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La presente raccolta di saggi in memoria del compianto padre Eugenio Casa- lini offre l’opportunità di rendere nota una scoperta a carattere documentario che completa e arricchisce con ulteriori informazioni uno dei tanti contributi riguardanti il patrimonio artistico della Santissima Annunziata pubblicato oltre trent’anni fa dal religioso servita.

I documenti presentati in questa sede – dei quali si riporta in calce la trascrizio- ne – sono tratti dai registri contabili della Guardaroba medicea e si riferiscono ai cinque pannelli rettangolari a commesso di pietre tenere – analoghi per dimen- sioni (ciascuno 152x110 cm), incorniciature e ornati floreali – raffiguranti nel medaglione centrale (tre ottagonali e due in ovale) altrettante imprese simboli- che allusive ai principali attributi della Madonna (Figg. 1-5). Questi scomparti costituiscono parte integrante del sontuoso rivestimento lapideo, poggiante su una base in portoro e marmo bianco, che rigira a un’altezza di 214 centime- tri. dal pavimento sui tre lati dell’oratorio a pianta quadrata attiguo al quattro- centesco tempietto della Santissima Annunziata. Sia Casalini 1 che Annapaula

Pampaloni Martelli 2 – finora gli unici ad aver intrapreso indagini specifiche in

materia – hanno da tempo ricostruito le vicende legate alla commissione e alla messa in opera del ricco ornamento a commesso, ricordato non senza parole di

1 e. M. CAsAlini, Note d’arte e d’archivio, in La SS. Annunziata di Firenze. Studi e

documenti sulla chiesa e il convento. II, a cura di e. M. CAsAlini, Firenze, 1978, pp.

286-292.

2 A. Pampaloni Martelli, in La Cappella dei Principi e le pietre dure a Firenze, a cura

di u. BAlDini, A. giusti, A. PAMPAloni MArtelli, Milano, 1979, n. 130.4, tavv. 307-

elogio da Giovanni Cinelli 3, Giuseppe Richa 4 e Pellegrino Tonini 5. Promesso

in dono ai Servi di Maria da Ferdinando II de’ Medici in luogo dei preesistenti stalli in noce intarsiato, risalenti alla metà del Quattrocento e rimossi fin dal 1613 per scarsità di spazio 6, tale rivestimento venne di fatto realizzato, sotto la

3 G. Cinelli, in F. BoCChi, g. Cinelli, Le bellezze della città di Firenze dove a pieno

di pittura e di scultura di sacri templi, di palazzi i più notabili artifizi e più preziosi si contengono, Sala Bolognese, 1974 (rist. anast. di Firenze, 1678), pp. 436-437.

4 g. riChA, Notizie istoriche delle chiese fiorentine divise ne’ suoi Quartieri, Firenze,

1754-1762, tomo VIII, Del quartiere di S. Giovanni. Parte quarta, 1759, p. 5

5 P. tonini, Il Santuario della Santissima Annunziata di Firenze, Firenze, 1876, pp.

89-90.

6 ASFi, Corporazioni religiose soppresse dal Governo Francese, 119, n. 54, Libro di

Ricordanze segnato D (1603-1640), p. 147. 1. Agnolo Tortoli, Pulchra ut luna, pannello a commesso, 1671, Cappella della Santissima Annunziata

3. Agnolo Tortoli, Lilium inter spinas, pannello a commesso, 1671, Cappella della Santissima Annunziata

direzione dell’ingegnere Giovan Battista Balatri, all’indomani della morte del Granduca e per volontà del suo successore Cosimo III fra il febbraio e il maggio del 1671, nell’ambito del generale rinnovamento in stile barocco della basilica della Santissima Annunziata in vista della tanto auspicata canonizzazione di san Filippo Benizi. In data 7 febbraio 1671 (stile comune) le Ricordanze con- ventuali riportano infatti che

Havendo la gloriosa memoria del Ser[enissi]mo Ferdinando Secondo nostro Gran Duca ordinato che si facesse un’incrostatura di marmi duri ma preziosi e fini entro la Cappella della SS.ma Annunziata; ma sono passati più di 40 anni che non si effettuò questo suo divoto pensiero; onde morto che egli fu ed entrato al governo il Ser[enissi]mo Cosimo Terzo oggi felicemente regnante, il padre nostro Evange- lista Tedaldi Provinciale umilmente lo supplicò a voler compiacersi di mandare ad essecuzione così nobil pensiero, come veramente seguì, e si vede oggi con meravi- glia di tutti, sì per la ricchezza e vaghezza dell’opera, come per divota invenzione nello spiegare con graziosi geroglifici le grandezze della Madre di Dio 7.

Il 24 maggio seguente le stesse Ricordanze annunciano l’avvenuta presentazio- ne al pubblico dell’opera in un clima di generale consenso:

Si aperse l’assito che tramezzava la Cappella della Nunziata, statovi mesi 6 per potervi accomodare i marmi preziosi, che adesso con grandissima ammiratione non solo della Città ma da tutti i forestieri si rimirono, riconoscendo in tanta opera, stimata da’ Periti Scudi Ottomila, la generosità, religione e divozione del nostro Ser[enissi]mo Gran Duca 8.

7 Ivi, 119, n. 55, Libro di Ricordanze segnato e ( 1640-1693), c. 117v. 8 Ivi, c. 119v.

La prima entusiasta e dettagliatissima descrizione dei cinque pannelli a com- messo dell’oratorio della Santissima Annunziata è contenuta nel volume Ap- plausi di Firenze per la canonizzazione di S. Filippo Benizi, a firma del padre maestro Prospero Bernardi ed edito a Firenze nel 1672 con dedica al cardinal Leopoldo de’ Medici. In questo importante testo, che fornisce un’istantanea fo- tografica della Basilica servita al tempo dei solenni festeggiamenti in onore del santo celebrati il 28 agosto 1671, Bernardi concede ampio spazio al rinnovato oratorio della Madonna e ai suoi «diversi Marmi intarsiati con pietre commes- se, dove compariscono giustamente scompartite cinque Imprese di Bassorilievo con i suoi motti cavati da’ sacri Cantici» 9, ovvero desunti dall’invocazione Ave

Maris Stella e dalle Litanie lauretane in lode alla Vergine.

Al centro della parete di fondo, affiancato dalle suggestive rappresentazioni in notturno della Luna e della Stella accompagnate dai rispettivi motti «PULChRA UT LUNA» e «STELLA MARIS» inscritti nella cornice sovrastante, risalta ed emerge per straordinaria luminosità e impeccabile perizia tecnica l’immagine del Sole intagliata a bassorilievo su un’unica lastra di alabastro orientale disegnato in trasparenza, «adorno di splendori, attorniato da nubi, che se bene è un pezzo solo di pietra, tuttavia dove è il Globo del Sole apparisce d’oro; e bianco, e oscuro tra la varietà delle nuvole, in somma così naturale, che si può dire un Miracolo dell’Arte» 10. Fulcro dell’intera decorazione lapidea e al tempo stesso punto di ar-

rivo del crescendo simbolico inneggiante alla Madre di Dio senz’altro concepito da personalità interne all’Ordine, l’astro solare vuole alludere alla luce divina che la Vergine, «ELECTA UT SOL», accoglie in sé e riverbera sui fedeli in virtù del ruolo, riconosciutole dalla Chiesa, di diretta intermediaria fra Dio e l’Umanità. In corrispondenza delle pareti laterali, riecheggianti lo schema tripartito del prospetto principale, si collocano gli ultimi due pannelli della serie, delimitati ciascuno da semplici specchiature marmoree e posizionati esattamente l’uno di fronte all’altro. Essi hanno il compito di visualizzare i due più noti e diffusi emblemi associati alla Madonna: la rosa (ROSA MISTICA) e il giglio (LI- LIUM INTER SPINAS), realizzati entrambi con pietre tenere finemente in- tagliate a bassorilievo (verde di Genova, rosso antico, marmo giallo di Siena,

9 P. BernArDi, Applausi di Firenze per la canonizzazione di S. Filippo Benizi, propa-

gatore dell’ordine de’ Servi di Maria Vergine, Firenze, 1672, p. 21.

portasanta, diaspri d’Arno etc.) e quindi commesse su un fondo variegato in alabastro orientale, atto a far risaltare il colore naturale dei materiali lapidei che riproducono, con sorprendente efficacia e aderenza al vero, le varietà botaniche selezionate e i vivaci inserti con animali (farfalla, uccellino).

Benché i citati scomparti evidenzino sulle prime una sostanziale omogeneità di sti- le e una studiata armonia dei valori cromatici, è stato tuttavia dimostrato che buona parte dei componenti a commesso su fondo nero di paragone in essi presenti – quali le lesene con ciocche di gelsomino e le quattro formelle mistilinee con gigli bianchi e gialli congiunte a ciascun medaglione – era già stata ultimata intorno al 1653, vivente Ferdinando II de’ Medici. Lo attestano i documenti resi noti nel 1979 dalla Pampaloni Martelli, la quale, rilevando il divario stilistico, giustamente ricondusse l’esecuzione dei cinque bassorilievi centrali, differenti per gusto e tecnicamente più avanzati, al periodo di Cosimo III 11. Aggiungo altresì che l’ornamento lapideo

servita doveva risultare ancora in lavorazione nel corso del 1667 come suggerisce, in data 2 settembre dello stesso anno, il conto presentato alla Galleria dallo scalpel- lino Bartolomeo Torricelli per il «lavoro della Santissima Nonziata» 12.

Gli inediti documenti trascritti in appendice 13, oltre a confermare i ruoli di su-

pervisore e di probabile ideatore dei disegni già riferiti all’ingegnere granducale Giovanni Battista Balatri – all’epoca responsabile dei lavori nell’edificanda Cap- pella dei Principi in San Lorenzo – svelano i nomi dei cinque commettitori di pietre impiegati in Galleria nella messa in opera del rivestimento lapideo destinato all’oratorio della Santissima Annunziata. Stando alla sequenza dei pagamenti ri- portati nei libri contabili della Guardaroba medicea a decorrere dal 7 marzo del 1671, presero parte alla commissione gli scalpellini Domenico di Lorenzo Bottini – autore del basamento marmoreo, dei capitelli in diaspro d’Arno e delle ghirlande floreali policrome commesse su sfondo bianco attorno ai medaglioni –, Pietro di Stefano Granati, Giuliano di Matteo Corsini e il citato Bartolomeo Torricelli, pro- prio allora sotto le direttive di Balatri nella realizzazione del sepolcro in porfido di Cosimo II de’ Medici nel mausoleo di San Lorenzo 14 nonché padre del più noto

11 PAMPAloni MArtelli 1979, p. 314.

12 ASFi, Guardaroba Medicea, vol. 817, Conti della Galleria, ins. n. 5, 417. 13 Cfr. Appendice documentaria, docc. nn. 1 e 2

14 Mi riservo di rendere note tali informazioni in un più ampio contributo di prossima

scultore in pietre dure Giuseppe Antonio Torricelli 15. Ma la scoperta più rilevante

scaturita dai nuovi documenti consiste nella rivelata identità dell’artefice che tra- dusse a commesso i motti in capitali umanistiche riportati sulla cornice superiore dei pannelli e intagliò di suo pugno i cinque emblemi mariani a bassorilievo 16. Si

tratta di Agnolo di Benedetto Tortoli da Fiesole, documentato nell’entourage di Balatri a partire dal 1658 17 e divenuto in seguito uno fra i più stretti collaboratori

dell’architetto e scultore Giovan Battista Foggini in molte fabbriche da questi di- rette nell’arco degli ultimi due decenni del Seicento 18.

15 Cfr. Appendice documentaria, doc. n. 1 16 Cfr. Appendice documentaria, doc. n. 2

17 C. Cresti, La Cappella dei Principi: un Pantheon foderato di pietre dure, in Splen-

dori di pietre dure. L’Arte a Corte nella Firenze dei Granduchi, catalogo della mostra (Firenze, Centro Mostre di Firenze, Opificio delle Pietre Dure, 21 dicembre 1988-30 aprile 1989), a cura di A. giusti, Firenze 1988, p. 73, nota 42.

18 Cfr. r. sPinelli, Giovan Battista Foggini “Architetto Primario della Casa Serenis-

APPENDICE DOCUMENTARIA

Doc. n. 1. Pagamenti a vari manifattori per la realizzazione dei cinque pannelli a commesso nell’ora-

torio attiguo al tempietto della Santissima Annunziata

ASFi, Guardaroba medicea, vol. 789, Quaderno di Listre e Conti della Galleria di S.A.S. (1671-1672)

c. 2v. Adì 7 Marzo 1670 (= 1671)

A Domenico Bottini lire nove a conto dell’ornamento di pietre dure per la Nunziata Lire 9. c. 3

A Pietro Granati lire sette, s[oldi] 10 a conto de’ lavori che pulisce per la Cappella della Nunziata Lire 7.10. c. 3v.

A Giuliano di Matteo Corsini lire sette a conto de’ lavori che pulisce per la Nunziata Lire 7. A Bartolomeo Torricelli lire 12 a conto del Lavoro per la Cappella della Nunziata Lire 12.

c. 5v Adì 14 Marzo 1670 (= 1671)

A Dom[eni]co Bottini lire nove a conto dell’ornamento di pietre dure per la Nunziata Lire 9. c. 6

A Piero Granati lire sette, s[oldi] 10 a conto de’ Lavori che pulisce per la Nunziata Lire 7.10. c. 6v.

A Bart[olome]o Torricelli lire dodici a conto del Lav[o]ro per la Capp[ell]a della Nunziata Lire 12.

c. 34v. Adì 23 di Maggio 1671

A spese diverse lire sessanta tre per d[ett]o a m[aestr]o Fran[cesc]o Bellini scarp[elli]no tanti per hav[er]e fatto tre Porte di macigno sguanziate dietro alle porte de’ marmi nella Cappella della Nunzia-

ta. Conto in filza n.o 8 Lire 63.

c. 52 Adì 4 Luglio 1671

A Domenico Bottini lire nove a conto de’ Capitelli di Diaspro per l’ornam[en]to della Nunziata Lire 9.

c. 56 Adì 11 Luglio 1671

A Domenico Bottini lire nove a conto de’ Capitelli di Diaspro per l’orn[amen]to della Nunziata Lire 9.

c. 61v. Adì 24 Luglio 1671

A Domenico Bottini lire nove a conto de’ Capitelli di Diaspro per l’orn[amen]to della Nunziata Lire 9.

c. 61v. Adì 24 Luglio 1671

A Domenico Bottini lire nove a conto de’ Capitelli di Diaspro per l’orn[amen]to della Nunziata Lire 9.

c. 61v. Adì 24 Luglio 1671

A Dom[eni]co Bottini lire otto a conto de’ pilastri di Diaspro per l’ornam[en]to della Nunziata Lire 8.

c. 67v. Adì 18 Agosto 1671

A Domenico Bottini lire nove a conto delli capitelli di Diaspro per l’ornam[en]to della Nunziata Lire 9.

c. 81v. Adì 12 Sett[emb]re 1671

A Domenico Bottini lire otto a conto delli pilastri per l’ornam[en]to della Nunziata Lire 8. c. 96v. Adì 17 di Ott[ob]re 1671

A Domenico Bottini lire nove a conto delle basi per l’orn[amen]to della Nunziata Lire 9. c. 97v.

la Cappella della Nunziata Lire 28.

c. 99v. Adì 24 Ott[ob]re 1671

A Domenico Bottini lire nove a conto delle basi per l’ornam[en]to della Nunziata Lire 9.

c. 103 Adì 31 d’Ott[ob]re 1671

A Agnolo Tortoli scarpellino lire venti otto a conto de’ Lavori fatti alla Cappella della Nunziata Lire 28. c. 113v. Adì 28 Nov[emb]re 1671

A Maestro Agnolo Tortoli scarpellino lire venti otto a conto de’ Lavori fatti alla Capp[ell]a della Nunziata Lire 28. c. 124v. Adì 24 Dec[emb]re 1671

A Domenico Bottini lire cinque a conto dell’ornam[en]to di pietre dure per la Nunziata Lire 5. c. 130v. Adì 9 Genn[ai]o 1671 (= 1672)

A Dom[eni]co Bottini lire sette a conto dell’Ornam[en]to che fa per la Nunziata di pietre dure Lire 7. c. 143 Adì 13 febb[ra]io 1671 (= 1672)

A Domenico Bottini lire nove a conto dell’Ornam[en]to di pietre dure per la Nunziata Lire 9. c. 148v. Adì 27 febb[ra]io 1671 (=1672)

A Domenico Bottini lire otto a conto dell’Ornam[en]to di pietre dure per la Nunziata Lire 8. c. 151v. Ad’[ì] 28 febb[ra]io 1671 (=1672)

Spese per la Cappella della Sant[issi]ma Nunziata di lire cinquecento novanta una e Cre[dito]re: M[aest]ro Agnolo Tortoli scarpellino tanti per lavori fatti in detta Cappella, cioè diverse imprese, un sole con suoi raggi, un giglio con fronde incassato nel’alabastro, una rosa, il tutto di pietre di basso rilievo con lettere et attributi della Beat[issi]ma Vergine, et altro come per suo conto in filza n[umer]o 29 ridotto a gior[na]te n[umer]o 197 a lire tre il giorno Lire 591. Scudi 84.3. Doc. n. 2. Conto del commettitore Agnolo Tortoli.

ASFi, Guardaroba medicea, vol. 817, Conti della Galleria, ins. 10, cc. 972–972 v. Adì 19 luglio 1671

Scarp[elli]no. Lavori per la Capp[ell]a della Nunt[ia]ta.

Lo scrittoio della Galleria di S.A.S. deve dare a me Agnolo Tortoli per lavori fatti e serviti per la cappella della Santissima Nonziata, ordinati detti lavori dal Sig.re Giovan Batista Balatri ingegnere di detta fabbrica, e prima:

Per la fattura del sole di basso rilievo con nugole e razzi e fatto per di dreto e assottigliato dove è razzi e fatto la forma per colorire e per dare l’oro e attaccato detto pezzo e sprangato insieme con la forma e filetti, vole detto lavoro ducati quaranta sei e mezzo Ducati 46.3.10.

Per la fattura del gi[g]lio fatto, folie e fiori e poi incassato nello alabastro orientale, e fatto e’ pezzi nel detto alabastro che vi era di molti mancamenti, e attaccato e’ bastoni e ogni cosa ducati trenta sei Ducati 36. Per la fattura delle rose e incastonatura nel detto alabastro a tutte mie fatture e pezzi nello alabastro e incas- sato ogni cosa e appiccato, v[u]ole ducati quaranta uno Ducati 41.

Per la fattura delle robe della luna, fiori e monte, e incassati e appiccati i bastoni e l’una Ducati 11. Per la fattura del mare [e] della stella, e incassatura e aggiustare filetti Ducati 5.

Somma Ducati 139.3.10.

Tara Scudi 55.-.10.

Resta Ducati 84.3.-.