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STUDIO CLINICO

3.3 Materiali e Metod

Il progetto di studio è stato svolto presso il centro di recupero per la fauna selvatica CRUMA LIPU di Livorno previa autorizzazione del Comitato Etico di Ateneo n. 3573 del 13/03/2013.

I soggetti coinvolti nello studio sono stati 20 esemplari di pazienti aviari selvatici pervenuti al CRUMA con fratture di varia natura sottoposti a procedure chirurgiche ortopediche.

Gli animali che sono risultati idonei a sostenere un intervento ortopedico e la relativa anestesia sono stati quanto prima operati. I soggetti invece più debilitati, venivano stabilizzati attraverso fluidoterapia, terapie antibiotiche e ripristino della temperatura corporea fisiologica, e successivamente indirizzati alla chirurgia, non oltre le 48h dopo l’arrivo al centro di recupero.

Protocollo anestesiologico

Il protocollo anestesiologico che veniva impiegato prevedeva una premedicazione del paziente successiva alla pesatura del soggetto stesso. I soggetti con peso inferiore a 0,5 kg sono stati premedicati per via intramuscolare al livello dei muscoli pettorali, con l’associazione di sufentanil (DISUFEN® A.C.R.A.F S.p.A) a 20 µg/Kg e midazolam

(Midazolam Bioindustrial® L.I.M. S.p.A.) 2 mg/Kg. Soggetti con peso

superiore a 0,5 kg sono stati premedicati con sufentanil a 20 µg/Kg e

midazolam 1 mg/kg. Il rapido onset dei farmaci utilizzati e associati insieme faceva sì che i pazienti raggiungessero lo stato di sedazione nell’arco di 5 minuti circa. Una volta ottenuto il livello di sedazione desiderato, il soggetto veniva sottoposto ad induzione gassosa tramite isoflurano (ISOFLURANE - Vet, MERIAL Italia S.p.A.) attraverso il flusso di ossigeno, mediante una mascherina connessa ad un sistema aperto a T di Ayre. Per l’induzione all’anestesia il vaporizzatore è stato impostato al 3- 4% con flusso di 1,5-2 l/min. Una volta che il paziente perdeva il riflesso

palpebrale e il riflesso di retrazione degli arti, veniva intubato con tracheotubo senza cuffia e del diametro adatto alla dimensione del soggetto, ed attaccato alla macchina anestesiologica provvista di ventilatore pressiometrico (Vetronic services ventilator, SAV03). Tra il tubo endotracheale e il connettore al sistema respiratorio è stato posizionato un adattatore in grado di allacciare un capillare di pescaggio, il quale è stato a sua volta collegato ad un monitor multiparametrico (Datex Ohmeda AS/3 Compact Monitor) i parametri monitorizzati sono

stati: EtCO2, O2, EtIso, ECG, FC, FR pressione arteriosa media e la

temperatura corporea.

Il ventilatore veniva impostato per fornire una ventilazione a pressione intermittente positiva con lo scopo di mantenere una EtCO2 a valori

compresi tra 30 e 45 mmHg.

In questo momento, veniva inserita una sonda endoesofagea in grado di rilevare l’elettrocardiogramma, la frequenza cardiaca e la temperatura vicino al cuore del paziente. In oltre per prevenire l’ipotermia del paziente veniva posto sotto di esso un tappetino elettrico riscaldante e una

lampada riscaldante in ceramica veniva posta in prossimità del paziente. Questo per mantenere la temperatura corporea intorno a 38-40 °C. Infatti, quando la temperatura scendeva sotto i 38°C veniva accesa la lampada riscaldante in grado di ristabilire la temperatura fisiologica del paziente. Una volta stabilizzato il piano anestesiologico, si procedeva a posizionare un catetere venoso al livello della vena metatarsale mediana, e un accesso arterioso per il rilevamento della pressione arteriosa invasiva, al livello dell’arteria radiale profonda o dell’ulnare superficiale.

La pressione veniva rilevata da un trasduttore di pressione collegato all’arteria con una prolunga contenente soluzione eparinata. Il segnale della pressione veniva poi valutato sul monitor dal quale era possibile rilevare le pressioni sistolica, diastolica e media oltre alla valutazione dell’onda pressoria. Al livello dell’accesso venoso si iniziava una CRI di 15 µg/Kg/h di sufentanil (per quanto riguarda il primo gruppo di studio) o 15 µg/kg/h di sufentanil e 1 mg/kg/h di midazolam (nel secondo gruppo di studio), usati per l’infusione continua e diluiti in Ringer lattato e

somministrati attraverso una pompa a siringa, al volume di 5 ml/kg/h. A inizio intervento, in contemporanea dell’inizio dell’infusione continua, veniva somministrato un bolo iniziale EV di sufentanil di 20 µg/Kg in un minuto circa. Nel caso veniva superata un’ora e 30 dall’inizio della CRI, quest’ultima veniva ridotta a 2,5 µg/Kg/h. In ogni caso l’infusione veniva interrotta 15 minuti prima del termine dell’anestesia.

Prima dell’inizio della chirurgia, il piano anestesiologico veniva stabilizzato in modo da ottenere un EtIso compreso tra 1 e 2, successivamente per tutto l’intervento veniva abbassato fino a raggiungere la concentrazione

minima in grado di garantire un piano anestesiologico adeguato senza risposte da parte del paziente. In caso di eccessiva superficializzazione l’EtIso veniva gradualmente aumentata in modo da ristabilire il piano anestesiologico prefissato. Per valutare il piano anestesiologico ci si avvaleva del monitoraggio di frequenza cardiaca, pressione arteriosa media e risposte a stimoli quali: riflessi corneali, riflessi pupillari, riflesso di retrazione delle zampe.

Durante la procedura veniva eseguito un costante monitoraggio clinico delle funzioni vitali con un’attenzione particolare a momenti significativi dell’intervento stesso, quali manovre o stimoli che potessero in qualche modo provocare una risposta algica nel paziente come riportato in seguito:

T0 = parametri basali T1 = incisione della cute

T2 = trazione dei frammenti ossei

T3 = applicazione di chiodi endomidollari T4 = sutura piani sottostanti

T5 = sutura della cute

Una volta terminata la chirurgia, il paziente veniva monitorato durante la fase di risveglio. In particolare si cercava di ristabilire tutte le funzioni normali, fino al completo risveglio del paziente. Veniva poi somministrata una terapia antibiotica (Cefazolina 100 mg/Kg IM) e antidolorifica (Tramadolo 10 mg/kg IM).

Analisi statistica

I dati sono stati analizzati per la distribuzione normale mediante test di D’agostino e Pearson ed espressi mediante media e deviazione standard. All’interno di ogni gruppo è stata effettuata un’analisi della Varianza mediante ANOVA ad una via per dati ripetuti con un test post hoc di Dunn’s in modo da confrontare i valori a T0 con tutti i tempi successivi. Il confronto tra i due gruppi è stato effettuato mediante ANOVA ad una via per dati non ripetuti e qualora fossero state rilevate differenze

significative veniva eseguito uno student t test per i valori ad ogni tempo. Sono stati considerati significativi valori per p<0,05.

3.4 Risultati

Il peso degli animali interessati è compreso tra 0,36 e 6,3 Kg con una media di 1,09 ± 1,24 Kg. Le specie incluse nei due protocolli sono riassunti nella tabella 3.1.

Specie N°Tot Sufe Sufe-mid

Gabbiano reale mediterraneo

(Larus michaellis)

11 7 4

Poiana comune (Buteo buteo) 4 1 3

Oca Selvatica (Anser anser) 1 1 -

Colombaccio (Columba palumbus) 1 1 -

Ibis eremita (Geronticus eremita) 1 - 1

Airone cenerino (Ardea cinerea) 1 - 1

Falco Pellegrino (Falco peregrinus) 1 - 1

Tabella 3.1 Tabella delle specie aviari sottoposte ad intervento ortopedico, e relativo

protocollo anestesiologico.

Il tempo di infusione continua è risultato in media 64,9 ± 23,32 minuti in entrambi i protocolli.

Nel gruppo S, su 8 dei 10 soggetti si è dovuto ricorrere alla somministrazione intraoperatoria di boli di sufentanil per ripristinare il

piano analgesico desiderato. Quest’ultimo avendo attività analgesica riduceva la frequenza cardiaca e favoriva il piano anestesiologico adeguato al tipo di intervento.

Nel gruppo SM, Solo 2 pazienti su 10 hanno avuto bisogno di un ulteriore bolo di oppioide endovena per il mantenimento dell’analgesia intraoperatoria.

All’interno di ogni gruppo è stata identificata una differenza significativa rispetto a T0 solo per il gruppo S riguardo alla FC al tempo T4 (grafico

4.1).

Grafico 4.1: andamento nel tempo dei valori medi e deviazioni standard della FC per i due gruppi. * significativamente differente rispetto a T0

Grafico 4.2: andamento nel tempo dei valori medi e deviazioni standard della FR per i due gruppi.

Grafico 4.3: andamento nel tempo dei valori medi e deviazioni standard della PAM per i due gruppi.

Il confronto tra i due gruppi ha evidenziato valori significativamente inferiori nel gruppo SM per la percentuale di isoflurano espirato (grafico 4.4).

Grafico 4.4: andamento nel tempo dei valori medi e deviazioni standard di EtISO per i due gruppi. # differenza significativa tra GS e GSM.

Anche per i valori di EtCO2 è stata identificata una differenza significativa

per T3.

Grafico 4.5: andamento nel tempo dei valori medi e deviazioni standard della EtCO2 per i

Grafico 4.6: andamento nel tempo dei valori medi e deviazioni standard della temperatura per i due gruppi.

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