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4. METODOLOGIA

4.4 Metodo quantitativo versus metodo qualitativo

Per lo svolgimento di questa revisione è stato scelto di includere sia studi quantitativi che qualitativi, con la consapevolezza che essi portano a conoscenze differenti e forniscono due visioni del mondo diverse ma che, come affermato da Burns & Grove (2005), si completano. Oltre a questi autori, anche Corbetta (2014) sostiene che ricerca quantitativa (ispirata dal paradigma neopositivista) e qualitativa (discendente dal paradigma interpretativo) si completano a vicenda, generando conoscenze diverse ma ugualmente utili per la pratica infermieristica.

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Fino al 1930 circa, i ricercatori ritenevano che soltanto gli studi quantitativi potessero essere considerati scientifici (Burns & Grove, 2005; LoBiondo-Wood & Haber, 2010). Come già illustrato, secondo il post-positivismo il sapere scientifico viene ricavato applicando principi logici, assiomi inviolabili, regole rigide e rigoroso ragionamento deduttivo (Polit & Beck, 2004, 2008, 2010). Tramite i dati empirici si intende giustificare e sostenere la teoria precedentemente formulata (Corbetta, 2014). Le ipotesi teoriche da cui partire vengono fornite da una precedente analisi sistematica della letteratura (Corbetta, 2014). Il ricercatore assume una posizione passiva e distante nei confronti del soggetto in modo da evitare bias (Burns & Grove, 2005).

Con il termine bias si intendono le deviazioni sistematiche della verità sottostante (Aromataris & Pearson, 2014; DiCenso et al., 2005; Porritt et al., 2014).

In altre parole, incappare in un bias (errore sistematico relativo alle pubblicazioni) significa trovare in letteratura, per uno specifico tema, pubblicazioni che hanno preso in considerazione solamente studi positivi escludendo perciò quelli con risultati negativi (Chiari et al., 2006). Tutto ciò porterebbe a sovrastimare l’efficacia del trattamento, dello strumento diagnostico o dell’intervento considerato (Chiari et al., 2006).

Il ricercatore che segue questa corrente filosofica, ovvero quella positivista, parte dal presupposto che la verità sia assoluta, che esista una sola e immutabile realtà e che tutti i comportamenti umani siano oggettivi, intenzionali e misurabili (Burns & Grove, 2005).

La ricerca quantitativa consiste quindi in un processo formale, sistematico e oggettivo che permette di rilevare dati che verranno usati per ottenere informazioni (Burns & Grove, 2005; Corbetta, 2014). La raccolta dei dati viene fatta mediante l’uso di interviste strutturate, questionari, scale o strumenti che generano dati numerici (LoBiondo-Wood & Haber, 2010; Polit & Beck, 2010). I dati saranno affidabili, precisi, rigorosi, univoci, oggettivi e standardizzati (Corbetta, 2014). Per ridurre, organizzare e identificare relazioni fra i dati, viene eseguita un’analisi statistica (Burns & Grove, 2005).

Riassumendo, per trovare la verità è dunque necessario essere completamente oggettivi, escludendo perciò sentimenti, percezioni e valutazioni personali (LoBiondo- Wood et al., 2004). Lo sguardo adottato è conciso e riduzionista; l’intero viene suddiviso in piccole parti in modo da poterle esaminare (Burns & Grove, 2005). In seguito verrà fatta una generalizzazione per arrivare a formulare leggi e regole universali (Burns & Grove, 2005; Polit & Beck, 2008). Questo metodo viene utilizzato soprattutto per descrivere ed esaminare la relazione fra diverse variabili (Burns & Grove, 2005).

Per molti anni questo metodo è stato usato nell’ambito della ricerca infermieristica permettendo di trovare risposta a molte questioni (Polit & Beck, 2010).

Già dagli ultimi decenni del secolo scorso, tuttavia, più che sulla filosofia positivista la ricerca infermieristica ha cominciato a basarsi su quella post-positivista. Quest’ultima sostiene che la verità può essere scoperta solamente in modo imperfetto e probabilistico e che il ricercatore non può rimanere totalmente oggettivo (Burns & Grove, 2005).

La ricerca qualitativa, affermatasi nella seconda metà degli anni ’80 del secolo scorso, consiste in un sistematico, interattivo, interpretativo, umanistico, naturalistico e soggettivo approccio impiegato per descrivere esperienze di vita e per dare loro un significato (LoBiondo-Wood et al., 2004). Lo scopo è quello di permettere, attraverso l’applicazione di un ragionamento induttivo e dialettico, la comprensione di esperienze umane come il dolore, la sofferenza, la cura, etc. (Burns & Grove, 2005; Polit & Beck, 2008). Tutto ciò con l’intento di venire a conoscenza della dinamica, unica e olistica natura dell’essere umano (Burns & Grove, 2005; LoBiondo-Wood & Haber, 2010; Polit & Beck, 2010).

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La fenomenologia, corrente filosofica nata dall’ideologia interpretativista che ha visto in Husserl e Heidegger i suoi fondatori, sostiene infatti che le esperienze e i fenomeni umani vanno descritti così come vengono vissuti; la persona è vista come parte integrante del proprio ambiente (Burns & Grove, 2005), perciò il ricercatore raccoglierà i dati nel setting in cui si trova il soggetto (LoBiondo-Wood & Haber, 2010; Polit & Beck, 2010). Questa branca della filosofia indaga le modalità con cui si costruisce l'esperienza che l’essere umano fa quotidianamente nel mondo; non parte perciò da teorie pre- costituite ma dall’esperienza umana e dal significato che il soggetto le attribuisce (Corbetta, 2014; LoBiondo-Wood & Haber, 2010; Polit & Beck, 2010).

Il ricercatore qualitativo respinge intenzionalmente la formulazione di teorie prima di cominciare il lavoro sul campo, in quanto ritiene che queste possano condizionarlo inibendo la sua capacità di comprensione del punto di vista del soggetto studiato (Corbetta, 2014). Elaborazione teorica e ricerca empirica procedono dunque di pari passo (Corbetta, 2014). L’individuo e la sua storia di vita, assieme alla dimensione spaziale, temporale e relazionale, vengono quindi posti al centro dell’attenzione (LoBiondo-Wood & Haber, 2010); ciò permette all’infermiere di elaborare misure di presa in cura personalizzate e un accompagnamento globale della persona (KFH, 2011). I ricercatori che sostengono questa ideologia ritengono che la verità sia complessa e dinamica e che possa essere trovata soltanto studiando l’interazione fra persone in un determinato contesto storico e sociale (LoBiondo-Wood & Haber, 2010). Per raccogliere i dati, che risulteranno essere ricchi e profondi (Corbetta, 2014), gli studiosi fanno prevalentemente uso di interviste non strutturate; questo permette di integrare interpretazioni soggettive e credenze sia del soggetto intervistato che del ricercatore stesso (Burns & Grove, 2005; Polit & Beck, 2010). Mediante l’approccio naturalistico, il ricercatore si astiene da qualsiasi manipolazione, stimolazione, interferenza o disturbo nei confronti della realtà stessa (Corbetta, 2014).

Il metodo ermeneutico, proprio della fenomenologia, consente di usare le esperienze vissute dall’individuo per arrivare a comprendere meglio il contesto sociale, culturale, politico e storico in cui esse avvengono (Polit & Beck, 2010). L’ermeneutica si focalizza sul significato e sull’interpretazione; vuole capire come le persone interpretano la propria realtà in un dato contesto (Polit & Beck, 2004, 2008, 2010).

I dati qualitativi vengono ordinati in categorie stabilite dal ricercatore e analizzati in termini di risposte individuali e riassunti descrittivi (Burns & Grove, 2005).

I risultati rilevati saranno sensati e unici per quello studio; non saranno quindi generalizzati ed estesi su larga scala (LoBiondo-Wood & Haber, 2010). Viene perciò messo in atto uno sguardo ampio allo scopo di dare significato all’insieme e non alla singola parte (Burns & Grove, 2005). Il ricercatore assume un ruolo attivo e le sue percezioni possono influenzare i risultati (Polit & Beck, 2004, 2008, 2010).

La tabella sottostante, estrapolata dal libro di Burns & Grove (2005, pag. 23), riporta le principali caratteristiche della ricerca quantitativa e di quella qualitativa.

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Terminati i sottocapitoli dedicati alle correnti filosofiche che hanno dato origine alla ricerca quantitativa e a quella qualitativa, viene ora presentato un sottocapitolo riguardante le tipologie di revisione della letteratura e ciò che è necessario fare per la sua realizzazione.