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LA RESIDENZA UNIVERSITARIA

LE COMPONENTI TECNICHE

L’edificio pensato per ospitare le Residenze Universitarie è stato organizzato sulla base dei vincoli progettuali consolidati in precedenza, partendo dalla struttura avente un grande vuoto al centro e un piano rientrante rispetto al filo facciata, fino ad arrivare alle differenti tipologie di chiusure verticali.

Ogni espediente da noi utilizzato è stato immaginato come una risposta a delle necessità richieste dal progetto, immaginando di dover concretamente risolvere dei problemi che man mano si presentavano durante la fase progettuale. A tal fine abbiamo organizzato l’edificio strutturalmente e tecnicamente in modo da poter rispondere nel modo più semplice e coerente alle varie esigenze.

A livello strutturale, i quattro edifici sono stati pensati come delle grandi gabbie in acciaio al fine di poter rispondere sia alle problematiche inerenti al vuoto causato dalla corte interna che al rientro della facciata al piano terra. Grazie a questi vincoli, la struttura è stata sviluppata come un sistema di travi reticolari che, agganciandosi ai pilastri centrali, ricreano un sistema ad albero in grado di sostenere i carichi verticali.

Le travi reticolari sono state inserite nella struttura proprio perché riescono a rispondere correttamente alle problematiche causate dalle grandi luci. Questa struttura ad albero è stata inserita anche per la necessità di ovviare al problema del vuoto centrale della corte, che va però al contempo a definire quello che è lo scheletro portante del corpo di fabbrica. Da quest’ultimo si dirama una orditura reticolare atta alla costituzione di un telaio spaziale. L’edificio che funge da snodo centrale nei quattro corpi di fabbrica è stato pensato allo stesso modo, avvalendosi di due collegamenti orizzontali contrapposti che ricordano la struttura di un ponte. Queste passerelle sono agganciate alle strutture degli studentati e sono sospese da un telaio reticolare che ci ha permesso di svincolarle dall’utilizzo di pilastri di sostegno.

104 a pensare una tipologia di tamponamento e di chiusure perimetrali a secco, minimizzando così l’utilizzo del calcestruzzo e rendendo la cantierizzazione del progetto il meno impattante possibile.

Osservando lo studentato dal punto di vista tecnico-costruttivo è possibile suddividere le chiusure perimetrali in due categorie. La prima riguarda le chiusure esterne, opache e massive, realizzate tramite l’utilizzo di montanti e traversi metallici, connessi tra loro tramite unioni bullonate.

La seconda tipologia invece riguarda le chiusure attestate alla corte interna; queste sono completamente vetrate in modo da poter massimizzare l’utilizzo passivo dell’illuminazione naturale.

Il sistema di facciata prevede quindi un sistema a telaio metallico, che agganciandosi alla struttura, crea una divisione tra interno ed esterno. Abbiamo ipotizzato dunque un pacchetto tecnologico abbastanza massivo da poter limitare al massimo la dispersione di calore verso l’esterno, immaginando un sistema a “Cappotto”.

Il layout distributivo delle aree interne alla residenza vincola massivamente il posizionamento dei locali riscaldati nell’area perimetrale dell’edificio creando, grazie al corridoio, uno spazio di separazione caldo tra i locali e l’esterno. E’ per questo che durante la progettazione abbiamo deciso di massimizzare la componente opaca più esterna perché sarà proprio lei ad avere il compito di limitare passivamente la dispersione di calore e quindi il dispendio energetico dell’edificio.

In contrapposizione a questa volontà progettuale, la facciata interna dovrà passivamente fungere da lucernario per quanto riguarda l’illuminazione naturale, e da pelle esterna per il controllo del calore. Abbiamo allora pensato per rispondere a questa necessità di predisporre un sistema di telai in acciaio a cui viene agganciata una facciata continua vetrata.

La scelta della facciata continua permette dunque l’annullamento di alcuni ponti termici ricorrenti che si manifestano lungo i nodi tra infisso e solaio e la massimizzazione di luce naturale in ingresso negli ambienti più interni della struttura.

105 Al fine di minimizzare la quantità di energia investita per il riscaldamento degli ambienti interni alla struttura, il sistema di isolamento passivo per il controllo del calore verrà incentrato sulle chiusure esterne e sulle tramezzature che si attestano al corridoio. Seguendo questa logica sarà possibile quindi diminuire attivamente il dispendio energetico poiché il corridoio fungerà da spazio di controllo termico e passivamente anche da barriera per il calore.

Sarà proprio la corte interna ad avere un ruolo importante per la termoregolazione passiva della struttura poiché nelle stagioni estive fungerà da canale di ventilazione e aerazione; nei periodi invernali avrà il compito di assimilare l’irraggiamento naturale del sole e convogliarlo all’interno dei locali di filtro aumentando passivamente le prestazioni termo-tecniche dell’intera struttura.

Per rispondere al problema relativo al posizionamento del vano tecnico destinato agli impianti, abbiamo predisposto un cavedio lungo l’anello distributivo, affidando ad esso un duplice ruolo. Essendo il filo conduttore dell’intero impianto distributivo dell’edificio ed avendo un duplice collegamento tra interno ed esterno, il corridoio avrà la funzione di contenere gli impianti di aerazione. A livello progettuale è stato quindi predisposto uno spazio controsoffittato, che funge da vano tecnico-impiantistico.

Ad ogni camera è stato adibito un balcone ricavato dall’apposizione di strutture indipendenti metalliche. Queste strutture si agganciano direttamente all’edificio e ricreano un’addizione volumetrica in facciata. Essendo delle contro-strutture sono state snellite il più possibile in modo da slanciare la forma dell’edificio e non gravare sulla facciata; grazie a questi vincoli abbiamo predisposto delle intelaiature metalliche, contraddistinte da particolari sistemi di schermatura in legno.

Per regolare l’entrata di luce all’interno delle camere per studenti, le schermature sono state pensate come telai mobili, che scorrendo su binari possono mitigare o massimizzare l’ingresso di luce solare diretta. A livello compositivo, queste strutture vanno a modificare su più punti il disegno di facciata andandone a slanciare la morfologia netta e definita; al contempo

106 questi telai agganciandosi anche al tetto ricreano una pensilina utilizzabile dagli studenti sul piano terminale dell’edificio, adibito ad area comune.

La scelta dei materiali di facciata è strettamente correlata alla morfologia dell'intero edificio; a livello compositivo si è deciso di dividere la totalità dell'involucro in due aree differenti, una al piano terreno unita al blocco di distribuzione verticale, attribuibile ai servizi, ed una relativa alle camere dei residenti. Grazie a questo espediente la differenza di funzione è stata enfatizzata al fine di denunciarne la diversa natura.

L'Area a servizi presenta un rivestimento in lastre di Calcestruzzo verticali mentre l'area residenziale un rivestimento in lamiera ad orditura verticale, utile a slanciare e snellire la forma dell'edificio.

L'utilizzo di questi materiali non è casuale ma riconducibile alla natura del luogo, fortemente caratterizzato dalla presenza di travature metalliche, strutture reticolari, lamiere ed elementi in Calcestruzzo; è possibile osservare come anche la struttura del Politecnico, presente nel sito, si accosti matericamente al contesto, cercando di re-interpretarne le fattezze.

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CAPITOLO 6