Nel 1987, la mancata approvazione delle diverse proposte di riforma della scuola secondaria superiore, dovuta soprattutto all’alternarsi di governi in tempi molto ravvicinati, indusse il Ministro in carica a costituire un comita- to presieduto dall’on. Brocca, sottosegretario alla Pubblica Istruzione, con il compito di redigere un progetto di riordino della scuola secondaria superiore. Il Comitato defin`ı le finalit`a e l’impianto generale della nuova scuola ed i pia- ni di studio degli indirizzi che avrebbero dovuto sostituire la Scuola liceale e tecnica. Ci fu un forte dibattito sulle finalit`a e sulle caratteristiche del- l’indirizzo scientifico, tra coloro che sostenevano il latino ad oltranza e quelli
che ritenevano pi`u proficuo rafforzare la formazione scientifica. In conclu- sione furono previsti due indirizzi, quello scientifico con il latino e quello scientifico-tecnologico senza latino e con l’informatica come materia autono- ma. In entrambi, in ogni caso, l’area scientifica era ben rappresentata. Una commissione elabor`o i programmi: nel 1988 quelli del biennio, nel 1990 quelli del triennio e il progetto fu attivato in via sperimentale nell’anno sco- lastico ’91/92.
Il programma di matematica del biennio Brocca ricalcava in sostanza quello del biennio PNI.
Le indicazioni metodologiche del progetto Brocca iniziavano diversamente da quelle del PNI: “Non ci si pu`o illudere di poter partire da una disciplina gi`a confezionata, cio`e da teorie e da concetti gi`a elaborati e scritti, senza prendersi cura dei processi costruttivi che li riguardano. `E invece impor- tante partire da situazioni didattiche che favoriscano l’insorgere di problemi matematizzabili, la pratica di procedimenti euristici per risolverli, la genesi dei concetti e delle teorie”.
I programmi del triennio dei due progetti presentavano diversit`a sia sull’or- ganizzazione del curricolo, che in quello Brocca era scandito per anni anzich`e per temi, sia per alcuni contenuti.
Gli orari di insegnamento della matematica in entrambi i progetti furono in generale soddisfacenti.
Come il PNI, anche il Progetto Brocca ha avuto attuazione soprattutto nei Licei. I programmi di matematica PNI e Brocca, pur con degli aggiustamen- ti, furono attivati anche in Progetti assistiti dell’Istruzione tecnica, compresi quelli divenuti di ordinamento, e nel Progetto ’92 dell’Istruzione Professio- nale.
Capitolo 2
Caratteristiche della maturit`a
scientifica fino alla riforma del
1968
L’articolo 33 della Costituzione italiana afferma: “ . . . `E prescritto un esame di Stato per l’ammissione ai vari ordini e gradi di scuole o per la con- clusione di essi e per l’abilitazione all’esercizio professionale. . . . ”.
Esame di maturit`a `e il nome con il quale l’Esame di Stato conclusivo del cor- so di studio di istruzione secondaria superiore (o pi`u genericamente Esame di Stato) `e comunemente conosciuto ed `e la prova finale del corso di studi della scuola superiore italiana.
Esso permette il conseguimento del diploma di attestazione degli studi ef- fettuati prima d’intraprendere l’et`a adulta, gli studi all’universit`a e la vita professionale.
Questo tipo di esame pu`o essere sostenuto da tutti gli studenti che abbiano frequentato una scuola secondaria di secondo grado.
2.1
Storia dell’Esame di maturit`a
L’esame di Stato, nato con la riforma Gentile ha sub`ıto numerose modi- fiche nel corso degli anni, per adeguarlo di volta in volta alle istanze socio- culturali di ciascuna diversa epoca e al mutare delle esigenze e degli obiettivi della scuola secondaria; i cambiamenti hanno riguardato sia la struttura delle prove scritte e orali, sia la composizione delle commissioni giudicatrici, sia le formule per l’assegnazione dei voti finali.
Analizziamo i cambiamenti principali a partire dal 1923, anno della sua nascita.
Nel 1923 il ministro Gentile fiss`o con un decreto che al termine degli studi liceali, per entrare all’Universit`a, gli studenti fossero obbligati a sostenere un esame di Stato con alcune prove che permettessero di giudicare la maturit`a del candidato. Proprio per questo inizi`o a chiamarsi “esame di maturit`a”. L’esame si articolava in quattro prove scritte e una prova orale su tutte le materie dell’intero corso, (ricordiamo che la riforma Gentile non prevedeva “programmi di studio”, ma “programmi d’esame”, da modulare durante i vari anni dell’intero corso).
La commissione esaminatrice era costituita esclusivamente da docenti esterni, in gran parte professori universitari, ed era presieduta formalmente dal mini- stro. Gli esami si tenevano fuori sede (40 sedi su tutto il territorio nazionale per la maturit`a classica, 20 sedi per la maturit`a scientifica).
La votazione non prevedeva un punteggio unico, ma tanti voti quante erano le materie.
Era prevista la sessione di esami di riparazione.
Le prime due prove scritte erano italiano e latino, comuni ad entrambi i licei; le altre due prove erano greco e ancora latino (traduzione in latino dall’ita- liano) al classico, matematica e lingua straniera allo scientifico.
L’impatto di questo nuovo esame fu particolarmente pesante: nell’anno sco- lastico 1924/1925 i promossi furono il 59,5% alla maturit`a classica e 54,9% alla maturit`a scientifica (l’anno precedente, quello dell’esordio, la percentuale era stata ancora pi`u bassa).
L’esame fu poi alleggerito negli anni successivi dal ministro Pietro Fedele, sotto la pressione dell’opinione pubblica.
Nel 1940 a causa della guerra, vennero apportate dal ministro Bottai molte semplificazioni nelle procedure dell’esame di maturit`a del Gentile. In questi anni il propagarsi del conflitto, anche nel territorio italiano, rese estremamente problematico lo spostamento di studenti e insegnanti e la con- vocazione stessa delle commissioni esterne, venne cos`ı a mancare la regolarit`a delle prove e venne disposta la sostituzione dell’esame con lo scrutinio finale. Nel 1951 il ministro Guido Gonella ripristin`o l’esame di maturit`a di Gen- tile sia per il numero delle prove scritte e per l’orale, che per la formazione della Commissione. Le uniche novit`a furono l’introduzione dei membri in- terni (prima due e poi soltanto uno) e la limitazione dei programmi ai due anni precedenti l’ultimo, per i quali venivano richiesti soltanto “cenni”.
Nel 1969 il ministro Fiorentino Sullo estese l’esame di maturit`a a tutti i corsi di studio dei cicli quadriennali e quinquennali di istruzione secondaria superiore e decise che l’esame consistesse in due prove scritte e due materie
per il colloquio (di cui una a scelta del candidato) e che il punteggio finale fosse espresso in sessantesimi. Vennero soppressi gli esami di riparazione re- lativi all’esame finale e liberalizzati gli accessi agli studi universitari. Nelle classi sperimentali vennero stabilite due prove scritte ma anche un colloquio orale su tutte le materie del quinto anno. La commissione era completa- mente esterna tranne che per la presenza di un membro interno. Il decreto, convertito nella legge n. 146 del 1971, avrebbe dovuto avere una validit`a sperimentale di soli due anni, ne dur`o invece quasi trenta.
Nel 1997 il ministro Luigi Berlinguer, con la Legge 425 del 10 dicembre 1997, stabil`ı numerosi cambiamenti a cominciare dalla denominazione: da Esame di maturit`a si pass`o ad Esame di Stato, basato sulla verifica e certifi- cazione delle conoscenze, competenze e capacit`a. Vennero previste tre prove scritte, di cui la terza predisposta dalla Commissione, ed un colloquio su tutte le discipline dell’ultimo anno; vennero introdotti il credito scolastico e il credito formativo. La Commissione era composta da 6 o 8 commissari, di cui met`a interni e met`a esterni, pi`u il Presidente esterno all’Istituto. Si stabil`ı che la votazione finale fosse espressa in centesimi: 45 punti alle prove scritte, 35 al colloquio orale, e 20 punti al credito scolastico.
Nel 2001 il ministro Letizia Moratti, con la Legge del 28 dicembre 2001, n. 448 (legge finanziaria del 2002), stabil`ı che le Commissioni fossero costituite da soli membri interni e da un Presidente esterno nominato per tutte le Commissioni operanti in ciascun istituto.
Nel 2007 il ministro Giuseppe Fioroni, con la Legge dell’11 gennaio 2007, n. 1, ritorn`o alle Commissioni miste e reintrodusse l’ammissione all’esame; il credito scolastico pass`o da 20 a 25 punti e il colloquio da 35 a 30 punti.
Infine nel 2010 il ministro Mariastella Gelmini ha stabilito che dall’anno scolastico 2009/2010 non basta pi`u la semplice media sufficiente, ma, per essere ammessi all’Esame di Stato, bisogna riportare un voto almeno pari al sei in tutte le discipline.
L’esame di maturit`a venne svolto dal 1924 al 1968 in due sessioni (l’esti- va e l’autunnale di riparazione) e dal 1969 ad oggi in un’unica sessione, quest’ultima tuttora si articola nella sessione ordinaria e in quella suppleti- va, che permette di sostenere l’esame ai candidati impossibilitati a farlo nella sessione ordinaria.