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Le esportazioni della manifattura

3.2. Focus: l’e-commerce

2.5.2. Le esportazioni della manifattura

I dati Istat relativi al commercio estero regionale, prendono in considerazione le esportazioni effettuate da tutte le imprese che effettuano le operazioni doganali in regione, a differenza dell’indagine congiunturale delle Camere di commercio regionali, che non prende in considerazione i dati delle imprese con più di 500 addetti, che hanno il maggiore orientamento verso i mercati esteri, e considera le esportazioni delle sole imprese regionali, ovunque queste effettuino le operazioni doganali.

Grazie al pronto e notevole recupero avviato con l’inizio del 2021, tra gennaio e settembre le esportazioni manifatturiere dell’Emilia-Romagna hanno sfiorato i 51.500 milioni di euro, corrispondenti al 14,3 per cento dell’export nazionale, con un incremento del 18,3 per cento rispetto al 2020 che ha permesso si recuperare pienamente i livelli dello stesso periodo del 2019 superandoli del 6,8 per cento e con ciò di riportarsi sul trend di crescita precedente. Nello stesso periodo, le vendite di manufatti italiani sui mercati esteri hanno mostrato una dinamica leggermente superiore rispetto allo scorso anno (+19,5 per cento), ma rispetto al periodo precedente la pandemia hanno recuperato meno ampiamente i livelli raggiunti tra gennaio e settembre del 2019, superandoli del 5,2 per cento.

Per ulteriori dettagli dell’analisi dei dati delle esportazioni per prodotti e per destinazioni, qui riepilogati in tavole, si rimanda al capitolo relativo al commercio estero.

Tav. 2.5.12. Esportazioni dell’industria manifatturiera regionale per principali settori, gennaio- settembre 2021

Alimentari e bevande 5.054,8 14,9 9,8 116,2 1,51 16,5

Tessile abbigliamento cuoio calzature 4.929,9 3,9 9,6 88,0 0,43 12,4

Industrie legno e mobile 771,6 28,0 1,5 120,1 0,39 8,2

Chimica, petrol., farma., gomma e materie plastiche 5.781,0 14,9 11,2 119,1 1,72 8,0 Prodotti della lavorazione di minerali non metalliferi 3.821,5 21,5 7,4 112,7 1,55 44,4 Prodotti della metallurgia e in metallo, non mac. att. 4.130,8 31,4 8,0 107,0 2,27 9,0 Appar. elettrici elettronici ottici medicali di misura 4.078,3 23,7 7,9 110,1 1,79 12,8

Macchinari e apparecchiature nca 13.948,8 18,5 27,1 102,1 5,01 22,8

Mezzi di trasporto 6.475,9 25,3 12,6 108,4 3,00 16,5

Altra manifattura 2.507,2 11,4 4,9 115,4 0,59 12,5

Totale esportazioni 51.499,9 18,3 100,0 106,8 18,25 14,3

(1) Valori correnti. (2) Tasso di variazione tendenziale rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente. (3) Quota delle esportazioni per tipologia di prodotto. (4) Indice del valore delle esportazioni, base stesso periodo 2019=100. (5) Contributo alla variazione nel periodo (punti percentuali). (6) Quota delle esportazioni nazionali della stessa tipologia di prodotto.

Fonte: Elaborazione Unioncamere Emilia-Romagna su dati Istat, Esportazioni delle regioni italiane.

Tav. 2.5.13. Esportazioni manifatturiere per aree e paesi principali di destinazione: tasso di variazione(1) e quota (2). Emilia-Romagna. Valori cumulati. Gennaio-settembre 2021

Area / paese Quota (1) Tasso di variazione (2)

(1) Quota percentuale sul totale delle esportazioni. (2) Tasso di variazione sullo stesso periodo dell’anno precedente.

Fonte: Elaborazione Unioncamere Emilia-Romagna su dati Istat, Esportazioni delle regioni italiane.

Europa

2.5.3. La base imprenditoriale

Sulla base dei dati del Registro delle imprese, le imprese attive dell’industria in senso stretto regionale con sede in Emilia-Romagna, che costituiscono l’effettiva base imprenditoriale regionale del settore, a fine settembre 2021 risultavano 43.717 (pari al 10,9 per cento delle imprese attive della regione), con una sensibile decelerazione della tendenza negativa che si è fermata a -0,5 per cento (-224 imprese), pari al minimo degli ultimi tre anni, tanto che la contrazione non risulta dissimile da quella rilevata nello stesso trimestre del 2017 che costituisce il minimo dell’ultimo decennio.

I settori di attività

Nella sola manifattura la perdita negli ultimi dodici mesi è stata di 223 imprese (-0,5 per cento), quindi contenuta rispetto al recente passato, anche se poco meno di due terzi dei sottosettori ha registrato una Tav. 2.5.13. Esportazioni manifatturiere emiliano-romagnole nel trimestre(1) e nei 12 mesi(2), tasso di variazione tendenziale

trimestrale(3) e a 12 mesi(4)

1) Esportazioni del trimestre a valori correnti, miliardi di euro (asse superiore sx). (2) Esportazioni degli ultimi quattro trimestri a valori correnti, miliardi di euro (asse superiore dx). (3) Tasso di variazione sullo stesso trimestre dell'anno precedente (asse inferiore sx).

(4) Tasso di variazione degli ultimi dodici mesi sui precedenti (asse inferiore sx).

Fonte: Elaborazione Unioncamere Emilia-Romagna su dati Istat, Esportazioni delle regioni italiane.

Tav. 2.5.14. Consistenza delle imprese attive della manifattura e tasso di variazione tendenziale(1).

(1) Tasso di variazione sullo stesso periodo dell’anno precedente

Fonte: Elaborazione Unioncamere Emilia-Romagna su dati Infocamere – Movimprese.

48,0

19,0 Valore trimestrale miliardi di euro(1) Valore a 12 mesi miliardi di euro(2)

5,2

Tasso di variazione % trimestrale(3) Tasso di variazione % ultimi 12 mesi(4)

-0,6

3t11 3t12 3t13 3t14 3t15 3t16 3t17 3t18 3t19 3t20 3t21

-2,5

diminuzione delle imprese. In quest’ambito, tra i segni positivi è sostanziale solo l’incremento nella riparazione e manutenzione di macchine (+86 unità, +2,3 per cento), anche se è stato più rapido l’aumento nella produzione di altri mezzi di trasporto. Entrambi vanno a sostenere l’aumento dello 0,4 per cento delle imprese dell’ampio aggregato della meccanica, elettricità ed elettronica e mezzi di trasporto.

Nella manifattura, il contributo negativo maggiore è giunto dall’industria della moda (-122 imprese, -1,9 per cento), in particolare, dal comparto delle confezioni (-60 unità, -1,4 per cento), anche se la riduzione della base imprenditoriale è stata più rapida nel tessile (-3,1 per cento) e nella pelletteria (-3,4 per cento).

Quindi un’altra perdita è venuta dalla fabbricazione di prodotti in metallo (esclusi macchinari e apparecchiature), che ha perso 61 imprese (-0,6 per cento), mentre è continuata la riduzione della base imprenditoriale dell’industria ceramica (-1,0 per cento).

Uno sguardo più lontano nel tempo

Consideriamo l’ultimo decennio. Nel settembre 2011 la base industriale regionale consisteva di 50.183 imprese, da allora alla fine dello scorso settembre si è ridotta dell’11,7 per cento, ovvero ha perso 6.466 imprese. Lungi dal ritenere che la numerosità della base imprenditoriale costituisca il parametro unico della forza di un settore, la riduzione a cui si è assistito testimonia certamente di un processo di riorganizzazione dell’industria regionale che ha interessato in misura diversa i suoi principali settori.

Mantenendo la limitata suddivisione adottata nell’analisi della congiuntura industriale regionale, possiamo osservare come siano state soprattutto le perdite di 1.679 imprese nelle industrie della moda (-21,4 per cento) e di 1.520 imprese nell’industria metallurgica e della lavorazione dei metalli (-12,7 per cento), a dare il maggiore contributo alla riduzione della base imprenditoriale industriale. A distanza, vengono i sostegni alla tendenza negativa della riduzione di oltre 1.000 imprese nell’insieme dell’altra manifattura (-15,2 per cento) e di 984 nella piccola industria del legno e del mobile (-23,4 per cento). È però l’industria della ceramica, vetro e dei materiali edili quella maggiormente interessata da un processo di riorganizzazione che ha condotto alla riduzione di oltre un quarto della numerosità delle sue imprese (-483 unità, -25,8 per cento). La base imprenditoriale del macro-aggregato delle industrie meccaniche, elettriche, elettroniche e dei mezzi di trasporto mostra invece una notevole tenuta relativa complessiva, ha perso il 7,9 per cento delle imprese (-898 imprese) e nel decennio la sua quota sul complesso dell’industria regionale è salita di oltre un punto percentuale. L’alimentare è un altro settore che aumenta la sua quota della base imprenditoriale regionale di oltre un punto, contenendo la riduzione delle imprese nel decennio a solo il 3,4 per cento. L’unico raggruppamento a marcare un incremento della numerosità delle imprese è quello dell’industria non manifatturiera, che registra un aumento del 23,6 per cento, da attribuire all’eccezionale crescita delle attive nella fornitura di energia elettrica, gas, vapore e aria condizionata, e vede il peso della base imprenditoriale del settore su quella dell’insieme dell’industria salire di un punto percentuale.

Tav. 2.5.15. Imprese attive nell’industria dell’Emilia-Romagna, tassi di variazione tendenziali e a 10 anni, 3° trimestre 2021

Settori 12 mesi 10 anni

Stock Variazioni(1) Stock Variazioni(2)

(1) Tasso di variazione sullo stesso periodo dell’anno precedente. (2) Tasso di variazione a 10 anni Fonte: Elaborazione Unioncamere Emilia-Romagna su dati Infocamere – Movimprese.

Industria Ceram. vetro mat. edili Metalli e min. metalliferi Mec. Elet. M. di Trasp.

La forma giuridica

Riguardo alla forma giuridica delle imprese, rispetto al settembre del 2020, si rileva un aumento, ancora più rapido in quest’occasione, delle società di capitale (+1,5 per cento, +262 unità), giunte a rappresentare il 40,4 per cento delle imprese attive dell’industria, grazie all’attrattività della normativa delle società a responsabilità limitata semplificata. Questa normativa ha un effetto negativo sulle società di persone, che si sono ridotte sensibilmente (-423 unità, -4,8 per cento) tanto che ora costituiscono solo il 19,0 per cento del totale. Le ditte individuali hanno contenuto la flessione a sole 33 unità (-0,2 per cento) e sono rimaste pari al 39,1 per cento del totale. Infine, si è ridotto sensibilmente (-4,3 per cento) il piccolo gruppo delle imprese costituite secondo altre forme societarie (consorzi e cooperative) che rappresentano l’1,5 per cento del totale.