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L’articolazione dell’anca è caratterizzata da una complessa struttura muscolo-tendinea e la muscolatura di supporto consente i movimenti di flessione, estensione, adduzione, abduzione, rotazione interna e rotazione esterna. Le lesio-ni muscolari si verificano quando il carico sull’ulesio-nità

musco-lotendinea eccede la sua capacità normale, soprattutto quando la tensione muscolare aumenta improvvisamente durante contrazioni eccentriche. La giunzione muscolo-tendinea è l’area più suscettibile alla lesione, perché è l’e-lemento più debole del complesso muscolo-tendine ed è soggetta a elevate forze di contrazione. La maggior parte delle lesioni muscolari intorno all’anca negli atleti coinvol-ge la porzione prossimale del muscolo retto femorale e i muscoli ischio-crurali (hamstrings) e la diagnosi di lesione acuta e la relativa prognosi sono difficili e normalmente basate su anamnesi e clinica. La diagnostica per immagini ha il ruolo di confermare diagnosi e grado di lesione 16. La classificazione pubblicata da Mueller-Wohlfahrt et al. durante la Consensus Conference di Monaco è una delle più utilizzate durante la pratica quotidiana e tiene conto di anamnesi, rilievi clinici e risonanza magnetica 17. Si tratta di una classificazione dicotomica, basata sulla natura del trauma muscolare, che suddivide le lesioni muscolari in dirette (contusioni) e indirette (distrazioni), oltre che in fun-zionali (senza reperti imaging) e strutturali (con anormalità all’imaging). Le lesioni funzionali sono lesioni minori (tipo 1-2) che causano edema e tumefazione senza alcun dan-no strutturale, con aspetto macroscopicamente intatto delle fibre muscolari. In questi casi la risonanza magnetica mostra edema interstiziale nelle immagini fluido-sensibili, senza interruzione della normale architettura muscolare. Le lesioni strutturali possono essere di basso grado (tipo 3a), di grado intermedio (tipo 3b) o complete (tipo 4); si verificano solitamente durante una potente contrazione, quando le forze superano i limiti viscoelastici del muscolo. I sintomi sono dolore localizzato ben definito, difetto nella struttura fibrosa, spesso palpabile, frequentemente ema-toma e lesioni fasciali. Alla RM, le lesioni di grado 3 sono caratterizzate da rottura parziale delle fibre muscolari (3a) spesso accompagnate da emorragia intramuscolare (3b) con difetto focale o retrazione parziale delle fibre lacerate. Nelle lesioni di grado 4 è presente una lesione comple-ta dell’apparato muscolotendineo, spesso con retrazione delle fibre muscolari o un gap riempito da ematoma. An-che l’ecografia può essere utilizzata per rilevare la lesione muscolare acuta e ha il vantaggio di una maggiore risolu-zione spaziale e della possibilità di effettuare una valuta-zione dinamica, ma la sua sensibilità è ridotta per le lesioni di basso grado.

Dolore inguinale e osteite pubica

La presentazione tipica della sindrome da dolore inguinale (groin pain syndrome, GPS) negli atleti è insidiosa, caratte-rizzata da dolore persistente o insorto gradualmente, che può anche essere riferito all’interno dell’anca. Il GPS negli atleti è stato classificato in quattro categorie principali: cor-relato agli adduttori, all’ileopsoas, all’inguine o al pube 18.

Inoltre, studi recenti hanno suggerito che il FAI tipo cam e le patologie inguinali possono coesistere negli atleti affet-ti da GPS. Durante la rotazione interna dell’anca, infataffet-ti, la presenza di morfologia tipo cam determina un conflitto con il bordo acetabolare, limitando il range di movimento (ROM). Questo ostacolo biomeccanico può determinare lo stress compensatorio a livello della sinfisi pubica con carico maggiore sui muscoli della parete addominale 19. Tale alterazione può indurre un possibile danno al com-plesso muscolo-tendine anteriore alla parete inguinale o al livello della parete inguinale posteriore. Tuttavia, l’o-steite pubica (OP) è una delle più comuni patologie che provocano pubalgia negli atleti, specie nei calciatori, ed è una sindrome overuse, caratterizzata da dolore pelvico e dolorabilità alla palpazione profonda sulla sinfisi pubica che coinvolge solitamente il gruppo adduttore o i muscoli gracili. I sintomi clinici classici comprendono dolore all’in-guine anteriore e mediale, che viene esacerbato dal mo-vimento pelvico, dall’allungamento dell’adduttore, dagli esercizi di potenziamento dei muscoli addominali e può irradiarsi nei muscoli addominali inferiori, nel dolore peri-neale e nel dolore ai testicoli o scrotale. La diagnosi di OP è quasi sempre clinica e le radiografie sono poco utili specialmente nelle prime fasi della presentazione acuta, mentre la risonanza magnetica mostra nelle sequenze fluido-sensibili la presenza di edema subcondrale, simme-trico o meno spesso asimmesimme-trico; durante la fase cronica l’edema può mancare e i principali segni sono la reazione periostale, il riassorbimento osseo e la presenza di osteo-fiti e cisti subcondrali. Alla risonanza magnetica il “segno della schisi secondaria” apparirà come un’estensione in-feriore della fessura fibrocartilaginea centrale lungo il mar-gine antero-inferiore dell’osso pubico con iperintensità del segnale su sequenze ad alto contrasto tra il ramo pubico inferiore, l’adduttore e l’aponeurosi del gracile 20. Un’altra alterazione delle immagini è la macerazione cronica della fibrocartilagine centrale dovuta a stress anormale a cari-co dell’anello pelvicari-co. Esiste una vasta gamma di opzioni per il trattamento chirurgico dell’OP, pur essendo indicato solo nel 5-10% degli atleti che non rispondono ad approc-ci conservativi per molti mesi.

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A. Barile

Dipartimento DISCAB, Università degli Studi dell’Aquila

Indirizzo per la corrispondenza: Antonio Barile

antonio.barile@cc.univaq.it

Caviglia

Ankle

L’imaging con risonanza magnetica (RM) ha aperto nuovi orizzonti nella diagnosi e nel trattamento di molte patologie muscoloscheletriche della caviglia e del piede. Dimostra anomalie nelle ossa e nei tessuti molli prima che diventino evidenti in altre modalità di imaging. La raffinata risoluzione del contrasto dei tessuti molli, la natura non invasiva e le capacità multiplanari dell’imaging RM lo rendono parti-colarmente prezioso per il rilevamento e la valutazione di una varietà di patologie dei legamenti (distorsioni), tendini (tendinosi, tenosinovite, rottura) e altre strutture dei tessuti molli (ad es. sindrome da impingement, sindrome del seno tarsico, neuropatie compressive, disordini sinoviali). L’imaging RM ha anche dimostrato di essere estremamente sensibile nel rilevamento e nella stadiazione di un certo numero di infezioni muscoloscheletriche tra cui cellulite, ascessi dei tessuti molli e osteomielite. Inoltre, l’imaging RM è eccellente per la diagnosi precoce e la valu-tazione di una serie di anomalie ossee quali contusioni ossee, fratture da stress e insufficienza, fratture osteocondrali, osteonecrosi ed edema transitorio del midollo osseo. La RM è sempre più riconosciuta come la modalità di scelta per la valuta-zione delle condizioni patologiche della caviglia e del piede.

Riassunto

La diagnostica radiologica del polso si basa su multiple metodiche di imaging come la radiologia tra-dizionale, l’ecografia e la risonanza magnetica. Quest’ultima è particolarmente indicata nello studio della patologia intrarticolare, come ad esempio la valutazione del complesso della fibrocartilagine triangolare, dei legamenti intrinseci e dell’edema osseo. In questo articolo si descrivono i principali reperti di queste patologie.

Parole chiave: polso, risonanza magnetica, risonanza magnetica con mezzo di contrasto

Summary

The radiological evaluation of the wrist relies on different imaging methods, such as conventional radiography, ultrasound, and magnetic resonance imaging. The last is particularly indicated in the evaluation of intra-articular pathology, such as the assessment of the triangular fibrocartilage complex, of intrinsic ligaments, and bone edema. This paper reports the main imaging findings of these conditions.

Key words: wrist, magnetic resonance imaging, magnetic resonance arthrography

L.M. Sconfienza1 2

Unità Operativa di Radiologia Diagnostica e Interventistica, IRCCS Istituto Ortopedico Galeazzi, Milano; Dipartimento di Scienze Biomediche per la Salute, Università degli Studi di Milano, Milano

Indirizzo per la corrispondenza: Luca Maria Sconfienza

Unità Operativa di Radiologia Diagnostica e Interventistica, IRCCS Istituto

Ortopedico Galeazzi e Dipartimento di Scienze Biomediche per la Salute, Università degli Studi di Milano via Riccardo Galeazzi, 4 20161 Milano

io@lucasconfienza.it