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Meta-lettura della novella Il paradiso dei fiori di pesco

Leggendo Dialoghi in cielo

II) INTRODUZIONE ANALITICA ALLA LETTURA DE

3. Meta-lettura della novella Il paradiso dei fiori di pesco

In una intervista rilasciata da Can Xue a Jonathan Griffith, nel Febbraio 2010,140 la scrittrice offre al lettore maggiori informazioni riguardo la sua scrittura e il suo pensiero.

137 Si veda p. 94 di questa tesi 138 Ibid., p. 85

139

Richard H. JONES, Mysticism and Morality: A New Look at Old Questions, Lanham, Lexington Books, 2004, p. 181-182

140 Jonathan G

RIFFITH, The Aesthetic Activity in Modernist Fiction, Febbraio 2010. Intervista non pubblicata ma accessibile in “Massachusetts Institute of Technology”, http://web.mit.edu/ccw/can-xue/files/CanXue-

Oltre ad affermare che nella sua sperimentazione artistica vede se stessa come soggetto di tutte le sue opere,141 Can Xue, comparandosi con i modernisti Kafka, Borges, ma anche con Dante, Goethe, Shakespeare (alcuni degli autori che preferisce), sostiene che le sue opere abbiano delle analogie con questi grandi della letteratura. Per Can Xue le loro opere si riferiscono spesso alla loro attività di scrittura, aggiungendo: “I think that’s because a writer’s writing is his or her spiritual activity”142. Di conseguenza la loro scrittura ha prima di tutto una funzione soggettiva, un’attività spirituale per l’appunto. Questo concetto è esattamente quanto si riscontra nelle opere di Can Xue. Lei stessa afferma che la novella Tiankong li de languang (La luce azzurra del cielo)143 sia una storia di iniziazione, in cui la giovane protagonista Sumei, che rappresenta il primo livello nel mondo spirituale di un artista, vuole scorgere e comprendere il mondo che la circonda. Nella stessa novella ci sono altri personaggi che indicano i vari livelli dell’artista, fino al più alto, che è rappresentato dal padre. Il livello intermedio è rappresentato da sua sorella maggiore. Attraverso queste due figure Sumei raggiunge presto la maturità, e nonostante stia per morire, è ostinata nel proseguire la sua strada verso la fine del villaggio, poiché sa che li vivrà per sempre.144 Can Xue definisce questa storia non solo di iniziazione, ma come una storia che tratta dello scrivere.

Questo cammino evolutivo della figura dello scrittore è possibile riscontrarlo in molte altre opere di Can Xue; lo si può rivedere in Mushu, nel romanzo Wuxiangjie145e, a mio parere anche nella novella di cui si sta trattando.

Una volta ultimata la lettura del testo, si ha l’impressione che Qisi abbia assurto al ruolo di “maestro” nei confronti di Tai, al quale poi ha lasciato il compito o l’eredità che precedentemente abbiamo considerato trattarsi della tradizione: “C’erano due giovani gambe ora che andavano avanti al posto suo.”146 Attraverso le parole da lei rilasciate a Jonathan Griffith si può capire che Can Xue in questa opera racconta di sé stessa, o, più in generale, della figura dello scrittore. Tai assume il ruolo del lettore contemporaneo, mentre Qisi lo scrittore di vecchia generazione che ha il compito di iniziare Tai alla fantasia, all’immaginazione e quindi all’arte, alla scrittura.

141 Jonathan G

RIFFITH, The Aesthetic…, op. cit., p. 1

142 Ibid., p. 7 143

Pubblicata in Shanhua n.9, 1999, trad. inglese in CAN XUE, Blue Light in the Sky and other stories, op. cit.

144 Jonathan G

RIFFITH, The Aesthetic…, op. cit., p. 7-8

145 C

AN XUE, Five Spice Street, trad. di Karen Gernant e Chen Zeping, New Haven e London, Yale University Press, 2009

146

Questa ipotesi è riscontrabile dai dialoghi che l’autrice ci fornisce nel testo del racconto, per esempio: “[…]Ma sono determinato nel portare avanti questa indagine. Crede di aver avuto un qualche incidente?” disse il giovane Tai con fare compiaciuto”.147

Per chiarire meglio questa questione è necessario spiegare prima una peculiarità della scrittura di Can Xue. L’intento di Can Xue nell’atto creativo non è quello di raccontare qualcosa di concreto da comunicare al lettore. Un messaggio per il lettore esiste, ma non lo si può rintracciare all’interno dell’opera, bensì nel momento postumo alla lettura dell’opera. Come lei stessa sostiene, nonostante nelle opere emerga necessariamente la sua soggettività, tuttavia il suo scopo nei confronti del lettore è quello di stimolare la fantasia e l’immaginazione, di comunicare attraverso sensazioni ed emozioni. Come ha scritto He Liwei riferendosi alle opere di Can Xue: “They can only be felt”.148 È per questo che nel momento in cui utilizza caratteri come shi, shiqing事情 o qingkuang情况, “faccenda”,

yiwai意外, “incidente” o shenme什么, quando viene tradotto con “qualcosa”, rendendo la

narrazione incomprensibile al lettore, o meglio, misteriosa, è specifica intenzione dell’autrice permettere al lettore di leggervi quanto crede, di immaginare una sua storia nella storia. È per questo dunque che l’insistenza di Tai nel voler fare chiarezza e il tono inquisitorio quando dice: “La storia dell’altalena è una sua farneticazione? Se fosse stato lei quel bambino caduto giù, sul suo corpo dovrebbero esserci ferite”149 sembra di rivedere l’atteggiamento del lettore, che si interroga su ciò che ha appena letto o che interroga e chiede spiegazioni alla scrittrice sul senso della narrazione. Se, come si sosterrà in seguito, la letteratura di Can Xue mira all’elevazione spirituale dell’individuo, questa novella potrebbe costituirne un esempio esplicito.

Il vecchio Qisi nel racconto non fa altro che prendere una storia o una leggenda classica ed aggiungervi storie e particolari di sua invenzione, come facevano a suo tempo i cantastorie, coinvolgendo l’intera comunità del paradiso dei fiori di pesco. In questo si rivede il ruolo sociale dello scrittore, il quale non soltanto scrive per se stesso, come una sorta di terapia che vede nell’arte il mezzo per la cura, ma anche per gli altri, volendo loro trasmettere e con loro condividere questa sua cura dell’anima. In questo senso vediamo una crescita spirituale di Tai, il suo avvicinarsi all’arte, rispetto a un’esistenza misera e solitaria, e questa crescita ci viene illustrata nella sua fisicità, proprio nel momento in cui sale verso la montagna e, successivamente, nel momento in cui lo ritroviamo invecchiato dopo solo qualche riga. Anche

147 Si veda p. 59 di questa tesi 148 H

E Liwei “About Can Xue”, op. cit., p. 145

149

qui Can Xue ci rivela che questo suo starsene attonito nell’aia rappresenta il Tai perso nella sua fantasia, lo scrittore nella sua fase creativa.

Il finale nel quale vediamo Tai rendersi conto di essere la nuova autorità del villaggio, ci fa presumere che Tai abbia raggiunto la fase alta. Quella stessa fase alta che Can Xue dice di raggiungere quando vive il momento creativo, si veda infatti “Quando l’arte ha inizio, deve cercare il Logos, il linguaggio deve prender forma. Sotto controllo, erompe continuamente, innalza incessantemente il livello sotteso al Logos, fino a vedere il Logos più alto, quella allora è la luce”.150