Azioni e investimenti realizzat
3.5 Maggiori criticità riscontrate e motivazioni che hanno contribuito al fallimento delle azioni indicate
Anche in questo caso la domanda prevedeva la possibilità di indicare le motivazioni e attribuire ad esse un ordine di importanza da 1 (la più elevata) a 5. Riepilogando la frequenza delle risposte emerge che il maggior numero di GAL/OC attribuisce allo scarso numero di domande il principale motivo del fallimento dell’azione. Questo dato è interpretabile con il fatto che il territorio spesso non ha risposto o per eccessiva innovatività delle proposte (che ha trovato impreparati attori di territori di impostazione tradizionale), o perché, probabilmente, le azioni programmate non rispondevano alle esigenze specifiche degli operatori territoriali. Inoltre, analizzando le azioni che sono state abbandonate (spesso azioni di carattere strutturale o che, per essere poste in atto, richiedono il coinvolgimento di molti soggetti locali di varia natura), sembra emergere una certa difficoltà ad aggregare attori del territorio: queste azioni infatti nella grande maggioranza di casi avrebbero richiesto l’attivazione di un partenariato complesso; la difficoltà di creare una solida rete territoriale e canalizzare più interessi potrebbe essere interpretata come motivo di insuccesso.
3.5 - Motivazioni che hanno determinato il fallimento dell'azione
Grado di importanza
MOTIVAZIONI 1 2 3 4 5
Scarso numero di domande
Elevato numero di progetti inammissibili Elevato numero di rinunce
Difficoltà legate al raggiungimento obiettivi Difficoltà a reperire finanziamenti privati
Al fine di evidenziare le motivazioni segnalate dai GAL/OC con la maggiore frequenza e la maggiore intensità, si costruisce una tabella riepilogativa dalla quale emerge che i questionari analizzati attribuiscono la maggiore importanza allo scarso numero di domande e alle difficoltà amministrative. La complessità dei progetti, che prevedevano l’attivazione di procedure amministrative articolate, ha in molti casi contribuito fortemente all’insuccesso delle azioni. Le difficoltà amministrative sono inoltre riconducibili ai ritardi nell’ottenimento delle licenze dovuti ai molti passaggi burocratici necessari; i casi più evidenti hanno riguardato il rilascio delle autorizzazioni all’esercizio dell’attività agrituristica.
Si segnala che nelle maggior parte dei casi segnalati si tratta di azioni completamente abbandonate.
MOTIVAZIONI Importanza media attribuita
Scarso numero di domande 3
Elevato numero di progetti inammissibili
Elevato numero di rinunce 5
Difficoltà legate al raggiungimento obiettivi 5
Difficoltà a reperire finanziamenti privati 4
Difficoltà di carattere procedurale 4
Difficoltà amministrative 3
Difficoltà legate alla gestione dei fondi 5
Scarso coinvolgimento attori pubblici 4
Difficoltà a mettere in rete risorse locali 5
Scarso dialogo con il territorio 5
Tempistica 5
Q1, Q2, Q11 non rispondono
Anche in questo caso, considerando che i compilatori hanno segnalato anche altre motivazioni, si riportano anche le altre segnalazioni che risultano significative e condivise da più GAL. Le descrizioni che seguono vengono ordinate in base al grado di importanza e alla frequenza con cui sono indicate. Da segnalare che tutte le motivazioni sono state indicate.
• Difficoltà a reperire quote di finanziamento privato: spesso i GAL si sono
scontrati con la diffidenza degli operatori del territorio che, individuando il LEADER come un programma pubblico, hanno avuto remore ad investire in prima persona, anche solo a cofinanziamento.
• Difficoltà di carattere procedurale: Complessità, rigidità e scarsa chiarezza delle
procedure tecnico-amministrative legate alla gestione delle azioni LEADER II (per esempio la Regione Sardegna viene più volte imputata di tale mancanza); in un caso si segnalano difficoltà dovute alla rigidità dei parametri di valutazione del sistema creditizio.
• Comune a molti GAL è il sottolineare il disinteresse delle PPAA e lo scarso
coinvolgimento di attori pubblici, indicativo della necessità di migliorare
dialogo e condivisione con gli amministratori del territorio. Per esempio il GAL ACTA Valle dell’Agri aveva previsto nel PAL una progetto per dare una segnaletica comune a tutta l’area LEADER cercando un elemento di identificazione dell’area caratterizzata da una identità comune; naturalmente il progetto avrebbe dovuto coinvolgere tutti i comuni ricadenti nel territorio. Il progetto in questione ha però registrato un sensibile ridimensionamento per problemi di carattere politico e per i ritardi cronici e fisiologici degli uffici
tecnici delle amministrazioni locali coinvolte: la velocità di funzionamento prevista dal programma LEADER spesso è di troppo superiore alla velocità degli Enti pubblici e ciò comporta una perdita di risorse per i gravi ritardi del soggetto pubblico che è considerato l’altra voce forte del territorio.
• Difficoltà legate al raggiungimento degli obiettivi programmati: in qualche caso
il tentativo di condurre a termine una azione ha trovato uno scollamento con gli obiettivi programmati, non sempre ciò che programmato ha le ricadute previste in termini operativi.
• Difficoltà legate alla gestione dei fondi: si segnala la difficoltà di condurre delle
azioni nell’ambito del PAL finanziate con fondi diversi (FSE). Uno per tutti è il caso della regione Calabria, comune però come logica alle altre regioni. Per quanto riguarda l’avvio delle azioni di formazione professionale i GAL sono stati rimpallati tra assessorato all’agricoltura e assessorato alla formazione in quanto non riusciva a capirsi quale fosse l’organismo competente. Inoltre anche per la rendicontazione ci sono state grandi difficoltà in quanto questa è attribuita all’assessorato alla formazione e non a quello all’agricoltura che invece è l’organo di riferimento per LEADER. Quindi c’è stata una sovrapposizione di competenze in quanto gli assessorati hanno procedure di rendicontazione differenti e prendono in analisi elementi differenti. Solo 2 mesi fa i GAL hanno ricevuto delle lettere ufficiali che attribuivano la competenza alla rendicontazione all’Assessorato alla formazione e che quindi con questo avrebbero dovuto dialogare.
• Difficoltà a mettere in rete risorse locali: spesso i GAL lamentano che laddove
le azioni previste dovevano essere finanziate con fondi propri di enti locali (Comuni, Province o Comunità Montane), il mancato mantenimento degli impegni di queste ha comportato il decadimento dell’azione.
• Tempistica: in molti casi la realizzazione degli interventi si è protratta oltre le
date previste e prescritte, ritardi non imputabili sempre ai GAL/OC ma a soggetti diversi. I ritardi nei controlli e nelle successive erogazioni da parte dei soggetti regionali competenti hanno causato gravi problemi sia ai GAL/OC, sia ai beneficiari finali delle azioni.
• Elevato numero di progetti inammissibili e scarso dialogo con il territorio