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LA LETTERATURA REGIONALISTA BRASILIANA DEGLI ANNI TRENTA DEL NORDEST TRADOTTA IN ITALIA

1996) IN L’UNITÀ E LA STAMPA 677 APPENDICE 2: ARTICOLI RELATIVI AL PREMIO IILA

1 LA SCOPERTA DI UNA LETTERATURA REGIONALISTA E LA SUA TRADUZIONE

1.1 LA LETTERATURA REGIONALISTA BRASILIANA DEGLI ANNI TRENTA DEL NORDEST TRADOTTA IN ITALIA

Per poter affrontare il discorso relativo alla letteratura brasiliana regionalista del Nordest degli anni Trenta tradotta in Italia, è opportuno delineare un quadro che illustri come questa letteratura sia vista, principalmente dalla critica, in patria. È importante comprendere che caratteristiche abbia, per poi capire se le sue peculiarità, nel momento in cui questa letteratura viene tradotta, vengano in qualche modo conservate, se si insista maggiormente su alcune a scapito di altre, se si dia, in sostanza, al lettore italiano la possibilità di intravedere quei fili che uniscono gli scrittori studiati in una trama che si chiama ‘Letteratura del Nordest degli anni Trenta’.

8 DERRIDA, J., Mal d’archivio. Un’impressione freudiana. Napoli: Filema edizioni, 2005; FOUCAULT, M., L’archeologia del sapere. Una metodologia per la storia della cultura. Milano: BUR Rizzoli saggi, 2013.

Antonio Candido afferma9 l’importanza del momento

rivoluzionario del 1930: “ha veramente segnato la storia brasiliana, il Brasile è cambiato con la fine delle oligarchie e l’inizio del Brasile moderno”.10 Cambiamenti importanti, trasformazione generale anche dal

punto di vista della diffusione della letteratura che aumenta in maniera straordinaria, con produzioni editoriali molto interessanti, soprattutto a San Paolo, Rio de Janeiro e Porto Alegre11 così che chi scrive dopo il

Trenta può raggiungere, con la propria opera, un pubblico decisamente più ampio, e avere un impatto sicuramente maggiore a livello di ricezione rispetto a chi è venuto prima. Laurence Hallewell parla di un enorme aumento della produzione del libro: “l’aumento di pubblicazioni di libri è stato fenomenale […]. Le cifre relative a San Paolo (le uniche di cui disponiamo) suggeriscono un indice di crescita, nella produzione di libri, tra il 1930 e il 1936, di più del 600%”12. Anche se il movimento

rivoluzionario degli anni Trenta non ha portato a una trasformazione radicale, ha avuto effetti positivi dal punto di vista della cultura. Il miglioramento a livello dei ceti medi si è verificato, anche nell’ambito dell’istruzione superiore e universitaria e ha sicuramente alterato “lo schema tradizionale delle élite” e portato a una “democratizzazione” del sapere. Dopo il Trenta infatti la cultura comincia a essere vista, almeno in

9 Farò riferimento, sostanzialmente, alla conferenza: TV Cultura Digital,

Depoimento de Antonio Candido no Simpósio Graciliano Ramos - 75 anos do

livro “Angústia”, 22 settembre 2011, disponibile su

https://www.youtube.com/watch?v=p3r-dY-0Ows, accesso effettuato il 04 novembre 2015, e al testo CANDIDO, A., “A Revolução de 1930 e a cultura”, in A Educação pela Noite & Outros Ensaios. São Paulo: Editora Ática, 1987, pp. 181-198, entrambi ricchi di spunti e considerazioni specifici sull’argomento che si sta trattando. Le traduzioni in italiano dai testi originali in portoghese, in inglese o in francese contenute nella Tesi sono mie.

10“Ele foi realmente um marco da história brasileira, o Brasil mudou, com fim

das oligarquias e com começo do Brasil moderno”. Depoimento de Antonio Candido no Simpósio Graciliano Ramos - 75 anos do livro “Angústia”, conferenza citata. Si veda anche CANDIDO A., “A Revolução de 1930 e a cultura”, op. cit., 1987, p. 181-182..

11 “Houve surtos editoriais muito importantes, sobretudo em São Paulo, no Rio e

em Porto Alegre”. Depoimento de Antonio Candido no Simpósio Graciliano Ramos - 75 anos do livro “Angústia” conferenza citata; CANDIDO, A., “A Revolução de 1930 e a cultura”, op. cit., 1987, pp.191-193.

12 HALLEWELL, L., O livro no Brasil: Sua História, traduzione di Maria de Penha Villalobos e Lolio Lourenço de Oliveira e Geraldo Gerson de Souza. São Paulo: Editora da Universidade de São Paulo, 2012, pp. 464-465. Sull’argomento si vedano le pagine dedicate a José Olympio.

teoria, come un diritto di tutti, contro la visione di tipo aristocratico fino ad allora imperante, che riteneva che le forme più elevate di cultura erudita fossero destinate soltanto alle élite. Parlando del lettore medio, Candido evidenzia l’importanza del fatto che dopo il Trenta vengano alla ribalta il romanzo e il racconto, romanzi neorealisti o neonaturalisti e quindi più accessibili; il risultato di questa accessibilità è stata una grande diffusione, diversamente da quanto accaduto con i libri degli anni Venti, molto meno accessibili, testi ermetici, si veda, per esempio, Macunaíma (1925) di Mário de Andrade.

Il critico, in occasione del già citato simposio su Graciliano Ramos13, parla della propria esperienza di lettore e, partendo dalla propria

vicenda personale, mette in evidenza un ruolo di estrema importanza, che questa letteratura ha svolto: far conoscere il Brasile ai brasiliani. Si tratta di una funzione, come dice lo stesso critico, poco estetica ma molto umana14, estremamente importante per un paese immenso in cui le enormi

distanze (allora decisamente più grandi di quanto non lo siano oggi) impedivano ai brasiliani stessi di comunicare tra di loro e di conoscere numerosi aspetti geografici e culturali di quello che, di fatto, è un continente. Candido afferma di aver conosciuto, attraverso il romanzo degli anni Trenta, il Nordest, l’Amazzonia, il Rio Grande do Sul e lo Stato in cui egli stesso viveva, Minas Gerais; parlando di “un’unificazione del Brasile attraverso il romanzo”15.

Il secondo elemento su cui Candido pone ripetutamente l’accento riguarda un altro compito svolto dalla letteratura degli anni Trenta, che è quello di aver avvicinato lui, giovane lettore mineiro (che attendeva, impaziente, che il treno portasse alla libreria migliore di Poços de Caldas, la sua città, i nuovi libri usciti in quegli anni), e i lettori brasiliani in generale,

al povero, al miserabile. Perché i romanzi che avevo avuto a disposizione in quel periodo erano soprattutto romanzi urbani o romanzi regionalisti di impronta pittoresca, che presentavano l’uomo rurale come oggetto di curiosità16.

13 Depoimento de Antonio Candido no Simpósio Graciliano Ramos - 75 anos do

livro “Angústia”, conferenza citata.

14 CANDIDO, loc. cit.. In queste parole si potrebbe ritrovare l’idea dei due progetti di cui parla Lafetá: fase eroica e fase ideologica, di cui dirò.

15 CANDIDO, loc. cit.

16 “Do pobre e do desvalido, porque os romances que por acaso me caiam na

Gli scrittori degli anni Trenta mostrano ai lettori brasiliani il Brasile “povero”, dimenticato, calpestato e Candido individua nella lettura di questi romanzi il primo momento di reale confronto con la vita di un nero, di un jagunço17, di un raccoglitore di cacao; ricorda in

particolare l’emozione provata nel leggere Sudore18, 1985 (1934) di Jorge

Amado, nel leggere la vita del casarão, del cortiço che, secondo il critico, non era mai stata presentata prima nella letteratura in quel modo. È chiaro che c’era stato O cortiço (1890) di Luis de Azevedo, ma, mentre vede quest’ultimo come il prodotto di un progetto, Candido individua il romanzo di Amado come frutto di un momento storico in cui “le classi sociali hanno subito una scossa in Brasile, con la caduta dell’oligarchia e l’entrata dell’operaio nella vita politica”.19

In questo momento e movimento storico e culturale, il romanzo del Nordest assume un’importanza estremamente rilevante, poiché mostra ai brasiliani non nordestini una regione, una parte del proprio paese fino ad allora probabilmente sconosciuta e introduce, allo stesso tempo, una nuova visione della realtà. È come se l’orizzonte conoscitivo dei lettori brasiliani si ampliasse arrivando a contenere realtà umane, culturali e sociali fino ad allora lontane non solo dal punto di vista geografico. Un processo di unificazione geografica, umana, culturale e sociale del Brasile reso possibile anche da altri mezzi di comunicazione che contribuiscono a dare origine a sinergie conoscitive, come l’avvento della radio a onde corte che, secondo Candido, “è stata uno straordinario fattore di mutua

regionalistas de cunho pitoresco, em que praticamente o homem rural era tido como objeto de curiosidade”. Depoimento de Antonio Candido no Simpósio Graciliano Ramos - 75 anos do livro “Angústia”, conferenza citata.

17 Jagunço è un uomo che si occupa di difendere fazendeiros o comunque persone che hanno una certa influenza, ma anche un pistolero assoldato per uccidere (“sm. 1. Homem que serve de guarda-costas a fazendeiros ou pessoas influentes, no interior do Brasil; CAPANGA, 2. N.E. Pistoleiro contratado para matar). Disponibile in www.aulete.com.br, accesso effettuato il 3 settembre 2018.

18 Saranno indicate le date di pubblicazione dei libri nei due paesi nel seguente modo: se il titolo è della traduzione italiana, verrà inserito l’anno di pubblicazione in Italia, seguito, tra parentesi, dalla data di pubblicazione in Brasile e viceversa. Quando non si tratta di una prima edizione, questo dato verrà segnalato.

19“As classes sociais foram sacudidas no Brasil com a decadência da oligarquia

e a entrada do operário na vida política”. Depoimento de Antonio Candido no Simpósio Graciliano Ramos - 75 anos do livro “Angústia”, conferenza citata.

conoscenza dei brasiliani e di trasformazione dei costumi”20 e la musica

popolare urbana, che ha vissuto un momento di grande splendore in questo periodo: “la musica urbana di Rio de Janeiro, il samba che è sceso dal morro (dalla montagna, dove si trovano le favelas21) ed era diffuso dalla radio è stato un grande fattore di unificazione e un grande fattore di unificazione del Brasile”.22

Un altro elemento importante da tenere in considerazione è che la letteratura della Geração de 30, alla quale gli scrittori che compongono il corpus della presente ricerca, Jorge Amado, Graciliano Ramos e José Lins do Rego appartengono, è frequentemente considerata in rapporto al Modernismo, movimento artistico, letterario, culturale sviluppatosi in Brasile intorno agli anni Venti. Perfino le posizioni più critiche nei confronti di questo movimento non possono fare a meno di farvi riferimento. È il caso di Octávio de Faria, che ne nega l’esistenza affermandola poi, in maniera contraddittoria, nel titolo dell’articolo, “Mensagem Pós-Modernista”, da cui sono tratte le seguenti parole:

pur correndo il rischio di scandalizzare molti comincerò con un’affermazione che non desidero attenuare con nessun sotterfugio, coprire con alcun velo: a mio avviso il movimento modernista non solo non esiste più in alcun modo, ma non è mai esistito23.

Se c’è un “pós” (“dopo”) deve esserci stato un “pre” (prima) e, di conseguenza, il Modernismo diventa un momento fondamentale, come

20“Foi um extraordinário fator de conhecimento mutuo dos brasileiros e de

transformação dos costumes”. Depoimento de Antonio Candido no Simpósio Graciliano Ramos - 75 anos do livro “Angústia”, conferenza citata.

21 Oggi si preferisce l’uso del termine comunidades.

22“A música urbana do Rio de Janeiro, o samba que desceu do morro e era

difundido pelo rádio, foi um grande fator de unificação e um grande fator de unificação do Brasil”. Depoimento de Antonio Candido no Simpósio Graciliano Ramos - 75 anos do livro “Angústia”, conferenza citata. Tutto questo è anche il risultato di una volontà politica, quella di Vargas, che cerca di unificare il paese.

23 “Mesmo correndo o risco de escandalizar a muitos, começarei por uma

afirmação que não quero atenuar com nenhum subterfúgio, encobrir com nenhum véu: a meu ver, o movimento modernista não só não existe mais de modo algum, como jamais existiu”. DE FARIA, O., “Mensagem Pós- Modernista”, in Lanterna Verde, nov. 1936 (4), p. 49.

uno spartiacque a partire dal quale considerare la letteratura brasiliana, per cui l’ottica è questa: esiste la letteratura pre- e postmodernista.

Partendo da una prospettiva che accetta che il Modernismo abbia ricoperto un ruolo importante nel mondo letterario brasiliano della prima parte del XX secolo, si possono sostanzialmente individuare tre posizioni nel panorama della critica di questo paese, che vedono, rispettivamente, Modernismo e letteratura degli anni Trenta come: due momenti diversi di uno stesso processo; come fase di maturazione di stimoli e idee già evidenziati negli anni Venti; come due movimenti indipendenti, non legati da alcun rapporto di causa ed effetto. Comincerò riflettendo sulla prima visione e facendo riferimento alla posizione critica assunta da João Luiz Lafetá, condivisa da Antonio Candido.

Secondo Lafetá ogni movimento estetico ha un progetto estetico e un progetto ideologico:

per le due fasi non c’è soluzione di continuità, semplicemente. [...] se il progetto estetico, la ‘rivoluzione nella letteratura’ è la predominante della fase eroica, la ‘letteratura nella rivoluzione’ […] il progetto ideologico, viene portato, per determinate condizioni politiche speciali, in primo piano negli anni 3024.

Il critico parte quindi da un’idea di continuità, non di frattura, per lui non esistono modernisti e postmodernisti, ci sono soltanto modernisti di due fasi diverse. Per confrontarsi con le differenze esistenti all’interno di quello che considera come movimento unico, ricorre all’ipotesi delle due fasi: eroica e ideologica. Sebbene sia possibile individuare un maggiore interesse e approccio estetico per i partecipanti alla Semana de Arte Moderna e il concentrarsi su questioni ideologiche per gli autori degli anni Trenta, quello che risulta difficile è cercare di armonizzare o anche solo pensare come un unicum le grandi differenze esistenti tra le due generazioni25.

24“As duas fases não sofrem solução de continuidade; apenas, […] se o projeto

estético, a “revolução na literatura” é a predominante da fase heroica, a “literatura na revolução” […], o projeto ideológico, é empurrado, por certas condições políticas especiais, para o primeiro plano nos anos 30”. LAFETÁ, J. L., 1930: A Crítica e o Modernismo. São Paulo: Duas Cidades, 1974, p.19. 25 Si veda BUENO, L., Uma história do romance de 30. Campinas: Editora da

Sulla stessa posizione è Antonio Candido che, in un suo saggio relativo proprio alla letteratura della Geração de 3026 e alla rivoluzione

avvenuta negli stessi anni, ne fornisce la seguente definizione:

il movimento di ottobre […] è stato un asse e un catalizzatore: un asse attorno al quale girò, in qualche modo, la cultura brasiliana, catalizzando elementi dispersi per disporli in una nuova configurazione. In questo senso è stata una linea di demarcazione storica, di quelle che fanno sentire chiaramente che c’è stato un ‘prima’ diverso da un ‘dopo’. In grande parte perché ha generato un movimento di unificazione culturale, proiettando su scala nazionale fatti che prima avevano luogo in ambito regionale. A questo aspetto unificatore bisogna aggiungerne un altro altrettanto importante: il sorgere di condizioni per realizzare, diffondere e ‘normalizzare’ una serie di aspirazioni, innovazioni, presentimenti generati negli anni 20, che avevano piantato i semi di grandi cambiamenti27.

Alcuni elementi contenuti nelle parole del critico sono particolarmente significativi ai fini di un tentativo di interpretazione di cosa questi anni abbiano rappresentato dal punto di vista letterario e, più in generale, culturale, in Brasile. Candido parla di “asse catalizzatore”, ponendo l’accento sulla funzione unificatrice svolta da questo movimento, capace di mettere assieme stimoli e idee nuove già elaborate precedentemente (da altri autori rimasti meno famosi e dai modernisti della prima fase) e di portare lo sguardo dal regionale al nazionale, da

26 CANDIDO, A., “A Revolução de 1930 e a cultura”, op. cit., 1987, pp. 181-198. 27 “O movimento de outubro [...] foi um eixo e um catalisador: um eixo em torno

do qual girou de certo modo a cultura brasileira, catalisando elementos dispersos para dispô-los numa configuração nova. Nesse sentido foi um marco histórico, daqueles que fazem sentir vivamente que houve um ‘antes’ diferente de um ‘depois’. Em grande parte porque gerou um movimento de unificação cultural, projetando na escala da Nação fatos que antes ocorriam no âmbito das regiões. A este aspecto integrador é preciso juntar outro, igualmente importante: o surgimento de condições para realizar, difundir e ‘normalizar’ uma série de aspirações, inovações, pressentimentos gerados no decênio de 1920, que tinha sido uma sementeira de grandes mudanças”. Ibidem, pp. 181-182.

intendersi come movimento di apertura, dal particolare al generale, movimento centrifugo contro movimento centripeto.

Nell’arte e nella letteratura la “normalizzazione” e la “generalizzazione” dei fermenti rinnovatori emersi negli anni Venti sono stati più evidenti che in altri campi:

prendendo come esempio la letteratura, si verificano in essa alcuni tratti che, pur caratteristici del periodo aperto dal movimento rivoluzionario, sono, nella maggior parte dei casi, ‘attualizzazioni’ (nel senso di ‘passaggio da potenza ad atto’) di quello che era stato abbozzato o definito negli anni Venti. È il caso dell’indebolimento progressivo della letteratura accademica; dell’accettazione cosciente o incosciente delle innovazioni formali e tematiche; dell’allargamento delle ‘letterature regionali’ alla scala nazionale; della polarizzazione ideologica28.

Candido condivide quindi, come egli stesso afferma, la posizione di Lafetá, che vede il passaggio dal progetto estetico degli anni Venti al progetto ideologico degli anni Trenta come due momenti di uno stesso processo, che in questo caso è da rintracciare nel Modernismo. Per il famoso critico il Modernismo e la letteratura degli anni Trenta fanno parte di quello che egli individua come il momento probabilmente più ricco della letteratura brasiliana, tra il 1920 e il 1960, pur essendo due momenti diversi, che presentano caratteristiche differenti, quelle di cui si diceva, difficili da armonizzare. Il primo,

il modernismo non è stato molto compreso in quel periodo, è stato un movimento piccolo, di grande importanza storica ma senza molta ripercussione, si è trattato più di un movimento di élite, una élite intellettuale, anche i libri dei modernisti non erano

28 “Tomando por amostra a literatura, verificam-se nela alguns traços que,

embora característicos do período aberto pelo movimento revolucionário, são na maioria ‘atualizações’ (no sentido de ‘passagem da potência ao ato’) daquilo que se esboçara ou definira nos anos 20. É o caso do enfraquecimento progressivo da literatura acadêmica; da aceitação consciente ou inconsciente das inovações formais e temáticas; do alargamento das ‘literaturas regionais’ á escala nacional; da polarização ideológica.” CANDIDO, A., “A Revolução de 1930 e a cultura”, op. cit., 1987, p. 185.

conosciuti, erano libri con tiratura a volte di 500 esemplari, in genere a spese dello stesso autore […] mentre dopo gli anni Trenta no, quando ha pubblicato Graciliano Ramos il Brasile aveva compiuto una svolta29.

Pur consapevole, quindi, delle differenze esistenti tra i due movimenti, Candido sostiene, comunque, come Lafetá, l’idea della continuità.

Un giovane intellettuale, Carlos Lacerda, “negli anni 30 […] insieme a Jorge Amado, l’uomo di lettere di sinistra più attivo e polemico a occupare lo spazio delle riviste letterarie”30, assume una posizione

diversa e, in un articolo pubblicato sulla rivista Revista Acadêmica sotto lo pseudonimo di Nicolau Montezuma e scritto, come dice Bueno31, forse

per prendere parte alla discussione letteraria che si stava svolgendo in quegli anni (1936-37) o forse per reazione al bilancio sul Modernismo proposto dalla rivista Lanterna Verde32, afferma:

per noi, per gli altri, per tutti– anche per coloro che ancora non hanno preso coscienza di queste cose – il modernismo ha avuto origine, ha avuto una ragione di essere ed è ancora in vita, benché non più nella sua forma originaria; avendo sviluppato il germe che portava in sé fiorisce ora in forme nuove che si trasfigurano continuamente. Il modernismo per noi è stato una lettera di affrancamento ottenuta dalla letteratura brasiliana. Una lettera di

29“O modernismo passou muito despercebido naquele tempo, foi um movimento

pequeno, de grande importância histórica, mas sem muita repercussão, foi um movimento mais de elite, uma elite intelectual, inclusive os livros dos modernistas não eram conhecidos, eram livros tirados as vezes a 500 exemplares, geralmente custeados pelo próprio autor [...] em quanto que depois de trinta não, quando o Graciliano Ramos publicou o Brasil tinha virado”. Depoimento de Antonio Candido no Simpósio Graciliano Ramos - 75 anos do livro "Angústia", conferenza citata.

30 “Nos anos 30 [...] ao lado de Jorge Amado, o homem de letras de esquerda

mais ativo e polêmico a ocupar o espaço das revistas literárias”. BUENO, L., Uma história do romance de 30, op. cit., 2006, p. 52.

31 BUENO, L., loc. cit.

32 Lanterna Verde pubblica un bilancio del Modernismo sul numero uscito nel novembre del 1936.

affrancamentoè come un passaporto: averla e non sfruttarla vuol dire non meritarla33.

Le immagini usate nelle parole citate, la semina e la lettera che regala la libertà, rimandano a un’idea di potenzialità, di promessa di qualcosa che dovrebbe svilupparsi in seguito, per cui, come dice Bueno,

la generazione di scrittori che sono attivi negli anni 30 sono allo stesso tempo eredi e legittimatori del movimento del ‘22, il cui grande contributo è stato quello di spalancare le porte a ciò che si sarebbe realizzato in seguito: i nuovi romanzi, gli studi sui problemi brasiliani34.

L’idea di preparazione, richiamata dalle immagini della semina e dell’appena conquistata libertà a cui ricorre Lacerda, si ritrova nella

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