4. Analisi faunistica dell’Area ZPS e della ZSC
4.1 Mammiferi, rettili e anfibi e uccelli
Nelle tabelle che seguono si riportano le specie di mammiferi, uccelli, rettili ed anfibi espressamente elencate nell'Allegato II della Direttiva 92/43/CEE sia per il sito ZPS che per la ZSC.
Per ogni specie si riportano anche le seguenti informazioni:
nome scientifico della specie; nome comune della specie;
il periodo di permanenza nell’ambito del sito in esame;
principali aspetti biologici;
valutazione, effettuata dallo scrivente mediante visite in loco, del grado di interferenza della relazione in questione sulle diverse specie, tale grado è stato suddiviso in tre classi:
A: interferenza Assente;
M: interferenza Modesta;
E: interferenza Elevata.
MAMMIFERI ambienti di vita ottimali sono rappresentati soprattutto da superfici boscose alternate a radure, pascoli e macchie, anche se sempre con maggiore frequenza viene segnalato in
Il riccio è un animale esclusivamente notturno, probabilmente perché le abitudini notturne non siano tanto una necessità dettata da esigenze di difesa, in quanto la cortina di aculei di cui dispongono li rende invulnerabili ai predatori, quanto ad un adattamento di vita delle proprie prede che sono più abbondanti durante la notte. Gli ambienti di vita ottimali sono rappresentati soprattutto da superfici boscose o riparate. L’alimentazione si basa su invertebrati di vario tipo
A avvicinarsi alle zone abitate. Marca il suo territorio depositando feci in luoghi esposti. È un animale carnivoro, predilige piccoli mammiferi. Vive nelle foreste di latifoglie e tende ad evitare i luoghi frequentati dall’uomo. E’ di abitudini arboricole e notturne, mentre di giorno rimane nascosto nelle cavità degli alberi, in anfratti rocciosi, in tane abbandonate
A rotondeggiante che lui stesso costruisce. Predilige i boschi di latifoglie
A lepre europea, tuttavia ancora sono scarsissime le conoscenze sulla sua biologia, ecologia e reale distribuzione, dunque crepuscolari e notturne. E’ diffusa in Italia meridionale e in Sicilia. Le popolazioni di questa specie sono frammentate e isolate, talvolta a carattere relittuale e/o a densità molto bassa. Si alimenta in primavera-estate delle parti verdi della pianta (erba medica, trifoglio, erbe aromatiche), mentre in inverno di erbe secche, frutta caduta dagli alberi, bacche, semi, ghiande.
A
Le sue abitudini sono crepuscolari e notturne, può essere osservata anche di giorno, sia pure piuttosto raramente e comunque nei luoghi poco disturbati dall’azione antropica. Le popolazioni frequentano aree prative circondate da zone cespugliose dove nascondersi. Si alimentano di piante erbacee, frutti e funghi.
A
IT9210205 Da ottobre a dicembre
Specie
La faina è un animale dalle abitudini notturne; utilizza come rifugi diurni cavità o anfratti riparati in antichi ruderi, nei fienili, nelle stalle, nelle pietraie, tra le cataste di legna o nelle cavità naturali delle rocce dalle quali esce al tramonto o a notte fatta. Specie onnivora, si alimenta di miele, bacche, uova e piccoli animali. La carne è la componente essenziale della sua dieta. piante ed animali reperiti nel suolo e sottosuolo. Mangia soprattutto lombrichi, insetti, ghiande, cereali, frutta, tuberi, e carne proveniente soprattutto da carogne.
A degli alberi. Frequenta campi e boschi frequentati dall’uomo. E un animale carnivoro che ama cacciare di notte e si nutre anche di insetti vari.
A
IT9210205 Da Marzo ad Aprile
Sus scrofa Cinghiale S/M
Mammifero artiodattilo che frequenta dal bosco alle periferie delle città, più specificatamente boschi cedui, macchia mediterranea, laddove non vi siano climi troppo siccitosi o con neve al suolo persistente. Detta specie può compiere spostamenti stagionali anche di alcuni chilometri, per sfruttare ambienti idonei come aree agricole con coltivazioni di cereali o vigneti, ma anche aree urbane essendo attratto da rifiuti. La sua alimentazione è di tipo onnivoro con tendenza frugivora, ovvero la sua dieta pur essendo basata sul consumo dei frutti del bosco non disprezza piccoli mammiferi, uova, anfibi, ecc.. complesso di gallerie sotterranee. Si nutre di invertebrati che popolano il sottosuolo come lombrichi, larve, insetti, lumache. Frequenta ambienti diversi: parti, pascoli, coltivi, orti, giardini, aree boscate. Tabella 3 – Grado di interferenza - A: assente; M:modesta; E: elevata
ANFIBI E RETTILI
Specie presente generalmente non oltre i 400-600 m, in laghi di piccola estensione, stagni, pozze, canali e risorgive, preferibilmente con ricca vegetazione acquatica.
A terra vive in campi, prati e boschi, mai troppo lontani dal sito di riproduzione.
A appenninico rivolto verso il Tirreno, dalla Liguria alla Calabria. La distruzione degli habitat e la raccolta indiscriminata degli esemplari sono le più gravi minacce per la specie. Vive in valli boscose fresche e ombrose e in particolare i loro recessi più umidi. Il range ottimale di quota è compreso tra 200 e 600 m s.l.m.
A
Frequenta specchi d’acqua piccoli e temporanei, talvolta minuscoli; molto raro in pianura e le popolazioni più abbondanti si ritrovano in collina e montagna. Perdita di habitat delle zone umide dovuta alla captazione dell’acqua per scopi agricoli oppure a causa di popolazioni molto piccole a predominanza maschile o ancora alla predazione delle uova e alle larve. Si alimenta di insetti ma anche di anellidi e molluschi.
È un serpente endemico dell’Italia Meridionale. Vive boschi misti, macchia, zone semi-coltivate, incolti, zone marginali caratterizzate da siepi, nonché aree aperte.
Si nutre di uova di nidiacei, piccoli sauri e piccoli mammiferi. È un serpente privo di veleno, assolutamente innocuo per l’uomo ma assai mordace; semi-arboricolo è capace di arrampicarsi facilmente anche sui tronchi verticali. Entra in attività con l’approssimarsi della primavera ed è attivo tutta l’estate.
A
Specie
Può essere localmente comune ma la scomparsa degli habitat naturali in pianura e la riforestazione in montagna fanno supporre la possibilità di un declino. Presente in fasce ecotonali tra prato e bosco e tra prato e macchia, versanti aperti e soleggiati con rocce e cespugli, aree coltivate e incolti marginali, filari lungo i corsi d'acqua, sponde di raccolte d'acqua con una buona copertura di vegetazione erbacea e arbustiva. È possibile osservare questa specie in boscaglie o all'interno di boschi luminosi e ai margini delle strade, su rami bassi di arbusti e presso muretti o ruderi. Può trovarsi anche in ambienti antropizzati (parchi urbani e suburbani,
È un sauro spiccatamente diurno e si può osservare, nel suo habitat, quasi sempre in presenza del sole. Nella parte meridionale dell’areale, si può vedere anche in pieno inverno, durante le giornate tiepide e soleggiate.
Alla vista di un pericolo, scappano velocemente tra la vegetazione fitta o nelle crepe dei muri. Nelle zone frequentate dagli uomini, diventano fiduciose e si lasciano avvicinare anche a pochi metri. Se catturate possono ricorrere all’autotomia, liberandosi della coda (la quale ricrescerà comunque in seguito). Si nutrono principalmente di artropodi e occasionalmente anche di frutta matura ed esemplari piccoli della stessa specie. I maschi adulti sono territoriali e si scontrano tra di loro. Sono anche capaci di nuotare, sebbene evitino di entrare in acqua.
La vita media è di circa 10 anni e vengono predate da serpenti, uccelli, piccoli
Si tratta di un rettile che vive anche in zone antropizzate. Vive nei buchi dei muri, si riposa al sole per scaldarsi e non esce spesso nelle ore più calde. La specie è attiva da aprile a settembre ma in giornate particolarmente calde si muove anche in inverno. Specie ovipara. Si nutre di insetti e aracnidi o altri piccoli invertebrati, occasionalmente anche di bacche e piccoli frutti.
A IT9210205
Da Luglio a Settembre
Specie
La Vipera aspis vive in luoghi freschi ed assolati, prediligendo ambienti poveri di vegetazione, prati, pascoli e soprattutto pietraie. Si ciba di topi, lucertole e piccoli uccelli. Si tratta di un animale territoriale. È goffa, lenta nei movimenti ma in grado di reagire fulmineamente se calpestata o molestata. Il suo veleno è molto attivo nei confronti dei piccoli animali, dal momento che contiene sia neurotossine che emotossine, tuttavia raramente si configura mortale per l'uomo, pur richiedendo soccorso immediato e provocando effetti anche seri. è una specie vivipara. Si sviluppa, ovvero, una placenta primitiva che permette lo scambio di nutrienti tra il flusso sanguigno materno e l'embrione (fonte "Diversità animale" di Cleveland P. Hickman, Mc Graw Hill edizioni).
A
Anfibio caudato endemico dell’Italia centrale e meridionale prevalentemente notturno soggetto ad ibernazione nel periodo invernale. Si nutre di piccole prede planctoniche ed altri invertebrati. L’accoppiamento avviene in acqua. Classificata dalla IUCN Red List come specie a basso rischio. Vive anche per l’intero anno in acqua, spesso in fontanili, cisterne o altre vasche artificiali.
A castagneti, soprattutto in prossimità di corsi d’acqua, molto spesso sotto le foglie marcescenti della lettiera, nei pertugi tra le radici degli alberi e dei ceppi in decomposizione, sotto le pietre, nei cunicoli sotterranei scavati dai piccoli mammiferi. Si nutre di invertebrati, particolare di lombrichi, molluschi, insetti e miriapodi.
Tabella 4 - Grado di interferenza - A: assente; M:modesta; E: elevata
UCCELLI MIGRATORI ABITUALI NON ELENCATI NELL’ALLEGATO I DELLA DIRETTIVA 79/409/CEE
L’areale di nidificazione di questo accipitride è discontinuo; si possono individuare tre aree principali: l’Italia meridionale (Molise, Basilicata, Puglia e Calabria). Gli ambienti che questa specie sceglie per riprodursi, abbracciano un’ampia varietà di categorie, dai boschi, alle aree con vegetazione erbacea naturale e non, alle rive boscate delle superfici d’acqua. Anche il range altitudinale è piuttosto ampio, può nidificare infatti da 0 a 1200 m, anche se quello ottimale è molto più ristretto 150-600 m. Il nibbio bruno nidifica di solito presso i laghi o i fiumi in zone con boschi o alberi sparsi.
La specie nidifica nella parte centro meridionale della penisola, in Sicilia e nel nord-ovest della Sardegna. La popolazione nidificante è stimata in 130-150 coppie. Il nucleo più settentrionale ed isolato rispetto al resto dell’areale peninsulare è quello dei Monti della Tolfa nell'alto Lazio. Questa specie frequenta le zone pianeggianti e collinari dove si alternano zone prative e zone alberate, e può nidificare sia sugli alti alberi che sulle pareti rocciose, specialmente in Sicilia.
A ricche di nicchie ed anfratti al di sotto di ampie praterie, dove si svolge l'attività di caccia. La maggiore idoneità alla fenologia nidificante si individua nella classe d’uso del suolo “Rocce nude” della Corine Land Cover. Per la fenologia sedentaria oltre alle rocce nude, l’aquila reale preferisce le “aree a vegetazione sparsa”.
A
Specie
Per questa specie l’Italia rappresenta il margine nord dell’areale di riproduzione. La popolazione nidificante è, infatti, distribuita nelle regioni centro-meridionali e in Sicilia, dove è presente il nucleo riproduttivo di maggiori dimensioni. L’habitat preferenziale è costituito da aree con caratteristiche spiccatamente mediterranee, in collina o nella fascia pedemontana, dove siano presenti vaste zone aperte, adibite a pascolo, coltura di cerali o incolte. La presenza di pareti rocciose di diverso tipo (calcaree, tufacee o di arenaria), dove costruire il nido, è di fondamentale importanza.
L’altitudine ottimale per la fenologia nidificante varia tra i 50 e i 700 m. s.l.m.
A
Frequenta ambienti generalmente poco disturbati, è inoltre legato alla presenza di pareti rocciose, che devono dominare il paesaggio circostante. Per questo motivo si trova tanto negli ambienti rocciosi costieri che in quelli montuosi dell’interno, come i canyon dei corsi d’acqua. Sia per la fenologia nidificante che per quella sedentaria l’ambiente ideale è quello delle rocce nude.
A
Il falco di palude è presente in Europa e nell'Asia settentrionale. Si trova nelle paludi e nei canneti, dove trascorre la maggior parte del tempo volando. Le popolazioni settentrionali e la maggior parte di quelle meridionali sono migratrici.
In Italia è migratore regolare e svernante, localmente sedentario.
A
Specie limitate aree di Abruzzo, Campania, Calabria e soprattutto Basilicata e Puglia garganica. in generale le cerrete della Basilicata, si pongono come area strategica per la conservazione di questa specie in Italia.
M
Abitudini prevalentemente notturne e crepuscolari, in genere solitarie. Vive in aree boscose, rocciose e accidentate. Il Gufo reale è indagato quale bioindicatore degli ambienti antropizzati, La preda principale è il Ratto delle chiaviche (Rattus norvegicus). sedentario, nidificante, migratore irregolare.
A Tabella 5 - Grado di interferenza - A: assente; M:modesta; E: elevata
UCCELLI MIGRATORI NON ABITUALI NON ELENCATI NELL’ALLEGATO I DELLA DIRETTIVA 79/409/CEE
spinoletta Spioncello S
Specie tipica di ambienti aperti di montagna, lo spioncello predilige i pascoli e le praterie d’alta quota. Necessita di rocce, arbusti o alberi bassi, quali posatoi.
La maggior parte dei territori è sui versanti a media pendenza, dove è più facile trovare luoghi riparati, come le cavità sotto le rocce, per la nidificazione.
A
trivialis Prispolone M
Il suo areale riproduttivo è vastissimo, copre infatti tutto il nord Europa, l’Asia e parte dell’India. Frequenta aree aperte quali prati, praterie, brughiere e cespuglieti, in cui sia però presente una certa copertura arborea. È il più arboricolo tra i motacillidi europei, ma in ogni caso nidifica e si alimenta a terra, spesso in luoghi riparati dalla vegetazione. Gli alberi alti sono invece utilizzati come posatoi per iniziare il volo canoro che, dopo una discesa effettuata “a paracadute” con ali e coda completamente spiegate, termina sullo stesso o su un altro albero.
M
Il rigogolo frequenta habitat forestali anche aperti o con radure, con preferenza per boschi misti mesofili, meglio se adiacenti ai corsi d’acqua.
Durante il periodo riproduttivo frequenta boschi ripariali, pioppeti maturi e boschi a latifoglie del settore collinare. L’altezza degli alberi è fondamentale, poiché i nidi vengono costruiti sulle fronde ad altezze superiori a 15-20 m. La quota preferita da questa specie non supera generalmente i 400 m, con nidificazioni occasionali fino a 600 m. Migratore transahariano visita l’Europa nel periodo estivo. Nella nostra Regione è abbastanza comune con distribuzione continua e uniforme nella fascia planiziale.
A
Specie
L’upupa è specie tipica delle zone aperte, pianeggianti e collinari, con alberi e case sparse.
Frequenta frutteti maturi e margini dei boschi di latifoglie o misti. Sale fino a 1300 m e ha bisogno di terreni soffici e nudi dove possa affondare il lungo becco arcuato in cerca delle larve e pupe di insetti che si sviluppano sotto terra e di cui si nutre in prevalenza. Inoltre, ha anche bisogno di alberi cavi oppure di buchi in muri o banchi di terra o sabbia per nidificare. Evita le zone paludose ed anche quelle con precipitazioni molto elevate. L’upupa è un migratore trans-sahariano e sverna a sud del Sahara eccezion fatta per una piccola parte della
phoenicurus Codirosso M
Piccolo uccello canoro nidifica in gran parte d'Europa e sverna nelle savane africane; in Italia è quindi presente solo durante la primavera e l'estate. Si tratta di una specie piuttosto comune, soprattutto dal fondovalle fino a 1000-1500
Il maschio ha testa e gola grigio cenere, striature nere sulla sommità del capo e attraverso gli occhi. Il ventre è rosso-castano, il dorso è castano. La femmina è più chiara e senza striature. In Italia è nidificante sedentario parziale, migratore regolare e svernante. Predilige le aree semi-aride con vegetazione sparsa alle basse e medie altitudini e i versanti esposti a Sud, spesso ripidi con sporgenze rocciose e pochi cespugli o alberi sparsi .
M
hispanica Monachella S
Italia è diffusa nelle regioni meridionali, mentre nelle aree costiere del centro-nord, nella pianura Padana, nelle province di Trieste, Verona e Brescia. I boschi dove si trova sono quelli di Robinia, novellame di Pioppo nero, densi agglomerati di rovi. e Prugnolo, macchie cespugliose termo xerofile di Carpino
M IT9210270
da aprile a giugno
Specie Nome scientifico
Specie Nome comune
Periodo
Permanenza Aspetti biologici
Grado di interferenza
Fase di esecuzione
lavori
Periodi
Merops
apiaster Gruccione M
È un uccello prevalentemente migratore, che ogni anno, per svernare, dall'Europa raggiunge l'Africa a sud del Sahara. In Italia è estivo e di doppio passo, frequente soprattutto al sud e nelle isole. Frequenta volentieri la brughiera. Nidifica dentro gallerie scavate nelle rive argillose o sabbiose di qualche corso d'acqua utilizzando esclusivamente il becco. Da metà maggio all'inizio di giugno la femmina depone le uova.
A
IT9210270 da maggio a giugno
Galerida
cristata Cappellaccia S/M
Frequenta gli spazi aperti, sia aree incolte sia campi coltivati. Ma abita anche le radure, i prati, i pascoli e gli ambienti aridi come le garighe. La sua alimentazione è ricca di semi: predilige quelli delle graminacee, ma non disdegna anche quelli di altre piante. Giunta la primavera, diventa vorace anche di insetti e larve. Esistono trentasette differenti sottospecie, presenti in Italia centromeridionale.
A queste popolazioni sedentarie, durante l’inverno possono aggregarsi contingenti in arrivo dall’Europa settentrionale.
A IT9210270
da aprile a giugno
Tabella 6 - Grado di interferenza - A: assente; M:modesta; E: elevata
ULTERIORI UCCELLI MIGRATORI ABITUALI NON ELENCATI NELL’ALLEGATO I DELLA DIRETTIVA 79/409/CEE MA PRESENTI NEL diffuso in tutta Europa, in Asia e quasi in tutta l'Africa. in volo, qualche volta viene confuso con lo Sparviero. Questo uccello abita le foreste miste luminose dove
L’Usignolo predilige generalmente foreste o boscaglie poco umide, dove costruisce un nido composto di fogliame, muschio e spighe. Si tratta di una specie diffusa nell’Europa occidentale, centrale e meridionale, ma anche in Asia Minore e Africa del Nord. In Italia è molto diffuso nella stagione estiva; sono rari invece i casi di usignoli che svernano nella nostra penisola. Nel periodo che va da metà maggio a metà giugno, l’Usignolo depone le uova – generalmente 4 o 6 – che vengono covate dalla femmina per 13 o 14 giorni. I pulcini, di cui si occupano entrambi i genitori, lasciano il nido dopo 11 o 12 giorni, ma continuano a essere curati per le successive due settimane. In annate caratterizzate da condizioni climatiche particolarmente favorevoli, le covate possono essere anche due.
Specie Nome scientifico
Specie Nome comune
Periodo
Permanenza Aspetti biologici
Grado di interferenza
Fase di esecuzione
lavori
Periodi
Podiceps cristatus
Svasso
maggiore M
Dal punto di vista della preferenza ambientale, lo Svasso maggiore predilige ambienti con acqua più profonda, raramente è stato osservato pescare anche nei canali seppure con acque profonde. Presenta una fenologia da migratore svernante. Ai pochi individui presenti durante il periodo riproduttivo si aggiungono, nei mesi di settembre e ottobre, i migratori e gli svernanti. Le consistenze maggiori si registrano durante il periodo più freddo,
A
da fine febbraio ad
agosto (fenologia nidificante)
da settembre a
ottobre (fenologia migratrice) Tabella 7 - Grado di interferenza - A: assente; M:modesta; E: elevata
La presenza delle specie faunistiche sopra menzionate è dovuta alla sostanziale integrità delle cenosi vegetali dell’area ed alla presenza di aree agricole e pastorali, con seminativi, che costituiscono un ambiente trofico ideale per molte di esse.
Alle descrizioni appena effettuate vi è da aggiungere la valutazione riguardante la presenza o meno delle specie elencate, all’interno dell’area ZPS. L’indice di presenza si ottiene dalla combinazione di più parametri tra i quali: il grado di naturalità del territorio e l’ecologia della specie. In un contesto territoriale come quello oggetto di analisi, il grado di presenza di tali specie diminuisce considerevolmente man mano che ci si avvicina alle aree urbanizzate o ai principali assi viari. A questa valutazione fanno eccezione le specie meno sensibili alla presenza antropica.