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Materie plastiche

Nel documento A B C COMUNE DI CARINI REGIONE SICILIANA (pagine 35-39)

5.3 RIFIUTI SOLIDI

5.3.2 Materie plastiche

Qui di seguito si riprende sinteticamente quanto già riportato nella Sezione 2 dell’Elaborato

―Allegato 10 – Relazione tecnica integrativa‖ approvato con D.D.G. 232 del 13/04/2011, al quale si rimanda per un maggiore dettaglio, stante che la ditta dichiara di non aver variato il ciclo funzionale del recupero di materie plastiche dai rifiuti di imballaggio.

La plastica che si recupera è costituita sostanzialmente da rifiuti direttamente conferiti in impianto, ovvero rifiuti plastici (CER 02.01.04), imballaggi in plastica (CER 15.01.02), plastica da demolizione (CER 17.02.03), plastica e gomma (CER 19.12.04), plastica (CER 20.01.39) e da contenitori per liquidi o solidi che hanno contenuto le sostanze pericolose conferite in impianto per il trattamento. Questi contenitori una volta svuotati per effettuare il raggruppamento delle sostanze contenute all’interno costituiscono un rifiuto di imballaggio che deve essere recuperato o smaltito.

Pertanto questi contenitori o imballaggi sono considerati pericolosi sia dal punto di vista della normativa sui rifiuti - sono infatti etichettati con un simbolo di pericolo - e lo sono anche potenzialmente per l'eventuale presenza di residui che si possono ancora trovare al loro interno.

Questi imballi vuoti sono costituiti da bidoni di piccola capacità, fusti da 200 litri e cisterne pallettizzate da 1.000 litri.

Avendo per lo più contenuto rifiuti pericolosi, questi contenitori sono classificati rifiuti di imballaggi pericolosi identificati con CER 15.01.10*.

La gestione attuale di questi rifiuti prevede, per le cisternette lo smontaggio preliminare delle protezioni metalliche e del pallet in legno per recuperare il ferro ed il legno (o il pallet in legno, se integro). Lo stoccaggio del materiale plastico avviene su un’area attigua a quella di lavorazione.

Il sistema di recupero prevede di trattare le seguenti materie termoplastiche:

 POLIETILENE alta e bassa densità (PE Hd e Ld)

 POLIPROPILENE (PP)

Per le materie plastiche recuperabili come MPS le operazioni che sono effettuate all’interno del sito dell’EXAKTA Siciliana S.r.l. sono le seguenti:

 Cernita

 Triturazione

 Granulazione

 Lavaggio

 Centrifugazione asciugatura e insaccamento

 Trattamento acque di lavaggio

L'impianto ha una potenzialità di targa di circa500 kg/h e pertanto, per 8 ore lavorative e per 260 gg all'anno, si ha una potenzialità massima di circa 1.300 t/a.

Per le materie plastiche non recuperabili come PMS di procede la pressatura in balle e l’invio al forno inceneritore.

Anche per tali operazioni è presente un’ampia descrizione nell’All. 10 approvato con D.D.G. 232 del 13/04/2011 al quale si rimanda.

Cernita

Questa operazione ha lo scopo di eliminare preventivamente quei contenitori o quelle materie plastiche che già a prima vista non sono idonee al recupero della plastica, sono molto sporche, o contengono solidi che impegnerebbero inutilmente l’impianto di lavaggio. Pertanto l’operatore, congiuntamente alla fase di carico sul nastro trasportatore che alimenta il trituratore, provvede alla cernita eliminando eventuali materiali intrusivi incompatibili e la plastica che non può essere lavata.

Questo scarto sarà inoltrato alla termodistruzione con il CER 19.12.11*.

Triturazione

Al fine di ottimizzare la successiva fase di macinazione la plastica è sottoposta ad una preventiva

riducono le potenze elettriche del mulino che dovrà effettuare la granulazione. L’impianto di triturazione è costituito da un trituratore da 20 CV di potenza , con lame da 3 cm a doppio uncino.

A valle della triturazione il materiale è sottoposta a flottazione.

Granulazione

La granulazione riduce le dimensioni della plastica triturata in flakes di 1 cm di diametro circa.

L’impianto e costituito da un mulino a lame con griglia da 1 cm. Pertanto le lame rotanti contro la lama fissa taglieranno i pezzetti di plastica fino a che le loro dimensioni non saranno tali da passare attraverso i fori da 1 cm della griglia. Il mulino macinatore ha una potenza di circa 45 kW.

A valle della granulazione il materiale è sottoposta ad ulteriore flottazione.

Lavaggio

Il lavaggio avviene in un'apparecchiatura denominata ―coclea di lavaggio‖. Questa coclea porta in intimo contatto, e sotto una forza vigorosa, le particelle di plastica con l'acqua di lavaggio. La coclea di lavaggio è montata su una struttura inclinata e pertanto essa trasporta il materiale verso l'alto. Le polveri e la carta delle etichette dei bidoni originari, unitamente a i residui solidi contenuti nei bidoni, vengono rimossi e pressate attraverso una griglia forata. L’acqua di lavaggio che viene aggiunta in più punti della coclea di lavaggio tenderà a raccogliersi alla base della coclea. La potenza impiegata nella coclea di lavaggio è di circa 30 KW.

Questa tecnologia scelta, ha il vantaggio di impiegare una grande potenza di sfregamento tra il rotore, che fa avanzare i granelli e le pareti della griglia forata con il risultato di espellere le particelle solide attraverso la griglia.

L'acqua di lavaggio viene aggiunta in diversi punti della coclea di lavaggio attraverso spruzzatori opportunamente regolati. La miscela di acqua di lavaggio e le parti intrusive asportate vengono eliminate attraverso una valvola di scarico posta alla base della coclea di lavaggio.

Centrifugazione ed asciugatura

Dopo il lavaggio effettuato nella precedente apparecchiatura, il materiale esce alla sommità della coclea di lavaggio ancora bagnato. Necessita di una centrifugazione per portare l'umidità al di sotto dell’1%.

La centrifuga utilizzata consente un vigoroso e veloce strofinio delle particelle pulite attraverso e contro una griglia forata del tamburo. Il materiale in uscita ha meno dell’1% di umidità. La potenza impiegata è di circa 30 KW.

La plastica pulita e asciutta viene scaricata e inviata in big bags per lo stoccaggio. Questo riempimento avviene mediante coclea.

Trattamento e ricircolo delle acque di lavaggio

Potenzialmente le acque di lavaggio che provengono dalla coclea di lavaggio e dalla centrifuga possono contenere due tipi di impurità:

a) la prima è costituita da corpuscoli di materiale solidi con dimensioni inferiori ad 1 cm costituite in prevalenza dalla carta delle etichette, materiali estranei non solubili in acqua, piccole particelle della stessa plastica che, per effetto della granulazione nel mulino, hanno assunto dimensioni molto ridotte.

b) la seconda è costituita da materiali ad elevata solubilità in acqua, che si troveranno disciolti nell'acqua di lavaggio anche se in piccole quantità.

Pertanto al fine di non disperdere preziose risorse idriche si procede a decantare l'acqua di lavaggio per il suo riutilizzo nei successivi lavaggi della plastica; il solido separato per decantazione e classificato con il CER 19.12.11* viene inviato al forno inceneritore.

Il riutilizzo delle acque decantate avverrà fino a che il carico di materiale disciolto nell'acqua sia tale da non permetterne altri lavaggi.

Successivamente l'acqua di lavaggio esausta, verrà inviata ad impianti di trattamento acqua previa caratterizzazione.

Saggi analitici sul materiale recuperato

La plastica che viene recuperata verrà sottoposta a due indagini analitiche di caratterizzazione.

La prima è costituita dall'analisi sull'eluato con il quale si intende stabilire se il materiale ottenuto è ancora pericoloso o meno.

Il secondo saggio analitico è costituito dalla prova Uniplast UNI 10667 che stabilisce se al materiale recuperato è possibile dare l’attribuzione di materia prima secondaria.

Nel primo caso (caso di plastica con caratteristiche di pericolosità) il materiale verrà sottoposto nuovamente ad altri lavaggi fino a che non rientri nei parametri richiesti.

Il materiale che soddisfa l’analisi dell’eluato è sottoposto alla verifica della Norma Uniplast 10667:

 in caso di esito positivo la plastica recuperata verrà ceduta come materia prima ad altre aziende

 in caso di esito negativo la plastica recuperata verrà reimmessa nel ciclo di lavorazione a monte della prima flottazione.

Nel documento A B C COMUNE DI CARINI REGIONE SICILIANA (pagine 35-39)

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