• Non ci sono risultati.

COMUNE DI CALVELLO

N/A
N/A
Protected

Academic year: 2022

Condividi "COMUNE DI CALVELLO"

Copied!
72
0
0

Testo completo

(1)

COMUNE DI CALVELLO

Provincia di Potenza

STUDIO DI VALUTAZIONE DI INCIDENZA PER UN PROGETTO DI TAGLIO DI UN BOSCO GOVERNATO A CEDUO MATRICINATO A PREVALENZA DI CERRO CON SUBORDINATE ALTRE LATIFOGLIE DECIDUE UBICATO

IN LOCALITA’ LIMITONI-CERRO FALCONE

COMMITTENTE

Sig. Di Trana Luigi Rodolfo Via Sant’Anna, 4

85010 CALVELLO (PZ) - C.F.: DTRLRD32H26B440K Sig.ra Bogunovich Michela

Largo Plebiscito 14

85010 CALVELLO (PZ) – C.F.: BGNMHL54D65B440U Maggio 2019

IL TECNICO Dott. For. Antonio SATRIANO

(2)

Sommario

1. Premessa ... 3

2. Normativa di riferimento in materia di tutela dei siti della Rete Natura 2000 ... 4

3. Inquadramento delle aree e caratteristiche degli interventi proposti in relazione ai punti citati nell’allegato G del D.P.R. n. 357/97 ... 6

3.1 Habitat presenti... 14

4. Analisi faunistica dell’Area ZPS e della ZSC ... 17

4.1 Mammiferi, rettili e anfibi e uccelli... 17

5. Analisi floristico-vegetazionale ... 31

6. Valutazione di incidenza ... 32

6.1 Descrizione e dati relativi alla relazione di taglio ... 34

6.2 Incidenza del progetto ... 34

6.3 Valutazione della significatività degli effetti ... 36

6.4 Stima qualitativa e quantitativa degli impatti: la valutazione ... 37

6.5 Griglia di attribuzione dei livelli di impatto ed interventi di mitigazione ... 38

7. Conclusioni ... 38

8. ALLEGATI ... 40

(3)

RELAZIONE TECNICA

1. Premessa

Il sottoscritto Dott. For. SATRIANO Antonio nato a Marsicovetere il 02.02.1981 e residente in Potenza (PZ) alla Via Vincenzo Verrastro n. 19, regolarmente iscritto all’Albo dei Dottori Agronomi e Forestali della Provincia di Potenza con il n. 492, per incarico ricevuto dai Signori Di Trana Luigi Rodolfo e Bogunovich Michela residenti rispettivamente a Calvello in Via Sant’Anna 4 e a Calvello in Largo Plebiscito 14, per la redazione di un progetto di taglio bosco inerente un ceduo a prevalenza di cerro.

produce

ai sensi del D.P.R. n. 357/97 e del successivo D.P.R. 120/03, e in osservanza del Decreto MATTM del 17.10.2007 e della D.G.R. n. 655/08 concernente la regolamentazione in materia forestale per le aree della Rete Natura 2000 in Basilicata in applicazione della sopra citata normativa nazionale la presente relazione di Studio per la Valutazione di Incidenza Ambientale.

Il progetto di taglio di che trattasi ha come oggetto l’utilizzazione di superfici boscate di proprietà privata nel territorio comunale di Calvello (PZ) ed è stato redatto in assenza di Piano di Assestamento forestale ai sensi della L.R. n. 42/98 “Norme in materia forestale” e della D.G.R. n.

1734/99 e successive modifiche ed integrazioni, ed in quanto rientrante entro i confini della ZPS cod. IT9210270 denominata “Appennino Lucano-Monte Volturino”.

Tale area boscata rientra:

 all’interno del sito ZPS identificato con il Codice IT9210270 “Appennino Lucano –Monte Volturino” per ha 0.88.39 (Inquadramento corografico dell’area di intervento rispetto alla Rete Natura 2000 in scala 1:25.000);

Tale area boscata confina:

 con i limiti del sito ZSC identificato con il Codice IT9210205 “Monte Volturino”

(Inquadramento corografico dell’area di intervento rispetto alla Rete Natura 2000 in scala 1:25.000).

Il progetto di taglio riguarda un bosco ceduo matricinato a prevalenza di cerro con subordinate altre latifoglie decidue su una superficie boscata complessiva di ha 54.00.34 su cui sono

(4)

di interventi così come indicato nella D.G.R. n° 655/2008; per tale ragione la superficie boscata utile che effettivamente sarà utilizzata è pari ad

ettari 51.80.89

. Di questa superficie d’intervento, si è pianificata una lottizzazione in due lotti denominati rispettivamente lotto 1 di ha 22.24.61 e lotto 2 di ha 29.56.28 da utilizzare in due stagioni silvane al fine di contenere le superfici da assoggettare al taglio riducendo in tal modo anche l’impatto paesaggistico/ambientale.

2. Normativa di riferimento in materia di tutela dei siti della Rete Natura 2000

Con l’emanazione della Direttiva n. 79/409/CEE del Consiglio del 2 aprile 1979, e della la Direttiva n. 92/43/CEE del Consiglio del 21 maggio 1992 (recepita dallo Stato italiano con il D.P.R.

n. 357/97 “Regolamento recante attuazione della direttiva 92/43/CEE relativa alla conservazione degli habitat naturali e seminaturali, nonché della flora e della fauna selvatiche”), in ambito comunitario è stata intrapresa una strada volta alla conservazione della natura e alla difesa degli habitat naturali su scala vasta. In tal senso sono state individuate particolari aree naturali in relazione alla presenza di habitat, cenosi, specie floristiche e faunistiche degni di specifici regimi di tutela e protezione, che sono state definite come Siti di Importanza Comunitaria (SIC). Con la Direttiva Uccelli (n. 79/409/CEE) si è inteso individuare aree utili alla conservazione degli uccelli selvatici, anche in questo caso da sottoporre a protezione speciale (denominate ZPS) per la tutela dal rischio di estinzione delle specie di uccelli in esse presenti. Tali iniziative nascono dalla necessità di avviare piani d’azione a livello sia comunitario, che di singolo Stato a favore della tutela della biodiversità e conservazione delle risorse naturali e della gestione dei siti della Rete Natura 2000.

La realizzazione della Rete Natura 2000 ha avuto come principale obiettivo quello di avere univocità nei criteri di individuazione e tutela dei siti appena citati in tutti gli Stati della Comunità Europea. Rete Natura 2000 ha il compito di valorizzare la funzionalità degli habitat e dei sistemi naturali e per questo la qualità dei siti proposti è stata valutata non soltanto in base allo stato attuale del sito, ma anche alla loro potenziale capacità di evolversi verso forme più complesse laddove vengano eliminate fonti di disturbo esistenti. La Rete Natura 2000, non essendo un semplice assemblaggio di Siti, non va a sostituirsi alla rete dei Parchi o delle Riserve naturali, ma va ad integrarsi con esse per garantire pienamente la tutela e la salvaguardia degli habitat di specie animali e vegetali e della loro funzionalità.

(5)

Pertanto ai sensi del già citato D.P.R. n. 357/97 (Regolamento recante l’attuazione delle Direttive n. 79/409/CEE e n. 92/43/CEE) e del successivo D.P.R. 120/2003 si sancisce l'importanza dello strumento definito Valutazione d'Incidenza, quale misura preventiva di tutela legata ai piani e ai progetti la cui attuazione possa incidere più o meno significativamente sulla conservazione degli habitat naturali all’interno dei siti di Rete Natura 2000. Considerato che per i siti della Rete Natura 2000 in Basilicata sono deliberati solo alcuni piani di gestione, la Regione Basilicata dapprima con la D.G.R. n. 2454 del 22/12/2003 ha inteso stabilire gli indirizzi applicativi cui far riferimento nel caso di assenza di piano di gestione dei siti, nella redazione delle valutazioni di incidenza di determinate tipologie d’intervento sullo stato di conservazione dei siti Natura 2000, in modo da poter individuare e valutare opportunamente gli effetti diretti ed indiretti che la realizzazione di un Progetto o l’attuazione di un Piano potrebbero produrre sulla evoluzione di un dato habitat o specie;

successivamente con la D.G.R. n. 655 del 06/05/2008 dal titolo "Regolamentazione in materia forestale per le aree della Rete Natura 2000 in Basilicata in applicazione del D.P.R. n. 357/97 e del D.P.R. n. 120/03 e del Decreto MATTM del 17/10/2007" ha inteso stabilire delle linee guida relative all'esercizio delle attività agro-silvo-pastorali in aree delle Rete Natura 2000 che puntino al mantenimento di uno stato di conservazione soddisfacente delle specie e degli habitat presenti nei siti tutelati ai sensi delle normative comunitarie tra le quali la direttiva 92/43/CEE e la 79/409/CEE, nonché conformi ai criteri minimi uniformi per la definizione delle misure di conservazione di cui al decreto del MTTM del 17/10/2008 e del D.P.G.R. n. 65 del 19 Marzo 2008.

Pertanto, ai sensi della suddetta D.G.R. e del già citato D.P.R. n. 357/97 e successive modificazioni ed integrazioni, essendo la superfici boscate oggetto dell’intervento comprese entro i confini di un sito ZPS della rete Natura 2000 denominato “Appennino Lucano-Monte Volturino”, individuato dal codice Natura 2000 IT9210270, è necessario analizzare gli eventuali impatti che la messa in atto della relazione possa produrre sugli habitat, sulle cenosi e sulle specie presenti nel suddetto sito attraverso la compilazione di una Valutazione di Incidenza Ambientale.

Come indicato dell’allegato G del D.P.R. n. 357/97, nell’ambito delle Valutazioni d’Incidenza, le caratteristiche dei piani e progetti devono essere descritte con riferimento:

 alle tipologie delle azioni e/o opere;

 alle dimensioni e/o ambiti di riferimento;

 alla complementarietà con altri piani e/o progetti;

 all’uso delle risorse naturali;

(6)

 all’inquinamento e disturbi ambientali;

 al rischio di incidenti per quanto riguarda, le sostanze e le tecnologie utilizzate.

Vengono individuate anche eventuali interferenze dovute principalmente a:

 componenti biotiche;

 componenti abiotiche del sito considerato.

3. Inquadramento delle aree e caratteristiche degli interventi proposti in relazione ai punti citati nell’allegato G del D.P.R. n.

357/97

L’intervento previsto in sede progettuale e sottoposto a Valutazione di Incidenza Ambientale, ha come oggetto un bosco ceduo matricinato su cui l’istante (Ing. Di Trana Luigi Rodolfo), fratello dei restanti comproprietari e delegato alla presentazione della pratica unitamente alla comproprietaria Bogunovich Michela, quest’ultima anch’essa delegata dalle sorelle Bogunovich Mirna Elena e Bogunovich Giovanna, su cui verrà prodotta la documentazione utile all’ottenimento delle opportune autorizzazioni e pareri, ubicato in località “Limitoni-Cerro Falcone”

del Comune di Calvello identificato al catasto, ai fogli di mappa 57-58-59 ripartiti secondo le particelle che seguono:

 Foglio di mappa n. 57, particella catastale n. 82, qualità colturale pascolo, della superficie catastale totale di ha 0.07.70, di cui soggetta all’ intervento per la quale si chiede l’autorizzazione ha 0.06.96 afferente al lotto 1;

 Foglio di mappa n. 57, particella catastale n. 83, qualità colturale ente urbano, della superficie catastale totale di ha 0.03.38, di cui soggetta all’ intervento per la quale si chiede l’autorizzazione ha 0.03.38 afferente al lotto 1;

 Foglio di mappa n. 57, particella catastale n. 84, qualità colturale pascolo arborato, della superficie catastale totale di ha 0.28.45, di cui soggetta all’ intervento per la quale si chiede l’autorizzazione ha 0.24.02 afferente al lotto 1;

(7)

 Foglio di mappa n. 57, particella catastale n. 85, qualità colturale pascolo arborato, della superficie catastale totale di ha 0.57.28, di cui soggetta all’ intervento per la quale si chiede l’autorizzazione ha 0.57.28 afferente al lotto 1;

 Foglio di mappa n. 57, particella catastale n. 86, qualità colturale pascolo arborato, della superficie catastale totale di ha 1.11.00, di cui soggetta all’ intervento per la quale si chiede l’autorizzazione ha 1.11.00 afferente al lotto 1;

 Foglio di mappa n. 57, particella catastale n. 87, qualità colturale pascolo arborato, della superficie catastale totale di ha 4.98.19, di cui soggetta all’ intervento per la quale si chiede l’autorizzazione ha 4.90.88 afferente al lotto 1;

 Foglio di mappa n. 57, particella catastale n. 88, qualità colturale pascolo arborato, della superficie catastale totale di ha 7.96.70, di cui soggetta all’ intervento per la quale si chiede l’autorizzazione ha 7.96.70 afferente al lotto 1;

 Foglio di mappa n. 57, particella catastale n. 89, qualità colturale bosco alto, della superficie catastale totale di ha 0.00.30, di cui soggetta all’ intervento per la quale si chiede l’autorizzazione ha 0.00.30 afferente al lotto 1;

 Foglio di mappa n. 57, particella catastale n. 89, qualità colturale pascolo arborato, della superficie catastale totale di ha 0.03.00, di cui soggetta all’ intervento per la quale si chiede l’autorizzazione ha 0.03.00 afferente al lotto 1;

 Foglio di mappa n. 57, particella catastale n. 20, qualità colturale pascolo arborato, della superficie catastale totale di ha 3.79.96, di cui soggetta all’ intervento per la quale si chiede l’autorizzazione ha 3.59.65 afferente al lotto 1;

 Foglio di mappa n. 57, particella catastale n. 27, qualità colturale pascolo, della superficie catastale totale di ha 0.43.42, di cui soggetta all’ intervento per la quale si chiede l’autorizzazione ha 0.20.39 afferente al lotto 1;

 Foglio di mappa n. 57, particella catastale n. 28, qualità colturale seminativo, della superficie catastale totale di ha 0.45.69, di cui soggetta all’ intervento per la quale si chiede l’autorizzazione ha 0.45.69 afferente al lotto 1;

(8)

 Foglio di mappa n. 57, particella catastale n. 29, qualità colturale bosco alto, della superficie catastale totale di ha 2.27.05, di cui soggetta all’ intervento per la quale si chiede l’autorizzazione ha 2.10.90 afferente al lotto 1;

 Foglio di mappa n. 57, particella catastale n. 30, qualità colturale pascolo, della superficie catastale totale di ha 1.26.98, di cui soggetta all’ intervento per la quale si chiede l’autorizzazione ha 1.26.98 afferente al lotto 1;

 Foglio di mappa n. 57, particella catastale n. 31, qualità colturale seminativo, della superficie catastale totale di ha 0.72.64, di cui soggetta all’ intervento per la quale si chiede l’autorizzazione ha 0.72.64 afferente al lotto 1;

 Foglio di mappa n. 57, particella catastale n. 71, qualità colturale pascolo arborato, della superficie catastale totale di ha 6.82.90, di cui soggetta all’ intervento per la quale si chiede l’autorizzazione ha 6.26.51 afferente al lotto 1;

 Foglio di mappa n. 58, particella catastale n. 53, qualità colturale pascolo arborato, della superficie catastale totale di ha 1.06.88, di cui soggetta all’ intervento per la quale si chiede l’autorizzazione ha 0.76.34 afferente al lotto 2;

 Foglio di mappa n. 58, particella catastale n. 69, qualità colturale pascolo arborato, della superficie catastale totale di ha 9.42.99, di cui soggetta all’ intervento per la quale si chiede l’autorizzazione ha 8.95.24 afferente al lotto 2;

 Foglio di mappa n. 58, particella catastale n. 70, qualità colturale bosco alto, della superficie catastale totale di ha 0.11.53, di cui soggetta all’ intervento per la quale si chiede l’autorizzazione ha 0.11.53 afferente al lotto 2;

 Foglio di mappa n. 58, particella catastale n. 71, qualità colturale bosco alto, della superficie catastale totale di ha 0.00.36, di cui soggetta all’ intervento per la quale si chiede l’autorizzazione ha 0.00.36 afferente al lotto 2;

 Foglio di mappa n. 58, particella catastale n. 71, qualità colturale pascolo arborato, della superficie catastale totale di ha 0.02.86, di cui soggetta all’ intervento per la quale si chiede l’autorizzazione ha 0.02.86 afferente al lotto 2;

(9)

 Foglio di mappa n. 58, particella catastale n. 83, qualità colturale bosco alto, della superficie catastale totale di ha 0.00.19, di cui soggetta all’ intervento per la quale si chiede l’autorizzazione ha 0.00.19 afferente al lotto 2;

 Foglio di mappa n. 58, particella catastale n. 83, qualità colturale pascolo arborato, della superficie catastale totale di ha 0.02.45, di cui soggetta all’ intervento per la quale si chiede l’autorizzazione ha 0.02.45 afferente al lotto 2;

 Foglio di mappa n. 58, particella catastale n. 16, qualità colturale pascolo arborato, della superficie catastale totale di ha 2.77.65, di cui soggetta all’ intervento per la quale si chiede l’autorizzazione ha 2.47.67 afferente al lotto 2;

 Foglio di mappa n. 58, particella catastale n. 39, qualità colturale pascolo arborato, della superficie catastale totale di ha 7.08.01, di cui soggetta all’ intervento per la quale si chiede l’autorizzazione ha 6.46.26 afferente al lotto 2;

 Foglio di mappa n. 59, particella catastale n. 3, qualità colturale pascolo arborato, della superficie catastale totale di ha 2.05.27, di cui soggetta all’ intervento per la quale si chiede l’autorizzazione ha 2.05.27 afferente al lotto 2;

 Foglio di mappa n. 59, particella catastale n. 4, qualità colturale seminativo, della superficie catastale totale di ha 1.92.05, di cui soggetta all’ intervento per la quale si chiede l’autorizzazione ha 0.49.06 afferente al lotto 2;

 Foglio di mappa n. 59, particella catastale n. 9, qualità colturale pascolo arborato, della superficie catastale totale di ha 0.56.80, di cui soggetta all’ intervento per la quale si chiede l’autorizzazione ha 0.35.38 afferente al lotto 2;

 Foglio di mappa n. 59, particella catastale n. 52, qualità colturale pascolo arborato, della superficie catastale totale di ha 0.56.93, di cui soggetta all’ intervento per la quale si chiede l’autorizzazione ha 0.51.65 afferente al lotto 2;

 Foglio di mappa n. 59, particella catastale n. 56, qualità colturale seminativo, della superficie catastale totale di ha 0.00.35, di cui soggetta all’ intervento per la quale si chiede l’autorizzazione ha 0.00.35 afferente al lotto 2.

aventi superficie totale catastale pari ad ha 56.48.96, superficie boscata ha 54.00.34 e superficie

(10)

taglio per un’area almeno del 4%, nel nostro caso due nuclei boscati pari al 4,06% (ha 2.19.45) ai sensi delle D.G.R. n. 655/2008.

L’area in oggetto si trova nella zona sudovest del territorio comunale di Calvello, a sud- ovest del paese di Calvello a sudest della SP. 16 denominata Calvello-Marsicovetere, a sudest del Monte Volturino, immediatamente nei pressi del confine nordest con il comune di Marsicovetere e a sud con il Comune di Abriola.

La morfologia del territorio risulta caratterizzata da acclività media, con pendenze comprese tra il 4% nei pressi delle particelle catastali 16 a sud della S.P. 16 e il 18% riferita alle restanti particelle catastali, dove peraltro sono stati rilasciati due nuclei all’ evoluzione naturale (D.G.R.

655/2008) per una superficie boscata totale di ha 2.19.45.

L'area boscata presenta limiti altitudinali compresi tra fra i 970 ed i 1.130 m s.l.m., con esposizione prevalente a nord-ovest (lotto 2) o nordest (lotto 1).

L’area in esame è caratterizzata da soprassuoli a base di latifoglie decidue governate a ceduo matricinato tipiche della zona fitoclimatica del Castanetum – sottozona fredda – 1° tipo.

(11)

Nella stazione forestale in esame la specie prevalente nei popolamenti forestali è il cerro (Quercus cerris L.) a cui si consocia in maniera subordinata il ciavardello (Sorbus Torminalis S.) e il carpino bianco (Carpinus betulus L.). La struttura di tali formazioni si può definire in generale di tipo agamico in virtù della presenza di ceppaie con un numero di polloni mediamente intorno a 4-5.

In tali boschi le utilizzazioni avvengono circa ogni 15-16 anni per una consuetudine legata alle tradizioni oltre che al tipo di coltura che il bosco ceduo di specie quercine determina.

La densità è tipica dei cedui di specie quercine; le chiarie sono pressoché nulle poiché piccolissime se non lungo la pista forestale, ben visibili dalle foto aeree che potrebbero fungere da imposti per il legname, non rappresentati in cartografie ma evidentemente localizzate in corrispondenza dell’ingresso della particella catastale 39 ad ovest oppure lungo l’attraversamento della particella catastale 16 o ancora nelle particelle catastali 87 e 88 sempre lungo la pista forestale preesistente. Lo stato di vigoria del soprassuolo risulta buono anche in considerazione della fertilità della stazione dovuta a favorevoli condizioni di esposizione, morfologia del territorio e natura del substrato caratterizzato nelle aree meno acclivi anche da un adeguato spessore.

Come tutti i cedui di specie quercine si osservano strato erbaceo e arbustivo molto più evidente alle esposizioni sud, meno a quelle nord; tra le specie erbacee rilevate ricordiamo Doronicum orientale, Helleborus foetidus, Cyclamen hederifolium, Potentilla reptans, composite, ecc..

Tra le specie arbustive si osserva la presenza di Rubus ulmifolius, e Crataegus spp. laddove il ceduo appare maggiormente esposto ad est. Nelle chiarie sono presenti anche specie del genere Brachypodium spp. Alle esposizioni nord il sottobosco di specie arbustive è quasi del tutto assente.

Il bosco oggetto dell’intervento è stato sempre utilizzato con tagli raso con rilascio di matricine. Questi interventi hanno mantenuto una struttura vegetativa vigorosa. Altre ragioni importanti del governo ceduo da cui l’ottima tradizione di rilasciare le matricine deriva dal fatto che si garantisce la biodiversità attraverso l’impollinazione oltre alla prevenzione dell’erosione del suolo mantenendo sempre un certo grado di copertura.

Il lotto in oggetto che si intende utilizzare presenta una conformazione selvicolturale piuttosto omogenea sia in termini di accrescimento diametrico che ipsometrico (ceduo coetaneo), pertanto gli interventi di taglio che si propongono sono riconducibili ad una sola categoria di trattamento, il taglio raso con rilascio di matricine, finalizzato a favorire i soggetti da seme (matricine-allievi) oppure in loro mancanza i migliori polloni sulla ceppaia al fine di garantire la

(12)

Alla luce di quanto sin qui esposto e secondo quanto previsto dal “Regolamento di attuazione recante le norme per il taglio dei boschi” di cui al D.G.R. n. 1734/99 e successive modifiche ed integrazioni, la forma di trattamento ritenuta più appropriata per le forme di governo a ceduo matricinato è il taglio raso con rilascio di matricine per una quantità non al di sotto di 100/ha.

Tale intervento assimilabile a un vero e proprio taglio colturale agirà sulla formazione forestale con intensità piuttosto blanda soprattutto laddove sono state rilasciate aree a completa tutela (aree ad evoluzione naturale) su cui non verranno compiuti tagli tenendo in considerazione la variabilità delle condizioni stazionali e di struttura delle formazioni stesse e il fatto che ci troviamo in parte nell’area ZPS, e sul confine di una ZSC con opportune misure di tutela e conservazione (D.G.R. n° 1678/2015).

In tutto il complesso boscato l’intervento prevede un asporto pari a 5.209,3 m3 ottenuto sulla scorta della materializzazione di n° 9 aree di saggio scelte in modo da rendere omogeneo il bosco ed i parametri dendrometrici in esso contenuti; è evidente che le piante in piedi da rilasciare seguiranno il criterio dell’uniformità tra le classi diametriche rilasciando a dote del bosco le matricine secondo una variabilità diametrica tale da avvicinarsi quanto più possibile, atteso che la presenza di matricine 2t è rappresentata in maniera non uniforme sull’intera superficie, all’1/3 del turno precedente e ai 2/3 alla stessa età del bosco. La selezione dei soggetti che fungeranno da piante portaseme verrà eseguita tenendo conto della necessità di assicurare il mantenimento dell'inter- distanza tra le piante non oltre i 10 metri secondo quanto contemplato dalla normativa vigente regionale per i boschi cedui matricinati.

Tale scelta risulta in linea con quanto previsto dall'Allegato A della D.G.R. n. 655/2008 secondo cui nel caso in cui sia interessata una superficie boschiva superiore ad ha 5 è necessario predisporre un progetto da sottoporre a procedura di valutazione d’incidenza per l’intera superficie;

in termini di tipologia d'intervento per quanto concerne i tagli di utilizzazione di fine turno gli indirizzi e prescrizioni per l’esecuzione degli interventi prevedono l’obbligo di mantenere nuclei di bosco non ceduato nei pressi di bacini idrici naturali ed artificiali, nonché in prossimità di impluvi di estensione minima non inferiore a 1.000 m2 all’interno dei quali non effettuare interventi nel rispetto dei seguenti parametri: un nucleo di 1000 m2 per superfici comprese tra 2 e 3,5 ettari; due nuclei da 1000 m2 oppure uno da 2000 m2 per superfici superiori a 3,5 ettari e fino a ha 5. Nel caso in esame essendo la superficie boscata pari ad ha 54.00.34 si dovrà rispettare il limite del 4% della superficie in assenza di taglio, per cui non al di sotto di ha 2.16.00. Per tale ragione mantenendosi ben oltre i limiti imposti dalla normativa si è deciso di rilasciare nuclei non ceduati per una superficie di ha 2.19.45 pari cioè al 4,06% calcolati sulla superficie boscata (ha 54.00.34).

(13)

Inoltre preservare, anche in assenza di bacini idrici naturali ed artificiali e/o impluvi, sempre nel rispetto dei parametri sopra riportati, nuclei non ceduati rappresentativi del soprassuolo da utilizzare o includenti specie di pregio naturalistico (sporadiche, latifoglie nobili, fruttifere arboree e arbustive), ovviamente se esistono le condizioni. Garantire la presenza di vegetazione in prossimità di corsi d’acqua e fossi; preservare le specie sporadiche e rare quale misura di conservazione della biodiversità; nel caso le utilizzazioni fossero inferiori a ha 2 è fatto obbligo preservare tratti di bosco al fine di garantire condizioni minime di rifugio per la fauna selvatica. Tutti parametri atti a garantire il mantenimento di uno stato di conservazione soddisfacente delle specie e degli habitat presenti nel sito tutelato ai sensi della Direttiva 92/43/CEE e in rispondenza ai criteri minimi uniformi per le misure di conservazione di cui al Decreto MATTM del 17/10/2008 e della D.P.G.R.

n. 65/2008.

Il progetto di taglio che viene sottoposto a Studio di Valutazione di Incidenza Ambientale, risulta redatto nel pieno rispetto della normativa vigente in materia forestale prevedendo l’utilizzo di una risorsa naturale quale è la biomassa legnosa, ma il tipo di intervento, configurabile come taglio raso con rilascio di matricine è finalizzato al miglioramento della struttura del soprassuolo forestale oltre che a favorire la biodiversità attraverso l’impollinazione, la prevenzione dell’erosione del suolo mantenendo sempre un certo grado di copertura.

Per quanto concerne l’aspetto relativo alla produzione di rifiuti in seguito alla esecuzione delle operazioni di taglio si può affermare che l’unico rifiuto prodotto sarà costituito dai residui di ramaglia, che non risulta produrre alcuna forma di inquinamento, contribuendo anzi ad arricchire la dotazione di sostanza organica dello strato superficiale del terreno. E’, infatti, prevista e prescritta dalla normativa vigente l’asportazione, dalle aree oggetto di utilizzazione, dei residui del taglio e della ramaglia mediante la cippatura in loco e/o lo smaltimento in aree lontane dalla tagliata o lo spandimento nelle superfici oggetto di utilizzazione in frazioni di circa 2-3 cm, con il divieto di accumulo delle stesse ai margini o lungo il corso di strade, mulattiere e piste (cfr. D.G.R. n. 1734/99 e succ. mod. ed int. Art. 8, punto 3 - “Allestimento e sgombero delle tagliate” ). Nel contesto degli interventi di utilizzazione del soprassuolo boschivo, è senz’altro da escludere la produzione o il rilascio nell’ambiente, nell’atmosfera e in falda di materiali inquinanti.

Inevitabile, invece una qualche azione di disturbo sulla fauna presente nel corso delle operazioni di utilizzazione ed esbosco, causata dalla presenza dell’uomo nelle aree boscate e dal rumore delle attrezzature e delle macchine impiegate per il taglio, il trasporto e l’esbosco del materiale legnoso. Va detto però che l’area è a forte vocazione silvo-pastorale e quindi sono

(14)

frequenti i tagli nelle aree in questione, tali azioni di disturbo non rappresenterebbero una novità assoluta per i luoghi in questione.

Il progetto che in questa sede è sottoposto a valutazione, non utilizzando sostanze o tecnologie di particolare rilievo e menzione, non presenta, pertanto, impatti sostanziali.

3.1 Habitat presenti

Da un punto di vista strettamente ecologico-paesaggistico, la creazione di reti ecologiche rappresenta una proposta concettuale di gestione integrata dello spazio fisico territoriale che, tutelando le interconnessioni tra gli habitat, rende possibile il flusso genetico degli esseri viventi da un’area all’altra; presupposto questo indispensabile ai fini della conservazione della biodiversità e della sostenibilità degli ecosistemi.

Risulta chiaro il ruolo chiave svolto dai diversi habitat in un contesto territoriale come quello dell’area analizzata, caratterizzato dalla forte presenza di territori naturali alternati con aree antropizzate. Soltanto attraverso la conservazione ed il mantenimento delle interazioni tra i diversi complessi ambientali aventi caratteri di naturalità, sarà possibile conservare la diversità del territorio e garantire la sopravvivenza ed il ricambio genetico delle specie presenti.

Il progetto in questione riguarda un bosco ceduo ubicato in un sistema forestale caratterizzato da foreste di latifoglie miste alternate ad aree pascolive di pregio (sia per caratteristiche di composizione specifica che per qualità pabulare).

Di seguito si riportano alcune tabelle relative agli habitat presenti all’interno del sito ZPS della rete Natura 2000 denominato “Appennino Lucano, Monte Volturino”, individuato dal codice Natura 2000 IT9210270; diversamente dalla ZPS che ricade nell’area oggetto dei futuri tagli per ha 0.88.89, gli habitat presenti all’interno del sito ZSC della rete Natura 2000 denominato “Monte Volturino”, individuato dal codice Natura 2000 IT9210205 che peraltro non ricade nell’area boscata, la % di copertura relativa rispetto all’intera area ZPS e ZSC, la rappresentatività, ovvero la sua tipicità, distinta in quattro classi di valore decrescente (da A a D).

È riportato poi il grado di conservazione di tali habitat, inteso come sommatoria di tre criteri (grado di conservazione della struttura - grado di conservazione delle funzioni – possibilità di ripristino).

Nell’ultima colonna è riportata la Valutazione globale, ottenuta dall’analisi e dall’integrazione dei criteri precedenti. La Valutazione Globale ha la finalità di attribuire un valore

(15)

al sito secondo un sistema di classificazione distinto in tre classi decrescenti, individuate dalle lettere A, B, C. Per maggiori dettagli si veda il formulario Standard per la raccolta dei dati sui siti Natura 2000 (Ministero dell’Ambiente) allegato alla presente.

(16)

Tabella 1 - Habitat naturali presenti in ZPS IT 9210270 “Appennino Lucano, Monte Volturino”

Codice Descrizione % di

copertura Rappresentatività Superficie relativa

Grado di Conservazione

Valutazione globale

9210 Faggeti degli Appennini con Taxus e Ilex 48,51 A C B B

9220 Faggeti degli Appennini con Abies alba e faggete con

Abies nebrodensis 1,37 B C B A

8210 Pareti rocciose calcaree con vegetazione casmofitica 0,38 A B B B

8220 Pareti rocciose silicee con vegetazione cosmofitica 0,04 B C B B

6210 Formazioni erbose secche seminaturali e facies coperte da

cespugli su substrato calcareo (Festuco -Brometalia) 25,45 A A A A

9180 Foreste di versanti, ghiaioni e valloni del Tilio-Acerion 0,19 B C B B

92AO Foreste a galleria di Salix alba e Populus alba 0,04 D

3240 Fiumi alpini con vegetazione riparia legnosa a Salix

elaeagnos 0,03 D B B B

9260 Boschi di Castanea sativa 1,83 C C C C

3150 Laghi eutrofici naturali con vegetazione del tipo

Magnopotamion o Hydrocharition 0,12 D B B B

3140 Acque oligomesotrofe calcaree con vegetazione bentica di

Chara spp. 0,12 D

3280

Fiumi mediterranei a flusso permanente con vegetazione dell’alleanza Paspalo-Agrostidion e con filari ripari di

Salix e Populus alba

0,03 D

91MO Foreste Pannonico-Balcaniche di cerro e rovere 21,90 B C B B

in grassetto gli habitat prioritari secondo la Direttiva Habitat Tabella 2 - Habitat naturali presenti in ZSC IT 9210205 “Monte Volturino”

Codice Descrizione % di

copertura Rappresentatività Superficie relativa

Grado di Conservazione

Valutazione globale

91MO Foreste Pannonico-Balcaniche di cerro e rovere 1,11 B C B B

9210 Faggeti degli Appennini con Taxus e Ilex 67,78 A C B B

6210 Formazioni erbose secche seminaturali e facies coperte

da cespugli su substrato calcareo (Festuco -Brometalia) 28,89 A C B B

8210 Pareti rocciose calcaree con vegetazione casmofitica 1,11 A C A B

8220 Pareti rocciose silicee con vegetazione cosmofitica 1,11 B C B B

in grassetto gli habitat prioritari secondo la Direttiva Habitat

(17)

4. Analisi faunistica dell’Area ZPS e della ZSC

Il sito in oggetto riveste un certo valore dal punto di vista naturalistico sebbene le aree abbiano estensioni contenute, nella fattispecie circa ha 1.858,00 occupata dalla ZSC IT 9210205

“Monte Volturino” e per circa ha 9.736 dall'intera ZPS IT9210270, tuttavia si riscontrano differenti tipologie vegetazionali che offrono cibo e riparo ad una grande varietà di specie animali. Nelle tabelle che seguono sono riportate le specie di mammiferi, rettili, anfibi e uccelli contenute nella descrizione dell’area ZPS in esame. Per quanto concerne, invece la ZSC (ex SIC) il valore naturalistico è rappresentato dalla sua vicinanza ( codici 9210-91MO-6210) come si potrà vedere dalla cartografia dei codici habitat rispetto all’area d’intervento (cartografia “Inquadramento rispetto ai codici habitat rete natura 2000 presenti nella ZSC IT9210205”), ragion per cui su un’estensione complessiva di ha 1.858,00 si riscontra in maniera predominante la sola tipologia vegetazionale (Faggeti degli Appennini con Taxus e Ilex – codice 9210 per ha 1.133,66) oltre che una grande varietà di specie animali tra i quali mammiferi, rettili, anfibi e uccelli contenuti nel formulario allegato.

4.1 Mammiferi, rettili e anfibi e uccelli

Nelle tabelle che seguono si riportano le specie di mammiferi, uccelli, rettili ed anfibi espressamente elencate nell'Allegato II della Direttiva 92/43/CEE sia per il sito ZPS che per la ZSC.

Per ogni specie si riportano anche le seguenti informazioni:

 nome scientifico della specie; nome comune della specie;

 il periodo di permanenza nell’ambito del sito in esame;

 principali aspetti biologici;

 valutazione, effettuata dallo scrivente mediante visite in loco, del grado di interferenza della relazione in questione sulle diverse specie, tale grado è stato suddiviso in tre classi:

A: interferenza Assente;

M: interferenza Modesta;

E: interferenza Elevata.

(18)

MAMMIFERI

Specie Nome scientifico

Specie Nome comune

Periodo

Permanenza Aspetti biologici

Grado di interferenza

Fase di esecuzione

lavori

Periodi riproduttivi

Canis

Lupus Lupo S

Il Lupo è un animale fondamentalmente notturno, forse anche per evitare l’uomo. Gli ambienti di vita ottimali sono rappresentati soprattutto da superfici boscose alternate a radure, pascoli e macchie, anche se sempre con maggiore frequenza viene segnalato in ambienti anche molto degradati.

A IT9210270

Da gen. a dic.

(fenologia unica)

Erinaceus europaeus

Riccio

comune S

Il riccio è un animale esclusivamente notturno, probabilmente perché le abitudini notturne non siano tanto una necessità dettata da esigenze di difesa, in quanto la cortina di aculei di cui dispongono li rende invulnerabili ai predatori, quanto ad un adattamento di vita delle proprie prede che sono più abbondanti durante la notte. Gli ambienti di vita ottimali sono rappresentati soprattutto da superfici boscose o riparate. L’alimentazione si basa su invertebrati di vario tipo

A IT9210205

Da maggio ad ottobre

Felis silvestris

Gatto

selvatico S/M

Il gatto selvatico è estremamente cauto nei confronti dell’uomo e cerca sempre di non avvicinarsi alle zone abitate. Marca il suo territorio depositando feci in luoghi esposti. È un animale carnivoro, predilige piccoli mammiferi. Vive nelle foreste di latifoglie e tende ad evitare i luoghi frequentati dall’uomo. E’ di abitudini arboricole e notturne, mentre di giorno rimane nascosto nelle cavità degli alberi, in anfratti rocciosi, in tane abbandonate

A IT9210205

Da metà Gennaio a metà Marzo

Glis glis Ghiro S

Il ghiro è notturno: di solito esce dal suo nascondiglio poco dopo il tramonto per poi ritornarvi prima dell’alba. Abita le cavità degli alberi, anfratti, nidi di forma rotondeggiante che lui stesso costruisce. Predilige i boschi di latifoglie

A IT9210205

Da Maggio ad inizio

Ottobre

Lepus corsicanus

Lepre

italica S/M

Le sue abitudini, sia riproduttive che comportamentali sono molto simili a quelle della lepre europea, tuttavia ancora sono scarsissime le conoscenze sulla sua biologia, ecologia e reale distribuzione, dunque crepuscolari e notturne. E’ diffusa in Italia meridionale e in Sicilia. Le popolazioni di questa specie sono frammentate e isolate, talvolta a carattere relittuale e/o a densità molto bassa. Si alimenta in primavera-estate delle parti verdi della pianta (erba medica, trifoglio, erbe aromatiche), mentre in inverno di erbe secche, frutta caduta dagli alberi, bacche, semi, ghiande.

A IT9210205

Da ottobre a dicembre

Lepus europaeus

Lepre

comune S/M

Le sue abitudini sono crepuscolari e notturne, può essere osservata anche di giorno, sia pure piuttosto raramente e comunque nei luoghi poco disturbati dall’azione antropica. Le popolazioni frequentano aree prative circondate da zone cespugliose dove nascondersi. Si alimentano di piante erbacee, frutti e funghi.

A

IT9210205 Da ottobre a dicembre

(19)

Specie Nome scientifico

Specie Nome comune

Periodo

Permanenza Aspetti biologici

Grado di interferenza

Fase di esecuzione

lavori

Periodi riproduttivi

Martes

foina Faina S/M

La faina è un animale dalle abitudini notturne; utilizza come rifugi diurni cavità o anfratti riparati in antichi ruderi, nei fienili, nelle stalle, nelle pietraie, tra le cataste di legna o nelle cavità naturali delle rocce dalle quali esce al tramonto o a notte fatta. Specie onnivora, si alimenta di miele, bacche, uova e piccoli animali. La carne è la componente essenziale della sua dieta.

A

IT9210205 Tra Aprile e Maggio

Meles

meles Tasso S

Mammifero carnivoro, ha abitudini notturne. Vive in tane poste nei boschi, ma anche nelle rocce, lungo argini naturali ed artificiali o alla base di un albero. Si alimenta di piante ed animali reperiti nel suolo e sottosuolo. Mangia soprattutto lombrichi, insetti, ghiande, cereali, frutta, tuberi, e carne proveniente soprattutto da carogne.

A

IT9210205 Tra Ottobre a Gennaio

Mustela

nivalis Donnola S/M

Mammifero della famiglia dei mustelidi che vive nelle cavità del terreno o dei tronchi degli alberi. Frequenta campi e boschi frequentati dall’uomo. E un animale carnivoro che ama cacciare di notte e si nutre anche di insetti vari.

A

IT9210205 Da Marzo ad Aprile

Sus scrofa Cinghiale S/M

Mammifero artiodattilo che frequenta dal bosco alle periferie delle città, più specificatamente boschi cedui, macchia mediterranea, laddove non vi siano climi troppo siccitosi o con neve al suolo persistente. Detta specie può compiere spostamenti stagionali anche di alcuni chilometri, per sfruttare ambienti idonei come aree agricole con coltivazioni di cereali o vigneti, ma anche aree urbane essendo attratto da rifiuti. La sua alimentazione è di tipo onnivoro con tendenza frugivora, ovvero la sua dieta pur essendo basata sul consumo dei frutti del bosco non disprezza piccoli mammiferi, uova, anfibi, ecc..

A

IT9210205 Tutto l’anno

Talpa europaea

Talpa

europea S

È un animale solitario che trascorre la maggior parte del suo tempo in un sistema complesso di gallerie sotterranee. Si nutre di invertebrati che popolano il sottosuolo come lombrichi, larve, insetti, lumache. Frequenta ambienti diversi: parti, pascoli, coltivi, orti, giardini, aree boscate.

A

IT9210205 Da Marzo ad Aprile

Vulpes vulpes

Volpe

rossa S/M

Mammifero onnivoro, carnivoro e grande opportunista che vive in coppia o in piccoli gruppi. La sua dieta è basata su una grande varietà di specie: invertebrati, piccoli mammiferi, uccelli, uova e piccoli anfibi e rettili. Frequenta boschi e zone ricche di nascondigli.

A

IT9210205 Da Marzo ad Aprile Tabella 3 – Grado di interferenza - A: assente; M:modesta; E: elevata

(20)

ANFIBI E RETTILI

Specie Nome scientifico

Specie Nome comune

Periodo

Permanenza Aspetti biologici

Grado di interferenza

Fase di esecuzione

lavori

Periodi

Triturus carnifex

Tritone crestato italiano

S

Specie presente generalmente non oltre i 400-600 m, in laghi di piccola estensione, stagni, pozze, canali e risorgive, preferibilmente con ricca vegetazione acquatica.

A terra vive in campi, prati e boschi, mai troppo lontani dal sito di riproduzione.

A IT9210270

Da marzo a settembre (fenologia unica)

Salamandrina Terdigitata

Salamandrina

dagli occhiali S

La salamandrina dagli occhiali vive solo in Italia e in particolare sul versante appenninico rivolto verso il Tirreno, dalla Liguria alla Calabria. La distruzione degli habitat e la raccolta indiscriminata degli esemplari sono le più gravi minacce per la specie. Vive in valli boscose fresche e ombrose e in particolare i loro recessi più umidi. Il range ottimale di quota è compreso tra 200 e 600 m s.l.m.

A IT9210270

Da ottobre a

giugno (fenologia

unica)

Bombina pachypus

Ululone

appenninico S

Anfibio anuro endemico dell’Italia. Areale di sviluppo al di sotto della Pianura Padana, tuttavia areale frammentato e le popolazioni sono in declino (IUCN).

Frequenta specchi d’acqua piccoli e temporanei, talvolta minuscoli; molto raro in pianura e le popolazioni più abbondanti si ritrovano in collina e montagna. Perdita di habitat delle zone umide dovuta alla captazione dell’acqua per scopi agricoli oppure a causa di popolazioni molto piccole a predominanza maschile o ancora alla predazione delle uova e alle larve. Si alimenta di insetti ma anche di anellidi e molluschi.

A IT9210270

Da Aprile ad Ottobre (fenologia

unica)

Zamenis lineatus

Saettone

occhirossi S

È un serpente endemico dell’Italia Meridionale. Vive boschi misti, macchia, zone semi-coltivate, incolti, zone marginali caratterizzate da siepi, nonché aree aperte.

Si nutre di uova di nidiacei, piccoli sauri e piccoli mammiferi. È un serpente privo di veleno, assolutamente innocuo per l’uomo ma assai mordace; semi-arboricolo è capace di arrampicarsi facilmente anche sui tronchi verticali. Entra in attività con l’approssimarsi della primavera ed è attivo tutta l’estate.

A IT9210205

Da Maggio a

Giugno (fenologia

unica)

(21)

Specie Nome scientifico

Specie Nome comune

Periodo

Permanenza Aspetti biologici

Grado di interferenza

Fase di esecuzione

lavori

Periodi

Lacerta bilineata

Ramarro

occidentale S

Può essere localmente comune ma la scomparsa degli habitat naturali in pianura e la riforestazione in montagna fanno supporre la possibilità di un declino. Presente in fasce ecotonali tra prato e bosco e tra prato e macchia, versanti aperti e soleggiati con rocce e cespugli, aree coltivate e incolti marginali, filari lungo i corsi d'acqua, sponde di raccolte d'acqua con una buona copertura di vegetazione erbacea e arbustiva. È possibile osservare questa specie in boscaglie o all'interno di boschi luminosi e ai margini delle strade, su rami bassi di arbusti e presso muretti o ruderi. Può trovarsi anche in ambienti antropizzati (parchi urbani e suburbani, giardini privati)

A IT9210205

Da fine Aprile a settembre (fenologia

unica)

Podarcis sicula

Lucertola

campestre S

È un sauro spiccatamente diurno e si può osservare, nel suo habitat, quasi sempre in presenza del sole. Nella parte meridionale dell’areale, si può vedere anche in pieno inverno, durante le giornate tiepide e soleggiate.

Alla vista di un pericolo, scappano velocemente tra la vegetazione fitta o nelle crepe dei muri. Nelle zone frequentate dagli uomini, diventano fiduciose e si lasciano avvicinare anche a pochi metri. Se catturate possono ricorrere all’autotomia, liberandosi della coda (la quale ricrescerà comunque in seguito). Si nutrono principalmente di artropodi e occasionalmente anche di frutta matura ed esemplari piccoli della stessa specie. I maschi adulti sono territoriali e si scontrano tra di loro. Sono anche capaci di nuotare, sebbene evitino di entrare in acqua.

La vita media è di circa 10 anni e vengono predate da serpenti, uccelli, piccoli mammiferi e gli esemplari giovani anche da grandi insetti come le mantidi religiose

A IT9210205

Da Maggio a settembre (fenologia unica)

Padarcis muralis

Lucertola

muraiola S

Si tratta di un rettile che vive anche in zone antropizzate. Vive nei buchi dei muri, si riposa al sole per scaldarsi e non esce spesso nelle ore più calde. La specie è attiva da aprile a settembre ma in giornate particolarmente calde si muove anche in inverno. Specie ovipara. Si nutre di insetti e aracnidi o altri piccoli invertebrati, occasionalmente anche di bacche e piccoli frutti.

A IT9210205

Da Luglio a Settembre

(22)

Specie Nome scientifico

Specie Nome comune

Periodo

Permanenza Aspetti biologici

Grado di interferenza

Fase di esecuzione

lavori

Periodi

Vipera aspis Vipera S

La Vipera aspis vive in luoghi freschi ed assolati, prediligendo ambienti poveri di vegetazione, prati, pascoli e soprattutto pietraie. Si ciba di topi, lucertole e piccoli uccelli. Si tratta di un animale territoriale. È goffa, lenta nei movimenti ma in grado di reagire fulmineamente se calpestata o molestata. Il suo veleno è molto attivo nei confronti dei piccoli animali, dal momento che contiene sia neurotossine che emotossine, tuttavia raramente si configura mortale per l'uomo, pur richiedendo soccorso immediato e provocando effetti anche seri. è una specie vivipara. Si sviluppa, ovvero, una placenta primitiva che permette lo scambio di nutrienti tra il flusso sanguigno materno e l'embrione (fonte "Diversità animale" di Cleveland P. Hickman, Mc Graw Hill edizioni).

A IT9210205

Da Aprile a Settembre

Lissotriton italicus

Tritone

italiano S

Anfibio caudato endemico dell’Italia centrale e meridionale prevalentemente notturno soggetto ad ibernazione nel periodo invernale. Si nutre di piccole prede planctoniche ed altri invertebrati. L’accoppiamento avviene in acqua. Classificata dalla IUCN Red List come specie a basso rischio. Vive anche per l’intero anno in acqua, spesso in fontanili, cisterne o altre vasche artificiali.

A IT9210205

Da metà Febbraio a Maggio

Salamandra salamandra

Salamandra

pezzata S

Anfibio urodelo attivo solo durante le ore notturne, oppure quando il tempo è piovoso e/o umido. Abita le foreste, soprattutto boschi decidui misti, faggeti e castagneti, soprattutto in prossimità di corsi d’acqua, molto spesso sotto le foglie marcescenti della lettiera, nei pertugi tra le radici degli alberi e dei ceppi in decomposizione, sotto le pietre, nei cunicoli sotterranei scavati dai piccoli mammiferi. Si nutre di invertebrati, particolare di lombrichi, molluschi, insetti e miriapodi.

A IT9210205

Da Luglio a Settembre

Tabella 4 - Grado di interferenza - A: assente; M:modesta; E: elevata

(23)

UCCELLI MIGRATORI ABITUALI NON ELENCATI NELL’ALLEGATO I DELLA DIRETTIVA 79/409/CEE

Specie Nome scientifico

Specie Nome comune

Periodo

Permanenza Aspetti biologici

Grado di interferenza

Fase di Esecuzione

lavori

Periodi

Milvus migrans

Nibbio

bruno S/M

L’areale di nidificazione di questo accipitride è discontinuo; si possono individuare tre aree principali: l’Italia meridionale (Molise, Basilicata, Puglia e Calabria). Gli ambienti che questa specie sceglie per riprodursi, abbracciano un’ampia varietà di categorie, dai boschi, alle aree con vegetazione erbacea naturale e non, alle rive boscate delle superfici d’acqua. Anche il range altitudinale è piuttosto ampio, può nidificare infatti da 0 a 1200 m, anche se quello ottimale è molto più ristretto 150- 600 m. Il nibbio bruno nidifica di solito presso i laghi o i fiumi in zone con boschi o alberi sparsi.

A IT9210270 IT9210205

da apr. a lug (fenologia nidificante) da mar/apr a

set/ott.

(fenologia migratrice)

Milvus milvus

Nibbio

reale S/M

La specie nidifica nella parte centro meridionale della penisola, in Sicilia e nel nord- ovest della Sardegna. La popolazione nidificante è stimata in 130-150 coppie. Il nucleo più settentrionale ed isolato rispetto al resto dell’areale peninsulare è quello dei Monti della Tolfa nell'alto Lazio. Questa specie frequenta le zone pianeggianti e collinari dove si alternano zone prative e zone alberate, e può nidificare sia sugli alti alberi che sulle pareti rocciose, specialmente in Sicilia.

A IT9210270 IT9210205

da mar a lug.

(fenologia nidificante) da ago a feb (fenologia

stanziale) da feb/mag ad

ago/ott (fenologia migratrice)

Aquila chrysaetos

Aquila

reale S

L'Aquila reale è un uccello rapace di grandi dimensioni. Il suo habitat è rappresentato da zone di montagna, con presenza di pareti adatte alla nidificazione ricche di nicchie ed anfratti al di sotto di ampie praterie, dove si svolge l'attività di caccia. La maggiore idoneità alla fenologia nidificante si individua nella classe d’uso del suolo “Rocce nude” della Corine Land Cover. Per la fenologia sedentaria oltre alle rocce nude, l’aquila reale preferisce le “aree a vegetazione sparsa”.

A IT9210205

da fine feb a ago (fenologia nidificante) da set a gen

(fenologia

(24)

Specie Nome scientifico

Specie Nome comune

Periodo

Permanenza Aspetti biologici

Grado di interferenza

Fase di Esecuzione

lavori

Periodi

Falco

biarmicus Lanario S

Per questa specie l’Italia rappresenta il margine nord dell’areale di riproduzione. La popolazione nidificante è, infatti, distribuita nelle regioni centro-meridionali e in Sicilia, dove è presente il nucleo riproduttivo di maggiori dimensioni. L’habitat preferenziale è costituito da aree con caratteristiche spiccatamente mediterranee, in collina o nella fascia pedemontana, dove siano presenti vaste zone aperte, adibite a pascolo, coltura di cerali o incolte. La presenza di pareti rocciose di diverso tipo (calcaree, tufacee o di arenaria), dove costruire il nido, è di fondamentale importanza.

L’altitudine ottimale per la fenologia nidificante varia tra i 50 e i 700 m. s.l.m.

A IT9210270

da fine feb a ago (fenologia nidificante) da set a gen (fenologia migratrice)

Falco peregrinus

Falco

pellegrino S/M

Nidifica in modo piuttosto continuo in tutta Italia, dalle Alpi alle isole minori.

Frequenta ambienti generalmente poco disturbati, è inoltre legato alla presenza di pareti rocciose, che devono dominare il paesaggio circostante. Per questo motivo si trova tanto negli ambienti rocciosi costieri che in quelli montuosi dell’interno, come i canyon dei corsi d’acqua. Sia per la fenologia nidificante che per quella sedentaria l’ambiente ideale è quello delle rocce nude.

A IT9210270 IT9210205

da mar a giu (fenologia nidificante) da ago a feb (fenologia

stanziale) da gen/ mar e

da set/ nov (fenologia migratrice)

Circus aeruginosus

Falco di

palude S

Il falco di palude è presente in Europa e nell'Asia settentrionale. Si trova nelle paludi e nei canneti, dove trascorre la maggior parte del tempo volando. Le popolazioni settentrionali e la maggior parte di quelle meridionali sono migratrici.

In Italia è migratore regolare e svernante, localmente sedentario.

A IT9210270

da giu a ago (fenologia nidificante) da apr a giu e da ago ad ott (fenologia migratrice)

(25)

Specie Nome scientifico

Specie Nome comune

Periodo

Permanenza Aspetti biologici

Grado di interferenza

Fase di Esecuzione

lavori

Periodi

Dendrocops medius

Picchio rosso mezzano

S

Nidifica in Italia con una popolazione stimata in 400-600 coppie, distribuite in limitate aree di Abruzzo, Campania, Calabria e soprattutto Basilicata e Puglia garganica. in generale le cerrete della Basilicata, si pongono come area strategica per la conservazione di questa specie in Italia.

M IT9210270 IT9210205

da apr a lug (fenologia nidificante) da feb/mar e

ago/set (fenologia migratrice)

Bubo bubo Gufo

reale S

Abitudini prevalentemente notturne e crepuscolari, in genere solitarie. Vive in aree boscose, rocciose e accidentate. Il Gufo reale è indagato quale bioindicatore degli ambienti antropizzati, La preda principale è il Ratto delle chiaviche (Rattus norvegicus). sedentario, nidificante, migratore irregolare.

A IT9210271 IT9210205

da fine febbraio a

maggio (fenologia nidificante) Tabella 5 - Grado di interferenza - A: assente; M:modesta; E: elevata

Riferimenti

Documenti correlati

Lavori di manutenzione straordinaria per la riattazione degli alloggi sfitti siti nei Comuni di: Brindisi Di Montagna, Calvello e Laurenzana.. Importo

di aver visitato l’immobile prima della formulazione dell’offerta e di avere conoscenza della sua ubicazione e composizione nonché del suo stato di manutenzione e di giudicare quindi

Se per errore il documento viene ricevuto da soggetti non interessati, gli stessi sono pregati di spedirlo al mittente, divenendo essi stessi soggetti al riserbo imposto

Relativamente al bando di cui all’oggetto si specifica quanto segue: relativamente al punto 2 del bando “Oggetto” si sostituisce la frase: “La ditta che si aggiudica

Il Comune di Urbino, da parte sua, metterà a disposizione i terreni e le superfici sulle quali verranno realizzati i generatori fotovoltaici proposti, individuati attraverso

86, qualità colturale pascolo arborato, della superficie catastale totale di ha 1.11.00, di cui soggetta all‟ intervento per la quale si chiede l‟ autorizzazione ha

21/A afferente il Piano di Assestamento Forestale di proprietà del Comune di Viggianello (Pz). Elenco

[r]