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Tramite l’analisi degli atti inerenti al sopralluogo effettuato il giorno 20 giugno 1829 dal pretore di Thiene presso la contrada di Breganze in cui avvenne il delitto, è possibile delineare e ricostruire la probabile posizione attuale della casa in cui Gio. Batta. Ghirardello assalì Maria Salin e Maddalena Poletto. Non essendo presente all’interno del fascicolo processuale una rappresentazione grafica dei luoghi in cui avvenne il misfatto, al fine di riprodurre una mappa in cui collocare l’edificio in cui avvenne il crimine è stato necessario comparare la descrizione riportata dal magistrato con altri elementi quali: i sommarioni297, registri risalenti al periodo napoleonico; i registri catasto298 e gli

295 Asvi, Tribunale austriaco, penale. 1833, busta 282, Referato e consulta, XLIX, 29 marzo 1831.

296 J. A. Sharpe, “Magic and witchcraft”, in A Companion to the Reformation World, R. PoChia Hsia, 2006, p. 442,

https://onlinelibrary.wiley.com/doi/10.1002/9780470996737.ch26, in data 20/06/2019

297 registri associati alle mappe catastali che costituiscono la chiave di lettura delle rispettive mappe, in quanto

contengono: numero di particella (mappale), nome del possessore, toponimo, destinazione d'uso del terreno o fabbricato, superficie. Guida generale degli archivi di stato, http://www.maas.ccr.it/h3/h3.exe/aguida/d53716, in data 11/06/2019.

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estratti catastali299 del periodo austriaco; le mappe storiche e le mappe odierne rappresentanti il territorio di Breganze; le descrizioni contenute nei registri parrocchiali conservati presso l’archivio parrocchiale di Breganze; i sopralluoghi e le fotografie effettuati durante la ricerca.

Di seguito verranno descritti i procedimenti che hanno condotto ad identificare i luoghi connessi alla vicenda.

Ecco quanto riportato dal protocollo del giorno 20 giugno 1829 nella sezione inerente il sopralluogo effettuato dal pretore:

«La situazione in cui avvenne il tutto è denominata il monte Bergama, ossia Santa Lucia, distante non più d’un miglio dall’abitato di Breganze da cui mosse il Consesso Giudiziale; poche disperse case vi si riscontrano: in sulla vetta del medesimo, anzi in sull’incominciare dell’opposto pendio sta la casa della Maria Salin moglie di Antonio Ghirardello la quale Casa appare d’uno stesso fabbricato con quella abitata dall’imputato Gio Batta Ghirardello, e la cui complessiva superficie è di sei pertiche quadrate. Una cucina ed una camera sopraposta forma tutta l’abitazione di detto Ghirardello Gio Batta, e così quella del suo vicino Antonio Ghirardello; una piccola corticella è comune a tutti e due la quale è da ogni intorno circondata da siepe che si apre verso la strada comune.

Nel ritornare che si fece da quella casa per andare a quella di Francesco Munaretto si osservò diligentemente se alcuna traccia di sangue vi fosse ne alcuna se ne trovò e nemmeno colà dove si disse che trovata fosse la Salin. Niuna casa esiste dappresso a quella del Ghirardello e la prima che si ritrova è quella appunto ove giace la prenominata Salin [casa Munaretto]. Una strada più lunga percorse la ferita Maddalena Poletto vedova Simonato mentre giungendo alla propria percorse da circa cento e sessanta pertiche. Si fa però noto che per andare alla casa del Munaretto, ove giace la Salin, convien divergere di circa quattro pertiche dalla strada comune lungo la quale avvi appunto la Casa della predetta Simonato. È pur da notarsi che la situazione in cui fu detto essersi ritrovata la Salin è alla distanza di 60 sessanta pertiche dalla di lei abitazione, e propriamente sulla strada comune.

Prima d’arrivare alla casa di essa Simonato avvi quella di Francesco Zanettello che vi dista da circa tre pertiche.

Come si è rimarcato al protocollo d’esame della Salin, la casa del Munaretto è attigua a quella di Domenico Nichele.

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Sostanzialmente assimilabili ai sommarioni napoleonici dove però il nome del possessore è ricavabile dagli estratti catastali. Ibid.

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Finalmente la casa di Gio. Maria Sperotto è più dappresso in Breganze ed è distante un quarto di miglio circa dalla Casa dell’imputato Ghirardello. Prima però di giungere alla casa Sperotto avvi quella, a poca distanza, di Giuseppe Festaro.

Al di là della casa Sperotto avvi come sopra si disse il luogo serviente ad uso di cantina, da niuno abitato distante dalla predetta casa quaranta pertiche, dove fu colto l’imputato: esso luogo non ne ha alcun altro di vicino, e confina sulla strada comune che mette a Breganze»300.

La relazione, pur non entrando nei dettagli, ci suggerisce alcune informazioni importanti: la posizione della casa dell’imputato e della vittima rispetto alla Chiesa di S. Maria Assunta nel centro di Breganze (presunto punto di partenza dal quale il pretore cominciò la sua rilevazione), la descrizione dell’abitazione stessa, l’approssimativa collocazione di alcune case nei pressi di quest’ultima e alcune misurazioni riportate in pertiche e miglia301

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Da questi dati possiamo desumere che la casa in cui si è commesso il delitto fosse distante all’incirca due chilometri «dall’abitato di Breganze», ossia dalla chiesa di S. Maria Assunta. Viene precisato poi che l’abitazione è collocata «in sull'incominciare dell'opposto pendio» del monte S. Lucia, vale a dire sul versante nord della collina adiacente al centro del paese. Quest’ultima, all’epoca, è detta essere poco abitata e, nei pressi della casa del Ghirardello, vengono descritte poche case a una discreta distanza l’una dall’altra: l’abitazione di Francesco Munaretto (nella quale fu trasportata la Salin dopo essere stata soccorsa), a circa 200 metri dalla casa dell’imputato e a circa 120 metri dal luogo in cui si è accasciata la vittima dopo la fuga; l’abitazione di Maddalena Poletto, lontana pressappoco 320 metri dalla casa dell’amica Maria Salin e 6 metri da quella di Francesco Zanetello; la casa di Giovanni Maria Sperotto è situata vicino alla casa di Giuseppe Festaro, «più dappresso in Breganze ed è situata un quarto di miglio circa dalla casa dell'imputato Ghirardello» (poco meno di 500 metri); viene infine descritto il luogo in cui fu ritrovato l’imputato, distante approssimativamente 80 metri dalla casa dello zio di Ghirardello, Giuseppe Maria Sperotto. Dalla trascrizione risulta evidente l’assenza del numero civico di tutte le abitazioni e del nome della «strada comune» sulla quale sembrano affacciarsi le case di Ghirardello, della Salin, di Munaretto (pur discostandosi di circa 8 metri da essa) e di Zanatello. Attraverso alcuni documenti conservati presso l’Archivio Parrocchiale di Breganze, è stato però possibile risalire al nome della contrada e, di conseguenza, al nome della via in cui si svolse la vicenda.

300 Asvi, Tribunale austriaco, penale. 1833, busta 282, Protocollo dei rilievi, Pretura di Thiene, IX, 20 giugno 1829. 301

Un miglio veneto corrispondeva a 1783,67 metri, mentre una pertica vicentina a 2,14 metri. A. Martini, Manuale di metrologia, ossia misure, pesi e monete in uso attualmente e anticamente presso tutti i popoli, Loecher, Torino, 1833, pp. 817,823, http://www.braidense.it/dire/martini/indice.htm, in data 20/06/2019.

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Nel registro parrocchiale contenente i dati relativi ai matrimoni tenutisi a Breganze nell’anno 1827, risulta essere registrata l’unione fra Giambattista Ghirardello e Lucia Trevisan. Nella sezione dedicata alle «indicazioni degli sposi», Gio. Batta. risulta essere residente in «Contrà della Bergama»302. Ancora, nel registro parrocchiale relativo ai decessi avvenuti nell’anno 1829, sono riportate le morti di Maria Salin e di Maddalena Poletto entrambe residenti a «Breganze Contrà della Bergama»303.

Dettaglio della pagina del registro parrocchiale inerente al matrimonio tra Gio. Batta. Ghirardello e Lucia Trevisan celebrato l’anno 1827.

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Dettaglio del registro parrocchiale inerente al decesso di Maria Salin e Maddalena Poletto avvenuto l’anno 1829.

302 APB, Registro parrocchiale, matrimoni, 1820-1860 303 APB, Registro parrocchiale, decessi, 1800-1840

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A questo punto, è stato utile confrontare i dati ricavati sia con le mappe risalenti al periodo considerato, sia con i registri catastali relativi al territorio in questione.

Le mappe prese in considerazione risalgono agli anni 1830, 1841 e 1905 e in tutte e tre, seppur con una minima differenza nella cartina più recente (Borgama invece di Bergama), è possibile vedere riportato il nome Bergama in corrispondenza dell’attuale via Brogliati Contro (all’epoca denominata strada comunale detta di Costa e Bergama) e, in maiuscolo, pressappoco in corrispondenza dell’attuale numero civico 50 della medesima via. Ora, se si confrontano i mappali catastali riportati nelle cartine con i sommarioni, i registri catasto e gli estratti catastali del periodo napoleonico e austriaco risultano i nomi dei possidenti delle proprietà della zona interessata. L’esito di questa ricerca ha condotto ad un solo nome: quello di Giovanni Maria Sperotto, in quanto risultava essere l’unico possidente tra le persone nominate304. La sua casa, contraddistinta dal numero 2763 nelle mappe del 1830 e 1841, risultava essere edificata tra l’attuale via Montello e via Monte Cimone.

A questo punto, conoscendo l’esatta posizione di casa Sperotto, sapendo che era situata circa 500 metri prima rispetto alla casa in cui avvenne il delitto, che la casa della vittima e del carnefice erano costituite da un unico fabbricato e affacciavano entambe sull’attuale via Brogliati Contro dopo il pendio nord di monte S. Lucia, vista anche, infine, l’indicazione del nome Bergama all’interno di tutte le mappe prese in considerazione, è possibile desumere che la posizione dell’abitazione in cui avvenne il ferimento che portò alla morte di Maria Salin e Maddalena Poletto fosse nel tratto finale dell’attuale via Brogliati Contro.

304 Entrambe le volte in cui Sperotto è stato convocato per essere interrogato, alla domanda riguardante le generalità

ammise di essere «possidente». Ghirardello, al contrario, durante il primo costituto confessa di non possedere nulla. Asvi, Tribunale austriaco penale. 1833, busta 282, Esame di Gio. Maria Sperotto, V, 19 giugno 1829, e Ibid. Nota della pretura di Thiene con; La deputazione di Breganze presenta un coltellaccio; esame di Antonio Ghirardello; idem di Maria Speroto, XVII, 20 ottobre 1829 e Ibid. Costituto somarissimo di G.B. Ghirardello, III, 25 giugno 1829.

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Breganze 1830, catasto austriaco. Al centro della mappa è ben visibile sia via detta di Costa o Bergama, attuale via Brogliati Contro, sia la presunta Contrada Bergama

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Breganze, 1841. Nella mappa è segnata la possibile posizione delle case delle persone descritte nel protocollo redatto durante il sopralluogo del pretore di Thiene ai luoghi del delitto.

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Breganze, 1905. A differenza delle precedenti mappe, il nome Bergama è stato modificato in Borgama. Il nome della via rimane invece invariato.

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Breganze, 1830. Particolare raffigurante la Strada Comunale detta di Costa e Bergama, attuale via Brogliati Contro

Tragitto percorso da Maria Salin e Maddalena Poletto dopo l’assalto di Gio. Batta Ghirardello

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Veduta del monte S. Lucia dal campanile della chiesa di S. Maria Assunta di Breganze. La strada in primo piano è la strada comunale detta di Costa e Bergama, ossia l’attuale via Brogliati Contro.

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