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NEL NOVIZIATO ANNI OSCURI

DI MADRE AGNESE DI GESÙ

(Febbraio 1893 - Marzo 1896)

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LT 140 A Madre Agnese di Gesù J.M.J.T.

Gesù † 20 febbraio 1893 Madre mia diletta,

Come mi è dolce poterle dare questo nome!... Già da molto tempo lei era mia Madre, ma solo nel segreto del cuore davo questo dolce nome a colei che era insieme mio Angelo custode e mia sorella. Oggi il buon Dio l'ha consacrata!... Ora è veramente mia Madre e lo sarà per tutta l'eternità!... Oh, quant'è bello questo giorno per la sua figlia!... Il velo che Gesù ha gettato su questa giornata1 la rende ancora più luminosa ai miei occhi: è il sigillo del volto adorabile, il profumo del mazzetto misterioso2 che s'è diffuso su di lei. Senza dubbio

sarà sempre così: «Colui il cui volto era nascosto», Is 53,3 Colui che è ancora nascosto nella sua piccola ostia bianca e che non si comunica alle anime se non velato, saprà distendere sulla vita intera della diletta apostola del suo divin Volto un velo misterioso, che solo Lui potrà penetrare!...

Sì, lo spirito di Madre Genoveffa risiede tutto quanto in lei3 e la sua parola profetica si è realizzata4. A trent'anni lei ha iniziato la sua vita pubblica: non è lei che ha procurato a tutti i Carmeli e a tante anime devote la consolazione di conoscere i particolari toccanti e poetici della vita della nostra Santa?... Ma già Gesù aveva gettato sulla mia diletta Madre il suo sguardo velato, e non ha [v°] permesso che lei fosse riconosciuta5, «poiché il suo volto era nascosto»!... Is 53,3 Se questo giorno è già così bello sulla terra, come sarà in Cielo? Mi sembra di vedere la nostra santa e diletta Madre che guarda con felicità la sua Paolina (quella che lei amava, quella che l'affascinava6). La vede divenuta Madre a sua volta, Madre di molte vergini tra cui ci sono le sue sorelle. Che mistero!...

Ora lei penetrerà nel santuario delle anime, riverserà su di loro i tesori di grazie di cui Gesù l'ha colmata. Senza dubbio soffrirà! I vasi saranno troppo piccoli per contenere il profumo prezioso che lei vorrà deporvi; ma anche Gesù ha solo ben piccoli strumenti musicali per suonare la sua melodia d'amore, tuttavia sa servirsi di tutti quelli che gli si presentano. Lei sarà come Gesù!...

Sorellina, Madre diletta, cuore mio! Il cuore della sua figliola è una assai piccola lira; quando lei sarà stanca di far vibrare le arpe, verrà a prendere la sua piccola lira e appena l'avrà toccata, questa produrrà i suoni che desidera!... Al solo tocco delle sue dita consacrate COMPRENDERÀ, e la sua debole melodia si mescolerà al canto del suo cuore!...

O Madre mia, quante cose vorrei dirle! Ma no, lei sa tutto... Un giorno, quando le ombre saranno passate, Ct 4,6 riposerò sul suo cuore e ripeterò questo dolce nome: Madre mia.

LT 141 A Celina J.M.J.T.

Gesù † Dal Carmelo, 25 aprile 1893 Mia diletta Celina,

Sto per comunicarti un pensiero che mi è venuto questa mattina, o meglio sto per farti partecipe dei desideri di Gesù sulla tua anima. Quando penso a te accanto all'unico amico delle nostre anime, è sempre la semplicità che mi si presenta come il carattere distintivo del tuo cuore. Celina, semplice fiorellino Celina, non invidiare i fiori dei giardini!... Gesù non ci ha detto: «Io sono il fiore dei giardini, la rosa coltivata», ma ci ha detto: «Io sono il Fiore dei campi e il Giglio delle valli»1. Ct 21 Ebbene, questa mattina, accanto al tabernacolo, ho pensato che la mia Celina, il piccolo fiore di Gesù, deve essere e restare sempre una goccia di rugiada nascosta nella divina corolla del bel Giglio delle valli. Una goccia di rugiada: cosa c'è di più semplice e di più puro?

Non sono le nuvole che l'hanno formata, poiché quando l'azzurro del Cielo è stellato, la rugiada scende sui fiori. Essa non è paragonabile alla pioggia, perché la supera in freschezza e bellezza. La rugiada esiste solo la notte; appena il sole fa dardeggiare i suoi caldi raggi, fa svanire le

incantevoli perle che scintillano all'estremità dei fili d'erba del prato e la rugiada si trasforma in un vapore leggero.

Celina è una piccola goccia di rugiada che non è stata formata [1v°] dalle nuvole, ma che è discesa dal Cielo luminoso, la sua Patria. Durante la notte della vita, la sua missione specifica è di nascondersi nel cuore del fiore dei campi. Nessuno sguardo umano deve scoprirvela; solo il calice che possiede la gocciolina conoscerà la sua freschezza. Beata gocciolina di rugiada conosciuta solo da Gesù!... Non fermarti a considerare il corso dei fiumi fragorosi che suscitano

l'ammirazione delle creature! Non invidiare neppure il ruscello limpido che serpeggia nel prato!

Senza dubbio il suo mormorio è molto dolce, ma le creature possono sentirlo; e poi il calice del fiore dei campi non potrebbe contenerlo. Esso non può essere solo per Gesù. Per appartenere a Lui, occorre essere piccoli, piccoli come una goccia di rugiada!...

Oh, quanto poche sono le anime che aspirano a rimanere così piccole!...2 Ma, esse dicono, il fiume e il ruscello non sono più utili della goccia di rugiada? Essa che fa? Non è buona a nulla, se non a rinfrescare per qualche istante un fiore dei campi che oggi esiste e che domani sarà sparito!...Mt 6,3 Senza dubbio queste persone hanno ragione: la goccia di rugiada non è buona che a questo, ma non conoscono il fiore campestre che ha voluto abitare sulla nostra terra d'esilio e restarvi durante la breve notte della vita. [2r°] Se lo conoscessero, comprenderebbero il rimprovero che Gesù fece una volta a Marta... Lc 10,41-42

Il nostro diletto non ha bisogno dei nostri bei pensieri, delle nostre opere strepitose; se Egli volesse pensieri sublimi, non ha forse i suoi angeli, le sue legioni di spiriti celesti, la cui scienza supera infinitamente quella dei più grandi geni della nostra triste terra?... Non sono dunque l'ingegno e i talenti che Gesù è venuto a cercare quaggiù. Egli si è fatto il fiore dei campi solo per mostrarci quanto predilige la semplicità. Il Giglio della valle anela solo a una gocciolina di rugiada... Ed è per questo che ne ha creata una che si chiama Celina! Durante la notte della vita dovrà restare nascosta a ogni sguardo umano; Ct 4,6 ma quando le ombre cominceranno a scendere, quando il fiore dei campi sarà divenuto il Sole di giustizia, Ml 3,20 quando verrà per compiere la sua corsa da gigante, Sal 18,6 dimenticherà forse la sua gocciolina di rugiada? Oh, no! Appena apparirà nella gloria, Col 3,4 vi apparirà anche la compagna del suo esilio. Il Sole divino fisserà su di lei uno dei suoi raggi d'amore, e subito si rivelerà agli sguardi degli angeli e dei santi abbagliati la povera gocciolina di rugiada, che scintillerà come un diamante prezioso che, riflettendo il Sole di giustizia, sarà diventata simile a Lui. 1Gv 3,2 Ma questo non è tutto. L'astro divino, guardando la sua goccia di rugiada, l'attirerà verso di Sé: essa salirà come un [2v°] vapore3 leggero e andrà a fissarsi per l'eternità nel seno del fuoco ardente dell'amore increato e sarà unita a Lui per sempre. Come sulla terra fu la fedele compagna del suo esilio, delle sue umiliazioni, così in Cielo regnerà eternamente!...

In quale stupore sprofonderanno allora coloro che in questo mondo avevano considerato come inutile la gocciolina di rugiada!... Senza dubbio avranno una scusa: il dono di Dio non era stato loro rivelato, non avevano accostato il loro cuore a quello del fiore dei campi e non avevano udito queste parole trascinatrici: «Dammi da bere». Gv 4,7 Gesù non chiama tutte le anime ad essere delle gocce di rugiada: Egli vuole che vi siano dei liquori preziosi che le creature apprezzano, che le soccorrano nei loro bisogni, ma quanto a Lui, si riserva una goccia di rugiada: ecco tutta la sua ambizione!...

Quale privilegio essere chiamata ad una così alta missione!... Ma per rispondervi quant'è necessario restare semplici... Gesù sa bene che sulla terra è difficile conservarsi puri; pertanto vuole che le sue gocce di rugiada s'ignorino esse stesse; Egli si compiace di contemplarle, ma solo Lui le guarda e, per quanto le riguarda, non conoscendo il proprio valore, si stimano al di sotto delle altre creature.

Ecco quel che desidera il Giglio delle valli. La gocciolina di rugiada, Celina, ha capito!... Ecco lo scopo per cui Gesù l'ha creata. Ma non deve dimenticare la sua povera sorellina: bisogna che le ottenga la grazia di realizzare quel che Gesù le fa comprendere, perché un giorno lo stesso raggio d'amore faccia svanire le due goccioline di rugiada [2v°tv] e insieme esse possano, dopo essere state una cosa sola sulla terra, restare unite per l'eternità in seno al Sole divino4.

Teresa di Gesù Bambino del Volto Santo rel.carm.ind.

LT 142 A Celina J.M.J.T.

Gesù † Dal Carmelo, 6 luglio 1893

Mia diletta Celina,

Le tue due lettere sono state come una dolce melodia per il mio cuore... Sono felice di vedere la predilezione di Gesù verso la mia Celina. Come Egli l'ama, come la guarda con tenerezza!...

Adesso eccoci tutte e cinque sulla nostra strada1. Che felicità poter dire: «Sono sicura di fare la volontà del buon Dio». Questa santa volontà si è manifestata chiaramente nei confronti della mia Celina: è lei che Gesù ha scelta, fra tutte, per essere la corona, la ricompensa del santo patriarca che ha estasiato il Cielo per la sua fedeltà. Come osi dire che sei stata dimenticata, meno amata delle altre? Io dico che sei stata SCELTA per privilegio: la tua missione è tanto più bella in quanto, restando l'angelo visibile del nostro amatissimo Padre, tu sei contemporaneamente la sposa di Gesù. «È vero (pensa forse la mia Celina), ma alla fine io faccio per il buon Dio meno delle altre;

ho molte più consolazioni e, di conseguenza, meno meriti». «I miei pensieri non sono i vostri pensieri», dice il Signore. Il merito non consiste nel fare né nel donare molto, ma piuttosto nel ricevere, nell'amare molto! E detto che è molto più dolce dare che ricevere, ed è vero. Ma allora, quando Gesù vuol prendere per Sè la dolcezza di donare, non sarebbe simpatico rifiutare.

Lasciamogli prendere e dare tutto quel che vorrà: la perfezione consiste nel fare la sua volontà2 e l'anima che si [1v°] abbandona interamente a Lui è chiamata da Gesù stesso «sua madre, sua sorella» e tutta la sua famiglia. E altrove: «Se qualcuno mi ama, custodirà la mia parola (cioè farà la mia volontà) e il Padre mio l'amerà e noi verremo a lui e prenderemo dimora in lui». Oh Celina, com'è facile piacere a Gesù, conquistare il suo cuore! Non c'è che da amarlo senza guardare a se stessi, senza troppo esaminare i propri difetti...

La tua Teresa non si trova nelle altezze in questo momento, ma Gesù le insegna «a trarre profitto da tutto, dal bene e dal male che trova in sé»3. Egli le insegna a giocare alla banca dell'amore; ma no, piuttosto è Lui che gioca per lei, senza dirle come fa, poiché questo è affar suo e non di Teresa; ciò che riguarda lei è abbandonarsi, donarsi senza riservarsi nulla, neppure la soddisfazione di sapere quanto la banca le renda4. Ma dopo tutto, lei non è il figliol prodigo e non è perciò il caso che Gesù le faccia preparare un banchetto, «poiché lei è sempre con Lui».

Nostro Signore vuol lasciare «le pecore fedeli nel deserto». Come questo mi spiega tante cose!... Egli è sicuro di loro; esse non saprebbero più smarrirsi, poiché sono prigioniere dell'amore. Così Gesù le priva della sua presenza sensibile per dare le sue consolazioni ai peccatori, oppure, se le conduce sul Tabor, è per pochi istanti; la valle è il più delle volte il luogo del suo riposo: «È là che Egli si riposa a mezzogiorno».

Il mattino della nostra [2r°] vita è passato, noi abbiamo goduto delle brezze profumate dell'aurora. Allora tutto ci sorrideva: Gesù ci faceva sentire la sua dolce presenza, ma quando il Sole ha preso forza, il Diletto «ci ha condotte nel suo giardino, ci ha fatto raccogliere la mirra»

della prova, separandoci da tutto e da Lui stesso; la collina della mirra ci ha fortificate con i suoi amari profumi, così Gesù ci ha fatto ridiscendere e ora siamo nella valle; Egli ci conduce dolcemente lungo le acque...

Celina diletta, non so bene cosa ti dico, ma mi sembra che riesci a capire, a indovinare quel che vorrei dire. Ah, siamo sempre la goccia di rugiada di Gesù! La felicità, la perfezione è lì!...

Fortunatamente è a te che parlo, poiché altre persone non saprebbero comprendere il mio linguaggio e confesso che esso è vero solo per ben poche anime. In effetti i direttori fanno camminare per la strada della perfezione facendo fare un gran numero di atti di virtù e hanno ragione; ma il mio direttore, che è Gesù5, non m'insegna a contare i miei atti: Egli m'insegna a fare

tutto per amore, a non rifiutargli nulla, a essere contenta quando mi dona un'occasione di provargli che l'amo; ma questo avviene nella pace, nell'abbandono6. È Gesù [2v°] che fa tutto e io non faccio nulla.

Mi sento molto unita alla mia Celina, credo che il buon Dio non abbia fatto spesso due anime che si comprendono così bene: mai una nota discordante. La mano di Gesù, che tocca una delle lire, fa vibrare contemporaneamente l'altra... Oh, rimaniamo nascoste nel nostro divino Fiore dei campi finché declinino le ombre! Lasciamo che le gocce di liquore siano apprezzate dalle creature, mentre noi diamo piacere al nostro Giglio. Con gioia continuiamo ad essere la sua goccia, la sua unica goccia di rugiada!... E per questa goccia che l'avrà consolato durante l'esilio, che cosa non ci darà mai nella patria?... Ce lo dice Lui stesso: «Chi ha sete venga a me e beva».

Così Gesù è e sarà il nostro oceano!... Come il cervo assetato, noi bramiamo quest'acqua che ci è promessa, ma è grande la nostra consolazione d'essere anche noi l'oceano di Gesù, l'oceano del Giglio delle valli!

È solo il tuo cuore che saprà leggere questa lettera, giacché io stessa ho difficoltà a decifrarla. Non ho più inchiostro: sono stata obbligata a sputare nel nostro calamaio per farne un po'... Non c'è da ridere?...

Abbraccio tutta la famiglia, ma soprattutto il mio diletto re, che riceverà un bacio dalla sua Celina da parte della sua regina.

Suor Teresa di Gesù Bambino del Volto Santo rel.carm.ind.

LT 143 A Celina J.M.J.T.

Gesù † Dal Carmelo, 18 luglio 1893

Mia diletta Celina,

Non contavo di rispondere alla tua lettera questa volta1, ma Nostra Madre vuole che io aggiunga due righe alla sua. Quante cose avrei da dirti! Ma poiché non ho che qualche istante, devo innanzitutto assicurare la piccola goccia di rugiada che la sua Teresa la capisce... Dopo aver letto la tua lettera, sono andata all'orazione: prendendo il vangelo ho chiesto a Gesù di suggerirmi un passo per te ed ecco quel che ho trovato: «Considerate il fico e gli altri alberi; quando cominciano ad avere delle foglie tenere, voi giudicate che l'estate è vicina; così pure quando vedrete avvenire queste cose, sappiate che il regno di Dio è vicino». Ho chiuso il libro; ne avevo già letto abbastanza. In effetti, «queste cose» che avvengono nell'anima della mia Celina provano che il regno di Gesù è stabilito nella sua anima...

Adesso io voglio dirti quel che succede nella mia anima; senza dubbio è la stessa cosa che avviene nella tua. Hai detto il vero, Celina: le fresche mattinate2 sono passate per noi; non ci sono più fiori da cogliere, Gesù li ha presi per Sé. Forse un giorno ne farà sbocciare di nuovi; ma in attesa cosa dobbiamo fare? Celina, il buon Dio non mi domanda più nulla... Agli inizi mi chiedeva un'infinità di cose. Per qualche tempo ho pensato che ormai, poiché Gesù non chiedeva niente, occorreva proseguire dolcemente nella pace e nell'amore, facendo soltanto quello che mi chiedeva3. Ma ho avuto una luce: Santa Teresa dice che [v°] occorre tener vivo l'amore4. La legna non è alla nostra portata quando siamo nelle tenebre, nelle aridità; ma non dobbiamo forse gettarvi almeno delle pagliuzze? Gesù è certamente abbastanza potente per tener vivo il fuoco da solo, tuttavia è contento di vederci mettere qualcosa che lo alimenti: è una delicatezza che gli fa piacere e allora Egli getta nel fuoco molta legna. Noi non lo vediamo, ma sentiamo la forza del calore dell'amore. Ne ho fatta l'esperienza quando non sento niente, quando sono INCAPACE di pregare, di praticare la virtù: è allora il momento di cercare delle piccole occasioni, delle cose da niente che fanno piacere, più piacere a Gesù dell'impero del mondo o perfino del martirio sopportato generosamente: per esempio, un sorriso, una parola amabile quando avrei desiderio di non dire nulla o di avere l'aria scontrosa, ecc., ecc.

Mia Celina diletta, capisci? Non è per fare la mia corona5, per guadagnare dei meriti, è per fare piacere a Gesù!... Quando non ho occasioni, almeno voglio dirgli spesso che l'amo. Non è difficile e questo tiene vivo il fuoco, quand'anche potesse sembrarmi spento; in questo fuoco d'amore, vorrei gettare qualcosa e Gesù allora saprebbe ben ravvivarlo.

Celina, ho paura di non aver detto ciò che è più necessario; forse crederai che io faccio sempre quel che dico. Oh no! Non sono sempre fedele, ma non mi scoraggio mai6; mi abbandono nelle braccia di Gesù. La piccola goccia di rugiada sprofonda sempre più nel calice del Fiore dei campi e là ritrova tutto ciò che ha perduto e molto più ancora.

La tua sorellina Teresa di Gesù Bambino del Volto Santo rel.carm.ind.

LT 144 A Celina J.M.J.T.

Gesù † Dal Carmelo, 23 luglio 1893

Mia cara piccola Celina,

Non sono sorpresa che tu non capisca nulla di ciò che avviene nella tua anima. Un

PICCOLO bambino, solo, in mare, su una barca sperduta in mezzo alle onde tempestose, potrebbe sapere se è vicino o lontano dal porto? Quando il suo occhio contempla ancora la riva da cui è partito, sa quanto ha fatto di cammino; vedendo la terra allontanarsi, la sua gioia infantile non può contenersi. Oh, dice, eccomi presto al termine del mio viaggio! Ma più la spiaggia si allontana, più anche l'oceano sembra vasto. Allora la SCIENZA del piccolo bimbo è ridotta a nulla: non sa più dove va la sua navicella; non conoscendo il modo di governare il timone, l'unica cosa che possa fare è abbandonarsi, lasciare la sua vela garrire secondo il vento...

Mia Celina, la piccola bambina di Gesù è completamente sola in una piccola barca: la terra è scomparsa ai suoi occhi, lei non sa dove va, se avanzi o se torni indietro. La piccola Teresa sa bene, è sicura che la sua Celina è in alto mare: la navicella che la porta naviga a vele spiegate verso il porto; il timone che Celina neppure può scorgere non è senza pilota: Gesù è là che dorme come un tempo nella barca dei pescatori della Galilea. Egli dorme... e Celina non lo vede, poiché la notte è discesa sulla navicella!... Celina non sente la voce di Gesù. Il vento soffia, lei lo sente; e vede le tenebre... e Gesù dorme sempre! Tuttavia [1v°] se Egli si svegliasse solo un istante, non avrebbe «che da comandare al vento e al mare e si farebbe una grande calma»; la notte diverrebbe

Mia Celina, la piccola bambina di Gesù è completamente sola in una piccola barca: la terra è scomparsa ai suoi occhi, lei non sa dove va, se avanzi o se torni indietro. La piccola Teresa sa bene, è sicura che la sua Celina è in alto mare: la navicella che la porta naviga a vele spiegate verso il porto; il timone che Celina neppure può scorgere non è senza pilota: Gesù è là che dorme come un tempo nella barca dei pescatori della Galilea. Egli dorme... e Celina non lo vede, poiché la notte è discesa sulla navicella!... Celina non sente la voce di Gesù. Il vento soffia, lei lo sente; e vede le tenebre... e Gesù dorme sempre! Tuttavia [1v°] se Egli si svegliasse solo un istante, non avrebbe «che da comandare al vento e al mare e si farebbe una grande calma»; la notte diverrebbe

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