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Limiti di funzionamento

Ciclo di raffreddamento

Temperatura aria ingresso scambiatore lato aria B.S.:

20°C ÷ 42°C con temperatura acqua in uscita a 7°C.

In nessun caso l’unità deve funzionare normalmente con temperatura dell’acqua in uscita superiore a 18°C.

T (°C)=temperatura aria esterna B.S.

t (°C)=temperatura acqua prodotta Salto termico sull'evaporatore: t = 3÷8°C.

Funzionamento con controllo di condensazione (KFI) Funzionamento standard

 Minima pressione acqua = 0,5bar

 Massima pressione acqua = 3bar Ciclo di riscaldamento (per THCEY)

Temperatura aria ingresso scambiatore lato aria B.U. -5°C ÷ 20°C.

Temperatura acqua in uscita: 30°C÷55°C.

0 5

-5 10 15 20 40

40 35 45

KFI 50

53

-10

114÷128

T (°C)=temperatura aria esterna B.U.

t (°C)=temperatura acqua prodotta Massima temperatura acqua ingresso 48°C Salto termico sul condensatore: t=3÷8C

Funzionamento con controllo di condensazione (KFI) Funzionamento standard

 Minima pressione acqua = 0,5bar

 Massima pressione acqua = 3bar

SEZIONE I: UTENTE

I.6 AVVERTENZE SU SOSTANZE

POTENZIALMENTE TOSSICHE

PERICOLO!

Leggere attentamente le informazioni ecologiche e le prescrizioni seguenti relative ai fluidi frigorigeni utilizzati.

I.6.1.1 Identificazione del tipo di fluido frigorigeno impiegato

 Difluorometano (HFC 32) 50% in peso N° CAS: 000075-10-5

 Pentafluoroetano (HFC 125) 50% in peso N° CAS: 000354-33-6

I.6.1.2 Identificazione del tipo di olio impiegato

L’olio di lubrificazione impiegato è del tipo poliestere; in ogni caso fare riferimento alle indicazioni che si trovano sulla targhetta posta sul compressore.

PERICOLO!

Per ulteriori informazioni sulle caratteristiche del fluido frigorigeno e dell’olio impiegati si rimanda alle schede tecniche di sicurezza disponibili presso i produttori di refrigerante e di lubrificante.

I.6.1.3 Informazioni ecologiche principali sui tipi di fluidi frigorigeni impiegati

 Persistenza, degradazione ed impatto ambientale Fluido Formula chimica GWP (su 100 anni)

R32 CH2F2 550

R125 C2HF5 3400

I refrigeranti HFC R32 e R125 sono i singoli componenti che miscelati al 50% costituiscono R410A. Essi appartengono alla famiglia dei fluidi idrofluorocarburi e sono regolamentati dal Protocollo di Kyoto (1997 e successive revisioni) poiché sono fluidi che producono effetto serra.

L’indice che misura l’attitudine del refrigerante all’effetto serra antropico è il GWP (Global Warming Potential). Convenzionalmente per l’anidride carbonica (CO2) l’indice GWP=1.

Il valore del GWP assegnato a ciascun refrigerante, rappresenta il quantitativo equivalente in kg di CO2 che si deve emettere in atmosfera in una finestra temporale di 100 anni, per avere lo stesso effetto serra di 1kg di refrigerante disperso nel medesimo arco di tempo.

La miscela R410A è priva di elementi che distruggono l’ozono come il cloro, pertanto il suo valore di ODP (Ozone Depletion Potential) è nullo (ODP=0).

Refrigerante R410A Componenti R32/R125 Composizione 50/50

ODP 0 GWP (su 100 anni) 2000 SALVAGUARDIA AMBIENTALE!

I fluidi Idrofluorocarburi contenuti nell’unità non possono essere dispersi in atmosfera poiché sono fluidi che producono effetto serra.

R32 e R125 sono dei derivati da idrocarburi che si decompongono con relativa rapidità nell’atmosfera inferiore (troposfera). I prodotti della decomposizione sono altamente disperdibili e quindi hanno una concentrazione molto bassa. Non influenzano lo smog fotochimico cioè non rientrano tra i composti organici volatili VOC secondo quanto stabilito dall’accordo UNECE.

 Effetti sul trattamento degli effluenti

Gli scarichi di prodotto rilasciati all’atmosfera non provocano contaminazione delle acque a lungo termine.

 Controllo dell’esposizione/protezione individuale

Usare indumenti protettivi e guanti adatti e proteggersi gli occhi e la faccia.

 Limiti di esposizione professionale:

R410A

HFC 32 TWA 1000 ppm

 Manipolazione PERICOLO!

Le persone che usano e provvedono alla manutenzione dell’unità dovranno essere adeguatamente istruite circa i rischi dovuti alla manipolazione di sostanze potenzialmente tossiche. La non osservanza delle suddette indicazioni può causare danni alle persone ed all’unità.

Evitare l’inalazione di elevate concentrazioni di vapore. Le concentrazioni atmosferiche devono essere ridotte al minimo e mantenute al minimo livello, al di sotto del limite di esposizione professionale. I vapori sono più pesanti dell’aria, quindi è possibile la formazione di concentrazioni elevate vicino al suolo dove la ventilazione generale è scarsa. In questi casi, assicurare adeguata ventilazione.

Evitare il contatto con fiamme libere e superfici calde perché si possono formare prodotti di decomposizione irritanti e tossici. Evitare il contatto tra liquido e gli occhi o la pelle.

 Misure in caso di fuoriuscita accidentale

Assicurare un’adeguata protezione personale (con l’impiego di mezzi di protezione per le vie respiratorie) durante l’eliminazione degli

spandimenti. Se le condizioni sono sufficientemente sicure, isolare la fonte della perdita.

In presenza di spandimenti di modesta entità, lasciare evaporare il materiale a condizione che vi sia una ventilazione adeguata. Nel caso di perdite di entità rilevante, ventilare adeguatamente la zona.

Contenere il materiale versato con sabbia, terra o altro materiale assorbente idoneo.

Impedire che il liquido penetri negli scarichi, nelle fognature, negli scantinati e nelle buche di lavoro, perché i vapori possono creare un’atmosfera soffocante.

I.6.1.4 Informazioni tossicologiche principali sul tipo di fluido frigorigeno impiegato

 Inalazione

Concentrazioni atmosferiche elevate possono causare effetti anestetici con possibile perdita di coscienza. Esposizioni prolungate possono causare anomalie del ritmo cardiaco e provocare morte improvvisa.

Concentrazioni più elevate possono causare asfissia a causa del contenuto d’ossigeno ridotto nell’atmosfera.

 Contatto con la pelle

Gli schizzi di liquido nebulizzato possono provocare ustioni da gelo. È improbabile che sia pericoloso per l’assorbimento cutaneo. Il contatto ripetuto o prolungato può causare la rimozione del grasso cutaneo, con conseguenti secchezza, screpolature e dermatite.

 Contatto con gli occhi

Spruzzi di liquido possono provocare ustioni da gelo.

 Ingestione

Altamente improbabile, ma se si verifica può provocare ustioni da gelo.

I.6.1.5 Misure di primo soccorso

 Inalazione

Allontanare l’infortunato dall’esposizione e tenerlo al caldo e al riposo.

Se necessario, somministrare ossigeno. Praticare la respirazione artificiale se la respirazione si è arrestata o dà segni di arrestarsi.

In caso di arresto cardiaco effettuare massaggio cardiaco esterno e richiedere assistenza medica.

 Contatto con la pelle

In caso di contatto con la pelle, lavarsi immediatamente con acqua tiepida. Far sgelare con acqua le zone interessate. Togliere gli indumenti contaminati. Gli indumenti possono aderire alla pelle in caso di ustioni da gelo. Se si verificano sintomi di irritazioni o formazioni di vesciche, richiedere assistenza medica.

 Contatto con gli occhi

Lavare immediatamente con soluzione per lavaggio oculare o acqua pulita, tenendo scostate le palpebre, per almeno dieci minuti.

Richiedere assistenza medica.

 Ingestione

Non provocare il vomito. Se l’infortunato è cosciente far sciacquare la bocca con acqua e far bere 200-300 ml d’acqua.

Richiedere immediata assistenza medica.

 Ulteriori cure mediche

Trattamento sintomatico e terapia di supporto quando indicato. Non somministrare adrenalina e farmaci simpaticomimetici similari in seguito

SEZIONE I: UTENTE

I.6.2 INFORMAZIONI SUI RISCHI RESIDUI E

PERICOLI CHE NON POSSONO ESSERE ELIMINATI

Fig. 2

Indica la presenza di organi in movimento (cinghie, ventilatori)

Indica la presenza di superfici calde (circuito frigo, testate dei compressori)

Indica la presenza di componenti in tensione

Indica la presenza di spigoli acuminati in corrispondenza delle batterie alettate

I.7 DESCRIZIONE COMANDI

I comandi sono costituiti dall’interruttore generale, dall’interruttore automatico e dal pannello interfaccia utente accessibili sulla macchina.

I.7.1 INTERRUTTORE GENERALE

Dispositivo di manovra e sezionamento dell’alimentazione a comando manuale del tipo “b” (rif. EN 60204-1§5.3.2).

I.7.2 INTERRUTTORI AUTOMATICI

 Interruttore automatico a protezione del compressore L’interruttore permette l’alimentazione e l’isolamento del circuito di potenza del compressore.

 Fusibili a protezione dei ventilatori (per taglie 114-126) Fusibile a protezione dei ventilatori e per l’isolamento del circuito di potenza dei ventilatori

 Interruttore automatico a protezione dei ventilatori (per taglia 128)

L’interruttore permette l’alimentazione e l’isolamento del circuito di potenza dei ventilatori.

SEZIONE II: INSTALLAZIONE E MANUTENZIONE

II SEZIONE II: INSTALLAZIONE E MANUTENZIONE

II.1 DESCRIZIONE DELL’UNITÀ

II.1.1 CARATTERISTICHE COSTRUTTIVE

○ Struttura portante e pannellatura realizzate in peraluman;

basamento in lamiera di acciaio zincata, vano compressore insonorizzato.

○ N° 1 compressore ermetico rotativo Scroll completo di protezione termica esterna.

○ Scambiatore lato acqua di tipo a piastre saldobrasate in acciaio inox completo di resistenza antigelo, isolamento in poliuretano espanso e valvola di sfiato aria interno alla macchina.

○ Scambiatore lato aria costituito da batteria in tubi di rame e alette di alluminio completo di rete di protezione.

○ Elettroventilatore di tipo centrifugo direttamente accoppiato, munito di protezione termica interna, mandata verticale dell’aria di

condensazione ed evaporazione e completo di reti di protezione.

○ Attacchi idraulici filettati maschio.

○ Pressostato differenziale a protezione dell’unità da eventuali interruzioni del flusso acqua.

○ Circuito frigorifero realizzato con tubo di rame ricotto (EN 12735-1-2) completo di: filtro deidratatore, attacchi di carica, pressostato di sicurezza a riarmo manuale sul lato di alta pressione, valvola di sicurezza, pressostato a riarmo automatico per il controllo della pressione sul lato di bassa, indicatore liquido-umidità, valvola di espansione termostatica (n°2 per THCEY), valvola di inversione ciclo (per THCEY), ricevitore di liquido con valvola di sicurezza (per THCEY) e valvole di ritegno (n° 2 per THCEY).

○ La versione T è completa di accumulo, vaso di espansione calcolato per la quantità di acqua presente all’interno della macchina (pressione massima di esercizio 3 bar, precarica di 1 bar, capacità 7l), valvola di sicurezza 3 bar, rubinetti di scarico (in dotazione da montare), valvola di sfiato manuale, pompa (121 T-128 T), circolatore (114 T-117 T) o pompa ad alta prevalenza (114 H-117 H).

○ Unità completa di:

 vaschetta raccogli condensa (per THCEY);

 compatibile, con funzione AdaptiveFunction Plus.

 carica di fluido frigorigeno R410A.

II.1.2 QUADRO ELETTRICO

○ Quadro elettrico accessibile smontando il pannello superiore laterale sinistro, conforme alle norme IEC in vigore, munito di apertura e chiusura mediante apposito utensile.

○ Completo di:

 cablaggi elettrici predisposti per la tensione di alimentazione 400V-3ph+N-50Hz;

 alimentazione circuito ausiliario 230V-1ph-50Hz derivata dall’alimentazione generale;

 interruttore generale di manovra-sezionatore sull’alimentazione, completo di dispositivo bloccoporta di sicurezza;

 interruttore automatico a protezione del compressore;

 fusibile di protezione per il circuito ausiliario;

 Fusibile a protezione dei ventilatori (114-126);

 Interruttore automatico a protezione dei ventilatori (128)

 contattore di potenza per il compressore;

 comandi e controlli macchina remotabili.

○ Scheda elettronica programmabile a microprocessore gestita dalla tastiera inserita in macchina. La scheda assolve alle funzioni di:

 Regolazione e gestione dei set delle temperature dell’acqua in mandata alla macchina; dell’inversione ciclo (per THCEY); delle temporizzazioni di sicurezza; della pompa di circolazione; del contaore di lavoro del compressore e della pompa; dei cicli di sbrinamento (per THCEY) in temperatura; della protezione antigelo elettronica ad inserzione automatica con macchina spenta; delle funzioni che regolano la modalità di intervento dei singoli organi costituenti la macchina;

 protezione totale della macchina, eventuale spegnimento della stessa e visualizzazione di tutti i singoli allarmi intervenuti;

 monitore di sequenza fasi a protezione del compressore;

 protezione dell’unità contro bassa o alta tensione di alimentazione

 visualizzazione dei set programmati mediante display; delle temperature acqua in/out mediante display degli allarmi mediante display; del funzionamento refrigeratore o pompa di calore mediante led (per THCEY); dei valori delle tensioni elettriche presenti nelle tre fasi del circuito elettrico di potenza che alimenta l’unità;

 autodiagnosi con verifica continua dello status di funzionamento della macchina;

 interfaccia utente a menù;

 gestione dello storico allarmi (se presente l’accessorio KTR, menù protetto da password costruttore). In particolare, per ogni allarme viene memorizzato:

 data ed ora di intervento (se presente l’accessorio KSC);

 codice e descrizione dell’allarme;

 i valori di temperatura dell’acqua in/out nell’istante in cui l’allarme è intervenuto;

 i valori di pressione di condensazione nel momento dell’allarme (se presente l’accessorio KFI);

 tempo di ritardo dell’allarme dall’accensione del dispositivo a lui collegato;

 status del compressore e del ventilatore al momento dell’allarme (se presente l’accessorio KFI viene visualizzato lo status dell’uscita analogica);

○ Funzioni avanzate:

 predisposizione per collegamento seriale (accessorio KRS 485, KFTT10, KRS232, KUSB);

 predisposizione per gestione fasce orarie e parametri di lavoro con possibilità di programmazione settimanale/giornaliera di funzionamento (accessorio KSC);

 check-up e verifica di dello status di manutenzione programmata;

 collaudo della macchina assistito da computer;

 autodiagnosi con verifica continua dello status di funzionamento della macchina.

 regolazione dinamica del set-point (funzione AdaptiveFunctionPlus).

II.2 RICAMBI E ACCESSORI

IMPORTANTE!

Utilizzare solo ed esclusivamente ricambi e accessori originali.

RHOSS S.p.A. declina ogni responsabilità per danni causati da manomissioni o interventi eseguiti da personale non autorizzato o per disfunzioni dovute all’uso di ricambi o accessori non originali.

II.2.1 ACCESSORI MONTATI IN FABBRICA

RAA – Resistenza antigelo accumulo.

USC – Mandata orizzontale dell’aria di espulsione dei ventilatori.

SIL – insonorizzazione del compressore mediante cuffia isolante.

DSP – Doppio set point mediante il consenso digitale (incompatibile con l’accessorio CS). E’ compatibile solo con la modalità Precision.

CS – set point scorrevole mediante segnale analogico 4-20mA

(incompatibile con l’accessorio DSP e KEAP). E’ compatibile solo con la modalità Precision.

SFS – Dispositivo Soft Starter.

RCC – resistenza al carter compressore.

II.2.2 ACCESSORI FORNITI SEPARATAMENTE

KFA – filtro acqua.

KSA – Supporti antivibranti in gomma.

KVDEV – Valvola deviatrice a 3 vie per la gestione della produzione di acqua calda sanitaria.

KRIT –Resistenza elettrica integrativa per pompa di calore.

KFI – Dispositivo elettronico proporzionale per la regolazione in pressione e in continuo della velocità di rotazione del ventilatore fino a temperature dell’aria esterna di -9°C in funzionamento come

refrigeratore e fino a temperatura dell’aria esterna di 30°C in funzionamento a pompa di calore.

KTR – Tastiera remota per il comando a distanza, con display LCD retroilluminato.

KSC – Scheda clock per la visualizzazione della data/ora e la gestione della macchina con fasce orarie giornaliere e settimanali di start/stop, con possibilità di variarne i set-point. Le impostazioni possono essere eseguite da tastiera remota (KTR) o da supervisore.

SEZIONE II: INSTALLAZIONE E MANUTENZIONE KRS485 – Interfaccia seriale RS485 per dialogo logico con building

automation e sistemi di supervisione (Protocolli supportati: protocollo proprietario; Modbus® RTU).

KFTT10 – Interfaccia seriale FTT10per collegamento a sistemi di supervisione protocollo LonWorks® compatibile.

KRS232 – Convertitore seriale RS485/RS232 per il collegamento a sistemi di supervisione, da associarsi ad uno o più moduli di interfaccia seriale KRS485 nel caso di gestione centralizzata delle unità.

KUSB – Convertitore seriale RS485/USB per il collegamento a sistemi di supervisione, da associarsi ad uno o più moduli di interfaccia seriale KRS485 nel caso di gestione seriale dell’unità.

KRAS – Raccordo antivibrante aspirazione KRMA – Raccordo antivibrante mandata

La descrizione e le istruzioni di montaggio degli accessori sono fornite assieme al corrispondente accessorio.

II.3 TRASPORTO – MOVIMENTAZIONE IMMAGAZZINAMENTO

PERICOLO!

Gli interventi di trasporto e movimentazione vanno eseguiti da personale specializzato e addestrato a tali operazioni.

SALVAGUARDIA AMBIENTALE

Smaltire i materiali dell’imballo in conformità alla legislazione nazionale o locale vigente nel Vostro paese. Non lasciare gli imballi a portata dei bambini.

IMPORTANTE!

Porre attenzione affinché la macchina non subisca urti accidentali.

II.3.1 IMBALLAGGIO, COMPONENTI

PERICOLO!

NON APRIRE O MANOMETTERE L’IMBALLO FINO AL PUNTO DI INSTALLAZIONE.

Gli interventi di movimentazione e sollevamento vanno eseguiti da personale specializzato e addestrato a tali operazioni.

Portare la macchina con imballo integro fino al luogo d’installazione con carrello elevatore a forche o transpallet, ponendo attenzione alla posizione del baricentro non centrato (posizione del simbolo indicativa ed approssimata, verificare sempre la stabilità).

Le unità sono fornite all’interno di un imballo di cartone, posizionate sopra un pallet di legno, fissate con 4 viti e regettate.

I componenti a corredo dell’unità sono:

 istruzioni per l’uso;

 schema elettrico;

 elenco centri di assistenza autorizzati;

 documenti di garanzia;

 certificati delle valvole di sicurezza

 manuali d’uso e manutenzione delle valvole di sicurezza, dei

II.4 INDICAZIONI PER LA MOVIMENTAZIONE

PERICOLO!

La posizione del baricentro non centrato potrebbe dar luogo a movimenti repentini e pericolosi. La movimentazione dell’unità deve essere eseguita con cura onde evitare danni alla struttura esterna e alle parti meccaniche ed elettriche interne.

Assicurarsi inoltre che non vi siano ostacoli o persone lungo il tragitto, onde evitare pericoli di urti, schiacciamento o ribaltamento del mezzo di sollevamento.

TCCE – THCE 114÷128

X Y

Y X

G G

G G

TCCE – THCE 114÷128T-H

Fig.5 Posizione del baricentro indicativa ed approssimata.

X Y Peso (*)

MODELLO

(cm) (cm) kg

TCCEY 114 56,5 28,0 260

TCCEY 117 55,0 26,5 280

TCCEY 121 65,0 31,2 350

TCCEY 126 65,0 31,0 370

TCCEY 128 65,0 31,0 370

THCEY 114 56,5 28,0 280

THCEY 117 55,0 26,5 290

THCEY 121 65,0 34,2 370

THCEY 126 65,0 34,0 380

THCEY 128 65,0 34,0 380

TCCEY 114 T-H 62,0 25,6 350

TCCEY 117 T-H 61,0 27,1 370

TCCEY 121 T 73,5 32,0 440

TCCEY 126 T 73,0 32,2 470

TCCEY 128 T 73,0 32,2 470

THCEY 114 T-H 57,0 27,1 360

THCEY 117 T-H 62,0 26,6 380

THCEY 121 T 73,0 34,0 450

SEZIONE II: INSTALLAZIONE E MANUTENZIONE Il sollevamento a macchina sballata va eseguito esclusivamente per

togliere il pallet e/o collocare la macchina a terra, svitare prima le 4 viti di fissaggio. Tutte le operazioni di movimentazione devono essere eseguite con la massima attenzione e cura. Non utilizzare

assolutamente questo metodo per sollevamenti o spostamenti diversi da quelli descritti.

Per il sollevamento dell’unità non imballata, utilizzare cinghie tessili non usurate e con protezione per angoli taglienti. Imbragare la macchina come indicato in Fig. 6 facendo passare le cinghie tessili sugli appositi passaggi nel basamento. Tensionare le cinghie verificando che le stesse rimangano aderenti al bordo superiore dell’asola; sollevare l’unità di pochi centimetri e, solo dopo aver verificato la stabilità del carico, estrarre il pallet avendo cura di non interporre parti del corpo onde evitare qualsivoglia rischio da eventuale schiacciamento o urto derivante da cadute o movimenti repentini accidentali del carico.

Abbassare la macchina lentamente e quindi fissarla a terra.

Togliere il film protettivo dalle pannellature una volta installata la macchina.

SALVAGUARDIA AMBIENTALE!

Smaltire i materiali dell’imballo in conformità alla legislazione nazionale o locale vigente nel Vostro paese.

PERICOLO!

Non lasciare gli imballi a portata di bambini.

II.4.1 CONDIZIONI DI IMMAGAZZINAMENTO

Le unità non sono sovrapponibili. I limiti di temperatura di

immagazzinamento sono –20÷60°C.

II.5 ISTRUZIONE DI INSTALLAZIONE

PERICOLO!

L’installazione deve essere eseguita esclusivamente da tecnici esperti abilitati ad operare su prodotti per il condizionamento e la refrigerazione. Un’installazione non corretta può determinare un cattivo funzionamento dell’unità con conseguenti sensibili cali di rendimento.

PERICOLO!

È fatto obbligo al personale di seguire le normative locali o nazionali vigenti all’atto della messa in opera della macchina. Se l’unità installata è accessibile a persone di età inferiore a 14 anni utilizzare reti di protezione o altri dispositivi atti ad evitare ogni possibilità di contatto. La

documentazione relativa agli accessori forniti separatamente viene allegata agli stessi.

PERICOLO!

Non appoggiarsi alla batteria di scambio termico e agli angoli della struttura, in quanto per uso improprio possono essere causa di tagli, utilizzare idonee protezioni individuali (guanti, occhiali, ecc.).

Se l’unità non viene fissata sui supporti antivibranti (KSA), una volta posta a terra deve essere saldamente ancorata al pavimento mediante l’utilizzo di tasselli a filettatura metrica M10. A tale scopo sono state previste delle asole sul basamento.

II.5.1 REQUISITI DEL LUOGO D’INSTALLAZIONE

La scelta del luogo di installazione va fatta in accordo a quanto indicato nella norma EN 378-1 e seguendo le prescrizioni della norma EN 378-3. Il luogo di installazione deve comunque tenere in considerazione i rischi determinati da una accidentale fuoriuscita del gas frigorifero contenuto nell’unità.

II.5.2 INSTALLAZIONE ALL’INTERNO

Le macchine destinate ad essere installate all’interno devono essere posizionate in modo da evitare che eventuali perdite di gas refrigerante possano disperdersi all’interno di edifici mettendo quindi a repentaglio la salute delle persone.

Se l’unità viene installata su terrazzi o comunque sui tetti degli edifici, si dovranno prendere adeguate misure affinché eventuali fughe di gas non possano disperdersi attraverso sistemi di aerazione, porte o aperture similari.

Nel caso in cui, normalmente per motivi estetici, l’unità venga installata all’interno di strutture in muratura, tali strutture devono essere adeguatamente ventilate in modo da prevenire la formazione di pericolose concentrazioni di gas refrigerante.

II.5.3 SPAZI DI RISPETTO, POSIZIONAMENTO E CANALIZZAZIONE

L’unità è prevista per installazione interna. L’unità va installata rispettando gli spazi tecnici minimi raccomandati tenendo presente l’accessibilità alle connessioni acqua ed elettriche sul lato destro della macchina. Una corretta collocazione dell’unità prevede la sua messa a livello e un piano d’appoggio in grado di reggerne il peso, non può essere installata su staffe o mensole.

Per consentire il regolare funzionamento di TCCEY THCEY è opportuno evitare che l’aria aspirata non si misceli con l’aria espulsa pertanto si consiglia di canalizzare ed espellere l’aria di mandata ventilatore verso l’esterno del locale in cui è installata l’unità.

La canalizzazione di mandata deve avere sempre sezione costante e pari alla sezione di mandata del ventilatore. Per evitare la trasmissione delle vibrazioni è disponibile il kit KRAM (raccordo antivibrante di mandata) che consente di disaccoppiare l'unità dal canale. Si consiglia peraltro di introdurre sul canale d’aria dei raccordi elastici in

corrispondenza dei punti di attraversamento delle pareti del locale.

Il locale dove si prevede di installare l’unità deve essere provvisto di una apertura che consente di aspirare l’aria dall’esterno di sezione pari alla superficie della batteria alettata.

Esiste la possibilità di canalizzare l’aspirazione. Per evitare la trasmissione delle vibrazioni è disponibile il kit KRAS (raccordo antivibrante di aspirazione).

SEZIONE II: INSTALLAZIONE E MANUTENZIONE Quando si deve realizzare la canalizzazione è necessario valutare le

perdite di carico totali dell’aria alla portata nominale e queste devono risultare inferiori alla prevalenza utile corrispondente alla medesima portata.

e

b a

d c

Fig.8 Modello 114 117 121 126 128

a mm 800 800 800 800 800

a mm 800 800 800 800 800