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MAGGIORAZIONE PERCENTUALE DEL CONTRIBUTO DI COSTRUZIONE PER GLI INTERVENTI CHE SOTTRAGGONO

SUPERFICI AGRICOLE NELLO STATO DI FATTO, AI SENSI DEL COMMA 2 BIS DELL’ART. 43 DELLA LEGGE REGIONALE 11-3-2005 N. 12 -

Presidente

L’Assessore Adobati illustra il provvedimento e gli cedo quindi la parola.

Prego.

Assessore Adobati

Grazie Presidente. Trattasi di ottemperare a una disposizione regionale del 22 dicembre del 2008, pubblicata sul Bollettino Ufficiale il 12 gennaio 2009, che riguarda l’approvazione di linee guida per l’applicazione del comma 2 bis dell’art. 43 della legge per il governo del territorio…

(interventi in sottofondo)

È un comma introdotto nella legge 12 per il governo del territorio, dalla legge 4 del 2008, nello specifico la disposizione di cui la delibera regionale che vi ho citato rappresenta le linee guida, prevede che gli interventi edilizi che consumino suolo agricolo allo stato di fatto, indipendentemente da quella che sia la destinazione urbanistica disciplinata dallo strumento urbanistico, suolo agricolo allo stato di fatto, siano assoggettati a una maggiorazione dei contributi di costruzione, che significa oneri di urbanizzazione primaria più oneri secondaria più contributo sul costo di costruzione, in una misura che va dall’1,5 al 5%;

naturalmente laddove non sono dovuti gli oneri non è dovuta nemmeno la maggiorazione.

Le linee guida introducono anche elementi che vanno a guidare, a orientare le decisioni comunali circa l’applicazione della maggiorazione percentuale. Anzitutto ci si riferisce al sistema informativo territoriale della Regione Lombardia, che il Comune ha facoltà di verificare e di perfezionare e poi esistono ulteriori elementi di verifica che sono, se si tratta di aree con vincolo paesistico o aree a rischio idrogeologico, le misure vanno dal 4 al 5%; se gli studi di predisposizione dello strumento urbanistico, del P.G.T., delineano che esistono aree particolarmente

sensibili perché limitrofe a infrastrutture per la mobilità o ad elevata percettività paesaggistica, quale ad esempio l’orlo della scarpata dell’Adda, la maggiorazione va dal 4 al 5%; ancora, le aree agricole che ricadono in accordi di programma regionali, che appartengono a Comuni interessati da Parchi regionali o nazionali o da Comuni capoluogo, sono obbligatoriamente il 5%. La disposizione regionale prevede che entro tre mesi si debba deliberare nel definire dallo stato conoscitivo comunale qual è l’area agricola allo stato di fatto e che si moduli la percentuale.

Stante una serie di elementi analitici e conoscitivi che abbiamo a disposizione dagli studi del Piano di governo del territorio, si è giunti alla conclusione che sia bene fare, come peraltro praticato in diversi Comuni con una tensione insediativa di trasformazione importante, quale è il nostro, di applicare all’intera area agricola la percentuale del 5%. Qui con me ci sono il dott. Antignati, in rappresentanza del gruppo di lavoro degli agronomi incaricato per gli studi sul Piano di governo del territorio e l’arch. Morabito dell’Ufficio di piano, li ringrazio molto per essere qui e anche per avere atteso fino a quest’ora per il loro contributo e li pregherei gentilmente di dare conto degli aspetti e dei contenuti tecnici del provvedimento e delle ragioni per le quali si è pervenuti a questa proposta di applicazione della maggiorazione.

Grazie.

Presidente

Grazie, Assessore. Chi inizia? Prego, dott. Antignati.

Dott. Antignati

Funziona? Buona sera a tutti. Noi sostanzialmente abbiamo, siccome appunto questa, la DGR che citava l'Assessore prima, dava la possibilità ai Comuni che avessero diciamo basi informative più aggiornate, dava appunto la possibilità di aggiornare lo strato informativo messo a disposizione da Regione Lombardia, noi abbiamo fatto una verifica appunto per individuare eventuali divergenze rispetto a quello che avevamo rilevato durante il 2008, nella stesura appunto della tavola dell’uso del suolo, e abbiamo effettivamente individuato alcune aree che la Regione inseriva tra le aree agricole allo stato di fatto e che in realtà non erano e al contrario abbiamo individuato aree che la Regione non inseriva nelle aree agricole allo stato di fatto e che invece lo erano. Per cui abbiamo, diciamo, sovrapposto i due strati informativi, che avete nella relazione che vi è stata distribuita e abbiamo appunto individuato nella tavola, se non sbaglio 2, appunto queste differenze, in cui si evidenziano le sottrazioni e le aggiunte

rispetto allo strato informativo messo a disposizione da Regione Lombardia. Io non la trovo…

(interventi in sottofondo)

… comunque, si tratta sostanzialmente, ecco, tutte le aree che sono state individuate sia in aggiunta che in detrazione, in sottrazione, sono state numerate e sono appunto state descritte per una migliore individuazione. Sono sostanzialmente aree che sono o state trasformate da un punto di vista edilizio, per cui non sono più effettivamente agricole, oppure sono aree interne al centro abitato, che sono aree a verde pubblico, oppure quelle più macroscopiche, aree che sono oggetto di attività estrattiva, oppure altre che sono ormai state trasformate nell’ambito del P.I.P. 2. Ecco, diciamo, le differenze macroscopiche sono queste.

Abbiamo proceduto, sempre su richiesta appunto dell’Ufficio di piano, ad una verifica, sempre sulla base di quella che la delibera diceva, cioè la possibilità di aumentare il contributo di costruzione dall’1,5 al 5%, rispetto al valore agronomico dei suoli e abbiamo conseguentemente sovrapposto l’elaborazione che è stata fatta, che ha individuato i valori agricoli dei suoli a più alta produttività diciamo, a più alta produttività dei suoi trevigliesi, l’abbiamo sovrapposta alla tavola delle aree agricole allo stato di fatto, appunto per verificare se era il caso di distinguere il territorio in aree, a graduare appunto l’aumento del contributo di costruzione dall’1,5 al 5%, questo è un lavoro preliminare che è stato fatto e la tavola è riportata con il n. 2°, le aree verdi sono quelle a più alto valore agronomico del suolo e quelle gialle sono aree a medio valore agronomico del suolo.

Poi è stato fatto anche un ulteriore passaggio, prendendo diciamo i dati che sono stati forniti dal geologo, il quale ha individuato appunto tutte le classi di fattibilità geologica e quelle che a noi interessavano erano la terza e la quarta, cioè quelle che presentano limitazioni all’utilizzo diciamo tra virgolette edificatorio, rispetto alle altre, e abbiamo appunto anche questa sovrapposta alla cartografia base. Alla fine il risultato è stata una carta veramente a macchia di leopardo, per cui c’erano aree diciamo che dovevano essere portate alla maggiorazione massima, per cui al 5% che erano la gran parte del territorio e aree che invece avrebbero potuto essere ridotte magari al 3, all’1,5, che erano tutte sparse in giro per il territorio comunale ed era effettivamente di difficile, come dire, applicazione pratica insomma. Per cui, insomma, si è pensato appunto di portarlo alla maggiorazione del 5%, come ipotesi.

Presidente Assessore?

Assessore Adobati

Grazie dott. Antignati. Solo per significare che dopo questo passaggio di verifica e analisi le risorse che vengono ricavate da questa maggiorazione degli oneri sono obbligatoriamente attribuite ad un capitolo che è finalizzato e questa è una disposizione precisa, già contenuta nella legge 12, con la modifica introdotta nel marzo 2008, da destinare obbligatoriamente a interventi forestali a rilevanza ecologica ed incremento della naturalità. Questo perché è un provvedimento che discende anche da un dibattito legato al tema, il consumo di suolo, la compensazione ecologica preventiva, quindi caricare di responsabilità il consumo di suolo e introdurre meccanismi di equilibrio e di compensazione ambientale. L’arch. Morabito mi indicava anche di segnalare del fatto che l’obbligo di applicazione interviene alla richiesta dell’atto abilitativo alla realizzazione della costruzione e quindi denuncia inizio attività o permesso di costruire. Grazie.

Presidente

Grazie Assessore. Ringraziamo, Assessore, i tecnici per la presentazione del provvedimento. Dichiaro aperto il dibattito, invito i Consiglieri a iscriversi. Cambiamo la cassetta.

(cambio cassetta)

Nessun Consigliere è iscritto per la discussione? Dichiaro chiusa la discussione. Pongo in votazione il punto…

(interventi in sottofondo)

… no, niente discussione, niente dichiarazione di voto, il punto n. 6 all'ordine del giorno, avente ad oggetto, maggiorazione percentuale del contributo di costruzione per gli interventi che sottraggono superficie agricola allo stato di fatto, ai sensi del comma 2bis dell’art. 43, della L.R. 12-2005. Procediamo con votazione in forma palese, con sistema elettronico. Dichiaro aperta la votazione. Dichiaro chiusa la votazione.

17 voti a favore, nessun contrario, nessun astenuto, il Consiglio approva all’unanimità.

Pongo in votazione anche l’immediata eseguibilità della delibera ora assunta. Procediamo con votazione con sistema elettronico, in forma palese. Dichiaro aperta la votazione. Dichiaro chiusa la votazione. 17 voti a favore, nessun contrario, nessun astenuto, il Consiglio approva all’unanimità.

Procediamo col punto n. 7 all'ordine del giorno.

Comune di Treviglio

Consiglio Comunale del 7 Aprile 2009 Punto n. 7)

ADOZIONE TERZA VARIANTE AL VIGENTE PIANO DI ZONA, AI SENSI ART. 34 LEGGE 22-10-1971 N. 865 – COMPARTO 19 – DELLA GOBBA -

Presidente

Per la Giunta illustra il provvedimento l'Assessore Adobati, a cui cedo la parola. Prego, Assessore.

Assessore Adobati

Grazie Presidente. Una breve illustrazione dei contenuti della deliberazione, poi gli aspetti tecnici li esporrà l’arch. Morabito. Il comparto via Della Gobba è per intenderci l’area nota anche come quella Litolatta, un’area che è produttiva dismessa e nello specifico il comparto 19 appunto è quello più a ridosso della piazza S. Pietro. Nella documentazione che vi è stata distribuita c’è un po' un quadro sinottico aggiornato delle previsioni volumetriche, esiste qualche piccolo aggiustamento di riferimento numerico, che non riguarda però nello specifico ciò che andiamo ad approvare stasera, ma il quadro generale, comunque esiste una relazione che dà anche un po' conto di quello che è stato lo sviluppo di un Piano di zona che sostanzialmente va in esaurimento.

Il provvedimento che andiamo ad esaminare riguarda lo stralcio della previsione in questo comparto di 3.800 metri cubi, assoggettati appunto a Piano di zona, a fronte di una riflessione che è stata condotta in questi mesi, che ci ha accompagnato anche nei lavori riguardanti il Piano di governo del territorio, occasione di seminari che abbiamo avuto, uno anche recentemente, la scorsa settimana, con l’Associazione Casa Amica, che hanno fatto emergere di come in un contesto, pure in un contesto con una grande tradizione dell’edilizia sociale com’è quello di Treviglio, esiste un problema casa evidente e che forse, questa è l’opzione che noi andiamo ad abbracciare nella proposta di provvedimento, è un problema che si è ampliato almeno rispetto alle categorie sociali che hanno necessità della casa. Esiste una fattispecie più allargata di un segmento, più allargato di domanda di agevolazione all’accesso al bene casa, esiste una prospettiva di lavoro che è quella che la Regione Lombardia da qualche anno ha assunto, dell’housing

sociale e dell’assunzione della casa come servizio, se edilizia sociale come servizio, tant’è che come sapete nel Piano di governo del territorio l’edilizia sociale può essere interamente ricondotta al Piano dei servizi.

Per queste ragioni ciò che abbiamo ritenuto opportuno fare era di passare da una previsione di Piano di zona non specificata a una specifica previsione di edilizia dedicata a un affitto, da convenzionare secondo le disposizioni vigenti regionali, che sono poi quelle della legge 14 del 2007. Per tale ragione, a fronte dello stralcio e della concessione di un incremento volumetrico che la legge 23 del ’97 concede fino a un massimo del 10%, si è richiesto di impegnarsi, da parte dell’operatore, a vincolare un volume, insomma, all’oggi, per almeno 3.800 metri cubi, ad affitto a canone da convenzionarsi con l’Amministrazione Comunale.

Peraltro, come dire, questa modalità introduce anche una prospettiva d’azione che sempre più va diffondendosi, che è quella di favorire, cosa che è già presente qui a Treviglio, ma che, come dire, consente di ampliare l’efficacia dell’azione amministrativa, di favorire in molti interventi di trasformazione edilizia nella città, che operatori privati rispondano in parte nelle operazioni di trasformazione urbanistica, al fabbisogno del bene casa, dal punto di vista urbanistico, per consentire una buona miscelazione diciamo delle diverse tipologie di offerte di casa, dall’edilizia libera a quella moderata convenzionata e sociale. E dal punto di vista dall’Amministrazione anche per amplificare le possibilità d’azione in tempi di ristrettezze di risorse dell’Amministrazione stessa.

Ultima annotazione, peraltro il comparto oggetto di attenzione è un comparto che, come dire, è oggi non qualificato e peraltro dismesso, è un intervento di recupero e di riqualificazione e quanto mai opportuno anche, perché poi va a integrarsi con il contesto recentemente rinnovato della piazza S. Pietro, come realtà centrale di riferimento della zona nord. Grazie. Ora invito l’arch. Morabito a dare conto degli aspetti tecnici di contenuto del provvedimento.

Arch. Morabito

Buona sera. Si tratta di un’adozione che segue le procedure di una variante urbanistica, pertanto qualora il Consiglio Comunale adotti la variante, questa andrà pubblicata per 30 giorni e nei successivi 30 giorni si possono presentare osservazioni e opposizioni, per poi passare all’approvazione definitiva. L'Assessore ha praticamente detto tutto quello che riguarda la variante, quindi si tratta solamente di eliminare questa previsione dal comparto n. 19, quindi eliminare 3.800 metri cubi di edilizia economico-popolare e lasciare quest’area in zona

di ristrutturazione urbanistica B7, con l’applicazione delle norme di attuazione del Piano regolatore. Penso di non dover aggiungere altro.

Grazie.

Presidente

Grazie dottore. La parola al Sindaco, prego.

Sindaco

Questa scelta, diciamo che è un po' di politica territoriale, nasce da un incontro che abbiamo avuto credo un anno fa ormai, con l'Assessore Fononi della Provincia e sempre con Casa Amica ed altri operatori del settore, la Provincia aveva pubblicato anche un opuscolo, proprio se non sbaglio, però non sono certissima, intitolato housing sociale, o qualcosa del genere, proprio perché la direzione in cui anche a livello provinciale…

(intervento fuori microfono)

… no, La Casa, il secondo quaderno…

(interventi in sottofondo)

… l’indirizzo è quello di rispondere alle nuove esigenze della casa, nel senso che c’è un grosso divario oggi tra il canone sociale e il canone convenzionato o concordato, c’è tutta una fascia mediana che non riesce più, anzi, coloro che hanno fatto il mutuo stanno rendendo, come dicevo, la casa alle banche, come dicevo in Commissione, quindi poi c’è tutta l’esigenza delle giovani coppie, perché i giovani hanno bisogno di metter su famiglia, però non sono più nelle condizioni… vivono nella precarietà, nella flessibilità, nella mobilità, e quindi non sono in condizione di fare mutui trentennali o ventennali.

E comunque c’è da assicurare da un punto di vista sociale la casa alle fasce o basse o medio basse, ma anche diciamo medie. Per cui si sta andando in questa direzione, anche come Piano di governo del territorio, per il Piano dei servizi stiamo guardando di prendere questa strada; per esempio il P.G.T. di Bergamo, prima accennava a questo intervento l'Assessore Adobati, il P.G.T. di Bergamo che è appena stato adottato prevede un 10% di ogni nuovo sviluppo edilizio per la locazione come affitto. Oggi riteniamo che sia questa la direzione e in questo senso abbiamo lavorato, i nostri uffici, che ringrazio, e l'Assessore, hanno lavorato con questa proprietà, per andare in questa direzione.

Oggi ovviamente, come già vi dicevano, andiamo solo alla variante del Piano di zona, la convenzione è tutta da costruire e quindi non è detto che nella costruzione della convenzione non si possa, in questo

equilibrio che già si è trovato, tra pubblico e privato, trovare il modo di avere per il pubblico ancora qualcosa da utilizzare in termini sociali.

Certamente ci faremo carico di questo. Ecco, era solo per dirvi che la direzione che ci pare di dover intraprendere, abbiamo già fatto due pomeriggi con l’arch. Rabaioti del Politecnico e Casa Amica, l’indirizzo che ci pare opportuno accogliere è questo, di andare verso la locazione e l’housing sociale.

Presidente

Grazie signor Sindaco. Dichiaro aperta la discussione, invito i Consiglieri a iscriversi. Consigliere Manenti, ha la parola, prego.

Consigliere Manenti

Concordo sul pensiero del Sindaco e sugli obiettivi, il problema casa è un problema grosso, forse è il problema più grosso che attualmente abbiamo. Vi do dei numeri, me li sono tratti dall’Eco di Bergamo l’altro giorno, proprio per dimostrare questa realtà, questa realtà contingente di questi giorni, sulle problematiche dell’affitto. Allora, i primi tre mesi del 2008, Bergamo e Provincia sono stati convalidati 120 sfratti per morosità, primi tre mesi del 2009 204 sfratti per morosità, siamo al doppio nel 2009 e la crisi è appena iniziata, andiamo diciamo in misura esponenziale, arriveremo alla fine dell’anno, secondo me triplichiamo gli sfratti per morosità dal 2008 al 2009. Allora, in Bergamo, Bergamo e Provincia sono state fatte 4.800 domande di case popolari quest’anno, cioè, numeri che preoccupano molto. Allora, l’anno scorso in Bergamo e Provincia 1.305 convalide di sfratto per morosità, l’Aler non procede a sfratti per morosità se non sono decorsi quattro anni di morosità e nonostante i quattro anni di morosità inizia con le procedure di sfratto, il che significa, dati ufficiali…

(intervento fuori microfono)

… no, l’inizio, non iniziano se non dopo tre, quattro anni che la morosità esiste.

Sono dati molto preoccupanti, preoccupanti tanto che io inviterei il Sindaco di valutare se fissare proprio un Consiglio Comunale, non so se aperto o comunque dedicato al problema casa, che il problema casa è grosso in Provincia di Bergamo, ma secondo me sta diventando altrettanto grosso anche a Treviglio. Ecco, entrando nel merito di questa delibera qua, io come ho già manifestato il mio pensiero in Commissione, nutro delle perplessità, ma nutro non delle perplessità sull’obiettivo finale, che condivido, cioè, secondo me l’housing sociale, il tornare all’affitto, il tornare agli investimenti sull’affitto e il tornare a un accordo tra pubblico e privato secondo me sono strade da seguire e

anzi, non vedo via diversa oggi per risolvere questo problema contingente. Ho qualche perplessità su questo tipo di provvedimenti, ma le spiego i motivi, allora, prima di tutto a mio modo di vedere sono slegati dal P.G.T., allora il P.G.T., una delle famose norme sulle regole…

(intervento fuori microfono)

… il Piano delle regole, dovrebbe determinare, dovrebbe determinare sia la parte di case che vanno in edilizia economico-popolare, sia in questa normativa, sugli affitti, perciò una normativa generale.

Allora, P.G.T. che noi dovremmo approvare entro l’anno, ma approvare, vuol dire che secondo me dovremmo arrivare all’adozione o prima dell’estate o comunque subito dopo l’estate, lo porteremmo in discussione in Seconda Commissione e poi andiamo già in adozione.

Oggi andare ad approvare una convenzione con due società private, di cui una oltretutto, noto stasera che solo una si impegna, l’altra non c’è nessun impegno in tal senso, perché solo una delle due società, Cassano 2000 si impegna, dove io stipulo una convenzione che se non sbaglio ha la durata di dieci anni dalla realizzazione, perciò non va a soddisfare quei problemi e quelle problematiche che noi invece abbiamo di urgenza, dove noi permettiamo di togliere 3.800 metri cubi di cubatura che noi, secondo il nostro piano, l’abbiamo già destinata a edilizia economico-popolare e perciò noi potremmo stralciarla, approvare il progetto, predisporre dove costruire l’edilizia economico-popolare e trovare un attuatore dell’edilizia economico-economico-popolare che nel giro di un anno mi realizza l’immobile, noi andiamo a fare una convenzione dove mi privo praticamente di un’urgenza di 3.800 metri cubi di edilizia economico-popolare, che poi potrebbe essere trasformata in edilizia economico-popolare; ma quando andiamo ad assegnarla all’attuatore, che potrebbe essere l’Aler del caso o la Di Vittorio o un privato che vuole, a comunque all’affitto sociale, o all’affitto convenzionato. Cioè, tu costruisci, io ti do la terra, hai gli oneri che sono agevolati e comunque fai su le case che poi sono destinate all’affitto, ma dove io ho una certezza che lì parto e nel giro di due anni io ho la casa, ho la realizzazione della casa, ho una controparte, saranno affidabilissimi anche questi, però ho una controparte sicuramente affidabile, perché è inserita nel sociale e mi persegue questo obiettivo, perciò alla fine io ho raggiunto l’obiettivo, cioè quello di avere i miei 15-16 o 20 appartamenti realizzati in edilizia economico-popolare, magari da non vendere, ma da porre in affitto.

Allora io qui con questa, a mio modo di vedere, questa convenzione, che non è inserita in un P.G.T. più generalizzato, allunga i tempi di dieci

Allora io qui con questa, a mio modo di vedere, questa convenzione, che non è inserita in un P.G.T. più generalizzato, allunga i tempi di dieci

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