• Non ci sono risultati.

3. Sintesi dei risultati raggiunti

2.7. L’Egitto tolemaico e la Siria dei Seleucidi: cenni storici di confronto

2.7.1 Il matrimonio degli dèi fratelli

Ma rimanendo fermi al mondo egizio del periodo dei Tolemei, un altro importante mezzo di integrazione con la locale cultura della monarchia faraonica e i suoi usi politici fu l’endogamia, in particolare il matrimonio tra fratelli della famiglia reale greco-macedone.

Nel 276 a. C. Tolomeo II, dopo aver ripudiato la prima moglie, Arsinoe I, da cui aveva avuto il futuro Evergète, sposò la sorella uterina Arsinoe, che salì al trono col nome di Arsinoe II. A seguito di questa unione, i due membri della coppia assunsero il nome di "Filadelfoʺ (Φιλάδελφος), cioè “amante del fratello”.Certamente il matrimonio destò sconcerto tra i Greci, poiché le usanze elleniche consideravano incestuosa una simile unione, tanto che Plutarco riferisce che le nozze di Arsinoe II e Tolomeo II erano ritenute πράγμα ἀλλόκοτον καὶ ἄθεσμον. (Quaest. Conv. IX 2, 736 E-F)357.

Questa unione venne invece celebrata da Teocrito nel suo Encomio di Tolomeo (Id. XVII, vv. 131-134), nel quale paragona questo matrimonio e questo amore unico al matrimonio sacro (ἱερὸς γάμος) della coppia olimpica Zeus-Era. Anche Callimaco celebrò l’evento in un carme epitalamico, di cui resta un solo verso (fr. 392 Pfeiffer).

Risulta chiaro che un’unione di questo tipo non poteva trovare appiglio nella tradizione culturale dei Greci, ma sicuramente non produceva scandalo in

357 I Greci respingevano i matrimoni uterini, ma tolleravano le unioni tra gli ὁμοπάτριοι, i fratellastri figli di uno stesso

padre, ma di madri diverse. Infatti la sorella per metà (solo da parte di padre) di Cimone, Elpinice, fu formalmente accettata ma moralmente discussa come moglie di Cimone. Ciò è dimostrato dalla descrizione che fa della donna Plutarco, nella Vita di Cimone, atta a sminuire la figura di Elpinice e a dimostrare la scarsa moralità della stessa, incapace di sottostare alle regole tipiche del suo genere (Plut. Cim. 14,5; Per. 10,6).

146 quella epicorica. Il matrimonio degli dèi fratelli va interpretato come il più vistoso avvicinamento operato dai primi Tolemei nei confronti delle usanze egizie: Tolomeo II scelse, infatti, di omaggiare gli Egiziani seguendo una consolidata prassi faraonica, addirittura a costo di creare una certa indignazione tra i suoi sudditi greci.

Certamente non si può escludere che i precedenti mitici tanto egiziani (Iside e Osiride358) quanto greci (Zeus ed Era) concorressero a legittimare, almeno sul

piano religioso, una simile unione che si presentava, invece, aberrante rispetto ai costumi civili dei sudditi greci, ma, proprio per quanto essa enfatizzava le prerogative del sovrano, innalzava il re e la sua consorte al livello degli dèi, in una dimensione etica che non era direttamente commisurabile a quella degli uomini. Secondo Buraselis l’operazione riuscì, tanto che si istituì un culto di Arsinoe divinizzata, come è testimoniato dalla cosiddetta Stele di Mendes, documento estremamente interessante per comprendere il fenomeno del cosiddetto Ruler Cult tipicamente ellenistico e soprattutto le operazioni di sincretismo attuate dai Tolomei359.

La Stele di Mendes360 è un’opera commemorativa, in scrittura geroglifica, eretta

da Tolomeo II dopo il 268 a. C.361. Nella parte iniziale della stele c’è una

preghiera ed un’esaltazione del dio Horus. Più avanti nel testo si legge che la

358 Si può annoverare come modello divino egizio di unione matrimoniale tra due fratelli anche quello della coppia Neftis

e Seth. Nonostante, però, si creda generalmente che Neftis sia andata in sposa al proprio fratello Seth e che gli abbia dato un figlio, Anubi (ma una famosa variante del mito vuole che l'abbia concepito dopo un rapporto adulterino con Osiride, a causa della sterilità di Seth), recenti studi hanno messo in discussione questo assetto matrimoniale.

359 Buraselis 2008, p. 295.

360 Mendes è il nome greco dell’antica capitale del XVI distretto del Basso Egitto, il cui nome originale era Djedet. Il testo

in geroglifico della stele fu pubblicato e commentato da Sethe 1904.

361 Secondo la Stele di Mendes Arsinoe morì nel quindicesimo anno del regno di Tolomeo II, ovvero nel 270 a.C..

McKechnie 2008, pp. 68-71, invece, ipotizza che la stele si riferisca al quindicesimo anno di regno a partire dalla morte del padre Tolomeo I e quindi all'inizio del regno di Tolomeo II (268 a.C.). In tal caso, la data di morte di Arsinoe sarebbe stata nel luglio del 268 a.C.

147 regina dell’Alto e Basso Egitto, Arsinoe, era divenuta beneficiaria di un culto

post mortem: ogni dieci giorni i sacerdoti dovevano venerarla con fumi

d’incenso, così come si addiceva a tutte le dee362.

Credo che questa sia una testimonianza importantissima del progetto politico dei Tolomei che prevedeva un’integrazione culturale e religiosa. L’istituzione del Ruler cult significava per i sovrani integrare la dinastia tolemaica nel

pantheon locale363.

Risulta evidente che questo reperto egizio si avvicina molto al Cilindro di

Borsippa di ambiente seleucide: in entrambi i casi siamo di fronte a documenti

pubblici, depositati ed esposti in luoghi religiosi, che attestavano e legittimavano il culto del sovrano e l’assimilazione dei regnanti con le divinità locali, sancita dall’istituzione di cerimonie e riti. In questo modo l’integrazione culturale con le popolazioni epicoriche raggiungeva il grado più alto e pubblicamente riconoscibile.

Come rileva Buraselis, a proposito del matrimonio dei due fratelli Tolomeo II ed Arsinoe, vi furono precedenti di matrimoni endogamici nel periodo faraonico, seppur rari364. Il faraone Mentuhotep II della XI dinastia sposò la

sorella Neferu intorno al 2000 a. C.365; duecento anni dopo Amenemhat IV della

362L’ammiraglio Callicrate fondò a Capo Zephyrion un tempio in onore della regina Arsinoe, associata alla dea Afrodite. 363 Rolandi 2005 dimostra come il culto dinastico tolemaico si sviluppò soprattutto dopo la divinizzazione di Arsinoe II:

l’istituzione di questo culto da parte del sovrano significava ufficialmente l’entrata dei Tolemei nella religione epicorica (pp. 251-252). L’articolo di Rolandi è una fonte utile anche per comprendere lo status delle relazioni tra i regnanti tolemaici e la cultura templare locale.

364 Buraselis 2008, pp. 295-302; per un approfondimento sul ruolo delle donne delle grandi famiglie reali del periodo

ellenistico vd. Carney 2011, pp. 195-220.

365 Neferu fu sorella e sposa dell'importante faraone Mentuhotep II, che governò l'Egitto per ben 51 anni e riunificò il

148 XII dinastia sposò sua sorella Nefrusobek366, fino ad arrivare alla famosa

Hatchepsout367 che andò in sposa a suo fratello Thutmosis II.

I Tolemei avevano, quindi, a disposizione una serie di antecedenti storici autorevoli a cui ispirarsi, oltre ad alcuni exempla divini.

Tutto ciò è riscontrabile nell’unione endogamica di Antioco e Stratonice di ambiente seleucide: Seleuco, Antioco e Stratonice attuano una strategia politica che li vedeva non solo fondatori di un’era, ma anche identificati con figure- modello della cultura e della storia siriaca.

L’analisi del panorama ellenistico di ambiente tolemaico fa emergere alcuni significativi punti di contatto tra il mondo egizio dell’epoca e quello siriaco seleucide:

• Volontà di legittimazione del potere attraverso l’avvicinamento alla cultura e alla religione epicoriche.

• Inserimento della figura del sovrano e della sua famiglia all’interno del

pantheon locale.

• Presenza di documentazione epigrafica in lingua locale che testimonia culti dei sovrani plasmati su quelli delle divinità indigene e assimilazione dei regnanti alle divinità locali (Stele di Mendes e Cilindro di Borsippa).

366Nefrusobek (talvolta anche Sobekneferu; interamente: Sobekkara Sobekneferu/Nefrusobek) è stata

una regina egizia della XII dinastia, che regnò come un vero e proprio faraone - prima donna faraone della storia egizia - dopo la morte di suo fratello Amenemhat IV. Fu l'ultimo sovrano della XII dinastia e governò l'Egitto per poco meno di 4 anni (3 anni e 11 mesi secondo il Canone Reale), dal 1797 a.C. al 1793 a.C. o, secondo altri studiosi, dal 1806 a.C. al 1802 a.C.. Il suo nome significa Bellezza di Sobek.

367 Hatshepsut (1513/1507 a.C. circa – 16 gennaio 1458 a.C.) è stata una regina egizia, quinta sovrana della XVIII

dinastia. Fu la seconda donna a detenere con certezza il titolo di faraone dopo Nefrusobek della XII dinastia. Il suo fratellastro, poi suo sposo, Thutmose II era figlio di Thutmose I e di una sposa secondaria di nome Mutnofre.

149 • Miti di fondazione epicorici utilizzati come antecedenti storico-mitici che legittimano il potere e le relazioni incestuose delle dinastie ellenistiche regnanti (Iside e Osiride – Enlil e Ninlil).

• Endogamia nelle famiglie reali giustificata da precedenti mitico/storici (Tolomeo II e Arsinoe II - Antioco e Stratonice)