zio di quasi quattro mesi: si sviluppò nel giorno 26 Luglio, e cessòaffatto nel giorno 14
Novembre
dell'anno 171:3. Si credette che l'incremento del freddo e le pioggie autunnali avesseroestinta lama-lattia:
ma
questo errore che fuo'e facilmente colti-varsi trattandosi della peste, e di altremalattie con-tagiose è smentito dalle tavole meteorologiche te-nute dalMedico
Americano Carey duranteli calami-tà, e dalcatalogo de' malati guariti,e de*morti.Quibasti notare che nel mese di Agosto i morti furono 8*5, mille quattrocento quarantadue nel Settembre, mille novecento nevantatre nell'Ottobre,eceuto di-ciotto in 14 giorni del
Novembre,
tempo in cui la malattia incominciava a cedere.Le
caufe vere del dileguamento della Febbregialla in Filadelfia furonoi sa^gi provvedimenti della Polizia.
Si è preteso ancora che una persona non fosseper due volte suscettibile dcl'a febbre gialla.
Comecché
questa opinioue e diretta al buon fine d'ispirarefi-ducia ne*convalescenti, ed in quHIi totalmente
gua-riti forse potrebbe lasciarsi passare setza controver-sia, se la verità non fosse ilmio scopo. Egli e però dimostrato,
come
si èdettonella p»rte medica,chein genere di peste, e di altre malattie contagiosi una simile opinione è del tutto erronea. In fatti
dwerse persone in Filadelfia furono due volte attac-cate da questa malattia. Ciò chiamasi usualmente u*
na ricaduta,
ma
ricaduta, o no, tali persone si am-malarono, furono intieramente guarite, ed essendo state attaccate per la seconda volta, alcune di loro perirono. Un'altra osservazionedi grande importareDigitizedbyGoogle
4*
zi, ed allaquale conviene particolarmente attenderò inqueste spaventevolicrisi,èchedell'eccessivo
nu-mero
di persone che hanno ceduto a questa malat-tia non è improbabileche la metà, o la terza par-te almeno sieno periti soltanto permancanza di ne-cessariacura ed assistenza» atteso lo straordinario ti*more
panico. Quasi tutti i rimarchevoli esempj di guarigione accaduti in Filadelfia,dopo Dio
, sono da ascriversi alla fedeltà de' mariti, delle mogli, dei figlj,e de'domestici, i quali affrontarono il perico-lo, e rifolvettero di obbedireai dettami dellauma-nità. Vi sonovarj esempj di'perfone che possono
dirsiper tali mezzi essere stati ritratti dai loro se-polcri, mentre erano tanto inoltrati da essere persi-no state fatte le loro bare. E' degno puredi ricor-danza per incoraggiraento di quelli, che in ogni al-tro tempo, o in qualunque altro luogo abbiano ami-}
ci, o parenti in similemalattia, chepochi di quelli
i quali adempirono ai loro doveri verso le loro fa-miglie ne furono colpiti.
Non mancano
esempj d'Individui che hanno assistito, e servitoassidua-mente
sei, otto, e dieci persone nelle loropropria case senzagiammai contrarre la malattia. Altripri-ma
di esserne attaccati, e dopo la loro guarigione bauno assistito, e ricondotto in salute leloro fami-glie.Nissuno dei Carrettieri impiegati dalla Sanità di Filadelfia nel veramente pericolosoufficio di tra-sportare imalati e sotterrareimortigiammai la con-trasse. Gli Assistenti ddl*Ospedale, e de* Lazzaret-ti, a riserva di due, tutti scamparono la malattia.Si è provato nella partemedica che i cadaveri
de-gli appestatipossono facilmente communicareil
coi-5°
tagio. Sidiceperaltro nella storia della febbre gial-la di Filadelfia che vi sono moltissimi fatti istorici di malattie contagiose i quaii provano che
difficil-mente
i cadaveridi talipersonecommunichinoil con-tagio a coloro che li trattano» li portano, e li sep-pelliscono: onde pare che ilmaggiortimoredel con*tagio si debba riporre nel trattare icontagiati vivi, e le vesti, e robe,che sonoserviteall'uso loro nel
tempo
della malattia, ed i panni in cui sono in voi-ti i loro cadaveri. IlMedico
Americano conferma questa opinione col racconto di un memorabile av-venimento. Nel tempo che la febbre gialla domi-cava in Filadelfia, dice egli, un Carrettiere desti-natoalla sepoltura de*mortiavendo intrapreso diri-muovere
un cadavere dalla pubblica via,ma
non a-vendo alcuno che 1'ajutasse stette sul punto di ab-bandooare l'impresa e di andarsene.Una
Giovine Serva che se ne avvide,comprendendo
la difficoltà nellaquale si ritrovava,gliofferseilsuoajuto, pur-ché egli non ne avesse fatto parola alla famiglia,collaquale essa viveva. Conseguentemente essa l'a-jutòaporre il corponellabara, il qualein quel tem*
po
caminava" da i vermi, ed era nel più stomache-volestato di putrefazione. (Questa Giovine non fu mai colpita dal contagio.Giova qui pure il ricordare che la febbre gialla riuscì veramente fatale inFiladelfia ai Bevitori, agli Ubriaconi, a quelli che facevano gran tavola, alle
Donne
di piacere, e agli abitanti in case sporche e prive della liberacircolazione dell'aria, e chenon
si occuparono mai in tempi così pericolosiditener*
vie quotidianamente oc: ce, e bea ventilate.
Termino
quest'articolocon unariflessione-che cre-do utilissima. Malgradotutte le promessedegli Uo-mini dell'arte, e le pia lusinghieresicurezzesulla e-stinzione delle malattie contagiose egli è importan-tissimo per i Governi di non dimenticare cosi pre-sto,anco dopo cessato il male, oil timore del pe-ricolo l'uso di quelle utili provvidenze di polizia, e di sanità,che sono le pia convenienti, e le piti adequate a preservare i loro popoli, ed i loroStatida i funesti effetti di una infezione che sventurata-mente, e
come
è sovente accaduto, può credersi e»stinta, e non è che sopita. Il germe di un conta-gio, òhe sembra distrutto, ripullula non di rado,e ritorna forse a infierire con maggiore energìa ed a-trocità. Narrano i Giornali di Europa che la
feb-bri?gialla, laquale,
comesi
è esposto, fecenel 1703 tanta strage inFiladelfia,ricomparvenel 1802 nell'A-merica Settentrionale,sorprese di nuovo laCapitale della Pensilvania, e vi ricondusse la desolazione ela morte. L'istessa malattia si manifestò io quell'e-poca a Baltimora, ed alla Giamaica.