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La Matrice di Materialità

Figura 5.3: Esempio di Matrice di Materialita' per il Gruppo Generali[9] Grazie a tale strumento diventa quindi possibile poter ltrare le varie ca- tegorie di informazione, individuando un trade o tra quelle più rilevanti sia per gli stakeholders che per l'azienda, permettendo a quest'ultima, in sede di compilazione del Report Integrato, specie nella fase di scelta del contenuto,

5.4. LA MATRICE DI MATERIALITÀ 67 di poter eliminare tutte le informazioni ritenute non necessarie o addirittura fuorvianti, permettendo una gestione più accurata e un carico informativo più congruente alle aspettative e alle esigenze dei destinatari, si ricorda infatti come il documento in questione sia innanzitutto uno strumento comunicati- vo rivolto tanto all'interno quanto all'esterno dei conni aziendali tra le cui nalità si annovera la costruzione e il miglioramento dell'immagine azienda- le. Si consideri poi il fatto che la logica sottostante la matrice di materialità non nasce conseguentemente alla denizione di Report Integrato, esso risul- ta infatti ampiamente utilizzato negli Stati Uniti nei report 10-K Form su ambiti nanziari, la rivoluzione dell'applicazione della Matrice di Materialità nell'ambito dell'< IR > risiede nell'ampliamento delle tematiche inserite, so- no infatti presenti elementi extra nanziari, percepiti dall'azienda e/o dagli stakeholders come rilevanti ai propri interessi, incorporando l'unione delle due questioni fondamentali della CSR: quella degli aari, riguardante i com- portamenti favorevoli degli stakeholders (quali le opzioni di investimento) e l'altra componente, sociale, legata ai beneci diretti di carattere sociale ed ambientale.[10] A sostegno della questione vi è l'opera intitolata Integrated Reporting Movement, meaning, momentum, motives and materiality di Ec- cles e Krzus (2014), in cui l'emergere delle ICTs ha determinato l'aorare della questione dei Big Data[11] (Big data describes a holistic information management strategy that includes and integrates many new types of data and data management alongside traditional data)[12], (Big data is a term that describes the large volume of data  both structured and unstructured  that inundates a business on a day-to-day basis)[13] ossia volumi di dati tanto estesi da rendere necessaria l'adozione di sistemi informatici per il loro trattamento.

68 CAPITOLO 5. I VANTAGGI E I BENEFICI LEGATI ALL'< IR > to il cui l'<IR> dovrebbe essere considerato in merito alla sua coniugazione con le ICTs, assieme all'Analytics, il Cloud Computing e i Social Media[11]. Ora, l'<IR> permette di far conuire all'interno di un unico documento le svariate serie di dati provenienti da fonti interne ed esterne, e al contempo strutturarle secondo le interconnessioni desumibili attraverso l'utilizzo de- gli ERP (Enterprise Resource Planning ossia la Pianicazione delle Risorse dell'Azienda) denite come sistemi integrati di gestione, cioè insiemi di ap- plicazioni software integrate, che gestiscono tutte le informazioni rilevanti dell'azienda in un'unica base dati centralizzata e che consentono di gestire in modo coordinato una molteplicità di attività dell'azienda, o al limite tutte le attività aziendali[14] , risulta pertanto fondamentale in un contesto come quello attuale in cui lo sviluppo sociale, politico, economico e tecnologico presuppongono, per garantire la sopravvivenza aziendale, la considerazione di elementi extra nanziari, ma poichè come aermato da Salvioni e Bosetti nel 2014 [15] e riportato da S. Boonlua e S. Phankasem (2016)[16] le catego- rie inerenti al Corporate Reporting sono in costante aumento, dal Financial Reporting, passando al Sustainability Reporting, o al Governance Reporting, solo per citarne alcuni, i dati riportati sono diventati inevitabilmente più vo- luminosi (alle volte pure ridondanti), risulta quindi necessario gestire tutte le informazioni trattabili, all'interno di un unico contesto di reporting nel quale vengono considerate secondo un unico lo logico conduttore che elimi- ni le ridondanze, che sia contestualmente fruibile da ogni singola categoria di stakeholders, e che permetta alle alte cariche dirigenziali di apprendere attraverso tale processo un'ottica d'insieme (il già citato Pensiero Integrato) della struttura aziendale e degli elementi inuenzanti posti oltre i suoi conni. Come spiegato dal dott. Massimo Romano, l'applicazione del Pensiero Inte-

5.4. LA MATRICE DI MATERIALITÀ 69 grato nel processo dell'<IR> permette di poter ritrovare all'interno di questo oceano di dati i reali ed eettivi KPIs (Key Performace Index)[6], ossia permette al soggetto incaricato, di acquisire l'orientamento corretto per l'in- dividuazione degli indici di performance di riferimento più corretti nascosti tra la grande mole di dati da arontare, infatti nell'ottica del report integrato le varie parti costituenti (rappresentate dai pezzi del puzzle) vengono tutte convogliate all'interno di un unico documento senza omissioni.

Bibliograa

[1] La rendicontazione integrata, sito ucia-

le di BilanciaRSI, (http://www.bilanciarsi.it/report- integrato/la-rendicontazione-integrata/), ultimo accesso 25/05/2017

[2] Morris J. (2016), The integrated reporting: A presentation of the cur- rent state of art and aspects of integrated reporting that need further development, Intangible Capital, 12(1), OmniaScience, pp. 336-356, [3] Ighian C. e Sabina D., (2015), Integrated Reporting  The future of

nancial reporting Internal Auditing & Risk Management. Vol. 10(2), pp. 125-133

[4] Magarey G., (2012), Is integrated eporting achievable?, Keeping Good Companies, 64(4), pp. 198-202

[5] Healey M., (2013), Integrated reporting  one company's experience Keeping Good Companies, 65 (5), pp. 262-264

[6] Romano M., (2016), The dark side of information vs integrated thin- king: the nal battle!, sito uciale dellInternational Integrated Re- porting Council, (http://integratedreporting.org/news/the-dark-side-

72 BIBLIOGRAFIA of-information-vs-integrated-thinking-the-nal-battle/), ultimo accesso 25/05/2017

[7] King M. (2015) Time to get on board with integrated reporting, Governance Directions. 67 (5), pp. 262-263

[8] International Integrated Reporting Council (2013), The International <IR> Framework ed. in lingua italiana, (http://integratedreporting.org/resource/international-ir-framework/) [9] Generali S.p.A., Matrice di Materialita', sito di

Genrali S.p.A. (https://www.generali.com/it/our- responsibilities/responsible-business/Materiality-Matrix), ultimo accesso 25/05/2017

[10] Bizoi A. C., (2016) Ethics and Sustainability - 'The Silver Lining' of Supply Chains" Review of International Comparative Management / Revista de Management Comparat International, 17 (3), pp. 250-261 [11] Eccles R.G., e Krzus M., (2014), Integrated Reporting Movement, mea-

ning, momentum, motives and materiality, John Wiley & Sons, Inc, New Jersey

[12] Denizione di Big Data riportata nel sito uciale di Oracle Copo- ration (https://www.oracle.com/big-data/index.html), ultimo accesso 25/05/2017

[13] Denizione di Big Data riportata nel sito uciale di SAS Institute (https://www.sas.com/en_us/insights/big-data/what-is-big- data.html), ultimo accesso 25/05/2017

BIBLIOGRAFIA 73

[14] Barigazzi M., (2003), Introduzione ai sistemi

ERP, (http://www.cs.unipr.it/Informatica/Corsi/2003-

04/ICT_Azienda_D03_ERP.pdf), ultimo accesso

25/05/2017

[15] Salvioni, D.M. e Bosetti, L. (2014). Stakeholder Engagement and Inte- grated Reporting: Evidence from the Adoption of the IIRC Framework, Journal of Strategic and International Studies, 9(3), pp. 78-89

[16] S. Boonlua e S. Phankasem (2016), Engagement in integrated repor- ting: evidence from the international integrating reporting council adop- tion framework, Journal of Business and Retail Management Research (JBRMR), 10, pp. 126-136,

Capitolo 6

La Situazione Normativa attuale

nel mondo

Il Report Integrato è una pratica molto recente, formalizzata dall'IIRC, prima, solo nel 2010 nel documento denominato Consultation Draft1, poi nell'< IR > Framework nel 2013, pertanto i quadri normativi vigenti nel mondo non solo molti, per la precisione, ad oggi, ne 2016, si registrano i seguenti casi fondamentali:

ˆ Sud Africa. È stata la prima nazione a studiare l'< IR > e l'unica, ad oggi, ad averlo eettivamente implementato all'interno del proprio sistema normativo[1]. Si registra l'obbligo per tutte le società quota- te nella Borsa di Johannesburg (Johannesburg Stock Exchange, JSE) di redigere un report integrato, indipendentemente dal fatturato, dal- la ragione sociale, e se vi sia o meno un interesse pubblico, in quanto requisito fondamentale per poter essere quotate nella Borsa Valori su- dafricana. Il driver normativo in merito è il King Code of Governance

1il documento è consultabile all'indirizzo URL (1. http://integratedreporting.org/wp-

content/uploads/2013/03/Consultation-Draft-of-the-InternationalIRFramework.pdf)

76CAPITOLO 6. LA SITUAZIONE NORMATIVA ATTUALE NEL MONDO Principles for South Africa 2009 (King III), evoluzione dei due testi precedenti, il King I (1994) e il King II (2002), un quarto quadro nor- mativo il King IV, è in fase di studio. Appare chiaro di come si stia trattando della Nazione che per prima abbia compreso come un Re- port annuale canonico non sia suciente sia per comunicare a tutte le categorie di stakeholders esterne agli azionisti in modo chiaro e com- pleto, sia per indurre le imprese ad adottare uno strumento analitico più completo che si basi anche sui dati non nancial. I vari studi in merito, accompagnati da un quadro normativo specico, hanno indotto le società sudafricane tenute a redigere un report di elementi ESG, ad accorparlo con quello Annuale, forte del contesto accademico e ammi- nistrativo che spingeva e spinge tutt'ora all'adozione di un unico report che accorpi tutti le informazioni normativamente richieste, in particola- re, come riportato da Ionela-Corina Chersan nel 2015[2], Eccles e Krzus nel 2014 hanno ipotizzato che il paese in questione fosse il promotore dell'iniziativa legata all'adozione dell'< IR > in quanto presentava due caratteristiche fondamentali di background:

1. In primo luogo vi è il fatto che l'economia nazionale dipenda in larga parte dall'estrazione di pietre preziose, che ha determinato nel corso degli anni all'intervento delle principali multinazionali estere operanti nel settore ad accaparrarsi le miniere di diaman- ti sfruttando la manodopera locale e creando collaborazioni con i movimenti militari locali per la tutela della proprietà. Tutto questo oltre a trasferire in larga parte il Valore Aggiunto legato all'attività di estrazione nei paesi esteri di provenienza delle mul- tinazionali, ha determinato forme di sfruttamento delle comunità che venivano spesso costrette a lavorare in condizioni pericolose e

77 utilizzando in larga misura lo sfruttamento del lavoro minorile. 2. In secondo luogo il Sud Africa fu terra del cosiddetto Apartheid,

termine coniato Sudafrica per designare la politica di segregazione razziale e il sistema istituzionale e sociale in cui tale politica si è tradotta[3]. Tale regime rimase in atto dalla ne della seconda guerra mondiale sino al 1994, anno dell'elezione a Presidente del Sud Africa di Nelson Mandela (e anno della stesura del King I) che inevitabilmente ha determinato delle disuguaglianze sociali tra la popolazione bianca e nera. (Eccles e Krzus, 2014)

ˆ Unione Europea. In questo caso l'evoluzione normativa è ben die- rente rispetto a quanto enunciato per lo stato africano in quanto non vi è stata l'emanazione diretta di una norma, in quanto l'iter proce- durale nell'ambito comunitario prevede l'emanazione di una Direttiva (strumento attraverso il quale gli Stati Membri vengono obbligati ad utilizzare le forme e i mezzi previsti dall'ordinamento nazionale per re- digere norme nazionali che portino ai risultati esposti nella Direttiva stessa), in questo caso la Direttiva in questione è la 2014/95/UE2, evoluzione della 2013/34/UE, la quale prevede che tutte le società e gruppi di società le quali presentano un numero medio di lavorato- ri nell'arco dell'anno pari ad almeno 500 unità, debbano adottare, a partire dal 2017, la rendicontazione anche sugli aspetti non nanziari (Sustainability Report) lasciando discrezionalità se adottare un report separato rispetto a quello annuale, canonico, di natura nanziaria, ma- gari seguendo le direttive di GRI (Global Reporting Initiative) oppure

2Il testo della direttiva è accessibile presso il portale web

per la consultazione della legislazione nell'Unione Europea (http://eur-lex.europa.eu/legal-content/IT/ALL/?uri=CELEX%3A32014L0095)

78CAPITOLO 6. LA SITUAZIONE NORMATIVA ATTUALE NEL MONDO se redigere un unico documento all'interno, quindi secondo le direttive invece dell'<IR> Framework, del quale si possono ritrovare le informa- zioni attinenti a tutte e tre le sfere della Triple Bottom Line magari strutturando il tutto con le relative interconnessioni.[4] Sfortunatamen- te però, oltre alla problematica dovuta al fatto che ogni stato membro emana delle leggi in merito in modo quasi del tutto indipendente, vi è anche l'assenza di un formato standard di riferimento denito dal Consiglio dell'UE o dal Parlamento Europeo che potrebbe dare delle ulteriori linee guida su come le aziende europee interessate dalla diret- tiva, dovrebbero strutturare il nuovo report richiesto[5]. Attualmente la situazione tra i vari Stati presenta andamenti dierenti: dagli Stati del Nord Europa, in cui vi sono già leggi nazionali che prevedono ta- le obbligo per le Imprese di interesse pubblico, come la Danimrca che possedeva già dal 2013 un sistema normativo che prevedeva l'adozio- ne di un report che che contenesse informazioni di natura nancial e contemporaneamente non nancial, tenendo conto degli impatti socio- ambientali fuori dai propri conni aziendali. Vi sono invece Nazioni europee, che al momento della diusione della direttiva non presen- tavano un quadro normativo idoneo e pronto ma hanno provveduto emanare leggi in merito, altre ancora, in cui leggi nazionali in merito non sono ancora state formulate.

Altre Nazioni meritevoli di un accenno sono:

ˆ India. Il primo paese al mondo ad aver emanato una legge sull'ob- bligatorietà dell'impegno nella CSR, ssando al 2% del protto netto la soglia minima di investimento che ogni compagnia indiana è tenuta ad eseguire, in favore di programmi sociali e/o ambientali.[6] Il fatto che non vi sia ancora una normativa in merito all'obbligo di redige-

79 re documenti che attestino l'eettivo impegno socio-ambientale, né in alcun modo vi è l'obbligatorietà dell'utilizzo dell'< IR >, ha fatto registrare dei risultati del tutto inadeguati in quanto gli investimenti socio-ambientali che le società indiane si vedono costrette a fare sono viste quale un adempimento legale a cui spesso farebbero volentieri a meno, sintomatico di questa visione diusa vi è il fatto che gli investi- menti fatti spesso non hanno legami con il core business, determinando delle vere e proprie perdite in quanto dicilmente vengono eseguiti investimenti mirati che possano essere d'aiuto alla comunità non solo nell'immediato, ma anche nel medio-lungo periodo permettendo mgari alla medesima azienda di avere ritorni di immagine, piuttosto che di formazione di capitale umano da poter poi integrare.

ˆ Brasile. anche nello stato sudamericano si registra un certa propensio- ne all'adozione dell'< IR, > ma a dierenza di quanto detto riguardo al Sud Africa, in cui vi è un quadro normativo di riferimento (il King III, o a breve il King IV), qui è intervenuta direttamente la Borsa Valori nazionale di San Paolo (BM&F Bovespa) che nel proprio sito web cita: BM&FBOVESPA is recommending that as of 2012 listed companies [...]publish a Regular Sustainability or Integrated Reports and where it is available, or if not explain why.[7]. La Borsa di San Paolo ha quindi posto l'obbligo a tutte le società in essa quotate, l'obbligo di redigere il Bilancio Integrato o un regolare Report di Sostenibilità, e qualora tale adempimento non fosse eseguito, scatta l'obbligo di redigere un docu- mento sostitutivo che esplichi le ragioni che hanno portato all'esclusione informativa di determinati dati.

80CAPITOLO 6. LA SITUAZIONE NORMATIVA ATTUALE NEL MONDO del management, ricopre un ruolo fondamentale in quanto proprio qui si è sviluppato il Toyotismo. Tutto ciò è potuto avvenire grazie alla cul- tura del lavoro in cui il singolo individuo, a qualsiasi livello gerarchico, tanto quanto l'intero sistema produttivo debba auspicare al migliora- mento continuo (il Kaizen, uno dei precetti fondamentali del Toyotismo stesso). Questa ricerca dell'ecacia accompagnata all'ecienza, in un contesto sociale in cui il fallimento lavorativo è eticamente dissacrante, ha portato i vertici di una porta delle compagnie giapponesi, specie quelle pubbliche a prendere in considerazione per aumentare le proprie performance, elementi ulteriori a quelli di gestione delle risorse econo- miche, da qui si è diusa la pratica di stilare sempre più Report di Sostenibilità, o addirittura Integrati, all'interno dei quali l'alta dirigen- za giapponese propone agli azionisti e non solo, un documento dove riscontrare le modalità con cui l'azienda opera con tutti i capitali a disposizione cercando di dimostrare il proprio impegno nel migliorare i propri sistemi di valore migliorando anche le proprie performance. In questo caso, a dierenza, di quelli precedenti, si registra un livello di adozione più diuso rispetto al resto del globo, non tanto per imposi- zioni scali, quanto piuttosto per un fattore culturale. In particolare il Ministero dell'Economia, Commercio e Industria (METI) ha esortato le aziende quotate alla Borsa di Tokyo attravero il Corporate Gover- nance Code[8] di migliorare la comunicazione con i propri investitori attraverso l'utilizzo anche dell'IR, anchè venga utilizzato come mez- zo attraverso il quale compagnie ed investitori riescono a dialogare e confrontarsi, migliorando l'individuazione degli aspetti materiali che incidono nel miglioramento del processo di creazione del valore.

6.1. FOCUS DEL QUADRO NORMATIVO IN USA E CINA 81

6.1 Focus del quadro normativo in USA e Cina

Nelle restanti nazioni del globo, comprese le due economie principali ossia U.S.A. e Cina, non sussiste ancora una certa cultura né diusione del Re- port Integrato, rischiando di rimanere molto indietro nell'attuazione dello stesso, lo stato americano potenzialmente potrebbe non registrare un qua- dro normativo più evoluto di quello attuale anche a causa del neo presidente eletto, Donald John Trump, aperto sostenitore di politiche nazionalistiche sfociate in limitazioni alla circolazione per le persone provenienti da Paesi a matrice islamica o alla volontà di imporre elevati dazi alle società americane che trasferiscono all'estero una o più fasi del proprio processo produttivo e che addirittura ha abrogato le leggi sulle limitazioni di inquinamento dovuto agli autoveicoli[9] .Tutto questo risulta antitetico alla discussione accademica in essere tra le università americane, che si presenta come particolarmente avanzata e non a caso uno dei testi di riferimento in merito alla dottrina dell'<IR> è quello dei professori R.Eccles e M.Krzus The Integrated Repor- ting Movement: Meaning, Momentum, Motives, and Materiality (2014), a dimostrazione del contributo al processo di diusione oerto dagli ambienti accademici statunitensi.

Per quanto concerne la potenza economica asiatica, invece, essa deve il pro- prio sviluppo economico grazie, in parte, ai pochi limiti sull'inquinamento e alla struttura politica e governativa particolarmente accentrata, che la pongo- no tra gli ultimi posti nella graduatoria dei paesi più democratici al mondo, e all'interno della quale la persecuzione della famosa e già citata Triple Bottom Line (scopi economici, sociali ed ambientali) non risulta possibile data la con- gurazione di partenza, in cui l'inquinamento dovuto alle attività produttive industriali rendono l'aria urbana spesso irrespirabile se non addirittura dan-

82CAPITOLO 6. LA SITUAZIONE NORMATIVA ATTUALE NEL MONDO nosa per l'essere umano,[10] senza considerare le condizioni di lavoro, spesso eseguite nell'ambito di una forma di outsourcing con aziende provenienti dai Paesi occidentali, che restano tra le peggiori al mondo, infatti secondo un rapporto dell'ITUC (International Trade Union Confederation, altrimenti CSI, Confederazione Sindacale Internazionale, la più grande organizzazione sindacale del globo) del 2014, solo 8 nazioni del mondo presentavano con- dizioni di lavoro generalmente peggiori di quelle cinesi[11]. Nonostante le recenti riforme attuate dal governo cinese specie per arginare il fenomeno dell'inquinamento ambientale, il processo di evoluzione economica dal secon- do dopoguerra basata sulla produzione manifatturiera a basso costo e libera da eccessivi vincoli sulle esternalità negative, ha portato lo stato asiatico al giorno d'oggi a dover contrastare una situazione ambientale e sociale parti- colarmente compromessa, che ancora oggi crea numerose vittime sia a causa dell'aria spesso dannosa nelle aree urbane, sia per le condizioni di lavoro estreme.

Bibliograa

[1] R.G. Eccles e M.Krzus (2014), Integrated Reporting Movement, mea- ning, momentum, motives and materiality, John Wiley & Sons, Inc, New Jersey

[2] Ionela-Corina Chersan, Ph.D.,(2015), Study on Practices and Tendencies in Integrated Reporting, Audit nanciar, 9, pp. 91-101 [3] Apartheid nel vocabolario Treccani, Enciclopedia Treccani ed. online,

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[4] Direttiva europea n.95/2014/UE, del Consiglio europeo e del Parlamento europeo

[5] Cozma Ighian D. S., (2015),INTEGRATED REPORTING - THE FU- TURE OF FINANCIAL REPORTING, University of Cluj Napoca, 2: pp. 125-133

[6] Oliver Balch, (2016), Indian law requires companies to gi- ve 2% of prots to charity. Is it working?, The Guar- dian ed. online, (https://www.theguardian.com/sustainable- business/2016/apr/05/india-csr-law-requires-companies-

prots-to-charity-is-it-working), ultimo accesso

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