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learning e mondo classico

Ipotesi scientifiche e diagnosi mediche: una riflessione sull’epistemologia della medicina

E- learning e mondo classico

Delio de Martino

Università di Foggia Dipartimento di Studi Umanistici via Arpi, 176 - 71121 Foggia delio.demartino@unifg.it Abstract

E-learning and the classic world

E-learning is considered a modern educational modality opposite to the traditional one and its way of teaching. But the most modern technology of distance learning has its roots in the ancient world.

Plato and Quintilian, among others, described the preoccupation and principles of new way of transmission of knowledge through new modalities and technologies. In addition telematic universities used myth to connect themselves to classic tradition in their logos and naming as in the case of Pegaso, the most famous Italian telematic university. Finally the ancient cultures are starting to be promoted and taught by Moocs (Massive open online courses) and e-learning.

Keywords: e-learning; DL; antiquity; myth; Mooc.

Resumen

E-learning y mundo clásico

El e-learning es considerado una tecnología opuesta a la tradición y a su manera de enseñar. En realidad la más moderna tecnología de educación a distancia radica en el mundo antiguo: Platón y Quinti-liano, entre otros, describen las preocupaciones y los principios de la trasmisión de conocimiento a través de nuevas modalidades y tecnologías. Además las universidades telemáticas han aprovechado el mito para conectarse a la tradición en sus logos y en su naming, como en el caso de Pegaso, la más importante universidad telemáti-ca italiana. En fin las culturas antiguas van a ser promovidas y en-señadas a través de los Mooc (Massive open online courses) y el e-learning.

Palabras clave: e-learning; EaD; antigüedad; mito; Mooc.

Delio de Martino

1. La Fad e il rifiuto della tradizione

La Fad (Formazione a distanza) di terza generazione, quella che sfrutta le tecnologie della rete e dell’e-learning, è considerata l’ultima frontiera delle metodo-logie didattiche, figlia della rivoluzione digitale e proiettata verso il futuro della pedagogia in chiave digi-tale. La grande modernità e innovazione dell’e-learning sembrerebbe lontanissima dalla cultura classica ma nu-merosi e di diversa natura sono i punti di contatto.

Questi legami, sebbene a volte accennati nella lette-ratura pedagogica, sono messi in ombra da un eccesso di entusiasmo per il rinnovamento e di rifiuto della tra-dizione o, al contrario, da un approccio ipercritico che vede nell’e-learning un processo di degrado della pre-stigiosa classica didattica erogativa in presenza e un processo di Mcdonaldizzazione della formazione1. Infat-ti la visione pregiudiziale dell’e-learning come metodo-logia didattica che rende difficile lo sviluppo del giudi-zio critico sembrerebbe porre la Fad di terza generagiudi-zio- generazio-ne all’opposto della tradiziogenerazio-ne del pensiero filosofico dell’epoca classica e della sua enorme eredità culturale.

In realtà l’epoca attuale, caratterizzata da incertezza e confusione per i sempre più rapidi cambiamenti tecno-logici e metodotecno-logici, non può non richiamare la Grecia classica secolo e il suo secolo d’oro, il V a.C.

Sono infatti numerosi i pedagogisti che vedono nel-la problematicità dell’introduzione dell’e-learning, e in particolare della mai sopita querelle tra apocalittici e integrati dell’innovazione digitale, un parallelo con quanto già accaduto in epoca classica quando iniziò a diffondersi in Grecia la più grande innovazione

tecnolo-1 N. Carroll, E-learning-the McDonaldization of Education, in «Eu-ropean Journal of Higher Education», 3 (4), 2013, pp. 342-356; cfr. G. Ri-tzer, La McDonaldizzazione della produzione, Roma, Lit edizioni, 2017.

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105 gica della didattica e più in generale del pensiero uma-no: la scrittura.

2. Platone e la Fad di terza generazione

È Platone, uno dei primi grandi pedagogisti della storia2, il filosofo più spesso chiamato in causa a proposito di e-learning3. Vissuto V e IV secolo a.C., si ritrovava in una società per molti versi simile a quella attuale perché di-sorientata dal passaggio dall’oralità alla scrittura, la prima tecnologia che consentiva una forma di appren-dimento “a distanza”, senza la presenza fisica del mae-stro.

Emblematica è la parte finale del Fedro 274c-275c, in cui Socrate racconta il mito del dio egiziano Theuth (una specie di Ermes) recatosi presso il re di Tebe Tha-mus, per “brevettare” le sue invenzioni: numeri, calcolo, geometria, astronomia, pesseia, dadi e, last but not least, scrittura, prediletta dal dio e pubblicizzata come

«farmaco per la memoria e per la sapienza» (274e), una sorta di panacea. Per tutte le altre il re entrò nel merito, dilungandosi su pregi e difetti, l’ultima invece la liquidò perché ad effetto contrario, «farmaco non della memoria (mnemes) ma del promemoria (hypomnemes)», e dun-que della «dimenticanza» nelle anime e della «falsa

sa-2 M. Migliori, Un caso estremo: il progetto educativo di Platone, scrittore di filosofia: la centralità dell’educazione per la società ateniese, in

«Educação e Filosofia, Uberlândia 31», 61, jan./abr., 2017, pp. 107-139.

3 A. Calvani, «Mente e media. Quale interazione cognitiva per ap-prendere?», in G. Bonaiuti - A. Calvani - L. Menichetti et al., Le tecnologie educative, Roma, Carocci, 2017, pp. 17-45; R. Radice, «Contenuto e forma della comunicazione. Le origini storiche e filosofiche del problema», in C.

Scurati (a cura di), E-learning/Università. Esperienza, analisi, proposte, Milano, Vita & pensiero 2004, pp. 3-16; L. Cantoni - L. Botturi - C. Succi, Elearning, Capire, progettare, comunicare, Milano, FrancoAngeli, 2007, pp. 72-73.

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pienza», perché «senza didattica (aneu didaches)»

(275a). Socrate stesso ribadisce che il discorso efficace è quello scritto non con l’«acqua nera» e col «calamo»

(276c) ma «nell’anima del discente» (2776a), pronun-ciato «tra i discenti (en de tois didaskomenois) e per ap-prendimento (matheseos charin)» (278a), l’unico «vi-vente e animato (empsychon)» del quale quello scritto è solo un eidolon, una a parvenza (276a). Senza la pre-senza del suo autore, la scrittura, come un dipinto, «ro-tola da per tutto» e finisce sia nelle mani giuste che in quelle sbagliate e «non sa a chi deve parlare e a chi no».

Le mani giuste sono quelle dei docenti, che la usano

«come reminiscenza per chi già sa (eidoton hypomne-sin)», come loro. Da solo, non sa né rispondere “in di-retta” alle domande né «difendersi da chi lo critica», cioè affrontare un dibattito. Se l’autore è assente, un discorso è come un figlio senza papà, non un orfano ma un “figlio di n.n.”. In presenza, è invece un figlio legit-timo garantito. Come avviene soprattutto con le video-lezioni asincrone, la scrittura impedisce l’interazione sincrona, nel vivo della lezione, con gli studenti, ritenu-ta da molti fondamenritenu-tale per l’apprendimento, una mancanza a cui si è cercato di sopperire oggi con chat e forum che però consentono solo un confronto asincrono rispetto alla lezione.

In una società ancora orale, gli effetti cognitivi ed educativi della scrittura venivano percepiti con ostilità come quelli della rivoluzione digitale e della più recente Fad. La bocciatura della scrittura somiglia a quella della Dad, accresciuta per l’improvviso uso massiccio e coat-to nell’emergenza del coronavirus. La presunta ineffica-cia didattica dell’e-learning e della Dad è uno dei temi ricorrenti dell’agenda politica del 2020, a partire dal Dpcm del 4 marzo che ha sancito la chiusura delle scuo-le e università. Ma più in generascuo-le la disabilitazione di

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107 funzioni cognitive interne è uno dei più frequenti rim-proveri alle tecnologie educative4.

Dunque, nonostante molti studi confermino la vali-dità della modalità didattica online5, molte delle critiche di Platone prefigurano i pregiudizi nei confronti dell’e-learning. Numerosi sono infatti i pregiudizi su questa modalità di insegnamento6. Stefania Campogna7 ad esempio identifica quattro tra i pregiudizi più persistenti nell’ambito della didattica online. La didattica online sarebbe fredda e impersonale, con rischio di demotiva-zione, perdita di interesse e abbandono, richiederebbe meno impegno di quella reale, bisognerebbe essere esper-ti di tecnologie e le verifiche sarebbero falsificabili.

Ma il confronto con Platone non serve soltanto ad evidenziare i presunti limiti dell’e-learning ma anche come modello per la costruzione di un ambiente di ap-prendimento online efficace. Aurelio Simone, presiden-te della Società Italiana di e-Learning, ha citato un altro dialogo platonico, il Simposio come modello a cui ispi-rarsi per una didattica online efficace. Il pedagogista infatti individua nel celebre dialogo di Platone il vero primo modello di comunità di apprendimento e di co-costruzione del sapere fondamentale nell’e-learning8:

nel Simposio di Platone si faceva costruzione condivisa del sapere? Penso di sì. Il Simposio è dedicato al tema dell’eros e

4 A. Calvani, «Mente e media», op. cit., p. 21.

5 G. Caramia - G. Favretto - M. Guardini, E-learning: misurazione delle differenze di apprendimento tra lezioni tradizionali e lezioni on-line, in

«Italian Journal of Educational Technology», 12 (3), 2004, pp. 39-39.

6 F. Bochicchio, «Nuovi media nella formazione professionale», in P.

Limone (a cura di), Nuovi media e formazione, Roma, Armando Editore, 2007, pp. 174-175.

7 S. Campogna, Scuola, Università, e-learning, Roma, Armando, 2014.

8 A. Simone, «Intervento», in R. Bombi (a cura di), L’e-learning e gli studenti adulti nel panorama universitario italiano. Esperienze e prospetti-ve, Padova, Unipress, 2011, p. 11.

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ne discutono filosofi e scienziati, da Socrate ai sofisti; per molti aspetti è una delle primissime esperienze di comunità di apprendimento tramandateci [ …] il vero e-learning è solo co-struzione condivisa del sapere.

Un altro dialogo ancora chiamato in causa a propo-sito di e-learning è il Protagora in cui si potrebbe ravvi-sare il primo attacco alla didattica tradizionale centrata sul docente che spiega dall’alto della sua posizione e il cui prestigio è sottolineato dalla cattedra9. Platone infatti critica il modello della didattica dei sofisti, un modello tradizionale di lezione frontale ex cathedra, come quella di Ippia «seduto su alto seggio» come se fosse un trono davanti ai suoi studenti. L’e-learning invece si caratte-rizza proprio per la mancanza della cattedra che consen-te l’apprendimento ubiquo.

3. La maestria di Socrate

Più in generale è già la didattica socratica ad avere molti punti di contatto con l’e-learning, come spiega Barbara Todini10, fra i quali il ricorso all’apprendimento collabo-rativo, la presenza di un docente-tutor che sollecita la partecipazione attiva dello studente, la centralità del dia-logo nella cocostruzione della conoscenza, un appren-dimento situato in uno spazio cognitivo relazionale pre-ciso etc. È soprattutto il Tutor ad essere affine al mae-stro socratico, avendo la funzione di avvicinare l’allievo alla conoscenza anche di se stesso: «Il personaggio Tu-tor è l’equivalente contemporaneo del personaggio Maestro Socratico, entrambi fanno della comunicazione

9 S. Amendola, E-Learning e mondo classico: risposta moderna ad esigenze antiche?, in «Scholia», 6, 2004, p. 4.

10 B. Todini, Parallelismo tra la dialettica socratica e l'e-learning, in «Studi sulla Formazione/Open Journal of Education», 18 (1), 2015, pp.

187-202.

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109 e del dialogo interpersonale la condivisione di esperien-ze e di senso»11. La stessa sarebbe la dimensione empa-tico-dialogica che si cerca di stabilire nell’ambiente e-learning attraverso videolezioni di presentazione, forum, chat, nonostante la distanza e la mancanza di un rappor-to fisico. Il rapporrappor-to non è centrarappor-to sul docente ma sull’allievo rispetto al quale il tutor è un facilitatore quasi alla pari che adatta il percorso al singolo allievo secondo una logica learner centred.

Inoltre la maieutica e il problem solving dell’e-learning sarebbero affini in quanto utilizzano gli stessi strumenti socratici come la brachilogia, la confutazione e la celebre ironia socratica: «in entrambi i casi median-te domande brevi (brachilogia), mezzi contraddittori di dialogo (confutazione) e la stima dell’espositore dialo-gante unita all’ammissione di pariteticità del maestro-tutor provocando dissimulazione e ricostruzione del pensiero lontano da dogmi prestabiliti (ironia)»12. Anche il fine è lo stesso, l’autonomia e la responsabilità dello studente nella risoluzione del problema così come il li-felong learning. L’apprendimento nel corso di tutta la vita, per il quale l’e-learning risulta particolarmente congeniale, ha nella pedagogia socratica il suo più illu-stre archetipo. Anche l’andragogia, l’educazione dell’a-dulto diremmo oggi, e la synousía, lo stare insieme, so-no concetti socratici riconducibili agli obiettivi della Fad.

Nel complesso lo «schema di intervento socratico»

è lo stesso dell’e-learning e sarebbe lecito immaginare oggi un Socrate tutor capace di utilizzare al meglio in un ambiente di apprendimento virtuale tutti gli strumen-ti per la co-costruzione del sapere.

11 Ibid., p. 192.

12 Ibid., p. 193.

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4. Quintiliano e Plutarco

Tra i retori latini viene chiamato in causa Quintiliano (I sec. d.C.) quale anticipatore delle teorie learner centred, fondamentali nei modelli di costruzione degli ambienti di apprendimento virtuali e-learning13. In particolare viene ricordato un passo della Institutio Oratoria (1, 2, 11-12) in cui è delineato un modello di docente più si-mile a quello attuale di scopritore di percorsi in grado di offrire direttive piuttosto che erogatore di nozioni. A questo proposito viene anche citato un passo del De rec-ta ratione audiendi (47c-d) di Plurec-tarco in cui si pone l’accento sull’importanza dell’alunno e della partecipa-zione e interapartecipa-zione col docente, anch’essi centrali nei paradigmi dell’e-learning. In quanto manuale del perfet-to ascoltaperfet-tore l’opera di Plutarco si può assumere come archetipo delle teorie sulla comunicazione sincrona e asincrona dell’e-learning. Il Cheronese infatti spiegava che, prima di interrompere e controbattere quello che si ascolta, bisogna aspettare.

Negli ambienti e-learning ciò avviene attraverso chat o forum in cui, dopo l’ascolto delle videolezioni, lo studente può dialogare ma anche cocostruire conoscen-za con docenti e colleghi.

Amendola14 menziona, come studenti-tipo in Quin-tiliano, Cleante e Senocrate «più lenti dei compagni»

ma che «non demordevano dall’apprendere», prototipo dello studente e-learning per il quale grazie alle tecno-logie digitali è possibile personalizzare il percorso

di-13 S. Amendola, op. cit., pp. 5-6.

14 Ibid., p. 9.

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111 dattico adattandolo a esigenze specifiche15, in un’ottica sempre più inclusiva.

5. I logo classico-mitologici delle università telematiche Nel 2003 la legge Stanca ufficializzò le università tele-matiche. A partire da quel momento il panorama univer-sitario venne profondamente modificato con la fioritura di nuove istituzioni accademiche private e con l’avvio di campagne di marketing per attirare studenti verso queste nuove realtà.

Nelle strategie di marketing e di brand image acca-demica alcune di queste nuove realtà scelsero di sfrutta-re simboli e iconografie di estrazione classica. D’al-tronde tra le numerose metafore16 utilizzate per descri-vere il cambiamento epocale che l’e-learning ha com-portato in campo educativo e sociale, quelle legate al mito greco sono tra le più suggestive e potenti. Con questo processo nuove istituzioni basate sull’e-learning, ritenuto una modalità inferiore didattica, vengono per così dire mitizzate, riallacciando legami con il mondo classico in un paese più tradizionalista e più classicista di altri. D’altronde questa strategia di marketing è da sempre utilizzata nel mondo commerciale.

Il più famoso logo mitologico è Pegaso (Fig. 1), scelto dall’omonima università fondata nel 2006 da Da-nilo Iervolino, oggi la più grande università telematica italiana. Icona inconfondibile e globale, Pegaso è il più celebre degli equini alati della classicità, nato dal san-gue della Medusa caduto al suolo nel momento in cui Perseo le tagliò la testa. Questo mitico cavallo fu

ini-15 G. Bonaiuti, «Modelli tecnologici per l’istruzione. Come la tecno-logia influenza la didattica», in G. Bonaiuti - A. Calvani - L. Menichetti et al., op. cit., pp. 59-61.

16 D. Pepe, P. Terzaroli, Le metafore dell’e-learning, «For. Rivista per la formazione», 82, 2010, pp. 45-52.

Delio de Martino

zialmente usato da Zeus per trasportare i fulmini all’O-limpo e successivamente catturato e addomesticato, gra-zie alla briglia d’oro di Atena, da Bellerofonte che lo utilizzò per la sua impresa più celebre, uccidere la Chi-mera. Un’impresa mitica emblematica adatta per la fon-dazione nei primi anni 2000 di un’università telematica a Napoli, in un contesto accademico meridionale molto tradizionalista. Metafora della velocità e della potenza del nuovo strumento tecnologico-metodologico dell’e-learning, Pegaso raffigura bene con le sue ali equine la velocità della rete e l’ubiquitous learning che consente di superare i limiti fisico-temporali della classica lezio-ne frontale. Il logo è costituito della testa stilizzata af-fiancata da una grande ala spiegata. Come dichiarò in un’intervista17, il fondatore, «appena laureato», aveva

«avuto modo di conoscere la Phoenix University, a Temple in Arizona», che vantava come logo proprio una fenice stilizzata in volo, e ne fu ispirato. Pegaso richia-ma anche un altro celeberrimo logo, legato alle comuni-cazioni di massa e alla grande trasformazione tecnologi-ca del ’900, il tecnologi-cavallo (morente ma ancora vitale) della Rai di Francesco Messina del 196618.

Anche il cavallo della Rai come Pegaso infatti è stato presentato come metafora di una rivoluzione tec-nologica e della nascita di un nuovo medium capace di modificare tra l’altro anche i processi di insegnamento a distanza, rendendo possibili nuove modalità di appren-dimento. Il cavallo della Rai, realizzato da Francesco Messina e collocato a Roma all’ingresso della sede di Viale Mazzini rappresenta infatti la morte dei mezzi di comunicazione tradizionali in seguito alla nascita della

17 M. Sica, Il “visionario” dell’università telematica, in «Roma», 9 aprile 2018, p. 42.

18E. Calafato - A. Pedone, La Collezione Archeologica Francesco Messina, in «LANX. Rivista della Scuola di Specializzazione in Archeolo-gia-Università degli Studi di Milano», 23, 2016, pp. 1-52.

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113 televisione e soprattutto dell’inizio delle trasmissioni Rai nel 1954.

Il cavallo morente doveva far parte di un gruppo di cavalli in corsa ed era concepito come «un cavallo ferito in combattimento che nitrisce come il cigno canta quan-do muore». Aggiunse Messina: «Devo fare una cosa molto movimentata e nello stesso tempo statica perché deve essere un punto fermo»19. Curiosamente più simili al cavallo della Pegaso erano gli altri cavalli, vigorosi e con la criniera al vento contro cui il cavallo della Rai aveva lottato.

Un altro logo classico è quello dell’Università te-lematica Giustino Fortunato (Fig. 2), nata nel 2006:

l’arco di Traiano, che simboleggia il passaggio trionfale dell’esercito romano a Benevento, sede dell’ateneo, e la volontà della Fad di trionfare nel mercato accademico tradizionale. Nel 2018 nell’ambito del progetto L’opti-mus princeps: diritto, religione e amministrazione all’ombra dell’Arco di Traiano l’ateneo sottolineò quel simbolo organizzando “la notte dell’arco”.

Pegaso è nello stesso tempo logo e nome. Altre università utilizzano un naming classicheggiante, in maniera più o meno esplicita. Ad esempio latino è il nome dell’università telematica Mercatorum (Fig. 3), inaugurata anch’essa nel 2006 e adesso partner della Pegaso, specializzata nel ramo economico. Il nome del sito richiama le antiche istituzioni che precedettero le attuali camere di commercio come spiega il sito dell’ateneo20:

Il nome Universitas Mercatorum richiama le origini, la natura e la vocazione tipica delle Camere di Commercio quali orga-nismi rappresentativi della comunità e generalità dei vari sog-getti ed ambiti produttivi. Le Universitates Mercatorum erano

19 F. Ferrigno, Un cavallo, un mito. La storia del cavallo di France-sco Messina, Rai Cultura, s.d.

20 Cfr. https://www.unimercatorum.it/ateneo/chi-siamo.

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infatti organismi associativi – antesignani delle odierne Came-re – dispensatori di giustizia ed investiti di funzioni di Came- regola-zione dei mercati, a tutela degli interessi di tutti i settori mer-cantili.

Mitologico è anche Uninettuno (Fig. 4), il nome della prima università televisiva e telematica d’Europa che ha utilizzato la rete satellitare per la diffusione delle videolezioni. Il nome è in realtà l’acronimo del consor-zio da cui nasce: Network per l’Università Ovunque, consorzio di 43 università italiane e straniere e che con-ta tra i fondatori Maria Amacon-ta Garito21. Ma il riferimen-to al mare è adatriferimen-to al consorzio che riunisce università di tutto il mediterraneo. Difatti oltre che dal consorzio Uninettuno nasce anche dal progetto europeo Med Net’U (Mediterranean Network of Universities)22.

Figg. 1-4

21 M. A. Garito, «Il Network per l’Università Ovunque NETTUNO.

Per un nuovo modello di formazione aperto e integrato», in Conferenza Nazionale sulla Formazione nel Settore Pubblico, Documentazione, Vol. 1, 1998, pp. 277-293.

22 M. A. Garito, «L’Università Telematica Internazionale UNINET-TUNO. Un modo di cooperative & Work integrated Education (CWIE) tramite le Nuove Tecnologie», in Wace’s 9th Symposium on cooperative &

work - integrated Education, Atalanta, 14-16 November 2012, 2012.

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115 6. La mitologia dell’e-learning

Intorno all’e-learning si è creata anche una vera e pro-pria “mitologia”, soprattutto nella fase di sperimenta-zione e sviluppo nei primi anni del nuovo millennio, quando la tecnologia ha iniziato a consentire lo sviluppo delle prime piattaforme e dal 2003 quando la legge Stanca ha regolarizzato e dato il via alle università tele-matiche.

Numerosi pedagogisti parlano di mitologia, come metafora di una serie di credenze, storie non scritte ma

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