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Capitolo II La teoria dei valori in Ortega y Gasset

2.4 Libertà, Fedeltà, Autenticità

Ortega chiarisce che il fenomeno vitale umano ha due facce e nessuna delle due deve prevalere sull’altra, a differenza del culturalismo rivendica il valore della vita ma insiste sul fatto che un doppio imperativo deve guidare la vita umana: quello spirituale e quello biologico162. Il filosofo spagnolo una volta stabilito che la vita è un valore fondamentale oggettivo e fondante, si augura per l’uomo il perseguimento di una vita nobile che si ispiri a valori superiori. Nel contesto dell’imperativo della realtà storico-vitale, la critica più autorevole concorda nel ritenere valori esemplari per il perseguimento di una vita nobile il valore della libertà, della fedeltà e della autenticità163.

Ortega considera la vita come libertà, vivere significa essere liberi dovendo però decidere per il proprio futuro all’interno di un hic et nunc che non è suscettibile al cambiamento, che non può essere scelto e nel quale è evidente la esperienza del passato. La vita è trovarsi in un mondo determinato che si costituisce in una fatalità vitale che obbliga a scegliere tra le possibili traiettorie: “vivere significa sentirsi fatalmente forzati a esercitare la libertà, a decidere ciò

160 J.Ortega y Gasset, El tema de nuestro tiempo, cit, 584. 161 W. J. Linares Delfín, op.cit., p.160.

162 Ivi, p.160-161. 163 Ivi, p.165.

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che saremo in questo mondo”164. Nell’esercizio della libertà l’uomo scopre il progetto che deve realizzare, l’uomo è condannato a creare il proprio destino e non ha nessun altro rimedio che esercitare la libertà di cui dispone, è obbligato a essere libero. Il valore di libertà in Ortega assume tre significati: è la consapevolezza di essere liberi senza possibilità alternativa. È possibilità di fare ovvero possibilità di decisione in una vita che è essenzialmente occupazione. Infine, è una limitazione, si tratta di una libertà che però è sempre limitata a una fatalità data e alla coesistenza con altri valori ed elementi fondamentali della vita. In sintesi, il valore libertà consiste nella consapevolezza dell’uomo di decidere il suo futuro con le limitazioni che le impone la sua personale circostanza. Si tratta di valori oggettivi che esistono a prescindere dal soggetto, è evidente che il valore libertà esiste sebbene non sia un ingrediente della circostanza vitale di un individuo. Una persona non libera, di fatto, ha una percezione chiara e distinta del valore di libertà e della sua assenza nella sua particolare circostanza. Inoltre, è un valore universale. Ortega, sin dai suoi primi scritti, considera la libertà come uno dei valori che rendono nobile la vita insieme al valore della fedeltà.165 Il valore della fedeltà fa parte della vita come massima espressione della disposizione dell’uomo di osservare lealmente la vocazione a essere se stessi una volta scoperto il proprio progetto vitale. La vocazione porta l’uomo a essere fedele verso se stesso e a rinunciare ad altre forme di esistenza che falsificano la vita personale. Nella fedeltà alla vocazione, l’uomo sperimenta un profondo senso di realizzazione personale, ma c’è qualcosa in più: la fedeltà include la lealtà alla vita stessa e alla sua prospettiva vitale. Se l’uomo è fedele al suo punto di vista personale, la sua visione del mondo sarà congrua alla realtà. Fedeltà alla vocazione significa lealtà verso se stessi, verso la propria realtà vitale, per tale ragione la fedeltà riassume l’imperativo della realtà storico-vitale166. La fedeltà deve manifestarsi anche nel rispetto del piacere, un piacere estremamente

164 J.Ortega y Gasset, La rebelión de las masas, cit.,401. 165 Ivi, p. 170.

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personale e dunque egoista perché rimane legato alla realtà vitale e circostanziale di ogni individuo:

Non mi fido di chi non è leale con i suoi piaceri, di chi non sa chiaramente se si annoia o si diverte o non corre il rischio di godere della vita o non soddisfa le sue aspirazioni. Ogni organismo sano presenta il desiderio di godere del piacere, desiderio che bisogna soddisfare pena il rischio di uno squilibrio. L’animale malato perde il suo desiderio di godere167.

Il valore di fedeltà si inserisce nella realtà vitale come compromesso che assume l’uomo in modo libero nel momento in cui compie la propria vocazione a essere se stesso e rinuncia alla falsificazione della sua vita. Questa lealtà dovrebbe includere l’osservanza del piacere oltre l’egoismo personale. Si tratta di un valore universale che rende nobile la vita umana e aiuta a creare una società perfetta perchè la fedeltà verso se stessi è il cammino verso una vita che aspira alla perfezione in quanto aiuta a consolidare la vocazione e permette l’esperienza di un profondo senso di realizzazione personale. La fedeltà, dunque, conferisce alla vita una marcata vitalità. È questa la autentica preoccupazione orteghiana: fedeltà alla vocazione, fedeltà alla prospettiva vitale.

Il valore di autenticità si trova in stretta relazione con la libertà e la fedeltà. L'uomo sceglie la realizzazione del suo destino. Se è fedele a se stesso, alla sua vocazione, la sua vita è autentica diversamente la sua esistenza mancherà di autenticità:

Appare così il più sorprendente dei suoi drammi vitali: l’uomo possiede un ampio margine di libertà in relazione al suo io o al suo destino. Può non realizzarlo, può essere infedele verso se stesso e la sua vita mancherà di autenticità. Se per vocazione non si intende esclusivamente una forma generica di occupazione

63 professionale ma significa avere un progetto di vita, è chiaro che il nostro io è la nostra vocazione. Possiamo essere fedeli più o meno alla nostra vocazione e la nostra vita sarà più o meno autentica168.

L’autenticità è sentire, pensare e fare solo ciò che in maniera personale l’uomo deve sentire, pensare e fare. Tutto ciò acquisisce valore perché la vita ha una scadenza, è un periodo di tempo limitato: non seguire se stessi e la propria personalissima vocazione significa perdere ore preziose di esistenza. Da qui deriva che l’ensimismamiento dell’uomo equivale a essere in sé, ad assumere nella propria solitudine il controllo della propria vita, per Ortega l’autenticità della vita si misura sulla base della quantità di solitudine, più è profondo è il processo di

ensimismamiento, maggiore sarà l’autenticità della vita169. Una vita autentica è dunque una vita in cui l’uomo si orienta all’interno del naufragio tra le cose della sua circostanza. La scelta di fare della propria vita, una vita autentica o di renderla falsa è una scelta di responsabilità, l’essere fuori di sé, l’alterarsi equivale a vivere una vita priva di autenticità, Ortega scrive “l’uomo alterato e fuori di sé ha perso la sua autenticità e vive una vita falsa”170. La scelta di falsificare la propria vita però non è del tutto individuale, l’uomo per natura è immerso in una cultura di cui ne è erede e da cui riceve tutto un sistema di forme di pensiero, modelli di comportamento che sono esterni alla sua persona. È una condizione che rende la vita sempre meno individuale e sempre più collettiva. A volte si rischia di falsificare la vita per paura della solitudine, trasformando il nostro essere in un essere sociale. Oltre ad aver bisogno di una vita autentica, abbiamo bisogno di una cultura che restituisca alla vita un alto grado di autenticità e ciò è possibile solo quando l’uomo realizza un sincero sforzo di riflessione su se stesso:

168 J.Ortega y Gasset, Goethe desde dentro, cit., 126.

169 J.Ortega y Gasset, Prólogo a una edición de sus Obras (1932), O.C., VI, 89. 170 J.Ortega y Gasset, En torno a Galileo (1933), cit., 425.

64 L’uomo che vive nella confusione reagisce ai problemi creando una nuova cultura. Per quello si ritira in se stesso. Non c’è creazione senza la capacità di ritirarsi in sé. L’uomo estremamente “acculturato” e “socializzato” vive di una cultura falsa e ha bisogno di un’altra forma di cultura, ovvero, di una cultura autentica. Essa non può che nascere dal proprio io personale. L’uomo deve, quindi, prendere contatto con se stesso171.

Il valore di autenticità, al pari della fedeltà e libertà è un valore oggettivo, esiste a prescindere dalla vita individuale e si fonda su proprietà reali delle cose e dunque si fonda sugli attributi di una vita che sia libera e fedele alla vocazione individuale. Per Ortega il valore dell’autenticità è privilegio solo di un gruppo di individui: “solo certe individualità di condizione privilegiata possiedono il talento di distinguere dentro di loro ciò che è autentico e ciò che non lo è ed eliminare ciò che deriva dal contorno sociale”172. Una vita nobile dunque lo è perché è libera, fedele e autentica, la sfida della società è, dunque, incarnare i valori che conducono alla vita nobile.