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Criticità e buone prassi nella gestione del LEADER : i risultati di un'indagine della Rete : working paper

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Academic year: 2021

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Programma di Iniziativa Comunitaria

LEADER II

Collegamento fra azioni di sviluppo dell’economia rurale

Comunicazione CEE 94/c/180/12

Criticità e buone prassi nella

gestione del LEADER

(2)

Programma d’Iniziativa Comunitaria LEADER II

Comunicazione CEE 94/C/180/12 dell'1/7/1994

Criticità e buone prassi nella

gestione del LEADER.

I risultati di un’indagine

della Rete

(3)

Indice

I parte

Sintesi dei risultati

pag. 3

II parte

Elaborazione dei questionari di rilevazione dell’operatività del

programma LEADER nell’ultima fase

pag. 11

Premessa

pag. 12

Descrizione dello strumento di analisi

pag. 13

Analisi per Sezione

pag. 15

Sezione 1: L’attività dei GAL

pag. 16

Sezione 2: La cooperazione transnazionale

pag. 18

Sezione 3: Azioni e investimenti realizzati

pag. 26

Sezione 4: Procedure

pag. 40

Sezione 5: Funzionamento/Organizzazione del GAL/OC

pag. 47

III parte

Questionario di rilevazione

pag. 56

(4)

I PARTE

(5)

Lo studio e l’analisi delle modalità operative con cui si è data attuazione al LEADER II nel nostro Paese costituisce uno dei compiti della Rete nazionale. Tra le diverse iniziative promosse per questa finalità nel mese di luglio è stata lanciata un’indagine volta ad evidenziare le problematiche incontrate dai gruppi locali nelle ultime fasi di gestione dei progetti nonché gli elementi di buone prassi sviluppate e condivise dai GAL/OC. A tal fine è stato elaborato un questionario inviato a tutti GAL/OC impegnati a livello nazionale.

Il questionario, suddiviso per aree tematiche, era teso a rilevare il punto di vista dei GAL/OC sulla operatività dei propri progetti nei contesti territoriali individuandone, rispetto ad alcune variabili, punti di forza e motivi di successo e punti di debolezza e problematiche incontrate.

In questa sintesi si riportano i primi risultati emersi da un campione di gruppi; non si tratta di una rilevazione puntuale e analitica ma piuttosto di una prima riflessione che potrebbe contribuire a verificare alcuni risultati acquisiti e offrire elementi propositivi e suggerimenti per migliorare l’operatività delle iniziative nella nuova fase di programmazione, nella consapevolezza che è utile tesaurizzare l’esperienza del passato per migliorare il lavoro futuro. Nonostante il campione non possa definirsi rappresentativo della generalità dei gruppi locali coinvolti nella gestione degli interventi LEADER II in Italia, è possibile trarre considerazioni significative in merito ad una serie di criticità riscontrate, soluzioni adottate, strategie utilizzate ed elementi di buone prassi. Gli aspetti rilevati nel corso dell’analisi confermano, inoltre, quanto emerso nel corso di altre attività condotte dalla Rete in cui sono state raccolte osservazioni e opinioni dei gruppi locali.

Le maggiori criticità

Le maggiori criticità hanno riguardato sostanzialmente gli aspetti legati alla gestione operativa del programma LEADER che ha presentato problematiche comuni a gruppi appartenenti a territori diversi, con piani di intervento differenti e situati in

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ritardo quasi cronico nell’erogazione dei fondi e ciò ha comportato ulteriori rallentamenti. Spesso si è fatto fronte ai ritardi con una forte esposizione bancaria sia dei gruppi locali sia dei beneficiari diretti delle azioni e laddove ciò non è stato possibile, si è assistito ad un blocco temporaneo delle attività programmate che ha oltremodo ritardato le fasi di operatività del LEADER. Per questo motivo occorre lavorare per la riduzione dei tempi di programmazione nazionale a favore di un aumento dei tempi di gestione operativa e per la semplificazione delle procedure di trasferimento dei fondi dalle Regioni ai GAL/OC.

Il problema della semplificazione delle procedure e della rapidità dei finanziamenti è molto sentito dai gruppi; a livello locale, tra l’approvazione dei PAL e l’emissione del primo bando trascorrono in media 10 mesi e 16 mesi sono in media necessari per l’erogazione del primo pagamento.

Un ultimo aspetto critico è individuabile nel problema incontrato dal LEADER II relativamente alla gestione su più fondi che, in molti casi, ha reso ancora più complesse e farraginose le procedure amministrative; un problema questo che viene superato con la nuova fase di programmazione dove si prevede per il LEADER+ la sola partecipazione finanziaria del FEOGA.

La strategia di intervento dei PAL

Per individuare la presenza di elementi strategici utilizzati nella progettazione dei PAL, analizziamo la suddivisione delle risorse tra le sub misure, dove emerge una prevalenza dei settori del Turismo Rurale, della Valorizzazione e Commercializzazione, delle PMI e Artigianato.

Gli investimenti si orientano principalmente su azioni che prevedono sostegni finanziari agli operatori del territorio (aiuto al tessuto economico locale), sulle azioni di consulenza e assistenza tecnica specie al settore pubblico, sulla formazione del capitale umano locale. Un’analisi più dettagliata delle azioni condotte evidenzia in maniera più netta le strategie su cui hanno puntato i gruppi locali.

In linea con l’approccio LEADER, il territorio viene pensato e programmato

come un unicum composto da fattori sociali, economici, geografici, storico-culturali,

ambientali, produttivi; ne deriva che la strategia di intervento rappresenta un vero e proprio marketing d’area. I PAL puntano dunque sul miglioramento delle potenzialità esistenti nel territorio, del tessuto produttivo locale sia dal punto di vista quantitativo (rendere più competitiva l’economia locale attraverso il raggiungimento di una massa

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critica nell’offerta anche attraverso l’introduzione di strumenti di innovazione tecnologica) sia da quello qualitativo (miglioramento della qualità della produzione locale attraverso processi di certificazione e tutela).

Ma al di là di azioni puntuali sulla Valorizzazione del patrimonio storico-culturale e ambientale, la strategia di marketing d’area mostra alcune lacune. In realtà, quasi tutti i PAL prevedono investimenti finalizzati al miglioramento della fruibilità turistica, culturale e ambientale del territorio che danno origine ad azioni che gli stessi gruppi locali definiscono di successo. Ma tali azioni, pur dimostrando l’importanza strategica degli investimenti sulla valorizzazione delle risorse storiche, culturali e ambientali per la crescita del territorio, restano piuttosto residuali impegnando una quota di fondi limitata e proporzionalmente meno rilevante rispetto agli investimenti sugli altri settori di intervento previsti dai PAL. Ancora meno utilizzata risulta infine la sub misura Qualità della vita che registra uno scarso peso nell’ambito dei piani locali.

Tutte le azioni promosse sono finalizzate ad una crescita duratura e costante delle opportunità occupazionali e ciò rappresenta l’elemento trasversale a tutta la strategia di intervento.

Il legame GAL/OC con il territorio

Nell’analisi condotta, diversi elementi inducono ad affermare che l’esperienza LEADER ha contribuito a realizzare uno stretto legame con il territorio. I GAL/OC comprendono il loro ruolo di attori fondamentali dello sviluppo delle loro aree anche al di là della gestione dei piani LEADER. Spesso infatti i GAL/OC partecipano ad altre iniziative di sviluppo del territorio con progetti di varia natura che completano, integrano e continuano i LEADER. Questi progetti trovano canali di finanziamento diversi: fondi UE, programmazione nazionale, regionale e locale. In particolare, molti degli interventi di sviluppo che vedono il coinvolgimento dei GAL/OC si inseriscono nell’ambito della programmazione negoziata che propone una metodologia di intervento molto più aderente all’approccio LEADER rispetto agli altri strumenti che finanziano lo

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pensare ad una buona programmazione a monte, vale a dire una efficace rilevazione delle esigenze del territorio, dall’altro ad una buona azione di animazione e assistenza tecnica da parte dei GAL/OC. Le azioni proposte dai PAL rappresentano dunque una risposta ad una reale e sentita esigenza del territorio. Inoltre, le azioni programmate

hanno avuto, a parere deigruppi intervistati, un buon impatto sull’economia territoriale:

producendo effetti occupazionali diretti e indotti, effetti moltiplicatori (capacità degli investimenti realizzati nell’ambito dei PAL di attivare nuovi strumenti in grado di stimolare e coinvolgere operatori locali attorno ad obiettivi comuni), innescando dinamiche di sviluppo con effetti di medio periodo. Le azioni promosse, inoltre, contribuiscono alla creazione di massa critica nell’offerta (specie turistica e produttiva) permettendo di superare una frammentazione tipica di aree economicamente poco sviluppate e le difficoltà di commercializzazione ad essa collegate.

D’altro canto, lo scarso numero e la bassa qualità delle domande di finanziamento oltre alle difficoltà a reperire quote di partecipazione privata hanno costituito, invece, i maggiori motivi che hanno condotto all’insuccesso di azioni programmate che sono state ridimensionate o completamente abbandonate. Ciò induce a ritenere che il territorio, probabilmente, abbia percepito tali azioni come troppo innovative e/o con margini di rischio impedendo di fatto una adesione degli operatori locali. La situazione analizzata indica dunque che gli investimenti hanno avuto successo laddove vi è stata una massiccia adesione e la programmazione si è mostrata in linea con i reali bisogni del territorio. Ma occorre considerare che la programmazione ha anche l’obiettivo di stimolare una domanda e riorientare le scelte di sviluppo di un determinato territorio. In questo caso il sostegno agli investimenti e le attività di animazione hanno bisogno di essere maggiormente incisive, con l’obiettivo di raccogliere l’adesione degli “innovatori”. Questi ultimi infatti, sono generalmente animati da una maggiore propensione al rischio e da uno spirito pionieristico, fattori che spesso hanno permesso in diversi contesti di tracciare nuove strade di sviluppo.

L’analisi del legame tra i gruppi locali e il territorio non può prescindere da un approfondimento del rapporto che il GAL/OC ha sviluppato con l’attore pubblico inteso nella doppia accezione di autorità di pagamento (Regioni) e amministratore pubblico locale.

Il rapporto con le Regioni ha mostrato criticità derivanti sostanzialmente dai ritardi nelle erogazione dei fondi e dalle diverse interpretazioni date alle norme sulle

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procedure operative che, in alcuni casi, hanno portato a contenziosi. Più complesso e intenso è il rapporto con le istituzioni pubbliche locali, la partnership privilegiata per gli interventi sul territorio. In alcuni casi si lamenta una partecipazione più formale che sostanziale, nonostante, poi, vi sia stata un’iterazione con gli attori pubblici locali: c’è stata condivisione delle idee in fase di programmazione, sono stati siglati accordi, patti e convenzioni giuridicamente vincolanti, c’è stata collaborazione nella divulgazione delle attività promosse e nella condivisione dei risultati. In generale può affermarsi che il LEADER ha mostrato al territorio nel suo complesso e a tutti i soggetti coinvolti che è possibile lavorare in modo sistemico, raggiungendo risultati più efficaci e gratificanti e promovendo la crescita del territorio.

Il LEADER ha cercato, attraverso la sua metodologia di intervento, di promuovere il dialogo con gli attori pubblici del territorio, l’avvio di strategie di concertazione e condivisione di obiettivi comuni. In tale direzione il dialogo è stato avviato in maniera costruttiva, ma ancora molto resta da fare in quanto si tratta di intervenire su aspetti culturali di territori che non sono caratterizzati da una lunga tradizione di dialogo e partnership. Emerge dunque chiaramente la necessità di continuare a lavorare per migliorare il dialogo e la condivisione con l’attore pubblico locale e per il nuovo periodo di programmazione è auspicabile un maggiore coinvolgimento sostanziale del soggetto pubblico in tutte le fasi dell’intervento LEADER.

Un ultimo cenno per sottolineare il legame instaurato con il territorio riguarda l’animazione svolta dai GAL/OC. Per coinvolgere il territorio sono stati utilizzati molteplici strumenti di animazione ma quelli che si sono rivelati più efficaci, producendo gli effetti più validi e tangibili, sono stati principalmente i contatti diretti con i beneficiari, una modalità di animazione che ha permesso l’instaurarsi di un rapporto di fiducia con gli operatori del territorio e una conoscenza più diretta di situazioni specifiche. Ma anche in questo caso, nonostante l’animazione abbia prodotto

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trovare, all’avvio dei piani, un terreno più preparato. Un problema cruciale sottolineato dalla gran parte dei GAL/OC componenti il campione riguarda l’esigenza di creare

percorsi formativi ad hoc per gli animatori locali, una figura professionale difficile da

reperire sul mercato del lavoro, spesso caratterizzata da una professionalità lasciata

all’improvvisazione e alla buona volontà del singolo.

La cooperazione transnazionale

Nella cooperazione sono stati coinvolti un gran numero di GAL/OC e, in molti casi, i gruppi locali hanno partecipato a più progetti transnazionali. In alcuni casi la cooperazione riguarda singole azioni dei PAL ma non sono infrequenti i progetti transnazionali che valorizzano trasversalmente tutte le sub misure previste. Se si eccettuano i problemi che ha mostrato in fase di avvio (i ritardi che hanno caratterizzato tutta la cooperazione a livello nazionale oltre al lento avanzamento dei PAL italiani che ha in parte limitato gli effetti positivi che la cooperazione avrebbe potuto ottenere) la cooperazione è indicata come un elemento molto positivo dell’esperienza realizzata dai gruppi locali, producendo efficaci ricadute sugli interventi territoriali.

Lo scambio di esperienze e di know how, l’acquisizione di metodologie,

conoscenze e competenze specifiche rappresentano il valore aggiunto attribuito nella generalità dei casi alla cooperazione. Inoltre, alla cooperazione viene attribuito un ruolo strategico nel rafforzamento delle competenze degli operatori coinvolti.

I progetti di scambio transnazionale hanno contribuito alla valorizzazione dell’immagine dell’area LEADER sia all’interno (favorendo un miglioramento della conoscenza del patrimonio dell’area da parte della popolazione locale), sia all’esterno (promovendo una strategia di marketing territoriale attraverso la presentazione all’esterno delle specificità e delle tipicità del territorio e delle sue produzioni).

Un’analisi più dettagliata delle singole esperienze realizzate dimostra che i progetti di cooperazione hanno prodotto valore aggiunto e ricadute positive laddove hanno trovato uno stretto collegamento con le azioni già programmate all’interno del PAL o hanno rappresentato una integrazione delle azioni condotte nell’ambito dei piani locali.

La Rete

L’indagine ha previsto infine la raccolta dei pareri dei gruppi locali sul ruolo della Rete Nazionale LEADER. La Rete viene percepita con un ruolo estremamente

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positivo. Il valore aggiunto fornito dalla partecipazione dei gruppi locali alla Rete può essere riassunto in tre parole chiave: comunicazione, formazione, informazione. La Rete ha consentito il reperimento di documentazioni sia per le evoluzioni del LEADER sia per la conoscenza di altri strumenti di intervento sul territorio, ha favorito il passaggio di informazioni, fornito la possibilità di scambio di pareri e la condivisione delle esperienze e delle soluzioni adottate per risolvere problemi comuni. In molti casi si sottolinea come la Rete abbia favorito il miglioramento delle professionalità degli operatori impegnati nella gestione dei singoli interventi territoriali, offrendo la

possibilità di interscambi e feed back, anche su tematiche di tipo amministrativo e

procedurale. Molto importanti sono considerati i momenti di incontro organizzati periodicamente dalla Rete nei quali è offerta ai GAL un’ottima opportunità di discussione e riflessione.

I gruppi sottolineano anche la necessità di ampliare e rafforzare le funzioni svolte dalla Rete. In particolare vengono manifestate esigenze riguardanti possibili integrazioni del ruolo già svolto dalla Rete, viene richiesto un maggiore intervento nella mediazione tra gruppi locali e organismi regionali al fine di consentire una uniformità di procedure gestionali e amministrative, la cui applicazione è stata molto disomogenea non solo a livello comunitario ma anche nazionale e all’interno di singole regioni. A tal

proposito sarebbe auspicabile anche un maggior coinvolgimentodegli attori istituzionali

nelle attività promosse dalla Rete. Opinione diffusa dei gruppi locali è che la Rete potrebbe svolgere un ruolo più forte e decisivo nel campo della formazione delle risorse umane operanti nel settore dello sviluppo locale. I progetti LEADER promuovono lo sviluppo locale, una materia che investe molteplici temi e settori ma che spesso stenta a trovare risorse professionali qualificate. Il bagaglio di competenze variegato e trasversale di cui deve oggi essere dotato un operatore dello sviluppo locale può essere sempre meno lasciato al caso: una maggiore presenza della Rete nella formazione degli operatori dello sviluppo locale può rappresentare un ulteriore valido supporto per i

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II PARTE

Elaborazione dei questionari di

rilevazione dell’operatività del

programma LEADER nell’ultima

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Premessa

Nell’ultimo periodo di operatività del programma LEADER II in Italia, la Rete ha elaborato un questionario al fine di rilevare quali sono state le maggiori difficoltà incontrate dai GAL/OC nella realizzazione degli interventi nei diversi territori, in particolare per quanto riguarda gli aspetti gestionali e organizzativi relativi all’ultima fase di programmazione. Il questionario era teso inoltre a rilevare eventuali buone prassi sperimentate nella realizzazione degli interventi e metterle in comune nell’ambito della Rete.

Lo strumento di rilevazione è stato inviato, nel mese di luglio 2001 a tutti i GAL/OC coinvolti nell’iniziativa LEADER II.

La presente relazione analizza le risposte dei GAL/OC che hanno compilato e restituito i questionari. Si tratta di 17 GAL/OC, un campione poco rappresentativo (l’8,4% dei 203 GAL/OC attivi sul territorio nazionale). Per il ristretto campione di analisi la relazione è da intendersi come elaborazione dell’andamento medio dell’operatività dei progetti analizzati ed offre degli spunti di riflessione interessanti riguardo le problematiche più ricorrenti.

Come sarà evidenziato nel dettaglio, le situazioni che si descrivono sono spesso molto differenti tra loro (per struttura del PAL, territorio, soggetti coinvolti, azioni e investimenti realizzati, forma societaria e struttura organizzativa dei GAL/OC). Ciononostante si realizzerà lo sforzo di aggregare, per quanto possibile, i dati raccolti, specificando, a seconda dei casi, le particolarità di ciascun intervento e le problematiche incontrate ed evidenziate con maggiore frequenza. A livello generale va comunque indicata la presenza di elementi comuni sostanzialmente rispetto alle problematiche manifestate e rispetto alle metodologie di approccio del territorio. In questa elaborazione vengono presi in esame gli elementi più significativi di indagine e, in

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Descrizione dello strumento di analisi

Lo strumento di rilevazione è stato suddiviso in 5 Sezioni tematiche, ciascuna delle quali tesa ad analizzare un aspetto particolare connesso alla gestione operativa degli interventi LEADER II nel territorio italiano.

La Sezione 1 dal titolo “L’attività dei GAL” intende rilevare da una parte le eventuali rimodulazioni subite dai PAL e dall’altra l’impegno dei GAL/OC in altri interventi di sviluppo del territorio cercando di cogliere il collegamento tra questi e il PAL, al fine di evidenziare se i gruppi locali hanno compreso e assunto il ruolo di attori dello sviluppo locale nel territorio in cui operano.

La Sezione 2 dal titolo “Cooperazione transnazionale” è focalizzata sul coinvolgimento di GAL/OC in progetti di cooperazione con partner degli altri paesi europei coinvolti nell’intervento LEADER II, analizzando quali sono state le maggiori difficoltà incontrate nella conduzione dei progetti di partnership e il valore aggiunto (in termini di ricadute positive) che i singoli progetti di cooperazione transnazionale hanno avuto sui PAL.

La Sezione 3 dal titolo “Azioni e Investimenti realizzati” intende rilevare l’orientamento strategico dei PAL e analizzare l’importanza delle diverse tipologie di investimento attivate in relazione a ciascuna sottomisura del PAL, al fine di evidenziare i settori in cui sono state concentrate le maggiori energie per ciascun piano. Nell’ambito di questa Sezione si chiede inoltre ai compilatori di evidenziare, rispetto ad alcune azioni indicate dagli stessi GAL/OC come innovative (e inserite nella banca dati INEA), quelle che sono state implementate con maggiore successo, e le relative motivazioni che l’hanno reso possibile, e quelle invece ridimensionate e/o abbandonate, e i relativi elementi che hanno contribuito all’esito negativo.

La Sezione 4 dal titolo “Procedure” è finalizzata a rilevare le maggiori difficoltà relative alle procedure tecnico-amministrative incontrate dai GAL/OC nell’attuazione del PAL in relazione ad una serie di fattori: soggetti istituzionali, tempistica, fasi di attuazione, beneficiari. Ai compilatori si richiede inoltre di segnalare eventuali scelte procedurali che hanno comportato criticità nell’operatività del programma. Un ultimo aspetto preso in esame in questa Sezione riguarda il ruolo della Rete: si richiede di mettere in evidenza il valore aggiunto fornito dalla partecipazione e i contenuti e le tematiche su cui la Rete sarebbe potuta intervenire con maggiore incisività.

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La Sezione 5 dal titolo “Funzionamento e organizzazione del GAL/OC” intende analizzare la composizione della struttura organizzativa del GAL/OC, la forma giuridica scelta e le eventuali problematiche connesse alla stessa, l’interazione del GAL/OC con gli altri attori del territorio, l’analisi e il giudizio sugli strumenti di animazione territoriale.

Un’ultima domanda aperta, conclusiva del questionario, prevede la descrizione di esigenze, problematiche e suggerimenti.

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ANALISI PER SEZIONE

I questionari compilati che si analizzano sono 17, vale a dire:

1. GAL POLLINO SVILUPPO – Castrovillari (CS) 2. OC AGRI S.E.B. - Bari

3. OC CONSORZIO ECOSVILUPPO SARDEGNA - Cagliari 4. GAL ACTA VALLE DELL’AGRI – Villa D’Agri (PZ)

5. GAL CONSORZIO SVILUPPO ALTO CROTONESE – Torre Melissa (KR) 6. GAL CSAJT – Massafra (TA)

7. GAL CONSORZIO ALTO CASERTANO – Piedimonte Matese (CE) 8. GAL TERRE DEL SOSIO – Bisacquino (PA)

9. GAL MURGIA TARANTINA – Castellaneta (TA) 10. GAL PICENO – Montalto delle Marche (AP) 11. GAL PATAVINO – Baone (PD)

12. GAL TRASIMENO ORVIETANO – Città della Pieve (PG) 13. GAL DELTA 2000 – Ostellato (FE)

14. GAL PARTENIO VALLE CAUDINA – S. Martino Valle Caudina (AV) 15. GAL REATINO – Rieti (RI)

16. GAL VALLE CRATI – Torano Scalo (CS) 17. GAL PROMOVALSESIA – Varallo (VC)

Ad ogni questionario è attribuito il numero riportato nella lista (e che viene utilizzato nei grafici e nelle tabelle presenti nell’elaborazione).

Rappresentatività territoriale

Una prima considerazione generale riguarda la rappresentatività territoriale del campione di analisi, composto prevalentemente da GAL meridionali (3 in Calabria, 3 in Puglia, 2 in Campania, 1 in Basilicata, 1 in Sardegna, 1 in Sicilia) eccetto 3 casi dell’Italia centrale (Marche, Umbria e Lazio) e 3 casi dell’Italia Settentrionale (Veneto, Emilia Romagna e Piemonte).

Funzione del compilatore

Il compilatore del questionario, in tutti i casi analizzati, è rappresentato da un responsabile della struttura tecnica del GAL/OC.

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--- Sezione 1

---L’attività dei GAL

In questa Sezione si intende evidenziare le rimodulazioni subite dai PAL, cercando di definire eventuali tratti comuni nella caratterizzazione dei piani. Inoltre si intende rilevare l’impegno dei GAL/OC in altri interventi di sviluppo del territorio, cercando di cogliere il collegamento tra questi e il PAL, al fine di evidenziare se i gruppi locali hanno compreso e assunto il ruolo di attori dello sviluppo locale nel territorio in cui operano.

1.1 Le variazioni subite dai PAL

L’analisi delle rimodulazioni è volta a rilevare due tipi di informazioni:

- La prima finalizzata ad evidenziare le variazioni tra risorse programmate e risorse

finali;

- La seconda finalizzata ad evidenziare gli spostamenti in itinere tra risorse

impegnate sulle diverse submisure.

Se si pone l’attenzione sulle rimodulazioni subite dai PAL (confronto tra programmato e finale) emerge che in 7 casi le risorse finali restano invariate rispetto alla prima programmazione. Nei restanti 10 casi le risorse vengono decurtate per 2 PAL e incrementate per i rimanenti 8.

Analizzando invece le rimodulazioni intervenute all’interno dei singoli PAL tra le diverse sottomisure, si rileva che solo in 2 casi non vi sono state variazioni in itinere all’interno delle singole sottomisure che mantengono dunque gli importi come previsto nella prima programmazione. In 14 casi, invece, i PAL prevedono degli spostamenti di risorse tra sottomisure spesso di entità limitata. Se si analizzano le direzioni degli spostamenti, vale a dire quali sono le sottomisure maggiormente decurtate e quelle invece incrementate per compensazione, emerge una situazione molto eterogenea con sensibili differenze tra i PAL. In questo caso non è possibile evidenziare dei fattori comuni o comunque riconducibili a caratteristiche comuni, ma soltanto evidenziare che gli spostamenti sono intervenuti a seconda delle aree di intervento, ed evidentemente, a seconda dei bisogni manifestati dai diversi contesti territoriali.

L’OC AgriSeb non risponde al quesito.

1.2 Coinvolgimento dei GAL/OC in altre iniziative di sviluppo locale

COINVOLTI NON COINVOLTI

1. Pollino Sviluppo 1. Murgia Tarantina

2. Ecosviluppo Sardegna 2. CSAJT

3. Alto Crotonese 3. Patavino

4. Terre del Sosio 4. Reatino

5. Alto Casertano 5. Trasimeno Orvietano

1.2 - Partecipazione dei GAL ad altri progetti di sviluppo locale

NON COINVOLTI

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1.3 Programmi, titoli e importi

Le risposte analizzate si riferiscono ovviamente ai soli 10 GAL che hanno dichiarato di essere coinvolti in altre iniziative o progetti di sviluppo locale. In alcuni casi i GAL sono impegnati su più iniziative di diversa natura. Prevalentemente i GAL/OC che hanno fornito risposte sono impegnati in interventi di programmazione negoziata (6 casi), in PIC (5 casi) e in interventi di programmazione nazionale (4 casi). Gli importi sono indicati solo in pochi casi.

Tabella riepilogativa del coinvolgimento dei GAL in altri progetti di sviluppo locale

Programmi GAL/OC

PIC POP, POR,

DOCUP Programminazionali Programmazionenegoziata Programmazionelocale Pollino 2 Patti Territoriali

Ecosviluppo Sardegna

INTERREG ADAPT

POM Min. Lavoro – Bioedilizia

Alto Crotonese (Min. Lavoro -Misure contro la

disoccupazione intellettuale);

PIT PIAR

Strada dei Saperi e dei Sapori

Alto Casertano Agenda 21 PIT

Terre del Sosio Patto territoriale Alto Belice e Corleonese

Piceno LIFE Natura SUAP

Delta 2000 PIC Pesca Docup Ob. 5b misura 3.7 Docup Ob. 5b misura 2.3 Programma Speciale d’area (L.R 30/98) Partenio Valle Caudina

PIT Parco del Partenio

Valle Crati INTERREG EQUAL

PIAR

Promovalsesia INTERREG Ob. 5b

Passando alla descrizione del ruolo svolto dal GAL/OC in altre iniziative di sviluppo del territorio, come dimostra la tabella riepilogativa seguente, in generale i GAL partecipano a tutte le fasi di vita di un progetto, dalla promozione alla gestione diretta. L’analisi per tipo di programma evidenzia che il maggior numero di GAL/OC è impegnato nelle fasi di promozione, animazione e assistenza tecnica (6 casi) e di redazione (5 casi) di iniziative previste nell’ambito della programmazione negoziata.

Tabella riepilogativa del ruolo svolto dai GAL in altri progetti di sviluppo locale

Programmi Ruolo svolto dal GAL

PIC POP, POR,

DOCUP Programmi nazionali Programmaz. negoziata Programmaz. locale Promozione dell’Iniziativa

Redazione del Programma/Progetto Animazione e Assistenza tecnica Consul. alla gestione e rendicontazione Gestione diretta dell’attuazione

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--- Sezione 2

---Cooperazione transnazionale

In questa sezione si intende analizzare l’operatività dei progetti di cooperazione transnazionale condotti dai GAL/OC, individuando gli elementi problematici e il valore aggiunto apportato dalla cooperazione ai singoli progetti territoriali.

Come si evince dalla tabella seguente partecipano a progetti di cooperazione 13 GAL sui 17 che formano il campione. In 7 casi i GAL/OC sono impegnati in più di un progetto di cooperazione. In totale infatti sono stati analizzati 28 progetti di cooperazione.

Tabella riepilogativa dei GAL coinvolti in progetti di cooperazione con i relativi titoli

GAL/OC TITOLO PROGETTO DI COOPERAZIONE

1) Agriseb 1) SATIS GROUP: Rete di cooperazione transnazionale per la

commercializzazione dei prodotti tipici

2) EcoSviluppo Sardegna 2) Eurorganic Network (valorizzazione e commercializzazione prodotti tipici)

3) Acta Valle dell’Agri 3) Territorio e Comunicazione (valorizzazione e commercializzazione prodotti tipici)

4) Alto Casertano 4) §I Villaggi della Tradizione (recupero patrimonio storico-culturale)

5) Centri protettori dell’ambiente e della natura in aree rurali (valorizzazione ambiente)

5) Terre del Sosio 6) AGROBIOTOUR

6) Piceno 7) B&B una rete per l’Europa

7) Patavino 8) *RMP (Rural Market Place) Reti sperimentali per lo sviluppo rurale 9) *RTN (Rural Tourism Network) Reti sperimentali per lo sviluppo rurale

8) Trasimeno Orvietano 10) Percorsi formativi di valorizzazione del ricamo 11) Promozione e commercializzazione delle zone umide 12) Progetto scambio dei Saperi in ambito ambientale

9) Delta 2000 13) Metodi di integrazione tra turismo e ambiente

14) Tra valli e vallate: dalla Carinzia all’Appennino romagnolo passando per il delta del Po

15) L’educazione ambientale tra i parchi europei 16) Valorizzazione delle vie d’acqua del territorio 17) Valorizzazione delle risorse locali

10) Partenio Valle Caudina 18) § I villaggi della tradizione

19) Valorizzazione della castagna, della noce e delle aree di produzione

11) Reatino 20) EUROTUBER

21) *RMP (Rural Market Place) Reti sperimentali per lo sviluppo rurale 22) *RTN (Rural Tourism Network) Reti sperimentali per lo sviluppo rurale 23) STRADA DELLA CASTAGNA

12) Valle Crati 24) Local products and ancient country customs in traditional disches for festival

13) Promovalsesia 25) Telelavoro in realtà montana 26) Ecomuseo in realtà montana

27) Valorizzazione risorsa terza età in ambiente rurale 28) Legno Amico – Esperienze di filiera forestale

* Comune tra Reatino e Patavino § Comune tra Partenio e Alto Casertano

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2.1. Nella domanda relativa alle maggiori difficoltà incontrate nel progetto di

cooperazione transnazionale si chiedeva ai GAL/OC di individuare, sulla base di un gruppo di difficoltà, quelle più significative. Si dava quindi la possibilità di attribuire un peso alla difficoltà da 1 a 6 (dove 1 indica la problematica maggiore). Analizzando il grado di difficoltà espresso, il peso maggiore (1) è attribuito con maggiore frequenza al differente stato di avanzamento del PAL, seguito dalle procedure amministrative differenti a livello europeo e nazionale. La difficoltà minore è quella legata alla ricerca dei partner e alla lingua. La tabella seguente riepiloga, in base alle difficoltà previste nel questionario, la frequenza in relazione ai pesi.

Tab. 2.1 – Difficoltà incontrate nel progetto di cooperazione.

DIFFICOLTA’ 1 2 3 4 5 6

Identificazione bisogni

Ricerca partner 12

Lingua

Procedure amministrative differenti a livello europeo Procedure amministrative differenti a livello nazionale Differente stato avanzamento PAL

0 1 2 3 4 5 6 7 11 12

Come già detto, nella domanda si richiedeva di indicare un ordine di difficoltà dalla maggiore (1) alla minore (6). Al fine di evidenziare le maggiori difficoltà incontrate, si riporta uno schema che sintetizza, per ognuna delle difficoltà ricomprese nella lista, l’intensità media calcolata attribuendo un peso ad ogni frequenza.

Nella tabella che si presenta emerge dunque che la maggiore difficoltà ha riguardato le procedure amministrative differenti a livello europeo e il differente stato di avanzamento dei PAL.

Tab. 3 Schema riassuntivo delle difficoltà segnalate per grado di intensità

Identificazione bisogni 4

Ricerca partner 5

Lingua 4

Procedure amministrative differenti a livello europeo 3

Procedure amministrative differenti a livello nazionale 5

Differente stato avanzamento PAL 3

2.2 Problemi causati le procedure amministrative differenti e soluzioni adottate

Come già evidenziato dalle tabelle precedenti, i maggiori problemi incontrati dai GAL/OC nei progetti di cooperazione transnazionale hanno riguardato principalmente le differenti procedure amministrative e il differente stato di avanzamento dei PAL.

Analizzando le soluzioni adottate dai GAL, il differente stato di avanzamento dei PAL ha comportato l’anticipo temporale di alcune delle fasi previste dai piani italiani che in generale procedevano più lentamente rispetto ai PAL dei partner. Ciò ha ridotto la portata delle ricadute che il PAL poteva avere sui progetti di cooperazione e viceversa.

L’ostacolo delle diverse procedure a livello europeo è stato superato attraverso l’applicazione, da parte di ciascun partner, delle procedure previste nel proprio paese. Dall’analisi delle risposte fornite emerge una forte esigenza di uniformare le procedure.

Alcuni GAL/OC coinvolti nei progetti di cooperazione segnalano anche problemi dovuti alla differenza di procedure, anche a livello nazionale, sostanzialmente

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riconducibili alle differenti modalità di erogazione da parte delle regioni. In Italia si segnala che, anche tra regioni diverse, ci sono stati problemi legati ai ritardi negli anticipi, all’interpretazione delle norme e alla documentazione da presentare. In questi casi (ritardi nelle erogazione dei fondi da parte delle Regioni) i problemi sono stati risolti ricorrendo agli anticipi con fondi propri e ad una conseguente forte esposizione bancaria dei GAL

Due GAL segnalano anche problemi legati alla differente disponibilità finanziaria tra partner; tale difficoltà viene risolta consentendo a ciascun GAL partner di contribuire al progetto di cooperazione con i fondi a propria disposizione.

Da segnalare che in 10 progetti non viene riportata alcuna risposte e ciò indica che i GAL/OC, nonostante abbiano segnalato la presenza di problematiche nella domanda precedente, hanno considerato i problemi procedurali incontrati non rilevanti rispetto all’esecuzione del progetto di cooperazione.

In due casi viene segnalato come problema la molteplicità di soggetti attuatori: problemi di coordinamento e di gestione della partnership e difficoltà di raccordo tra pubblici e privati sono stati superati attraverso più stretti raccordi e maggiore frequenza delle riunioni.

Passando all’analisi dei singoli questionari si ritiene opportuno riportare alcune delle difficoltà incontrate, che, anche se non comuni, rappresentano elementi interessanti.

Il GAL Partenio segnala all’interno del progetto di cooperazione nel quale è coinvolto, problemi di rendicontazione differenziata per i GAL appartenenti alla stessa Regione e impegnati nello stesso progetto transnazionale (problemi non ancora risolti). Anche il GAL Reatino segnala problemi con l’Autorità regionale (Regione Lazio) che, prima di approvare il progetto e concedere il finanziamento, ha richiesto la documentazione attestante il finanziamento delle rispettive autorità agli altri GAL partner. Ciò è stato fornito ma dopo mesi di attesa con un ulteriore accumularsi di ritardi.

(22)

2.3 Nella domanda relativa agli eventuali problemi indotti dall’abbandono o

dall’adesione di uno o più partner in fase di realizzazione del progetto di cooperazione, in generale non sembra si siano presentate grosse difficoltà (20 casi su 28). Nei casi in cui si segnalano implicazioni sul progetto, si tratta di modifiche non sostanziali ma esclusivamente di natura finanziaria. Dove evidenziate le implicazioni si tratta sempre di abbandoni, in un unico caso si segnala l’adesione di un partner che viene valutata positivamente in relazione al contributo fornito al progetto. Da segnalare che nella maggior parte dei casi la partnership non subisce variazioni nel corso del progetto (varia solo in 6 progetti) e laddove c’è stata qualche deferenza prontamente il partner è stato sostituito. Laddove si segnalano problematiche legate all’abbandono di un partner si specifica, dunque, che queste hanno comportato esclusivamente una modifica dell’importo del progetto e, di conseguenza, una sua parziale revisione in termini finanziari (ridistribuzione delle risorse e dei ruoli dei partner): i progetti non hanno subito sostanziali modifiche in termini di obiettivi.

Il GAL Terre del Sosio non risponde.

L’abbandono/adesione di partner in fase di realizzazione del progetto ha avuto implicazioni sull’esito dello stesso

SI NO

Positive Negative

REATINO 1 (maggiore Val.Agg) PARTENIO 2 (revisione) ECOSVILUPPO SARDEGNA

TRASIMENO 2 (revisione) AGRISEB

DELTA 2000 3 (revisione) ALTO CASERTANO 1

PATAVINO1(coordinam. tra partner) ALTO CASERTANO 2

PATAVINO2 (coordinam. tra partner) PICENO

VALLE CRATI (riduzione attività) TRASIMENO 1

TRASIMENO 3 DELTA 2000 1 DELTA 2000 2 DELTA 2000 4 DELTA 2000 5 PARTENIO 1 REATINO 2 REATINO 3 REATINO 4 ACTA VALLE AGRI PROMOVALSESIA 1 PROMOVALSESIA 2 PROMOVALSESIA 3 PROMOVALSESIA 4

2.4 Passando ad analizzare le modifiche subite dal progetto in corso d’opera (14 progetti

su 28) si segnala che, nella maggior parte dei casi, si è trattato di necessarie modifiche dovute al passaggio dalla progettazione di massima dell’intervento alla progettazione operativa. Si tratta dunque di modifiche non rilevanti nella sostanza ma connaturate alla gestione operativa degli interventi. Solo 4 progetti di cooperazione hanno riportato sostanziali modifiche. Non essendo possibile una aggregazione delle problematiche da questi evidenziate, si ritiene opportuno descrivere i 4 casi:

- Progetto “Eurorganic Network” (OC Ecosviluppo Sardegna): il drastico ridimensionamento economico del progetto ha influito sui contenuti anch’essi sensibilmente ridimensionati: il progetto è stato snaturato.

(23)

- “B&B una rete per l’Europa” (GAL Piceno): il progetto ha subito diverse traversie (prima finanziato con l’AIEDL fase A, poi ammesso a finanziamento per la fase B): le difficoltà legate ai tempi di realizzazione non hanno permesso al GAL di portare a termine l’iniziativa e quindi di ottenere il finanziamento (l’approvazione del progetto è avvenuta dopo la scadenza del termine ultimo per la rendicontazione vale a dire fine ’99). La proroga non è stata concessa. A seguito di ciò il progetto è stato completamente rimodulato (in particolare tutte le azioni previste sono state reinserite nell’ambito della misura C stornando i costi previsti per le attività di commercializzazione).

- “Rural Market Place” (GAL Patavino): il progetto è stato modificato al fine di

omogeneizzare gli obiettivi in base alle esigenze dei diversi partner (si tratta di un progetto con una partnership molto estesa). Il GAL sottolinea che, l’adesione ad un progetto di cooperazione, non sempre corrisponde agli obiettivi di ciascun partner aderente. In corso d’opera necessita di apportare quegli aggiustamenti che consentano di non far abbandonare il progetto ai partner.

- “Promozione e commercializzazione zone umide” (GAL Trasimeno): la deferenza

di un partner ha comportato la modifica dell’importo del progetto, la conseguente ridistribuzione delle risorse, la ridefinizione dei ruoli all’interno della partnership; il progetto rimodulato ha richiesto un nuovo studio di fattibilità prima di diventare operativo.

Tabella riepilogativa: Il progetto subisce modifiche in corso d’opera?

SI NO

ECOSVILUPPO SARDEGNA (drastico ridimensionamento) AGRISEB

PICENO (rimodulazione dovuta ai tempi brevi di realizzazione) ACTA VALLE AGRI

PATAVINO 1 (connaturati al passaggio da progetto di max a progetto esecutivo) ALTO CASERTANO 1

PATAVINO 2 (connaturati al passaggio da progetto di max a progetto esecutivo) ALTO CASERTANO 2

TRASIMENO 2 (riduzione importo e redistribuzione funzioni tra partner) TRASIMENO 1

DELTA 2000 1 (un’azione viene sostituita da un’altra) TRASIMENO 3

DELTA 2000 2 (aumento di risorse su una azione e decurtazione su un’altra) DELTA 2000 3

DELTA 2000 4 (vengono ridefinite alcune azioni) DELTA 2000 5

PARTENIO 1 (connaturati al passaggio da progetto di max a progetto esecutivo) REATINO 4

PARTENIO 2 (Revisione parziale e ridimensionamento progetto) PROMOVALSESIA 1

REATINO 1 (nuovo piano finanziario) PROMOVALSESIA 2

REATINO 2 (riduzione importo e redistribuzione funzioni tra partner) PROMOVALSESIA 3

REATINO 3 (riduzione importo e redistribuzione funzioni tra partner) PROMOVALSESIA 4

VALLE CRATI (ridimensionamento attività) GAL Terre del Sosio non risponde

2.5. Quanto tempo ha richiesto la messa a punto dei progetti dalla data del primo

incontro formale?

I dati relativi al tempo necessario alla messa a punto dei progetti di cooperazione a partire dalla data del primo incontro tra partner sono riportati nel grafico seguente. In ascissa sono indicati i progetti di cooperazione (per GAL coinvolti) mentre in ordinata si indicano i mesi. La situazione risulta molto variegata, passando da un minimo di 1 mese ad un massimo di 14 mesi. Il tempo medio occorso alla messa a punto dei progetti

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2.6 Implicazioni dell’avanzamento del PAL sul progetto di cooperazione

In merito alle implicazioni che lo stato di avanzamento del PAL ha avuto sul progetto di cooperazione transnazionale è indicativo che 9 GAL (coinvolti in 20 progetti su un totale di 28) segnalano nessuna implicazione. Tale mancanza viene considerata in maniera negativa e i GAL/OC sottolineano che il lento avanzamento dei PAL italiani rispetto agli altri paesi partner ha richiesto tempi più lunghi per l’attivazione dei progetti e la gestione efficace degli stessi; se i PAL italiani fossero stati sviluppati più velocemente, ci sarebbero state ripercussioni positive ed effetti moltiplicatori, come si è verificato per i paesi partner. Nello stesso tempo, solo con uno stato di avanzamento migliore i progetti di cooperazione avrebbero potuto avere le ricadute programmate sui PAL.

Per 2 GAL (coinvolti in 6 progetti) ci sono state implicazioni positive in quanto la realizzazione di azioni del PAL (precedente all’avvio dei progetti di cooperazione) ha permesso di mettere a fuoco esigenze del territorio che sono state l’oggetto di scambio nei progetti di cooperazione.

2 GAL (coinvolti in 2 progetti) non rispondono.

2.6 - Implicazioni dell’avanzamento del PAL sul progetto di cooperazione (rappresentato per progetti)

Nesuna implicazione: Agriseb, Alto Casertano 1 e 2, Terre del Sosio, Patavino 1 e 2, Trasimeno Orvietano 1, 2, 3, Partenio Valle Caudina 1 e 2 Reatino 1, 2, 3, 4, Valle Crati, Promovalsesia 1, 2, 3, 4

Implicazioni positive: EcoSviluppo, Delta 2000 1-2-3-4-5 Non rispondono: Piceno, Acta Valle dell’Agri

2 . 5 - T e m p o p e r l a m e s s a a p u n t o d e i p r o g e t t i d i c o o p e r a z i o n e d a l p r i m o i n c o n t r o 5 5 5 3 4 9 9 1 0 1 0 9 7 1 1 2 2 6 3 5 1 4 8 7 1 1 4 1 3 0 2 4 6 8 1 0 1 2 1 4 1 6 2 . 6 - I m p l i c a z i o n i a v a n z a m e n t o P A L 2 0 6 2 0 5 1 0 1 5 2 0 2 5 N e s s u n a i m p l i c a z i o n e I m p l i c a z i o n i N o n r i s p o n d e

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2.7. Quali iniziative attivate con il PAL sono state valorizzate con la cooperazione transnazionale?

Le iniziative segnalate sono tra le più varie, è impossibile trovare elementi di aggregazione. In generale può affermarsi che i progetti di cooperazione transnazionale hanno valorizzato trasversalmente le iniziative comprese in tutte le sei submisure e variano in relazione al singolo intervento.

Lo scambio di esperienze, di know how e l’acquisizione di conoscenze e

competenze specifiche è il valore aggiunto attribuito da tutti i GAL alla partecipazione a progetti di cooperazione transnazionale, ma tutti sottolineano che, una partenza comune di tutti i progetti di cooperazione a livello europeo avrebbe avuto ricadute molto più efficaci.

Dall’analisi dei progetti di cooperazione realizzati emerge che, in generale, la cooperazione ha condotto prevalentemente al rafforzamento di competenze degli operatori coinvolti. Un sostanziale contributo degli scambi transnazionali è stato fornito sulla capacità di valorizzare l’immagine dell’area LEADER sia all’interno (attraverso una più diffusa conoscenza dell’area, percorsi di riscoperta di territori, tradizioni, ecc.) che all’esterno (marketing territoriale, presentazione delle specificità del territorio all’estero, offerte turistiche integrate, promozione prodotti tipici).

Da rilevare infine che alcuni progetti di cooperazione hanno valorizzato trasversalmente tutte le sub misure del PAL (14 casi) mentre gli altri i progetti di cooperazione sono stati collegati a singole azioni previste dai PAL.

Note e spunti interessanti

Sono da segnalare i casi in cui 2 GAL partecipano allo stesso progetto di cooperazione transnazionale: GAL Reatino e GAL Patavino partecipano ai progetti “Rural Market Place” (RMP) e “Rural Tourism Network” (RTN); GAL Alto Casertano e GAL Partenio partecipano al progetto “I Villaggi della Tradizione”.

In questo caso si procede al confronto tra le risposte dei due GAL al fine di evidenziare l’eventuale segnalazione di problematiche comuni legate allo stesso progetto.

Nel primo caso dei progetti Rural Market Place e Rural Tourism Network, a cui partecipano i GAL Reatino e Patavino, analizzando le risposte alla domanda relativa alle maggiori difficoltà incontrate nell’operatività del progetto c’è una parziale concordanza tra i due operatori coinvolti: il GAL Patavino attribuisce la maggiore difficoltà alla diversità di obiettivi e di strategie tra i partner, segnalando inoltre problemi di comunicazione legati alla lingua; il GAL Reatino, invece, attribuisce il maggior peso alle differenti procedure amministrative a livello europeo e segnala problemi di comunicazione legati alla lingua. La difficoltà minore è comune ai due GAL ed è individuata nel differente stato di avanzamento del PAL e nella ricerca dei partner.

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Per quanto riguarda le modifiche che il progetto ha subito in corso d’opera i due GAL concordano indicando il riassestamento degli obiettivi progettuali e la conseguente ridistribuzione dei ruoli tra partner.

Relativamente ai tempi necessari a rendere operativo il progetto di cooperazione il GAL Patavino indica 5 mesi; il GAL Reatino non ne indica poiché subentra nel progetto dopo il suo formale avvio. Comune ai due GAL la risposta sulle implicazioni che lo stato di avanzamento del PAL ha avuto sul progetto di cooperazione: nessuna. Tale risposta è riconducibile alla lentezza con cui hanno proceduto i PAL.

Il secondo caso riguarda i GAL Alto Casertano e Partenio Valle Caudina impegnati sul progetto di cooperazione “I Villaggi della Tradizione”. Tra le difficoltà incontrate il GAL Alto Casertano segnala il differente stato di avanzamento del PAL mentre il GAL Partenio attribuisce le maggiori difficoltà alle procedure amministrative differenti a livello nazionale descrivendo i problemi incontrati con l’Autorità regionale (di cui segnalano l’impreparazione rispetto alla gestione dei progetti di cooperazione). Le minori difficoltà hanno riguardato la ricerca partner per ambedue i GAL.

Alla domanda relativa alle difficoltà indotte dalle procedure amministrative differenti il GAL Alto Casertano non evidenzia alcun problema mentre il GAL Partenio segnala nuovamente i problemi con l’Autorità regionale che ha richiesto ai GAL della stessa regione e partecipanti allo stesso progetto transnazionale una rendicontazione differenziata (quando invece, a parere del GAL, era sufficiente una rendicontazione per progetto).

Alla domanda sulle implicazioni prodotte dall’adesione/abbandono di un partner al progetto di cooperazione i due GAL concordano segnalando che la partnership non varia.

Per quanto riguarda le eventuali modifiche subite dal progetto in corso di realizzazione, mentre il GAL Alto Casertano afferma che il progetto non ha subito modifiche negli obiettivi principali, il GAL Partenio segnala modifiche relative alla rimodulazione di fasi operative (connaturate al passaggio dalla progettazione di massima alla progettazione operativa). Nonostante l’appartenenza alla stessa regione, i tempi necessari a rendere operativo il progetto di cooperazione sono stati differenti: 14 mesi per il GAL Alto Casertano e 4 mesi per il GAL Partenio. Anche in questo caso i due GAL coinvolti dichiarano che lo stato di avanzamento del PAL non ha avuto nessuna implicazione sul progetto di cooperazione.

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--- Sezione 3

---Azioni e investimenti realizzati

3.1 Quale importanza hanno avuto le diverse tipologie di investimento per ciascuna delle sotto-misure del PAL? Attribuire un peso ad ogni tipologia di investimento elencato nella tabella sottostante in base alla sua rilevanza finanziaria (in termini di spesa programmata) o ad altri elementi che hanno inciso sulle scelte del PAL (es. rilevanza strategica per l’area).

Nell’elaborazione dei dati forniti in questa risposta si è proceduto ad una analisi qualitativa data la complessità dei dati e l’impossibilità di elaborarli con un metodo quantitativo (in quanto si tratta appunto di dati qualitativi). L’analisi dunque non riporta una media ma la rilevazione della moda (analisi modale). I valori riportati sono così interpretabili:

- 2 peso basso (vale a dire che prevalentemente i compilatori hanno indicato la non

attivazione);

- 3 peso medio-basso (vale a dire che prevalentemente i compilatori hanno indicato

una rilevanza medio-bassa);

- 4 peso medio-alto (vale a dire che prevalentemente i compilatori hanno indicato una

rilevanza medio-alta);

- 5 peso alto (vale a dire che prevalentemente i compilatori hanno indicato una

rilevanza molto alta).

- Il peso 1 (che indica la completa non attivazione) non viene mai segnalato

L’Analisi per Tipologie di Investimento evidenzia che i GAL/OC coinvolti nell’indagine hanno attivato i maggiori investimenti (nell’ordine): sulla Promozione e Commercializzazione, sull’Assistenza Tecnica al settore privato, sulla Valorizzazione del patrimonio ambientale, sui Servizi, Formazione professionale e Orientamento. Le tipologie di investimento a cui si ricorre meno sono rappresentate dalle Piccole infrastrutture rurali e dall’Assistenza Tecnica al settore pubblico.

L’analisi per Sub misure mostra una chiara propensione verso il Turismo Rurale e la Valorizzazione e Commercializzazione su cui sono incentrati i maggiori investimenti dei PAL analizzati. Una buona posizione è assunta anche dalla sub misura PMI e Artigianato. Le restanti Sub misure, Tutela Ambientale e soprattutto Qualità della vita registrano un minore interesse.

Da questa analisi è possibile evidenziare che la strategia di intervento maggiormente utilizzata dai GAL/OC del campione è fondata sostanzialmente sulle azioni che prevedono sostegni finanziari agli operatori del territorio, sulle azioni di assistenza tecnica, sugli investimenti sulle risorse umane al fine di rafforzare le competenze sul territorio.

Sub misure Turismo rurale PMI e artigianato Valoriz. e

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3.2 Azioni innovative presenti nel PAL (segnalate alla Rete Nazionale) implementate con successo (in termini di risorse finanziarie e in termini di obiettivi)

Dalle risposte analizzate emerge un lungo elenco di azioni molto diverse tra loro (riportate in allegato alla presente sezione). Procedendo ad una rilevazione delle frequenze per macrocategorie emerge che le azioni innovative indicate dai GAL/OC intervistati hanno riguardato azioni di promozione del territorio (in termini di offerta verso l’esterno e di sviluppo della conoscenza da parte della popolazione interna all’area), azioni di formazione (in molti casi finalizzate allo sviluppo di competenze necessarie ai territori di intervento), azioni di tutela ambientale (interventi di miglioramento e valorizzazione del patrimonio ambientale dell’area), azioni rivolte a PMI, azioni di promozione dei prodotti tipici, azioni rivolte all’artigianato e al turismo rurale.

GAL Pollino, OC Agriseb, GAL Terre del Sosio non le indicano.

3.3 Motivazioni che hanno favorito il buon esito delle azioni innovative indicate

Nella domanda si chiedeva ai compilatori di individuare le principali motivazioni che hanno contribuito al successo delle azioni e attribuire un grado di importanza alle stesse da 1 a 5 (dove 1 indica l’importanza maggiore). Come si desume dalla tabella sotto riportata, analizzando il massimo grado di importanza (1) emerge che la frequenza maggiore si ottiene in corrispondenza dell’elevato numero di domande. L’aver indicato questa motivazione sta a dimostrare che i territori e gli operatori locali hanno risposto positivamente ai solleciti e alle proposte dei GAL/OC, in quanto le azioni proposte sono state la risposta concreta ad una reale esigenza del territorio. Analizzando il grado di importanza 2, che comunque è da considerarsi elevato, la frequenza maggiore si ottiene in corrispondenza degli effetti occupazionali.

3.3 - Motivazioni che hanno determinato il buon esito dell'azione innovativa

Gradi di importanza

MOTIVAZIONI 1 2 3 4 5

Elevato numero di domande Alto numero progetti ammissibili Completamento di tutte le opere previste Effetti occupazionali

Effetti moltiplicatori

Creazione di massa critica nell'offerta Creazione di massa critica nella domanda Introduzione di innovazioni organizzative Introduzione di innovazioni finanziarie Elevata integrazione tra fondi Elevato coinvolgimento settore pubblico Introduzione di logiche di concertazione Rafforzamento competenze

Tempistica

Q1, Q2 e Q8 non rispondono

(29)

Per sintetizzare i dati rilevati si presenta una tabella che fornisce, per ogni motivazione, l’importanza media attribuita (i dati dei questionari sono stati pesati sulla base della frequenza e del livello di importanza attribuito alle singole motivazioni). Da questa elaborazione emerge che, i questionari analizzati, attribuiscono la maggiore importanza agli effetti occupazionali: i compilatori indicano che le azioni condotte con successo hanno avuto delle ricadute positive sul mercato del lavoro contribuendo alla creazione di posti di lavoro nel breve periodo e ponendo le condizioni per la crescita occupazionale nel medio periodo (diretta o indotta).

MOTIVAZIONI Importanza media attribuita

Elevato numero di domande 3

Alto numero progetti ammissibili 4 Completamento di tutte le opere previste 3

Effetti occupazionali 2

Effetti moltiplicatori 3

Creazione di massa critica nell'offerta 3 Creazione di massa critica nella domanda

Introduzione di innovazioni organizzative 3 Introduzione di innovazioni finanziarie

Elevata integrazione tra fondi

Elevato coinvolgimento settore pubblico 5 Introduzione di logiche di concertazione 5

Rafforzamento competenze 5

Tempistica

Q1, Q2 e Q8 non rispondono

Considerando che i compilatori hanno segnalato anche altre motivazioni, si ritiene opportuno riportare le segnalazioni che risultano significative e condivise da più GAL. Le descrizioni che seguono vengono ordinate in base al grado di importanza e alla frequenza con cui sono indicate. Da segnalare che tutte le motivazioni sono state indicate.

Effetti moltiplicatori: il successo delle azioni innovative indicate ha fatto da

motore propulsore per altre azioni previste nel PAL, ha permesso di dare segnali concreti della bontà del programma di sviluppo del territorio e ha contribuito a far crescere la fiducia nel Gruppo di Azione Locale; inoltre in qualche caso si è trattato di azioni pilota con carattere di trasferibilità: le azioni sono indicate come modelli che possono essere sperimentati in altri contesti con caratteristiche ed esigenze comuni a quelle dell’area pilota.

Completamento di tutte le opere previste: viene considerato un fattore di grande

successo l’aver portato a compimento le azioni innovative previste nei PAL. Tale elemento va letto in relazione alla problematica evidenziata con forza da quasi tutti i GAL/OC coinvolti nell’analisi, vale a dire le difficoltà e i ritardi che

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Molti interventi hanno avuto l’obiettivo di migliorare la capacità produttiva delle aziende puntando sulla trasformazione delle materie prime, sulla differenziazione dei prodotti, sul miglioramento della qualità, sull’offerta di nuovi servizi (agrituristici, vendita, laboratori, marketing).

Introduzione di innovazioni organizzative: da un esame dettagliato (condotto

anche attraverso interviste telefoniche) si desume che, in tutti i casi analizzati l’innovazione organizzativa introdotta non è da considerare in termini assoluti nel senso che risulta difficile individuare una buona prassi da trasferire in altri contesti; le risposte fornite indicano invece che si tratta di innovazioni relative al contesto di riferimento che sono definite originali in quanto mai sperimentate precedentemente nel contesto di intervento. Per esempio l’aver promosso un corso di formazione che prevedeva campi dimostrativi viene indicato come innovazione organizzativa non tanto per le modalità operative del GAL quanto per l’organizzazione degli stage. Altro esempio riguarda l’aver aggregato attori che si occupano delle stesse tematiche in maniera disgregata: tale elemento viene considerato una innovazione organizzativa del contesto territoriale nel quale si opera. In un caso l’innovazione organizzativa ha riguardato la sperimentazione di un servizio di teleprenotazione e e-commerce assolutamente nuovo per il contesto di intervento. In un altro l’innovazione ha riguardato la creazione di una nuova figura professionale all’interno del gruppo locale capace di supportare, attraverso assistenza tecnica, lo sviluppo del turismo nell’area e l’incremento dei servizi turistici offerti, oltre che lo start up alle nuove imprese del territorio. L’introduzione di innovazioni (intese come nuove per il contesto di intervento) in ogni caso produce effetti positivi.

Introduzione di logiche di concertazione: si segnala che, in relazione al

territorio, i progetti segnalati hanno permesso di promuovere l’introduzione di metodologie e strumenti di concertazione a livello di attori locale su un territorio fortemente disgregato. In generale si sottolinea che l’aver programmato insieme e dialogato su obiettivi comuni soprattutto con gli enti locali è stato un successo del programma LEADER e anche se poi non tutti gli enti locali hanno tenuto fede agli impegni presi, l’aver iniziato ad impostare un dialogo costruttivo su elementi comuni è stato un passo avanti, si tratta di trasformazioni culturali che richiedono tempi lunghi ma è stata imboccata la strada maestra.

Rafforzamento di competenze: le ricadute delle azioni descritte sul patrimonio

umano del territorio in molti casi vengono indicate come elemento positivo; si ribadisce infatti che le azioni previste, siano esse di formazione o di altra natura, hanno comportato un miglioramento tecnico e culturale delle competenze dei soggetti del territorio.

Elevato coinvolgimento settore pubblico, Elevata integrazione tra fondi,

Introduzione di innovazioni finanziarie, Tempistica sono le motivazioni riportate

con intensità più bassa e con minore frequenza. L’introduzione di innovazioni finanziarie: anche in questo caso si tratta di innovazioni intese non in senso assoluto ma relativo in quanto, per esempio, come ricorre nei questionari, le procedure di rendicontazione, erano nuove per i GAL che si sperimentavano per la prima volta con queste procedure e vengono indicate dunque come innovazione finanziaria; in un unico caso (Partenio Valle Caudina) l’azione innovativa ha permesso di superare la rigidità del sistema creditizio locale; Elevata integrazione tra fondi (un unico caso): motivato con l’integrazione, per l’azione descritta, tra i fondi messi a disposizione da LEADER II ed altri fondi

(31)

disponibili per lo sviluppo del territorio; in 3 casi con l’intensità minore si attribuisce importanza alla tempistica (velocità di esecuzione) e all’elevato coinvolgimento del settore pubblico.

3.4 Azioni ridimensionate o completamente abbandonate

Anche in questo caso dalla risposte analizzate emerge un lungo elenco di azioni molto diverse tra loro. Procedendo ad una rilevazione delle frequenze per macrocategorie emerge che le azioni ridimensionate o abbandonate indicate dai GAL/OC intervistati hanno riguardato prevalentemente gli aiuti alle PMI e alle aziende Agricole, i Servizi, l’Artigianato, la Valorizzazione del patrimonio storico-culturale e ambientale.

In un caso (GAL ACTA) i compilatori rispondono che hanno abbandonato tutte le azioni che prevedevano come beneficiari soggetti pubblici data la difficoltà a dialogare con i soggetti istituzionali del territorio.

GAL Pollino, OC Agriseb e GAL Terre del Sosio non rispondono.

3.5 Maggiori criticità riscontrate e motivazioni che hanno contribuito al fallimento delle azioni indicate

Anche in questo caso la domanda prevedeva la possibilità di indicare le motivazioni e attribuire ad esse un ordine di importanza da 1 (la più elevata) a 5. Riepilogando la frequenza delle risposte emerge che il maggior numero di GAL/OC attribuisce allo scarso numero di domande il principale motivo del fallimento dell’azione. Questo dato è interpretabile con il fatto che il territorio spesso non ha risposto o per eccessiva innovatività delle proposte (che ha trovato impreparati attori di territori di impostazione tradizionale), o perché, probabilmente, le azioni programmate non rispondevano alle esigenze specifiche degli operatori territoriali. Inoltre, analizzando le azioni che sono state abbandonate (spesso azioni di carattere strutturale o che, per essere poste in atto, richiedono il coinvolgimento di molti soggetti locali di varia natura), sembra emergere una certa difficoltà ad aggregare attori del territorio: queste azioni infatti nella grande maggioranza di casi avrebbero richiesto l’attivazione di un partenariato complesso; la difficoltà di creare una solida rete territoriale e canalizzare più interessi potrebbe essere interpretata come motivo di insuccesso.

3.5 - Motivazioni che hanno determinato il fallimento dell'azione

Grado di importanza

MOTIVAZIONI 1 2 3 4 5

Scarso numero di domande

Elevato numero di progetti inammissibili Elevato numero di rinunce

Difficoltà legate al raggiungimento obiettivi Difficoltà a reperire finanziamenti privati

(32)

Al fine di evidenziare le motivazioni segnalate dai GAL/OC con la maggiore frequenza e la maggiore intensità, si costruisce una tabella riepilogativa dalla quale emerge che i questionari analizzati attribuiscono la maggiore importanza allo scarso numero di domande e alle difficoltà amministrative. La complessità dei progetti, che prevedevano l’attivazione di procedure amministrative articolate, ha in molti casi contribuito fortemente all’insuccesso delle azioni. Le difficoltà amministrative sono inoltre riconducibili ai ritardi nell’ottenimento delle licenze dovuti ai molti passaggi burocratici necessari; i casi più evidenti hanno riguardato il rilascio delle autorizzazioni all’esercizio dell’attività agrituristica.

Si segnala che nelle maggior parte dei casi segnalati si tratta di azioni completamente abbandonate.

MOTIVAZIONI Importanza media attribuita

Scarso numero di domande 3

Elevato numero di progetti inammissibili

Elevato numero di rinunce 5

Difficoltà legate al raggiungimento obiettivi 5

Difficoltà a reperire finanziamenti privati 4

Difficoltà di carattere procedurale 4

Difficoltà amministrative 3

Difficoltà legate alla gestione dei fondi 5

Scarso coinvolgimento attori pubblici 4

Difficoltà a mettere in rete risorse locali 5

Scarso dialogo con il territorio 5

Tempistica 5

Q1, Q2, Q11 non rispondono

Anche in questo caso, considerando che i compilatori hanno segnalato anche altre motivazioni, si riportano anche le altre segnalazioni che risultano significative e condivise da più GAL. Le descrizioni che seguono vengono ordinate in base al grado di importanza e alla frequenza con cui sono indicate. Da segnalare che tutte le motivazioni sono state indicate.

Difficoltà a reperire quote di finanziamento privato: spesso i GAL si sono

scontrati con la diffidenza degli operatori del territorio che, individuando il LEADER come un programma pubblico, hanno avuto remore ad investire in prima persona, anche solo a cofinanziamento.

Difficoltà di carattere procedurale: Complessità, rigidità e scarsa chiarezza delle

procedure tecnico-amministrative legate alla gestione delle azioni LEADER II (per esempio la Regione Sardegna viene più volte imputata di tale mancanza); in un caso si segnalano difficoltà dovute alla rigidità dei parametri di valutazione del sistema creditizio.

• Comune a molti GAL è il sottolineare il disinteresse delle PPAA e lo scarso

coinvolgimento di attori pubblici, indicativo della necessità di migliorare

dialogo e condivisione con gli amministratori del territorio. Per esempio il GAL ACTA Valle dell’Agri aveva previsto nel PAL una progetto per dare una segnaletica comune a tutta l’area LEADER cercando un elemento di identificazione dell’area caratterizzata da una identità comune; naturalmente il progetto avrebbe dovuto coinvolgere tutti i comuni ricadenti nel territorio. Il progetto in questione ha però registrato un sensibile ridimensionamento per problemi di carattere politico e per i ritardi cronici e fisiologici degli uffici

(33)

tecnici delle amministrazioni locali coinvolte: la velocità di funzionamento prevista dal programma LEADER spesso è di troppo superiore alla velocità degli Enti pubblici e ciò comporta una perdita di risorse per i gravi ritardi del soggetto pubblico che è considerato l’altra voce forte del territorio.

Difficoltà legate al raggiungimento degli obiettivi programmati: in qualche caso

il tentativo di condurre a termine una azione ha trovato uno scollamento con gli obiettivi programmati, non sempre ciò che programmato ha le ricadute previste in termini operativi.

Difficoltà legate alla gestione dei fondi: si segnala la difficoltà di condurre delle

azioni nell’ambito del PAL finanziate con fondi diversi (FSE). Uno per tutti è il caso della regione Calabria, comune però come logica alle altre regioni. Per quanto riguarda l’avvio delle azioni di formazione professionale i GAL sono stati rimpallati tra assessorato all’agricoltura e assessorato alla formazione in quanto non riusciva a capirsi quale fosse l’organismo competente. Inoltre anche per la rendicontazione ci sono state grandi difficoltà in quanto questa è attribuita all’assessorato alla formazione e non a quello all’agricoltura che invece è l’organo di riferimento per LEADER. Quindi c’è stata una sovrapposizione di competenze in quanto gli assessorati hanno procedure di rendicontazione differenti e prendono in analisi elementi differenti. Solo 2 mesi fa i GAL hanno ricevuto delle lettere ufficiali che attribuivano la competenza alla rendicontazione all’Assessorato alla formazione e che quindi con questo avrebbero dovuto dialogare.

Difficoltà a mettere in rete risorse locali: spesso i GAL lamentano che laddove

le azioni previste dovevano essere finanziate con fondi propri di enti locali (Comuni, Province o Comunità Montane), il mancato mantenimento degli impegni di queste ha comportato il decadimento dell’azione.

Tempistica: in molti casi la realizzazione degli interventi si è protratta oltre le

date previste e prescritte, ritardi non imputabili sempre ai GAL/OC ma a soggetti diversi. I ritardi nei controlli e nelle successive erogazioni da parte dei soggetti regionali competenti hanno causato gravi problemi sia ai GAL/OC, sia ai beneficiari finali delle azioni.

Elevato numero di progetti inammissibili e scarso dialogo con il territorio

Figura

Tabella riepilogativa del coinvolgimento dei GAL in altri progetti di sviluppo locale
Tabella riepilogativa dei GAL coinvolti in progetti di cooperazione con i relativi titoli
Tab. 2.1 – Difficoltà incontrate nel progetto di cooperazione.
Tabella riepilogativa: Il progetto subisce modifiche in corso d’opera?

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