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La presente tesi si basa su un’analisi retrospettiva delle cartelle mediche dei pazienti ricoverati con diagnosi di sepsi

Terapia Sub-Intensiva della U.O. di Medicina d’Urgenza Ospedaliera provenienti dal Pronto Soccorso del Presidio Ospedaliero di Cisanello.

La popolazione in esame è costituita da 47 pazienti, 23 uomini e 24 donne.

L’età media complessiva della popolazione si attesta intorno a

l’età media per sesso è pari a 71,34 anni per gli uomini e 84,04 anni per le donne. donne

51%

pazienti ricoverati in Sub

60 65 70 75 80 85 età uomini 71

età media pazienti

La presente tesi si basa su un’analisi retrospettiva delle cartelle mediche dei pazienti ricoverati con diagnosi di sepsi-sepsi severa-shock settico nell’anno 2013 presso la della U.O. di Medicina d’Urgenza Ospedaliera provenienti dal Pronto Soccorso del Presidio Ospedaliero di Cisanello.

La popolazione in esame è costituita da 47 pazienti, 23 uomini e 24 donne.

L’età media complessiva della popolazione si attesta intorno ai 77,67 anni, mentre l’età media per sesso è pari a 71,34 anni per gli uomini e 84,04 anni per le donne.

uomini 49% donne

51%

pazienti ricoverati in Sub-UTI con sepsi nel 2013

età donne 84

31 La presente tesi si basa su un’analisi retrospettiva delle cartelle mediche dei pazienti shock settico nell’anno 2013 presso la della U.O. di Medicina d’Urgenza Ospedaliera provenienti dal

La popolazione in esame è costituita da 47 pazienti, 23 uomini e 24 donne.

i 77,67 anni, mentre l’età media per sesso è pari a 71,34 anni per gli uomini e 84,04 anni per le donne.

Da una prima analisi si può constatare come la nostra popolazione si distacchi in maniera significativa per età dalla popolazione presa in esame nei

in letteratura in merito a tale patologia, dove l’età media della popolazione si aggira intorno ai 60 anni. Altra differenza fondamentale è il differente setting di tali pazienti, essendo per lo più post-chirurgici nei dai di letteratu

nostra popolazione. Cio’ rende conto della differenza di età basata soprattutto sulle numerose comorbidità presenti nella nostra popolazione in esame.

Come si può evincere dai dati sopra riportati, la nostra popolazione

un’elevata percentuale dei casi ipertensione arteriosa, scompenso cardiaco prevalentemente su base ischemica, BPCO, encefalopatia vascolare ischemica cronica con grado variabile di decadimento cognitivo e sindrome da immobilizzazione con ulcere sacrali e calcaneari.

encefalopatia vascolare ischemica cronica 17% carcinoma 7% epatopatia 2% sindrome da immobilizzazione 10% disturbo umore 7%

Da una prima analisi si può constatare come la nostra popolazione si distacchi in maniera significativa per età dalla popolazione presa in esame nei

in letteratura in merito a tale patologia, dove l’età media della popolazione si aggira intorno ai 60 anni. Altra differenza fondamentale è il differente setting di tali pazienti, chirurgici nei dai di letteratura, ed invece internistici nella nostra popolazione. Cio’ rende conto della differenza di età basata soprattutto sulle numerose comorbidità presenti nella nostra popolazione in esame.

Come si può evincere dai dati sopra riportati, la nostra popolazione

un’elevata percentuale dei casi ipertensione arteriosa, scompenso cardiaco prevalentemente su base ischemica, BPCO, encefalopatia vascolare ischemica cronica con grado variabile di decadimento cognitivo e sindrome da

e sacrali e calcaneari.

diabete mellito tipo 2 7% scompenso cardiaco IRC BPCO 5% FA 5% ipertensione arteriosa 15% disturbo umore M. di Parkinson 5% comorbidità 32 Da una prima analisi si può constatare come la nostra popolazione si distacchi in maniera significativa per età dalla popolazione presa in esame nei vari studi presenti in letteratura in merito a tale patologia, dove l’età media della popolazione si aggira intorno ai 60 anni. Altra differenza fondamentale è il differente setting di tali pazienti, ra, ed invece internistici nella nostra popolazione. Cio’ rende conto della differenza di età basata soprattutto sulle

Come si può evincere dai dati sopra riportati, la nostra popolazione presenta in un’elevata percentuale dei casi ipertensione arteriosa, scompenso cardiaco prevalentemente su base ischemica, BPCO, encefalopatia vascolare ischemica cronica con grado variabile di decadimento cognitivo e sindrome da

diabete mellito tipo

scompenso cardiaco 15% IRC 5% BPCO 5%

33 Dato non di poco rilievo è che 4 dei nostri pazienti risultavano istituzionalizzati (residenti in RSA) e 2 erano già portatori all’accesso in PS di catetere vescicale e catetere venoso centrale tipo PICC.

All’accesso in Pronto Soccorso, i 47 pazienti venivano ricoverati in Terapia Sub- Intensiva rispettivamente con diagnosi di: sepsi (20 pz), sepsi severa (3 pz), shock settico (14 pz), altro – in cui vengono comprese diagnosi come iperpiressia, riacutizzazione di BPCO, febbre di ndd - (10 pz).

Dall’analisi delle cartelle della Terapia Sub-Intensiva si può constatare come le diagnosi poste in Pronto Soccorso variassero rispettivamente nell’ordine seguente: sepsi (24 pz), sepsi severa (5 pz), shock settico (14 pz), riducendosi drasticamente i pazienti inquadrati nella dizione “altro” che si ridistribuivano tra la sepsi e la sepsi severa.

Analizzando lo stesso campione di pazienti secondo i criteri diagnostici di Levy (Levy et al Crit Care Med 2003), di seguito riportati nella tabella come “diagnosi ideale”, si può constatare come le diagnosi di sepsi più o meno si equivalgono nei 2 setting in esame rispetto ai criteri di letteratura, mentre viene drasticamente sottostimata la diagnosi di sepsi severa e sovrastimata quella di shock settico.

Diagnosi in PS Diagnosi in Sub-UTI Diagnosi ideale*

Sepsi 20 24 16

Sepsi severa 3 5 22 Shock settico 14 14 8 Altro 10 4 1

34 Per quanto concerne l’individuazione del focolaio infettivo, dall’analisi dei dati in Pronto Soccorso ed in Terapia Sub-Intensiva, si può constatare come non emerga alcuna problematica sulla diagnostica strumentale, ed invece, importanti criticità sulla diagnostica di laboratorio (es.: adeguato utilizzo PCT, invio emocolture prima di intraprendere antibioticoterapia empirica).

Indivuduazione focolaio infettivo Diagnosi in PS Diagnosi in Sub-UTI

Diagnosi strumentale 47/47 47/47 Diagnosi di laboratorio - PCT 9/47 9/47 - Emocolture 1/47 4/47 - Urinocolture 0/47 2/47 - Es. espettorato 0/47 0/47 - Es. liquor 0/47 0/47 - Tamponi (sedi varie) 0/47 1/47

Tale condizione viene confermata dalla netta prevalenza di diagnosi, sia in Pronto Soccorso che in Terapia Sub-Intensiva, riconducibili ad un focus infettivo facilmente rilevabile con metodiche di imaging (es. addensamento polmonare, colecistite acuta).

Una chiave di lettura dei dati sopra riportati può essere trovata nel fatto che risulta difficile riuscire ad attuare una diagnostica di laboratorio di secondo livello in Pronto Soccorso, dato il bacino di utenza dello stesso e la numerosità giornaliera degl accessi, mentre in Sub-Intensiva viene talvolta non considerata in quanto rimandabile ai Reparti ad intensità di cura

risoltasi la fase acuta e quindi stabilizzati. Infatti solo pochissimi pazienti v

Intensiva, in particolare solo 5 dei 47 pazienti in esame, mentre la maggior parte viene trasferita in reparto di medicina interna (18 pz), e soltanto una minoranza (3 pz), vengono trasferiti verso intensità di

Questi pazienti hanno rispetto alla media un’età

pari a 60 anni). In considerazione delle importanti comorbidità e dell’età media dei pazienti il numero dei decessi si attesta intorn

polmonite 30% IVU 13% colecistite 4% endocardite 2% colangite 2% ascesso epatico2%

a chiave di lettura dei dati sopra riportati può essere trovata nel fatto che risulta difficile riuscire ad attuare una diagnostica di laboratorio di secondo livello in Pronto Soccorso, dato il bacino di utenza dello stesso e la numerosità giornaliera degl

Intensiva viene talvolta non considerata in quanto rimandabile ai Reparti ad intensità di cura inferiore, dove i pazienti vengono destinati una volta risoltasi la fase acuta e quindi stabilizzati.

Infatti solo pochissimi pazienti vengono direttamente dimessi dalla Terapia Sub , in particolare solo 5 dei 47 pazienti in esame, mentre la maggior parte viene trasferita in reparto di medicina interna (18 pz), e soltanto una minoranza (3 pz), vengono trasferiti verso intensità di cura superiore (U.O. di Rianimazione) Questi pazienti hanno rispetto alla media un’età comunque inferiore (

. In considerazione delle importanti comorbidità e dell’età media dei pazienti il numero dei decessi si attesta intorno a 14 pazienti.

non noto 45% ascesso epatico 2% erisipela 2%

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