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DI MADRE MARIA DI GONZAGA (21 marzo 1896 – 30 settembre 1897)

NEL NOVIZIATO ANNI OSCURI

DI MADRE MARIA DI GONZAGA (21 marzo 1896 – 30 settembre 1897)

LT 186 A Leonia

[11 aprile 1896]

J.M.J.T.

Mia cara Leonia,

La tua piccola sorellina non può fare a meno di venire ancora a dirti quanto ti vuol bene e ti pensa, soprattutto nel giorno della tua festa.

Non ho nulla da offrirti, neppure un'immagine! Però mi sbaglio: domani ti offrirò la Realtà divina, Col 2,17 Gesù Ostia, il TUO SPOSO e anche mio... Cara sorellina, come è dolce poter tutt'e cinque chiamare Gesù il nostro Diletto; ma che sarà quando lo vedremo in Cielo e lo seguiremo dappertutto, cantando lo stesso cantico che solo i vergini possono ripetere?... Ap 14,3-4

[v°] Allora capiremo il valore della sofferenza e della prova e, come Gesù, ripeteremo: «Era davvero necessario che la sofferenza ci provasse e ci facesse raggiungere la gloria». Lc 24,26

Mia sorellina diletta, non posso dirti tutto quello che il mio cuore racchiude di pensieri profondi che si riferiscono a te. La sola cosa che voglio ripeterti è questa: «Ti amo mille volte più teneramente di quanto si amino le sorelle comuni, poiché posso amarti con il Cuore del nostro Sposo celeste».

È in Lui che viviamo della stessa vita ed è in Lui che resterò per l'eternità

la tua piccola sorellina Teresa di Gesù Bambino rel.carm.ind.

LT 187 A suor Maria della Trinità

[30 aprile 1896]

Mia sorellina diletta,

In ricordo di questo bel giorno,1 vorrei poterle offrire fiori che non marciscono, ma è solo in Cielo che i fiori non appassiranno mai!...

Questi non-ti-scordar-di-me almeno le diranno che nel cuore della sua piccola sorella rimarrà sempre impresso il ricordo del giorno in cui Gesù le ha dato il Bacio dell'unione Ct 8,1 che deve concludersi o piuttosto compiersi nei Cieli!

Teresa di Gesù Bambino del Volto Santo rel.carm.

LT 188 A suor Maria della Trinità

[7 maggio 1896]

(Sul recto):

Per Amore, soffrire ed essere disprezzata1 (Sul verso):

Pensieri del Nostro Padre San Giovanni della Croce.

Quando l'amore che si porta ad una creatura è un affetto perfettamente spirituale e fondato solo su Dio, man mano che cresce, anche l'amore verso Dio cresce nella nostra anima; più il cuore si ricorda del prossimo, più si ricorda anche di Dio e lo desidera: questi due amori crescono facendo a gara l'un con l'altro.

Colui che ama veramente Dio vede come un guadagno e una ricompensa perdere ogni cosa e perdere pure se stesso per Dio...

Alla sera di questa vita, ti esamineranno sull'amore. Impara dunque ad amare Dio come egli vuol essere amato e abbandona te stesso.2

Ricordo del 7 maggio dell'anno di grazia 1896.3 Offerto alla mia cara piccola suor Maria della Trinità e del Volto Santo.

Suor Teresa di Gesù Bambino del Volto Santo rel.carm.ind.

LT 189 A Padre Adolfo Roulland J.M.J.T.

Gesù † 23 giugno 1896 Carmelo di Lisieux Reverendo Padre,

Ho pensato di riuscire gradita alla nostra buona Madre, offrendole il 21 giugno, per la sua festa, un corporale e un purificatoio con una palla, perché ella abbia il piacere di mandarglieli per il 29.1 È a questa Venerata Madre che devo l'intima gioia di essere unita a lei con i legami apostolici della preghiera e della mortificazione; perciò la supplico, reverendo Padre, di aiutarmi a pagarle, al Santo Altare, il mio debito di riconoscenza.

Mi sento molto indegna di essere associata, in modo speciale, a uno dei Missionari del nostro Adorabile Gesù, ma poiché l'obbedienza mi assegna questo dolce compito,2 sono certa che il mio Sposo Celeste supplirà ai miei deboli meriti (sui quali non faccio alcun affidamento) e che esaudirà i desideri della mia anima rendendo fecondo il suo apostolato. Sarò veramente felice di lavorare con lei per la salvezza delle anime. È per questo scopo che mi sono fatta carmelitana: non potendo essere missionaria d'azione, ho voluto esserlo con l'amore e la penitenza, come santa Teresa, la mia serafica Madre!... La supplico, Reverendo Padre, chieda per me a Gesù, il giorno che per la prima volta si degnerà di scendere dal Cielo per opera della sua voce, di infiammarmi col fuoco del suo Amore, affinché possa in seguito aiutarla ad accenderlo nei cuori.3Lc 12,49

Da molto tempo desideravo conoscere un Apostolo che volesse pronunciare il mio nome al Santo Altare il giorno della sua prima Messa!... Desideravo preparargli io stessa i sacri lini e la bianca ostia destinata a celare il Re del Cielo! Questo Dio di Bontà ha voluto realizzare il mio sogno e mostrarmi ancora una volta quanto si compiace di compiere i desideri delle anime che amano Lui solo.

Se non temessi d'essere indiscreta, le chiederei ancora, mio Reverendo Padre, di avere ogni giorno al Santo Altare un [v°] ricordo per me... Quando l'oceano la separerà dalla Francia, guardando la palla che ho dipinto con tanta gioia, si ricorderà che sulla montagna del Carmelo un'anima prega incessantemente Es 17,8-13

il divino Prigioniero d'Amore, per il successo della sua gloriosa conquista.

Desidero, mio Reverendo Padre, che la nostra unione apostolica sia conosciuta solo4 da Gesù e reclamo una delle sue prime benedizioni per chi sarà felice di dirsi eternamente

Sua indegna piccola sorella in Gesù-Ostia

Teresa di Gesù Bambino del Volto Santo rel.carm.ind.

LT 190 A Madre Maria di Gonzaga J.M.J.T.

29 giugno 1896 Leggenda di un Agnellino1 piccolo piccolo.

In un ridente e fertile prato, viveva una felice Pastora. Amava il suo gregge con tutta la tenerezza del suo cuore e anche le pecore e gli agnelli amavano teneramente la loro Pastora!2 Sal 83,7 Ma la felicità perfetta non si trova nella valle di lacrime. Un giorno, il bel cielo blu del prato si coprì di nuvole e la Pastora divenne triste; non trovò più alcuna gioia nel custodire il suo gregge e – occorre dirlo? – il pensiero di allontanarsi per sempre da esso si presentò al suo animo.3 Fortunatamente amava ancora un piccolo agnellino, spesso lo prendeva tra le braccia, lo accarezzava e, come se l'agnello fosse stato un suo simile, la Pastora gli confidava le sue pene e talvolta piangeva con lui...

Vedendo piangere la sua Pastora il poverino si affliggeva, cercava invano nel suo piccolo cuoricino il mezzo per consolare colei che amava più di se stesso.

Una sera l'agnellino si addormentò ai piedi della sua Pastora. Allora il prato, le nuvole... tutto scomparve al suo sguardo. Si trovò in una campagna infinitamente più vasta e più bella. In mezzo

ad un gregge più bianco della neve, scorse un Pastore risplendente di gloria e di dolce maestà. Il povero agnellino non osava farsi avanti, ma, avvicinandosi a lui, il Buono, il Divin Pastore lo prese sulle ginocchia, lo baciò come altre volte la sua dolce Pastora, poi disse: «Agnellino, perché ti brillano lacrime negli occhi, perché la tua pastora, che io amo, piange così spesso? Parla, voglio consolarvi entrambi».

«Se piango, rispose l'agnello, è solo perché vedo piangere la mia diletta Pastora. Ascoltate, Divin Pastore, il motivo delle sue lacrime: un tempo ella si credeva amata dal suo caro gregge; avrebbe dato la sua vita per renderlo felice, ma per vostro ordine fu costretta ad assentarsi per qualche anno; al suo ritorno le parve di non ritrovare lo stesso spirito che lei aveva tanto amato nelle sue pecore. [1v°] Voi lo sapete, Signore, è al gregge che voi avete dato il potere e la libertà di scegliere la sua pastora. Ebbene, invece di vedersi come un tempo scelta da tutti di comune accordo, fu solo dopo aver deliberato sette volte che il vincastro fu posto nelle sue mani.4 Voi che avete un tempo pianto sulla nostra terra, non comprendete quanto deve soffrire il cuore della mia amata Pastora?».

(Il Buon Pastore sorrise e chinandosi verso l'agnello): «Sì, disse, io comprendo! Ma che la tua Pastora si consoli: sono io che ho, non permesso, ma voluto, la grande prova che l'ha fatta tanto soffrire». – «È possibile, Gesù? – riprese l'agnellino. Io credevo che voi foste così buono, così dolce... Non avreste dunque potuto affidare ad un'altra il vincastro, come desiderava la mia diletta Madre,5 ovvero, se volevate assolutamente rimetterlo nelle sue mani, perché non l'avete fatto dopo la prima deliberazione?». – «Perché, agnellino? È perché amo la tua Pastora! Tutta la sua vita l'ho custodita con attenzione gelosa: aveva già sofferto molto per me, nella sua anima, nel suo cuore, tuttavia le mancava la prova decisiva, che io le ho appena inviata dopo averla preparata da tutta l'eternità».

«Ah, Signore, adesso vedo bene che non conoscete il dispiacere più grande della mia Pastora, oppure non volete confidarmelo!... Anche voi pensate che lo spirito primitivo del nostro gregge si vada perdendo... Ahimé, come potrebbe non pensarlo anche la mia Pastora?... Ce ne sono molte che deplorano gli stessi disastri nei loro ovili...». «È vero, riprese Gesù, lo spirito del mondo s'insinua perfino in mezzo alle più lontane praterie, ma è facile ingannarsi nel discerni mento delle intenzioni; 1Cor 28,9 io che vedo tutto, che conosco i più segreti pensieri, te lo dico: il gregge della tua Pastora mi è caro fra tutti, mi è servito solo come strumento per compiere la mia opera di santificazione nell'anima della tua diletta Madre».

– «Ah, Signore, vi assicuro che la mia Pastora non comprende tutto quel che mi dite... e come potrebbe comprenderlo, poiché nessuno giudica le cose [2r°] nel modo con cui voi me le mostrate? Io conosco delle pecore che fanno molto male alla mia Pastora, con i loro ragionamenti terra terra.6 Gesù, perché non rivelate voi a queste pecore i segreti che mi confidate; perché non parlate al cuore della mia Pastora?». – «Se le parlassi, la sua prova svanirebbe, il suo cuore sarebbe pieno di una gioia così grande che il suo vincastro non le sembrerebbe essere mai stato così leggero. Ma io non voglio toglierle la prova, voglio soltanto che comprenda la verità e che riconosca che la sua croce le viene dal Cielo e non dalla terra».

– «Signore, allora parlate alla mia Pastora, come volete che capisca la verità, dal momento che non sente intorno a sé che la menzogna?».

– «Agnellino, non sei tu il preferito della tua Pastora?... Ebbene, ripetile le parole che ho detto al tuo cuore».

– «Gesù, lo farò, ma preferirei che deste la commissione a una delle pecore, il cui modo di ragionare è terra terra... io sono così piccolo... la mia voce è così debole, come mi crederà la mia Pastora?».

– «La tua Pastora sa bene che mi piace nascondere i miei segreti ai saggi e ai prudenti; Lc 10,21 lei sa che li rivelo ai più piccoli, ai semplici agnelli, la cui bianca lana non si è sporcata di polvere della strada. Lei ti crederà, e se dai suoi occhi scorreranno ancora lacrime, queste lacrime non avranno più la stessa amarezza: esse abbelliranno la sua anima dello splendore austero della sofferenza amata e ricevuta con riconoscenza».

– «Io vi capisco, Gesù, ma c'è ancora un mistero che vorrei approfondire: ditemi, vi supplico, perché avete scelto le pecore predilette della mia Pastora per metterla alla prova... Se ne aveste preso di forestiere, la prova sarebbe stata più dolce». Allora, mostrando all'agnello i suoi piedi, le sue mani e il suo cuore impreziositi da ferite luminose, il Buon Pastore Gv 20,27 rispose: «Guarda queste piaghe, sono [2v°] quelle che ho ricevute nella casa di coloro che mi amavano! Zc 13,6 È per questo che sono così belle, così gloriose che, durante tutta l'eternità, il loro splendore estasierà di gioia gli angeli e i santi...

«La tua Pastora si chiede cosa mai ha fatto per allontanare le sue pecore, e io, che avevo fatto al mio popolo? In che cosa l'avevo contristato?7Mi 6,3

«Bisogna dunque che la tua diletta Madre si rallegri di partecipare ai miei dolori. Se le tolgo gli appoggi umani, è per essere io solo a colmare il suo cuore così capace d'amore!

«Beato chi ripone in me il suo sostegno: dispone nel suo cuore dei gradini per elevarsi fino al Cielo.8 Sal 83,6 Nota bene, agnellino: io non dico di separarsi completamente dalle creature, di disprezzare il loro amore, le loro premure, ma al contrario di accettarle per farmi piacere, di servirsene come tanti gradini; infatti, allontanarsi dalle creature non servirebbe che a una cosa, camminare e smarrirsi nei sentieri della terra. Per innalzarsi, occorre posare il proprio piede sui gradini delle creature e attaccarsi a me solo... Capisci bene, agnellino?».

– «Signore, lo credo, ma soprattutto sento che le vostre parole sono la verità, perché portano la pace, la gioia nel mio piccolo cuore. Ah, possano penetrare dolcemente il cuore così grande della mia Pastora!

«Gesù, prima di ritornare accanto a lei, ho una preghiera da farvi. Non ci lasciate languire a lungo sulla terra d'esilio; chiamateci alle gioie della prateria celeste in cui condurrete eternamente il nostro caro piccolo gregge in mezzo ai sentieri fioriti».

«Caro agnellino, rispose il Buon Pastore, esaudirò la tua domanda presto, sì, presto;9 prenderò la Pastora e il suo agnello. Allora, per tutta l'eternità, benedirete la beata sofferenza che vi avrà meritato tanta felicità e io stesso asciugherò tutte le lacrime dai vostri occhi!». Ap 21,4

LT 191 A Leonia J.M.J.T.

Gesù † 12 luglio 1896 Mia cara piccola Leonia,

Avrei risposto alla tua incantevole lettera domenica scorsa, se mi fosse stata data; ma siamo cinque, e tu sai che sono la più piccola...1 Così sono proprio io a correre il rischio di vedere le lettere molto tempo dopo le altre o a non vederle per niente. Ho visto la tua solo venerdì, e così, mia cara sorellina, non sono in ritardo per colpa mia.

Se sapessi quanto sono felice di vederti in queste buone disposizioni...2

Non sono stupita che il pensiero della morte ti sia dolce, poiché non sei più attaccata a nulla sulla terra. Ti assicuro che il buon Dio è assai migliore di quanto tu creda: si accontenta di uno sguardo, di un sospiro d'amore. Quanto a me, trovo molto facile praticare la perfezione, perché ho capito che [1v°] non c'è che da prendere Gesù per il cuore!... Guarda un bambino, che ha appena recato dispiacere a sua madre facendo i capricci, oppure disobbedendole: se si nasconderà in un angolo con aria imbronciata e strillerà per la paura di essere punito, la mamma non gli perdonerà certo il suo sbaglio. Ma se le tenderà le braccine sorridendo e dicendo: «Abbracciami, non ricomincerò più», potrà forse sua madre non stringerselo al cuore con tenerezza e dimenticare le sue mancanze infantili? Tuttavia ella sa bene che il suo caro piccino ricomincerà alla prossima occasione, ma questo non importa: se egli la prende ancora per il cuore, non sarà mai punito.3

Al tempo della legge del timore, prima della venuta di nostro Signore, il profeta Isaia diceva già, parlando a nome del Re dei Cieli: «Può forse una madre dimenticare suo figlio? Ebbene, anche se una madre dimenticasse suo figlio, Io non vi dimenticherò mai». Is 49,15 Che promessa stupenda!

Ah, noi che viviamo nella legge dell'amore, come non approfitteremo delle proposte d'amore che

[2r°] ci fa il nostro Sposo?... Come temere Colui che si lascia incatenare da un capello che ondeggia sul nostro collo?... Ct 4,9

Sappiamo dunque tenerlo prigioniero, questo Dio che diviene il mendicante del nostro amore.

Dicendoci che basta un capello ad operare questo prodigio, Egli ci mostra che le più piccole azioni fatte per amore sono quelle che incantano il suo cuore...

Ah, se fosse necessario fare grandi cose, quanto saremmo da compiangere! Ma quanto siamo felici dal momento che Gesù si lascia incatenare dalle più piccole!...

Non sono i piccoli sacrifici che ti mancano, mia cara Leonia; la tua vita non ne è forse intessuta?... Gioisco nel vederti davanti ad un simile tesoro, soprattutto se penso che sai trarne vantaggio non soltanto per te, ma anche per le anime... È così dolce aiutare Gesù con i nostri lievi sacrifici, aiutarlo a salvare le anime che ha riscattato a prezzo del suo sangue e che aspettano solo il nostro soccorso per non cadere nell'abisso!...

[2v°] Mi sembra che se i nostri sacrifici sono come dei capelli che catturano Gesù, lo sono anche le nostre gioie, e per questo basta non concentrarsi su una felicità egoistica, ma offrire al nostro Sposo le piccole gioie che Egli semina sul cammino della vita per affascinare le nostre anime ed innalzarle fino a Lui.

Contavo di scrivere oggi alla zia, ma non ho il tempo: sarà per domenica prossima. Ti prego di dirle quanto le voglio bene, come anche al caro zio.

Penso anche spesso a Giovanna e Francis. Mi chiedi notizie della mia salute.4 Ebbene, mia cara sorellina, non tossisco proprio più. Sei contenta?... Questo non impedirà certo al buon Dio di prendermi quando vorrà; poiché faccio ogni sforzo possibile per essere come un bambino piccolo piccolo, non ho preparativi da fare. Gesù stesso dovrà pagare tutte le spese del viaggio e il prezzo d'ingresso in Cielo.

Addio, mia diletta sorellina; ti amo, credo, sempre di più...

La tua sorellina

Teresa di Gesù Bambino rel.carm.

[2v°tv] Suor Genoveffa è felicissima della tua lettera, ti risponderà la prossima volta. Ti abbracciamo tutt'e cinque.

LT 192 Alla signora Guérin J.M.J.T.

Gesù † 16 luglio 1896 Mia cara zia,

Avrei voluto scrivere io per prima; ma mi resta solo il dolce e amabile dovere di ringraziarla della bella lettera che ho ricevuto.

Com'è buona, mia amata zia, a pensare alla sua piccola Teresa. Ah, l'assicuro che non è con un'ingrata che lei ha a che fare!

Vorrei raccontarle qualcosa di nuovo, ma, per quanto mi sforzi di spremermi le meningi, non esce assolutamente altro che la tenerezza per i miei amatissimi parenti... E questa cosa è ben lungi dall'essere una novità, poiché è vecchia quanto me!...

Mi chiede, cara zia, di darle notizie sulla mia salute come a [1v°] una mamma; è quel che farò, ma se le dirò che sto benissimo lei non mi crederà. Pertanto cederò la parola al celebre dottore de Cornière,1 al quale ho avuto l'insigne onore di essere presentata ieri in parlatorio. Questo illustre personaggio, dopo avermi onorata di uno sguardo, ha dichiarato che «avevo una buona cera!...».

Questa dichiarazione non mi ha impedito di pensare che mi sarebbe stato presto consentito «di andare in Cielo con gli angioletti»2 non a causa della mia salute, ma a causa di un'altra dichiarazione fatta oggi, nella cappella del Carmelo, dal reverendo Lechêne... Dopo averci mostrato le origini illustri del nostro santo Ordine, dopo aver ci paragonate al profeta Elia che lotta contro i sacerdoti di Baal, 1Re 18,20-40

ha dichiarato «che stavano per ricominciare tempi simili a quelli della persecuzione di Acab». Ci sembrava già di volare verso il martirio...

Che felicità, mia cara dolce zia, se tutta [2r°] la nostra famiglia entrasse in Cielo lo stesso giorno!

Mi sembra di vederla sorridere... Forse lei pensa che quest'onore non ci è riservato. Quel che è certo è che, tutti insieme oppure uno dopo l'altro, lasceremo un giorno l'esilio per la Patria, e allora ci rallegreremo per tutte quelle cose di cui il Cielo sarà il premio.3 Ed anche per aver preso la pozione i giorni di ricevimento, o per essere stati al Mattutino nonostante il nostro triste aspetto, o per aver cacciato i conigli e raccolto avena...

Con mio grande dispiacere vedo che questa sera mi è impossibile dire qualcosa che abbia un qualche senso comune: è certamente perché avevo desiderato scrivere tante cose alla mia zietta

Con mio grande dispiacere vedo che questa sera mi è impossibile dire qualcosa che abbia un qualche senso comune: è certamente perché avevo desiderato scrivere tante cose alla mia zietta

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