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Libri di testo digitali ed espansioni

Nel documento Didattica senza barriere (pagine 104-107)

Smartpen e riconoscimento della grafia

7.1. Libri di testo digitali ed espansioni

Come abbiamo visto al paragrafo 2.2, il tema dell’adozione di libri digitali a scuola è molto ampio ed articolato, anche solo da un punto

di vista della normativa di riferimento. È utile, soprattutto per la scelta dei materiali più convenienti ed adatti alla propria progettualità didat-tica, avere ben presenti alcune indicazioni di massima che, nella linea di quanto si è visto e discusso finora, possano aiutare a costruire un ambiente di apprendimento il più possibile accessibile ed inclusivo.

Prima di tutto è necessario fare attenzione a quale sia la tecnologia utilizzata dai libri digitali o dalle espansioni digitali di libri cartacei in adozione. In alcuni casi infatti accanto al libro di testo cartaceo viene fornita una versione PDF dello stesso volume. Come avremo modo di vedere più approfonditamente nel prossimo paragrafo, questo forma-to ha caratteristiche che sono meno scontate di quelle comunemente note agli utenti più inesperti. In primo luogo, i PDF veramente ac-cessibili sono piuttosto difficili da ottenere, se si adotta una visione “classica” di accessibilità, ovvero di compatibilità con le più diffuse tecnologie assistive. Il colpevole spesso non è il formato in sé e per sé, bensì il modo in cui un file PDF viene creato, unitamente all’imposta-zione grafica del contenuto: testi impaginati su più colonne, anche se selezionabili e compatibili con una sintesi vocale, saranno tendenzial-mente più problematici da gestire per utenti di screen reader o di altri software di supporto alla lettura, per via della difficoltà che spesso si presenta nel selezionare con esattezza una porzione del testo, o nello spostarsi nell’ordine corretto da una sezione alla successiva.

Fortunatamente il formato PDF, per quanto longevo ed ubiquo, non rappresenta l’unica soluzione disponibile per chi voglia diffonde-re una pubblicazione in digitale. Esistono alternative più accessibili e flessibili, come il formato EPUB, uno standard riconosciuto a livello internazionale per la diffusione di ebook sviluppato dall’International Digital Publishing Forum (IDPF), un’organizzazione internazionale con la mission di promuovere standard di pubblicazione che permet-tano il massimo dell’interoperabilità tra piattaforme diverse (Polanka, 2013). La principale differenza tra i due formati consiste nel fatto che la visualizzazione predefinita per l’EPUB è liquida, ovvero il libro si può adattare alle dimensioni dello schermo o della finestra nel quale viene visualizzato. Questo significa, ad esempio, avere la possibilità di modificare a piacimento alcuni aspetti tipografici, come il tipo di carattere o i colori del testo e dello sfondo: questi aspetti saranno ge-stibili direttamente dal lettore e non influiranno sul contenuto. Que-sta proprietà è spesso considerata interessante per la lettura di testi narrativi o di saggistica, perché si sposa alla perfezione con una mo-dalità di lettura lean back, ovvero la lettura rilassata o che comunque

sottolineature o note (Roncaglia, 2010). Queste semplici annotazioni sono infatti possibili sui libri in formato EPUB, grazie a programmi gratuiti come Adobe Digital Editions 1, Apple iBooks 2 o Aldiko 3, o a dispositivi di lettura dedicati come Kindle o Kobo.

Oltre alla visualizzazione liquida, tuttavia, EPUB supporta anche la possibilità di essere impaginato con un layout fisso, in modo simile a quello che avviene con i PDF. Questa funzionalità, che senz’altro ne riduce la versatilità, lo rende però in grado di veicolare anche opere nelle quali sia necessario mantenere un’impaginazione in cui testo ed elementi grafici siano in una precisa relazione. È il caso ad esempio dei sussidiari per la scuola primaria, per i quali in genere si preferiscono formati come il PDF o altre soluzioni non riconducibili a un vero e proprio standard.

È infatti molto frequente che le espansioni digitali dei libri di testo in adozione siano basate su piattaforme di pubblicazione che adottano tecnologie web, le quali vengono poi rese disponibili offline. Il caso migliore, sempre in un’ottica di accessibilità, è quello (purtroppo piut-tosto raro) in cui i contenuti digitali siano sviluppati utilizzando tec-nologie quali HTML, CSS ed eventualmente Javascript: queste sono alla base della maggioranza delle pagine web e come abbiamo visto al paragrafo 2.2 esistono diverse linee guida e numerosi strumenti di valutazione per questo tipo di contenuti. Ma è senz’altro più frequente incontrare contenuti digitali integrativi sviluppati utilizzando la tec-nologia Adobe AIR, che rappresenta una evoluzione del più famoso Adobe Flash 4. Questi contenuti sono tendenzialmente meno

accessi-1 Adobe Digital Editions è un programma gratuito disponibile per i sitemi Windows e MacOS, in grado di aprire libri in formato EPUB e PDF. È compatibile con il DRM di Ado-be, una tecnologia che permette di limitare l’uso di un file perché questo possa essere fruito esclusivamente da un utente che ne abbia il diritto, o per un determinato periodo di tempo. Questa soluzione è spesso utilizzata dai servizi di prestito digitale di libri.

2 Apple iBooks è un software disponibile esclusivamente per i dispositivi Apple (sia mobile che desktop), che permette la lettura di libri nei formati EPUB e iBooks, un formato proprietario derivato proprio da EPUB ma arricchito con funzionalità avanzate.

3 Aldiko è un’applicazione gratuita (con una versione a pagamento) disponibile per i dispositivi Android. Può aprire file in formato PDF o EPUB, ma anche altri formati meno comuni. Supporta la tecnologia DRM di Adobe, quindi può essere utilizzata per il prestito digitale in alternativa a Adobe Digital Editions.

4 Adobe AIR (https://get.adobe.com/it/air/) è quel che in informatica si definisce un ambiente di runtime, ovvero un’applicazione che permette di eseguire programmi scritti in un determinato linguaggio su piattaforme diverse e senza particolari altre dipendenze softwa-re. Si basa su Adobe Flash, tecnologia molto utilizzata per giochi destinati all’uso via browser e altri elementi interattivi (http://www.adobe.com/devnet/flashplatform/whitepapers/roa-dmap.html).

bili rispetto ad altri in quanto spesso quello che viene offerto è un’im-magine delle pagine di un libro di testo, con eventualmente alcuni ele-menti multimediali aggiunti ad un livello superiore. Queste soluzioni sono interessanti perché permettono l’annotazione delle pagine, con strumenti come evidenziatori virtuali o caselle di testo in stile post-it. Possono permettere anche l’aggiunta di ulteriori elementi, attraver-so l’inserimento di file provenienti da altre attraver-sorgenti, ma in genere la limitazione più grande è l’impossibilità di selezionare il testo vero e proprio, rendendo quindi impossibili almeno due azioni: l’uso, da un lato, della tecnologia della sintesi vocale, e il prelevamento (attraverso la basilare accoppiata di comandi “copia” e “incolla”) di porzioni del testo per una loro rielaborazione personale (ad esempio in un lavoro di riassunto o di schematizzazione con le mappe).

Nel documento Didattica senza barriere (pagine 104-107)