuti T1, T2, T3, T4, T5 e nei tessuti T6 del Municipio XVII, DR3, AMP3, NE1, NE2; nonché gli interventi di categoria RE, DR, AMP, NE, estesi a più edifici o lotti contigui; e localizzati in qualsiasi tessuto gli interventi che comportano l’insediamento di nuove destinazioni d’uso a CU/a o di parcheggi non pertinenziali nel 1° Municipio.

8. Oltre agli interventi di cui al comma 4, sono in generale consentiti interventi di categoria AMP, con aumento di SUL, e di categoria NE, che non superino l’indice di copertura (IC) medio dell’isolato di appartenenza, nonché l’altezza media fronte-strada degli edifici contermini e l’altezza degli edifici circostanti di carattere storico-artistico.

Tali interventi sono subordinati alle seguenti condizioni:

a) possono essere realizzati nei Tessuti in cui tali categorie, ai sensi del comma 5, sono consentite;

b) l’incremento di SUL dovrà essere compensato, in misura pari ad almeno due terzi, dalla demolizione di SUL in altro sito; da tale condizione è esentata la SUL degli interventi di NE già realizzabile secondo le specifiche norme di tessuto;

c) gli interventi di demolizione devono essere localizzati prioritariamente nello stesso Municipio in cui si realizzano gli interventi di categoria AMP o NE e devono riguardare superfetazioni di edifici esistenti, così come definite al punto 6, lett. h) dell’elaborato G2.”Guida per la qualità degli interventi”, ovvero interi corpi di fabbrica localizzati all’interno dello stesso isolato o di altri isolati appartenenti ai tessuti T1, T2, T3 e T4, per i quali le norme di tessuto consentano l’intervento di categoria DR; è escluso il trasferimento di SUL dal Tessuto T4 ai Tessuti T1, T2, T3;

d) l’area di risulta dei corpi di fabbrica demoliti dovrà essere attrezzata e utilizzata per spazio pubblico pedonale, a cura e spese dei soggetti titolari dell’intervento, secondo le indicazioni contenute nel capitolo “Spazi aperti” dell’elaborato G2: nei piani-terra degli edifici prospicienti tali spazi sono consentite le destinazioni d’uso Pubblici esercizi, Commerciale e Artigianato di servizio, nei limiti previsti dalle norme di tessuto;

e) l’insieme degli interventi di cui al presente comma è subordinato all’approvazione di un Piano di recupero, o altro strumento urbanistico esecutivo, che preveda la contestuale realizzazione degli stessi e sia corredato da atto d’obbligo dei proprietari tra loro e nei confronti dell’amministrazione comunale.

e) l’insieme degli interventi di cui al presente comma è subordinato all’approvazione di un Piano di recupero, o altro strumento urbanistico esecutivo, che preveda la contestuale realizzazione degli stessi e sia corredato da atto d’obbligo dei proprietari tra loro e nei confronti dell’amministrazione comunale.

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