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Luoghi e tempi dello spettacolo alla corte di Anna Ioannovna »

II. Comici italiani alla corte di Anna Ioannovna.

II.5 Luoghi e tempi dello spettacolo alla corte di Anna Ioannovna »

Quando Anna Ioannovna venne incoronata zarina, nel 1730, diede disposizioni per far edificare un nuovo teatro a Mosca. L’edificio avrebbe dovuto prendere il posto di quello fatto costruire nel 1702 dal tedesco Johann Kunst1 nella Piazza Rossa su ordine di Pietro il Grande2. Il progetto venne affidato all’architetto Bartolomeo-Francesco Rastrelli3.

Tracce dei lavori d’edificazione sono contenute nelle lettere del ministro sassone presso la corte russa Le Fort. Il 16 ottobre 1730 Le Fort scriveva al marchese di Flaury François Joseph Wicardel: «l’on commence cette semaine l’Edifice d’un Theatre de Comedie qui sera place sur la grande place davant Kremel [...]»4. Le Fort informava dell’avvio dei lavori di costruzione del

nuovo edificio anche il segretario della corte di Dresda Walther: «l’on adapté une magnifique sale [...]»5. Quando la prima compagnia di attori italiani arrivò dalla Polonia alla corte di Anna

Ioannovna, il teatro non era ancora pronto ad ospitare degli allestimenti.

I comici furono costretti ad esibirsi su una scena provvisoria, allestita appositamente da Tommaso Ristori che veniva spostata di volta in volta in base alle disposizioni della Zarina. Il capocomico ricorda l’esperienza di apparatore nella relazione6 inviata al rientro dalla Russia a Federico-Augusto II elettore di Sassonia e della Polonia7, nel 1733.

A la fin nous arrivames à Moscu, et d’abord sa Majte Czarine souhaita voir una Comedie; mais com’ il n’y avoit de Theatre l’on m’ordonna d’en bȃtir un Portative auquel je reussis avec une peine inexprimable; neantmoins en peu de jours le Theatre fût prêt tel que l’on pouvoit le souhaitre pour y jouer toute sorte de Comedies, et Pieces d’Opera avec un Anphitheatre capable de 600 Personnes.

Cet ouvrage il me vint un ordre de le mettre en pieces pour le transporter au Palais de Sa Majte Czarine dans Cremelin eloigné de l’endroit où nous étions logez pres d’une Lieue d’Allemagne, et en quelques heures de tems je le remis ensemble à la presence de Sa Majte. Apres diverses rapresentations à l’arrivée des Ambassadeurs de la chine je fus forcé d’ôter le Theatre en Anphitheatre pour vuider la Sale; ce qui m’est arrivée sept fois par des pareilles occasions.

Je reçu aussi l’ordre de faire un Model pour un nouvau Theatre avec ses Galleries, Loges, et tout ce qu’il faut pour la decoration auquel j’ai travaillé trois mois avec beaucoup de peine, et de dépense. Le

1 In merito all’attività svolta da Johann Kunst a Mosca si veda nel presente lavoro p. 44. 2 Cfr. FERRAZZI 2000, p. 36-37.

3 Giunto in Russia nel 1715 assieme al padre, lo scultore Carlo Bartolomeo Rastrelli, nel 1730 diventò l’architetto

principale della corte di Anna Ioannovna; cfr. LO GATTO 1993, p. XII.

4 «Hanno cominciato questa settimana l’Edificio di un Teatro per Commedia che sarà collocato sulla grande piazza

davanti al Cremlino»; SHA, f. 3361, doc. 70.

5 «Hanno adattato una magnifica sala»; ivi, Deuxieme adjpnction au doc. 70.

6 Il documento in lingua francese è conservato presso il SHA, f. 383, Varias das Theater brtr. 1680-1784, c. 362 e

pubblicato in FERRAZZI 2000, pp. 267-269.

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Grand Marechal m’ayant ordonné de le faire transporter au Palais de Sa Majte pour qu’elle le vit; elle l’approuva, et m’ordonna de le rendre à l’Architect de la Cour dont j’en tiens son Billet8.

Allo stato attuale delle ricerche non è possibile sapere quanto, e se, Ristori collaborò realmente con Rastrelli per la realizzazione del teatro di Mosca. Sicuramente il capocomico e la prima compagnia di attori italiani non rimasero abbastanza a lungo in Russia per potervisi esibire. La prima compagnia recitò sulla scena smontabile, spostandosi di volta in volta a seconda del volere della Zarina.

Grazie al carteggio di Le Fort siamo stati in grado di stabilire un calendario di massima delle rappresentazioni. Le commedie e gli intermezzi venivano rappresentati regolarmente ogni tre quattro giorni. Soltanto dopo il 7 giugno 1731 ci fu una pausa prolungata dovuta alla malattia dell’Arlecchino Natale Bellotti9. Le recite ripresero con regolarità dal 24 giugno dello stesso

anno, anche se a interpretare il ruolo di Arlecchino fu Giovanni Verder, almeno fino al 4 luglio10.

Il trasferimento della capitale a San Pietroburgo, nel 1732 probabilmente non permise a nessuno degli attori italiani della seconda e della terza compagnia di calcare il palcoscenico della sala moscovita di Rastrelli. Il teatro di Mosca venne distrutto da un incendio nel 173711. Nella nuova capitale Pietro il Grande aveva già fatto costruire un teatro in legno nel 172312. Nell’aprile 1734 Anna decise di abbattere la vecchia struttura e far edificare una nuova sala teatrale, l’incarico venne affidato a Bartolomeo-Francesco Rastrelli e il progetto venne

8 «Alla fine arrivammo a Mosca, e subito Sua Maestà la Zarina desiderava vedere una commedia; ma visto che

non disponevano di un teatro mi si ordinò di predisporne uno portatile alla qual cosa sono riuscito con una pena inesprimibile; tuttavia in pochi giorni il teatro era pronto ad ospitare ogni genere di Commedie e pièce d’Opera con un Anfiteatro capiente per 600 persone. Quest’opera mi venne ordinato di predisporla per il trasporto al Palazzo di Sua Maestà la Zarina al Cremlino lontano da dove siamo alloggiati una Lega della Germania, e in qualche ora di tempo l’ho rimontata alla presenza di Sua Maestà. Dopo diverse rappresentazioni per l’arrivo degli Ambasciatori dalla cina fui obbligato a trasformare il Teatro in Anfiteatro per svuotare la sala; cosa che mi è accaduta per sette volte per occasioni simili. Ricevetti l’ordine di realizzare un Modello per un nuovo Teatro con sei gallerie, palchi e tutto quello che serve per la decorazione al quale ho lavorato per tre mesi con gran difficoltà e spesa. Il Gran Maresciallo m’ha ordinato. Il Gran Maresciallo mi ha ordinato di farlo trasportare a palazzo di Sua Maestà perché lei lo vedesse; lei l’ha approvato e mi ha ordinato di darlo all’Architetto di Corte dal quale ottenni la sua Obbligazione»; SHA, f. 383, Varias das Theater brtr. 1680-1784, c. 362.

9 Per maggiori informazioni sul repertorio della prima compagnia rinvio nel presente lavoro pp. 57-64. 10 Cfr. SHA, f. 3309, doc. 31 e doc. 32.

11 Cfr. STARIKOVA 1995, pp. 68-69.

12 L’edificio era stato costruito lungo il canale della Mojka, tra la prospettiva Nevskij e la Bol’šája Konjùšennaja;

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realizzato dal mastro falegname Johann Christoph Göring13. La struttura doveva essere inserita

all’interno del nuovo Palazzo d’Inverno14.

Dove recitassero gli attori della seconda compagnia, in attesa dell’ultimazione della sala, non è ancora chiaro. Nel rendiconto di Giuseppe Avolio è più volte indicato: «per il trasporto degli abiti e di altri oggetti a teatro»15, ma a quale teatro facesse riferimento ancora non lo sappiamo. Probabilmente i comici recitarono sulle scene mobili costruite da Ristori, allestite all’interno di una delle sale del Palazzo d’Inverno in costruzione e in altre abitazioni private. Nei mesi estivi gli attori eseguivano le loro performances nei giardini del Palazzo d’Estate, dove Antonio Guerra e Carlo Gibelli16 avevano appositamente realizzato un apparato per le commedie17. L’unico documento che ci dà un’idea della frequenza con cui venivano allestite commedie e intermezzi dalla compagnia Sacco a corte è il manoscritto di Giuseppe Avolio. Stando alle spese registrate, gli spettacoli andavano in scena ad intervalli variabili ogni due, cinque giorni18. Sempre dal rendiconto amministrativo di Avolio si apprende che il 15 agosto del 173519 i comici della terza compagnia si trasferirono in uno spazio dedicato alle rappresentazioni mai nominato in precedenza: «per il trasporto di tutti gli abiti dal piccolo al grande/teatro/per sei sedie per il teatro/per due poltrone»20. L’annotazione sembrerebbe riferirsi finalmente alla sala commissionata da Anna Ioannovna all’interno del Palazzo d’Inverno, ormai completata. Dalle testimonianze dei molti stranieri che visitarono San Pietroburgo, attirati dal fasto della corte imperiale, è possibile farsi un’idea dei luoghi destinati alle rappresentazioni.

Lo scienziato svedese Karl Rejnhold Berk, arrivato da Stoccolma nel 1735 per visitare la nuova capitale, ci ha lascito un dettagliato resoconto sugli spazi per gli allestimenti e sull’attività degli attori.

Il teatro. È grande e ben costruito. Il palcoscenico ha una buona profondità, delle belle quinte e un’illuminazione sufficiente. I palchi non sono separati, ma su entrambi i piani intorno al parterre sono fatti, nella parte anteriore, in forma di arcata e ornati di maschere, festoni ecc., cosa che conferisce loro

13 Il Decreto imperiale è datato 5 aprile 1734; cfr. V.N. VSEVOLODSKIJ-GERNGROSS, Teatral’nye zdanija v

Peterburge v XVIII stoletii, in «Starye gody», SPb, Veiner, 1910, fevral’-mart.

14 L’edificazione della nuova residenza invernale della Zarina era iniziata nel 1732 ad opera di Rastrelli (cfr.

PEKARSKIJ 1870-1873, t. I, p. 562). Attualmente il Palazzo d’Inverno è sede del Museo statale Ermitage; si veda nel presente lavoro p. 499.

15 Cfr. RGADA, f. 1239, op. 3, č. 105, d. 51846, l. 145.

16 Entrambi più volte citati da Avolio per le piccole spese di riparazione in teatro e per gli allestimenti; cfr. ivi, f.

1239, op. 3, č. 105, d. 51846, l. 145, 146/v, 148/v.

17 I due palazzi, progettati da Bartolomeo-Francesco Rastrelli nel 1730, sorgevano dietro al Giardino d’Estate sulle

rive della Fontanka; cfr. LO GATTO 1993, p. 48.

18 Cfr. RGADA, f. 1239, op. 3, č. 105, d. 51846, l. 145-151.

19 Il giorno non è specificato, ma sicuramente il trasloco avvenne prima del 6 agosto, giorno in cui riprendono le

annotazioni; cfr. ivi, f. 1239, op. 3, č. 105, d. 51846, l. 157.

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un aspetto bellissimo e li rende simili agli antichi anfiteatri, la scultura sopra l’arcata, sotto la quale normalmente siede l’imperatrice, è riccamente dorata, tuttavia tutto è perfettamente curato anche negli altri posti. A dire il vero, l’imperatrice e le principesse[21] per lo più siedono nel parterre, e dietro a loro

siedono i cortigiani, i ministri stranieri e i dignitari. Ai lati ci sono i posti per gli ufficiali e gli altri spettatori di alto rango, cui è consentito entrare. I primi palchi sono esclusivamente destinati alle dame della nobiltà, mentre gli altri possono essere occupati anche dalle cameriere e dai piccoli impiegati di corte.

Gli spettacoli sono italiani; quando sono allestiti secondo l’ordine normale, cioè due volte alla settimana, allora vengono rappresentati una commedia e un intermezzo alternativamente. Tutti gli attori sono buoni, come anche i ballerini e i musicisti. Questo, perché hanno cominciato col proporre degli spettacoli italiani, la cui lingua è comprensibile solo a pochissimi (sebbene l’imperatrice ordini sempre di trasmetterle il contenuto dell’opera in russo). C’è stata la compagnia italiana del re Augusto II[22], da lui mandata a

Mosca per svagare l’imperatrice. E siccome queste buffonerie hanno molto divertito la corte, dall’Italia, dove, come a Vienna, ci sono buoni musicisti, castrati e cantanti di altro genere, hanno scritturato una propria troupe. Per gli stipendi e i costumi teatrali di questa compagnia si spende ogni anno una somma considerevole, alla quale coloro che frequentano gli spettacoli non contribuiscono neppure in minima parte23.

Degna di nota è anche la descrizione del danese Peter von Haven, segretario del comandante della flottiglia del mare di Azov, che risiedette a San Pietroburgo fra il 1736 e il 1737. Haven colloca con precisione la sala destinata agli spettacoli all’interno del Palazzo d’Inverno.

La sala per l’opera, o la commedia, si trova all’interno del Palazzo d’Inverno; aveva la forma di un grande ovale con due gallerie, una sopra l’altra, attorno alla scena. La scena, come anche tutta la sala, all’interno era abbellita con bei dipinti ed ornamenti architettonici. La recitazione era accompagnata da un’impareggiabile musica vocale e strumentale. L’imperatrice che, a causa del freddo, non poteva più svagarsi con il tiro si riposava allora, presenziando con la sua corte ogni volta che venivano rappresentati opere, commedie e intermezzi. Potevano frequentare il teatro a loro piacimento sia ogni straniero decentemente vestito, sia i cittadini più in vista di San Pietroburgo; questo, oltre a tutto, senza pagare nulla: bastava arrivare in orario, prima che la sentinella ricevesse l’ordine di non far entrare più nessuno. La sala era stata prevista per circa mille spettatori.

L’imperatrice disponeva di una troupe di circa 70 cantanti italiani[24]. Essi, in particolare i due castrati25

e una cantante[26], ricevevano un onorario molto alto: lo stipendio stabilito era circa 1000 rubli all’anno,

21 Le principesse erano: Elizaveta Petrovna e Anna Leopoldovna; cfr. FERRAZZI 2000, p. 73, per avere

delucidazioni sulla famiglia Romanov si veda nel presente lavoro pp. 444-446.

22 La prima compagnia guidata da Tommaso Ristori. 23 BESPJATYCH 1997, pp. 144-145.

24 Peter von Haven non fa distinzioni fra cantanti, musicisti e attori, si limita ad identificare tutti i performers con

la nazione d’origine, l’Italia.

25 Sicuramente uno dei due castrati era Giovanni Dreyer; cfr. SHA, f. 3309, doc. 44. 26 Probabilmente Cristina-Maria Croumann, moglie di Giuseppe Avolio; cfr. ibid.

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senza contare i regali. Il loro denaro non lo risparmiavano, ma si comportavano come signori di alto rango. Questa gente allestiva un’opera per ogni grande festa. Inoltre due volte alla settimana, recitavano una commedia e due altre volte un intermezzo27.

Fin qui le testimonianze sembrano concordare sulla forma e il fasto della sala, sulla gratuità degli eventi e sulla bravura dei performers. Anche l’indicazione approssimativa dei compensi fatta da von Haven coincide con i dati dei documenti d’archivio fin qui esaminati28.

L’inglese Elizabeth Justice, governante fra il 1734 e il 1737 di un ricco inglese stabilitosi a San Pietroburgo, aggiunge un dettaglio interessante alle precedenti testimonianze.

Il teatro è vasto e maestoso. È ben riscaldato da otto stufe. Le decorazioni sono bellissime; le vesti degli attori ricche ed essi, tanto gli uomini, quanto le donne, hanno voci eccellenti.

Per divertirla29 due volte alla settimana viene allestita, con suo finanziamento, un’opera italiana. Vi

vengono ammessi solo coloro che hanno il biglietto. Io ho avuto l’onore di vedere sua maestà all’opera due volte30.

Il dettaglio del biglietto da dover esibire prima di essere ammessi a teatro, ci fa comprendere come la corte regolamentasse gli ingressi.

Anche il calendario delle rappresentazioni sembra seguire la cadenza della seconda compagnia, commedie e intermezzi si alternavano sulla scena due volte a settimana.

27 BESPJATYCH 1997, pp. 225-226.

28 «Estratto degli stipendi [...] 4 maggio 1734: Castrato Dreyer 1237 rubli e 50 copechi»; RGADA, f. 1239, op. 3,

č. 105, d. 51844, l. 253.

29 Intende la zarina Anna Ioannovna. 30 BESPJATYCH 1997, p. 91.

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