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LA VOCE DEI DOCENTI

FASE 4 MONITORAGGIO E VALUTAZIONE

9. LET’S MEET!

Autori: Maria Cristina Bevilacqua per l’IIS Ceccano (FR), (Cinzia Masia) Istituzione scolastica: Istituto di Istruzione Superiore - IPSSEOA Tipologia d’istituto: Istituto Professionale Alberghiero

Indirizzo della classe: b. Enogastronomia Classe: V C

9.1. Il contesto

In un Professionale Alberghiero lo studio delle lingue straniere dovrebbe avere un posto d’onore nella preparazione dei ragazzi e delle ragazze, in quanto consentirebbe loro di allargare i propri orizzonti culturali, age-volandoli nell’effettuare esperienze lavorative all’estero, e professiona-li, permettendo loro di lavorare in strutture nazionali di alto livello, che servono anche una clientela straniera. Infatti, in un paese come l’Italia, ricco di arte, storia, siti paesaggistici, tradizioni enogastronomiche di al-tissimo livello, questo tipo di scuola dovrebbe coltivare le eccellenze de-gli alunni che terminano la scuola secondaria di I grado. Invece, spessis-simo, essendo un istituto professionale, riceve quegli alunni che hanno una lacunosa e debole preparazione di base, che sono problematici o già con qualche ripetenza alle spalle, che provengono da famiglie economi-camente e culturalmente deprivate, spesso latitanti nei rapporti con la scuola; questi alunni, piuttosto che stare a casa a non far niente, ven-gono indirizzati dall’orientamento della secondaria inferiore, a prendere una qualifica, un “pezzo di carta”, senza tener conto dell’effettivo impe-gno richiesto da quello che è pur sempre un Istituto scolastico e non un semplice corso di avviamento professionale. Dunque, avendo grandi ca-renze di base nella lingua madre, i ragazzi si trovano ad affrontare, fin dal primo anno, anche lo studio di ben due lingue straniere; e se il biennio, comune a tutti i gradi di scuola secondaria di secondo grado, è dedicato allo studio della grammatica e della lingua generale dedicata alle varie funzioni comunicative, dal triennio gli sforzi necessari sono complicati dalla necessità di acquisire anche il lessico specifico del settore di spe-cializzazione (Enogastronomia, Sala e Vendita, Accoglienza Turistica).

Così, sempre più spesso, nonostante tutti i tentativi dei docenti di ren-dere meno pesante e più interattivo e coinvolgente l’apprendimento, i risultati raggiunti dai ragazzi sono insufficienti e ingenerano un circolo vizioso che li porta a pensare di non essere “portati” per le lingue e a ri-nunciare ad ogni sforzo per impegnarsi, rendendo sempre più fallimen-tari le loro performances, soprattutto orali. Questa premessa, necessa-riamente lunga, nonostante la necessità di sintesi, spiega perché alunni

a cui sarebbe richiesta, in uscita dal corso di studi di scuola secondaria, una competenza linguistica ben più elevata, nella maggior parte dei casi si limiti ad uno stentato A2, ovviamente con le dovute, seppur rare, ec-cezioni.

Proprio nella speranza di rendere più motivante e significativo per i ra-gazzi lo sforzo di provare a esprimersi in lingua straniera, è stato accolta con piacere dalla docente di Inglese l’adesione all’Italy Pilot Project CEFR Companion Volume, perché finalmente la ricerca entrasse nelle aule sco-lastiche e si misurasse con quelle che sono le reali difficoltà di una classe

“vera”, fatta di ragazzi e ragazze che, spesso, non rientrano nelle casisti-che accademicasisti-che.

9.2. Il progetto in sintesi

Temi Scambiarsi reciproche informazioni su interes-si personali, quali hobbies and sport. Presen-tare la propria scuola e il proprio corso di studi ad alunni di altri indirizzi di studio.

Descrittore del Companion Volume CEFR oggetto della sperimentazione

Comprensione Orale: A2

Produzione Orale A2: Descrivere esperienze;

Dare informazioni; Pianificare

Interazione Orale: A2: Comprendere un inter-locutore; Conversare.

Online Conversation and Discussion: Livello A2

Destinatari (Target studenti)

Studenti di una classe V di Istituto Secondario di II grado - Professionale

Livello di competenza linguistica in lingua inglese degli studenti (A1,A2,B1,B2)

A1/A2

Eventuali altre discipline

coinvolte oltre alla lingua inglese

Nessuna

Durata Un’ora

Obiettivi

Interagire oralmente con studenti di un altro indirizzo professionale, sempre in Italia, per scambiarsi informazioni utilizzando la lingua inglese. Lo scopo era anche osservare le ca-ratteristiche dell’interazione con parlanti ma-drelingua italiani.

Modalità e caratteristiche dell’interazione online

Attraverso una connessione Skype gli alunni hanno avuto modo di ascoltare i loro coetanei e di vederli, perciò potevano utilizzare anche canali prossemici di comunicazione.

Risultati e prodotti

Un’ora di interazione via Skype che ha visto coinvolti solo alcuni degli alunni della classe Strumenti di

valutazione utilizzati

Per l’osservazione dell’interazione tra i ragazzi è stata utilizzata una scheda COLT semplifica-ta ed adatsemplifica-tasemplifica-ta allo scopo.

Strumenti,

ambienti e risorse tecnologiche utilizzate per l’interazione online.

Iniziale utilizzo della LIM della classe, che però ha dato problemi di connessione ed è stata sostituita dal computer portatile utilizzato solitamente come registro elettronico, ma che svolge spesso le funzioni ben più importanti di risorsa per le ricerche in rete, la visualizza-zione di lezioni, di video, l’utilizzo di App per la didattica etc.

Eventuali altri materiali utilizzati

9.3. La narrazione del percorso, dei processi e degli esiti

La sperimentazione è stata utile, perché spesso i ragazzi sono portati a pensare all’utilizzo della lingua straniera solo per l’assolvimento di “com-piti” scolastici seguiti da una valutazione/votazione, che nei Professio-nali è, purtroppo, molto spesso, negativa; sapere, come premessa, che non sarebbero stati giudicati per il loro livello di inglese, ma piuttosto apprezzati per il loro sforzo di comprensione e produzione li ha tranquil-lizzati e disposti favorevolmente allo svolgimento dell’attività. Sapere, inoltre, che partecipavano a un’importante ricerca internazionale li ha sorpresi e responsabilizzati nella serietà dell’impegno.

L’incontro via Skype è durato solo un’ora, ma la preparazione è avvenuta nelle due lezioni precedenti l’evento online:

• nella prima lezione è stato spiegato lo scopo della sperimentazione e dell’evento che si andava a preparare. In piccoli gruppi gli alunni hanno steso un elenco di quelle domande che potevano essere fun-zionali a indagare gli argomenti dell’incontro (hobbies e sport, tipo di scuola e corso di studi). In plenaria i ragazzi, alla lavagna, hanno scritto le domande scaturite dai lavori di gruppo, hanno selezionato quelle che sarebbero state utilizzate durante l’incontro e hanno cor-retto vicendevolmente gli eventuali errori. A turno hanno provato a rispondere alle domande, concordando le risposte da dare ai colleghi durante l’evento;

• nella seconda lezione, a coppie, i ragazzi hanno simulato l’intervista, rispondendo in modo personale alle domande formulate nella le-zione precedente e riguardanti hobbies e sport, e hanno cercato di descrivere la propria scuola e il loro corso di studi, secondo quanto concordato;

• il terzo incontro è stato dedicato all’evento via Skype con i colleghi di un professionale per l’Industria e l’Artigianato di un’altra regione.

Come già precisato, il fatto di non lavorare per un “compito scolastico”

li ha resi più partecipi e motivati, e li ha anche tranquillizzati nell’intera-zione online. Sapere di avere davanti alunni non madrelingua inglese, se da una parte li ha resi meno timorosi nel provare a esprimersi in lingua straniera, dall’altra ha dato ad alcuni di loro la sensazione di stare “reci-tando”: alcuni, infatti, non hanno voluto partecipare allo scambio, perché non vedevano la necessità di utilizzare con colleghi italiani la lingua stra-niera per comunicare. La maggior parte degli alunni, invece, ha conside-rato la sperimentazione come un’occasione per mettersi in gioco senza rischiare comunque un brutto voto, anche in caso di una performance non brillante, e ha voluto “provare a parlare” in Inglese. Per quanto ci si sforzi per innovare la didattica, infatti, per questi ragazzi l’idea di lezio-ne è sempre quella tradizionale, trasmissiva, legata al libro di testo e ai suoi esercizi, ai compiti in classe, che sono esclusivamente scritti e che richiedono loro uno sforzo mnemonico e logico a cui non sono abituati, o che non sono in grado di sostenere, ottenendo risultati spesso scarsa-mente sufficienti. Mentre gli alunni del settore Accoglienza Turistica, che lavoreranno principalmente nelle receptions degli alberghi, ritengono lo studio delle lingue molto importante, quelli del Settore Enogastronomia (a cui apparteneva la classe coinvolta) non vedono la necessità di impa-rare una lingua straniera, immaginandosi sempre chiusi in una cucina, con altri italiani, e non prospettandosi affatto la possibilità di un lavoro in ambito internazionale, nonostante i cuochi italiani siano molto richiesti all’estero. Un po’ questo rispecchia la situazione che si è creata durante

la diretta Skype: per alcuni non è stata motivante perché non reale.

Situazioni come quella ricreata dall’evento su Skype, per quanto “artifi-ciale”, sono comunque occasioni importanti di scambio, di conoscenza, non solo linguistica, ma anche culturale, con alunni di altre parti d’Italia.

Certo, gli scambi con alunni stranieri sono molto interessanti ed efficaci, ma perché non utilizzare anche la lingua straniera per conoscere altre realtà che insistono sullo stesso territorio nazionale, che sono comun-que diverse, per tante ragioni? Una specie di CLIL “agito”, in Italia da Ita-liani, per aumentare le occasioni comunicative in lingua straniera, laddo-ve interagire con parlanti nativi potrebbe essere difficile, o complicato, o inibente. Gli alunni della scuola italiana, per quanto riguarda le lingue straniere, non sono tutti eccellenze e, come diceva don Milani, occupan-doci solo di queste ultime, finiremmo per curare i sani e lasciar morire gli ammalati.

L’utilizzo delle tecnologie ci consente di recarci nei luoghi di provenienza dei nostri interlocutori e di conoscerli realmente, a fondo, di documen-tarci e di scoprire risorse importantissime. L’uso di Skype per l’appren-dimento delle lingue è estremamente efficace, perché non pone limiti spaziali alla conoscenza, per esempio grazie a tutte le risorse che ven-gono messe a disposizione proprio dalla piattaforma Microsoft per gli Educatori, e che consente di usufruire di lezioni accattivanti, svolte da madrelingua su argomenti diversi.

La sperimentazione è stata comunque un successo, perché i ragazzi hanno avuto meno difficoltà e paura nel mettersi in gioco, sapendo che chi era dall’altra parte provava le stesse sensazioni: le iniziali risatine di scherno, da tutte e due le parti, dovute al nervosismo di una situazione nuova, sono durate pochissimo, ed anzi, gli alunni chiedevano di prende-re il posto dei compagni per parlaprende-re, per partecipaprende-re, pur consapevoli dei propri limiti e delle proprie carenze.

A margine, mi permetto una considerazione metodologico-didattica:

La soluzione al problema dell’apprendimento delle lingue straniere nei Professionali, a mio avviso, sarebbe semplice ed efficace al tempo stes-so, ma richiederebbe un’organizzazione dei quadri orari che al momen-to risulta difficilmente attuabile: le lezioni tecnico-pratiche dovrebbero essere svolte in compresenza con l’insegnante di lingua straniera. In questo modo i ragazzi vivrebbero, ascolterebbero e praticherebbero la lingua in una situazione comunicativa “reale” – in cucina, in sala, alla re-ception – non la vedrebbero come una “materia” in più, per giunta inutile, e sarebbero maggiormente motivati ad apprenderla, e anche facilitati nel ritenere il lessico e la fraseologia specifici, perché autentici e legati a concrete necessità comunicative. In nessun’altra tipologia di scuola il

CLIL è già realtà da anni come nei Professionali, in cui si insegna Ingle-se di Cucina, di Sala, di ricevimento, ecc... Quello che manca per un ap-prendimento efficace delle microlingue è un insegnamento veramente

“in situazione” che lo renda interessante, oltre che utile agli occhi e alle orecchie degli alunni.