La regione Lazio, con la Legge regionale 6 ottobre 1997 n. 29 “Norme in materia di aree naturali protette regionali”, e successive modifiche e integrazioni, si è dotata di uno strumento normativo di carattere generale, recependo la legge quadro nazionale 394/91, al fine di garantire e promuovere, in maniera ed in forma coordinata con lo Stato e gli enti locali, la conservazione e la valorizzazione del proprio patrimonio naturale.
Il territorio regionale è attualmente interessato da 6 aree protette nazionali e da 58 aree protette istituite a seguito di diversi provvedimenti legislativi e/o amministrativi regionali, suddivise in parchi regionali, riserve naturali, parchi suburbani, parchi urbani e monumenti naturali, per un totale di superficie protetta pari a circa 206.021 ha, l’11,96% del territorio regionale3, inoltre sul territorio sono stati individuati Siti di Importanza Comunitaria e Zone di Protezione Speciale.
Il Piano delle Aree Naturali Protette è il principale strumento che attraverso la conoscenza delle componenti fisiche e delle vocazioni socio-economiche del territorio, definisce gli interventi programmatori, gestionali e garantisce la tutela integrale di habitat, specie e paesaggi, attraverso l’articolazione delle aree naturali protette in zone definite.
3 Dalle linee guida redatte dalla Regione Lazio nel 2004 pibblicate nel BURL n. 28 del 9-10-2004 supplemento ordinario n. 5, a
5.10 Nella regione Lazio l’esigenza di un documento di indirizzo per la redazione di un Piano è particolarmente sentita, considerando l’elevato numero di delle Aree Naturali Protette istituite, ne consegue che le indicazioni fornite dalle Linee Guida avranno sia valore prescrittivo che di semplice suggerimento, e concorrono a garantire la piena aderenza e coerenza dei piani delle aree naturali protette al dettato normativo, agli strumenti di pianificazione ed al corretto governo del territorio.
Il territorio quindi, dovrà avere un’omogenea pianificazione che non può prescindere dalle indicazioni previste e fornite dai piani paesaggistici, in quanto il piano paesaggistico è di fatto sovraordinato ai piani delle aree naturali protette (decreto legislativo 42/2004 “Codice dei beni culturali e del paesaggio”).
La Regione Lazio, con il presente Piano, definito “piano aperto” in quanto soggetto ad una continua verifica sulle nuove istanze che vengono dal territorio, non intende espropriare l’Ente di Gestione dei suoi compiti istituzionali, ma propone una metodologia che ha la finalità di svelare e valorizzare le vocazioni del territorio “protetto”.
Le linee guida della Regione Lazio prevedono che il piano sia diviso in tre campi fondamentali: conoscenza, valutazioni e progetto, a loro volta suddivisi in 14 documenti:
- documento programmatico: è necessario per conoscere la strategia che l’Ente di Gestione intende applicare al fine di tutelare e incentivare lo sviluppo sostenibile dell’area naturale protetta e definire i contenuti programmatici principali e l’assetto futuro del territorio;
- norme di tutela e regime dei vincoli: attraverso specifici elaborati cartografici dovranno essere rappresentati i contenuti prescrittivi e descrittivi del piano Paesaggistico o del piano Territoriale Paesistico, i vincoli ope legis, le prescrizioni contenute in eventuali decreti ministeriali delle competenti Sopraintendenze, le eventuali previsioni dei piani di Bacino, le perimetrazioni dei SIC o delle ZPS;
- piani urbanistici e di settore: in cartografia adeguata verranno rappresentati a livello comunale il piano Urbanistico Comunale Generale, i piani Urbanistici Operativi Comunali ed eventuali altri strumenti di pianificazione vigenti;
- analisi conoscitive: verranno resi noti i dati riguardanti l’ambiente fisico (climatologia, idrologia, idrografia, geologia, geomorfologia, pedologia, geobotanica, corologia, fauna) e l’ambiente umano (uso del suolo, patrimonio storico culturale, turismo, sistemi antropici e patrimonio forestale);
5.11 - sintesi delle indagini: permette di confrontare i valori ambientali con gli elementi di pressione antropica, in modo da poter redigere una carta di sintesi del sistema ambientale ed una di sintesi del sistema antropico;
- tavole di valutazione: garantisce una valutazione delle interferenze antropiche in una visone complessiva ed integrata, in modo da mettere in evidenza le possibili tecniche atte a mitigare gli impatti ambientali: consiste nella carta di unità di paesaggio (suddivisione delle aree omogenee individuate in base a ecotopi assomiglianti almeno per una proprietà comune) e nella carta di complessi funzionali;
- schema direttore: vengono raccolte tutte le informazioni inerenti le proposte progettuali di sistema, in modo da illustrare, con varie tecniche, le scelte fondamentali e le direttrici attraverso le quali si definiranno gli obiettivi, le metodologie di gestione ed i progetti;
- relazione di Piano: illustra i contenuti del Piano, nella quale si confronta la situazione ante-piano con le previsioni contenute nel progetto, in modo da evidenziare le potenzialità di sviluppo ambientale, culturale, economico e sociale che seguirà l’attuazione dello stesso. Il documento contiene le seguenti tematiche: procedure amministrative, metodologia di pianificazione, scelte strategiche, contenuti delle analisi conoscitive e contenuti del Piano;
- parere sulle osservazioni pervenute all’Ente di Gestione: riporta in forma sintetica la descrizione dell’istanza presentata, l’individuazione delle aree su cartografia catastale e parere sulle motivazioni di rigetto o accoglimento delle istanze;
- tavole di Piano: è formato da 8 tavole: confronto tra il perimetro istitutivo e quello proposto dall’Ente di Gestione, Carta proprietà pubbliche e private, Articolazione in zone, Aree contigue, Interventi di riqualificazione ambientale e paesaggistica, Interventi sulle infrastrutture, i percorsi e l’accessibilità, Interventi per la fruizione, attrezzature per il tempo libero e per attività culturali, Piani attuativi e interventi integrati;
- manuale di gestione: contiene un set d’azioni che hanno come finalità l’individuazione di un processo di gestione attraverso interventi di programmazione relativi al territorio;
- norme tecniche di attuazione: indicano le norme di gestione del territorio suddivise in: norme generali e norme di attuazione (zone / sottozone, interventi riqualificazione ambientale, paesaggistica, architettonica e urbana e gestione ecologica);
- schede degli interventi proposti: contiene per ogni singolo intervento una scheda specifica nella quale verrà riportata la localizzazione cartografica, una breve descrizione, le prescrizioni e raccomandazioni attuative, le modalità di finanziamento ed i costi, i tempi necessari alla
5.12 realizzazione. I progetti saranno poi distinti in relazione alle diverse tipologie con modalità e tecniche di intervento;
- regolamento: è formato da disposizioni, autorizzazioni, procedure e sanzioni e disciplina l’esercizio delle attività consentite per la salvaguardia del paesaggio e degli ambienti naturali tutelati.
Gli elaborati del Piano vengono trasmessi alla Regione Lazio che provvede all’approvazione del Piano dell’area naturale protetta redatto a cura dell’Ente di Gestione, con l’assistenza regionale per i parchi, ed è adottato e trasmesso alla Regione entro nove mesi dall’insediamento degli organi dell’Ente di Gestione.