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Arch. Michele De Lucchi, 2005

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in pietra e la perfezione delle cadenze, sono mirabili intuizioni di sapienza architetton- ica».

L’intento progettuale di De Lucchi, è quello di non modificare i caratteri che definiscono l’invaso architettonico. In ques- to senso la biblioteca «[...] è la funzione più adatta per spazi di questa conformazione», osserva ancora De Lucchi, «dove è neces- sario ottenere un orientamento visivo di- retto sia a beneficio degli studiosi per una immediata lettura delle aree tematiche, sia dei bibliotecari per una più facile gestione e più efficiente controllo. Le celle sono poi ideali per i Fondi, essendo per natura tutte uguali quindi modulari e variamente aggre- gabili».2

Il secondo livello è servito da una lunga balconata a cui si accede tramite scalette a rampa poste ai suoi estremi ed all’altezza del transetto centrale. Le due balconate che si fronteggiano, con il loro contenuto aggetto sono come due linee sospese e continue la cui presenza rimarca l’effetto prospettico della lunga sala.

L’opera è il risultato di un equilibrato con- fronto tra antico e nuovo; e questo, con- sente l’emergere, dal contenitore storico, delle sue suggestive valenze architettoni- co-spaziali e, dall’intervento progettuale, la manifestazione di una sensibilità tesa alla definizione della unicità del nuovo ambi- ente di studio, attraverso la cura ideativa/ realizzativa di spazi ed attrezzature fino agli aspetti minimali, al più trascurabile dettag- lio, per far emergere i contenuti simbolici, rappresentativi, funzionali, comunicativi da cui l’architettura trae il proprio senso.

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La Mediateca Santa Teresa nasce da un ac- cordo di programma tra quattro enti pro- motori: Ministero per i Beni e le Attività Culturali, Regione Lombardia, Provincia e Comune di Milano, che hanno contribuito alla realizzazione del progetto.

Il progetto risale ai primi anni ‘90 e la struttura ha aperto al pubblico il 13 giugno 2003. La chiesa barocca di Santa Teresa in via della Moscova a Milano, da tempo in disuso, è oggi trasformata in luogo di in- formazione e formazione.

La Mediateca riconosce l’utilità dell’informazione elettronica per esigenze informative ed educative ed offre ai pro- pri utenti l’accesso a Internet ed alle fonti documentarie elettroniche, digitali e au- diovisive come ulteriore strumento di in- formazione rispetto alle fonti tradizionali. L’utilizzo di queste fonti deve essere co- erente con le funzioni e gli obiettivi fon- damentali della Biblioteca Nazionale Braidense di cui è sezione: dunque, princi- palmente come fonte di informazione per finalità di ricerca, studio e documentazione. È centro di alfabetizzazione continua, con tutor e corsi che affiancano e integrano l’utilizzo di strumenti multimediali.

La RAI ha aderito all’iniziativa mettendo a disposizione “RAITECHE”, il Piccolo Teatro di Milano ha concesso un accesso privilegiato ai propri archivi: recensioni, rassegne stampa, musiche, video, bozzetti, manifesti.

Mediateca di Santa Teresa Milano, 2003

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Situato sulla collina dominante la città, il forte costruito da Vauban (1687) ebbe di- verse funzioni nel corso degli anni, venne trasformato in “maison de Correction” du- rante la rivoluzione francese e sotto Napo- leone divenne prima ospizio e poi prigione, fino a diventare centro universitario nel corso degli anni novanta del 900.

Il progetto risultato vincitore del concorso indetto nel 1992 prevede la trasformazione del forte in un centro universitario per 2000 studenti, grazie il restauro dell’esistinte e all’integrazione di nuovi corpi di fabbrica. «Il progetto si sviluppa intorno a un’idea forte che risulterà essere l’idea convincente: ovvero quella di prolungare una presenza sul luogo che caratterizza una contempo- raneità del passato e del presente e che of- fre la possibilità di una mutazione futura». «Nell’intervento è infatti ben visibile la forma volumetrica originaria, valorizzata dalla soppressione delle aggiunte degra- danti. Si ha la sensazione di entrare in un organismo finito al cui interno si ritrova la memoria visibile di un passato rispettato e di un presente che risponde alle esigenze di un nuovo utilizzo, totalmente diverso da quello di origine».

Universitè Bipolaire a Nimes, Francia Andrea Bruno, 1996

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1 Cfr. M. Mastropietro (a cura di), Oltre il restauro. Ar- chitettura tra conservazione e riuso. Progetti e realizzazioni di Andrea Bruno (1960-1995), Milano 1996.

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Viste esterne, Castello di Furstenburg, Scuola di Agraria di Bolzano Viste interne, Castello di Furstenburg, Scuola di Agraria di Bolzano

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Il castello è ubicato nella parte alta della val venosta, a pochi chilometri dal confine con la svizzera, il fürstenburg vanta una storia plurisecolare le cui origini, come residenza dei vescovi di coira, risalgono al 1278. tras- formato e ampliato in maniera sostanziale nella seconda metà del 400 e, successiva- mente, nella seconda meta del 500, il castello ha visto avvicendarsi, tra le sue mura, prelati e principi e poi, dalla fine dell’ottocento, frati e borghesi; nel 1952, infine, é stato in- sediato una scuola di agraria. in seguito al crollo della torre, nel 1996, è stato deciso di procedere alla sua immediata ricostruzione, nonché alla predisposizione di un progetto di ristrutturazione complessiva sul castello. Tale intervento si è svolto secondo una du- plice strategia: da un lato rimuovendo le superfetazioni e gli interventi casuali degli ultimi decenni al fine di recuperare e con- servare i nuclei storici del castello; dall’altro rispondendo alle nuove necessità funzionali tramite volumi inseriti o affiancati alle mu- rature preesistenti, con soluzioni concepite come reversibili, e impiegando materiali palesemente attuali,quali acciaio zincato, cemento grezzo, vetro, legno non trattato per gli esterni e legno di castagno per gli interni.

Castello di Furstenburg, Scuola di Agraria Werner Tscholl, 1992-96, Bolzano

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Il vecchio magazzino portuale , costruito nel 1882, originariamente era un edificio a due piane con tetto in ardesia. Per molti anni l’edificio rimase inutilizzato, fino a quando nel 1984 fu iniziato un progetto complessivo di rinnovamento, che preve- deva un centro per l’architettura danese e un laboratorio per artisti.

Nella riconversione, la struttura originaria dell’edificio è stata mantenuta, sono stati apportati solo dei cambiamenti di natura strutturale, come l’inserimnto di una scala in acciaio che collega i piani.

L’architetto ha integrato perfettamente le nuove funzioni con il vecchio carattere dell’edificio

Centro di architettura, Copenaghen Erik Moller, riqualificazione del Magazzi- no portuale di Gammel Dok Pakhus, 1984

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Maastricht trasforma un ex luogo di culto in un bookstore. Si tratta del Selexyz Do- minicanen Bookstore, la nuova libreria che lo studio Merkx+Girod ha progettato per il colosso olandese Boekhandels Groep Ned- erland (BGN) che ha scelto come location una ex chiesa domenicana. Ultimato nel 2007, il progetto si è aggiudicato il “Lens- velt de Architect 2007”- importante ricon- oscimento olandese per il design di interni. Luogo di culto domenicano dal 1360, la chiesa fu nel 1794 confiscata dai francesi, che occuparono la regione sino al 1814: i domenicani lasciarono il paese, mentre la chiesa fu utilizzata per scopi militari. Finito il periodo di dominazione francese, la chie- sa non tornò mai luogo per celebrazioni religiose, e fu utilizzata per scopi sempre di- versi: come archivio comunale, come luogo espositivo ecc. Nel 2005, infine, in una li- breria.

“Il progetto - si legge nella relazione che illustra le motivazioni della giuria – è stato premiato per il dialogo che ha saputo cos- truire tra gli arredi della libreria - linee ge- ometriche ed essenziali - e la maestosità della chiesa: tra colonne imponenti e sullo sfondo delle bifore, le scaffalature high-tech creano una dimensione straniante e piena di fascino. La giuria è stata inoltre positi- vamente colpita dalla scelta del sistema di illuminazione”

Selexyz bookstore, Maastricht Studio Merkx+Girod, 2007

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Centro universitario Santa Elisabetta, Parma Viste interne, Centro universitario Santa Elisabetta, Parma

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La necessità di creare spazio per un centro scientifico-tecnologico, una facoltà di in- giegneria e un centro di ricerca e sviluppo portarono l’università di Parma a costruire un nuovo centro universitario. Fu scelto un sito a sud della città, a pochi chilometri dal centro storico, un vecchio complesso ab- bandonato di fabbricati rurali. L’università desiderava mantenere questa vecchia cas- cina e convertirla in edifici per seminari e congressi, che avrebbero formato il centro del nuovo complesso.

Da un punto di vista architettonico, i cam- biamenti e le aggiunte necessarie furono progettati e realizzati con pragmatismo, conciliando i bisogni pratici con i vincoli posti dalla struttura del vecchio fabbricato. Il fienile, che era crollato, fu ricostruito e ora ospita, al primo piano, l’aula delle lezi- oni con 100 posti a sedere. nel sottotetto della vecchia fattoria vi sono due stanze per seminari. Le stalle per il bestiame sono state convertite in sala da pranzo. La vecchia aia è usata in occasione di feste e ricevimenti, essa permette la vista sul paesaggio circos- tante.

Centro universitario S. Elisabetta, Parma

AGROPOLIS

Centro di alta formazione paesaggistica

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