10. Comunicazione è coesione
10.2 Le leve abilitanti
Il raggiungimento delle priorità descritte passa di fatto per la necessità che, anche la comunicazione legata alle politiche di coesione della Regione Calabria, si rifaccia ad un quadro di leve abilitanti funzionali all’efficacia comunicativa tanto a livello nazionale quanto regionale. Le dieci leve prevedono che la strategia di comunicazione sia abilitante in termini di:
– L1. Utilità. Al pari della comunicazione pubblica in generale, la comunicazione delle politiche di coesione deve essere una comunicazione di servizio nei confronti dei beneficiari e dei destinatari dei fondi. I beneficiari potenziali degli interventi devono essere tempestivamente informati sulle opportunità messe loro a disposizione dalla programmazione europea, nazionale e regionali e le informazioni devono essere il più possibile esaustive e aggiornate in modo da semplificare il percorso di coloro che decideranno di accedere alle opportunità proposte. Ma anche il grande pubblico dovrà essere riferimento costante per la promozione dei valori europei e della pubblica utilità della politica di coesione;
– L2. Integrazione. Favorire una più stretta integrazione tra i diversi fondi della coesione, e più ampie sinergie tra questi e i fondi a gestione diretta. Le attività di comunicazione previste si integrano con le attività dei singoli Fondi SIE e si muovono all’interno di una più ampia strategia nazionale con declinazioni regionali volte a raggiungere
88 Estratto del contributo del gruppo di Regioni di cui fa parte anche la Calabria per il documento in progress della Strategia di Comunicazione Unitaria nel periodo di programmazione 2021-2027 a cura della Rete INFORM Network Italia e dell’Agenzia per la Coesione.
Una cornice metodologica unitaria nazionale che consentirà tanto di contribuire alla costruzione di un percorso unitario quanto di alimentare la sussidiarietà e le peculiarità territoriali e programmatiche. Questo quadro si fonda su due pilastri fondamentali: una nuova visione (fiducia) e un nuovo metodo (la rete).2 Pilastri, 5 Priorità, 10 leve abilitanti (qui sinteticamente descritte), 4 layer, 4 macro-ambiti di azione che verranno dettagliati nel documento di pianificazione (strategia) di comunicazione delle politiche di coesione 2021-2027 della Regione Calabria.
obiettivi di comunicazione condivisi, che possano garantire (anche a livello di linguaggi e di strumenti utilizzati) la diffusione di un’immagine coerente dell’azione dell’Europa all’interno dei programmi. L’integrazione sarà imprescindibile anche negli strumenti attraverso un percorso di comunicazione volto alla valorizzazione delle sinergie tra canali web 2.0 e media tradizionali.
– L3. Innovazione. Un percorso di comunicazione inderogabilmente volto alla valorizzazione delle sinergie tra la comunicazione digitale, intendendo anche l’uso delle piattaforme social, e quella tradizionale. Il sito internet, le testate regionali e i diversi canali social sono utilizzati in parallelo valorizzandone le caratteristiche specifiche e la reciproca interazione tra di loro. Senza tralasciare il grande valore delle innovazioni di processo amministrativo che si sono palesate in diversi contesti amministrativi.
– L4. Differenziazione. Data la specificità dei messaggi, la strategia individua target di riferimento specifici con cui
– L5. Partecipazione. Il coinvolgimento diretto dei destinatari e dei beneficiari delle azioni dei programmi è uno dei principali obiettivi della strategia: la loro partecipazione attiva, diretta e indiretta, alla diffusione delle informazioni e agli effetti dei progetti sui territori è la forma più immediata di comunicazione e anche la più credibile. Bisogna prevedere un coinvolgimento strutturato del partenariato ma anche forme di condivisione e discussione con gruppi informali di utenti e con scuole e università, punti di ascolto importanti per valutare le criticità con soggetti funzionali e strumenti operativi utili alla diffusione delle informazioni ad un pubblico allargato ma anche, all’occorrenza, mirato.
– L6. Inclusività. I cittadini diventano i custodi della democrazia. La strategia mira all’utilizzo di un linguaggio chiaro e semplificato, tale da raggiungere in modo semplice e trasparente i vari target, e all’uso di una gamma di strumenti di comunicazione che possano essere resi disponibili anche in formati accessibili a persone con disabilità. Non più una comunicazione ai cittadini ma con i cittadini e che preveda forme collaborative con università e scuole per avviare processi di consapevolezza, monitoraggio civico e controllo sociale, soprattutto a partire dai giovani.
– L7. Trasparenza. La trasparenza è alla base dei processi di comunicazione. Una comunicazione efficace è quella che permette l’accesso, l’interoperabilità e la comprensibilità delle informazioni le quali diventano così
– L8. Condivisione. La rete europea e nazionale dei comunicatori dei fondi/programmi diventano strumenti ideali di condivisione e conoscenza dell’attuazione dei rispettivi programmi. Una naturale attività di raffronto sistematico che permette a tutte le amministrazioni coinvolte un naturale e costante confronto al fine di apprendere per migliorare e anche di raggiungere l’obiettivo comune della moltiplicazione delle informazioni.
Importante attivare forme di aggiornamento continuo e comune delle competenze e sinergie partenariali tra le
varie realtà della Rete.
– L9. Sostenibilità. In linea con gli obiettivi dell’Agenda 2030 per lo Sviluppo Sostenibile, anche la comunicazione necessita di caratterizzarsi per la sua capacità di contribuire ai temi della sostenibilità, sia in termini di ecologia dei messaggi, sia di distribuzione equa delle informazioni, ma soprattutto di caratterizzazione sostenibile dei suoi prodotti di comunicazione, anche mediante l’adesione ai criteri ambientali minimi per le stesse procedure di acquisto di servizi e forniture.
– L10. Misurazione. Le azioni di comunicazione messe in campo devono necessariamente essere sottoposte a un’attività di misurazione continua che, in coerenza con il principio di dinamicità cui l’attuazione dei Programmi/Fondi deve rispondere, consenta un corretto indirizzamento delle attività da realizzare e programmare annualmente, sia degli stessi orientamenti strategici. Tale azione di misurazione passa per una doppia funzione di monitoraggio continuo (strumenti quantitativi) e di indagini sistematiche e ricorrenti (survey, analisi qualitative, indagini valutative). Inoltre, è essenziale che tale azione di misurazione rientri in un quadro di performance omogeneo, fondato su set di indicatori comuni e su principi di comparabilità temporale, territoriale e programmatica.