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4. Analisi dell’azienda

4.5 La trasmissione della concezione di business: metodi e strument

4.5.2 Il metodo “scolastico”

Un altro degli strumenti legati all’impegno, profuso da Pietro, di educare sia i propri figli che l’intera organizzazione, è rappresentato dal metodo che lui stesso utilizzava, “quasi scolastico” lo definisce Pieremilio, e che applicava sia quando era a casa e sia quando era in azienda. Il maggior insegnamento che Pietro voleva trasmettere attraverso tale metodo è il seguente: “diventare padroni di sé stessi è la cosa più

difficile in assoluto, ma anche quella che da le più grandi soddisfazioni”. Questo

metodo “scolastico” racchiudeva al suo interno diversi strumenti.

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Per quanto riguarda l’insegnamento all’interno delle mura domestiche, Pietro proponeva molto spesso ai propri figli casi pratici attorno al tavolo da pranzo; appendeva in giro per la casa articoli importanti contenenti al loro interno insegnamenti importanti a livello culturale, etico e morale e ricordava loro tutta una serie di detti popolari (come visto anche per il “libro dei difetti”) per ogni tipo di situazione, come ad esempio “per avere e dare soddisfazione bisogna lavorare come

fosse roba propria (altra via non esiste)” o ancora “l’ocio del paron ingrassa el caval” e

molti altri ancora. Tale metodo, come spiega Pieremilio, fu però utilizzato sempre in maniera molto “giocosa”, in modo da renderlo più digeribile e divertente anche per dei bambini (i suoi figli) che stavano crescendo. Per quanto riguarda lo sviluppo del loro spirito imprenditoriale infatti, Pietro poneva molto spesso ai propri figli delle domande particolari oppure gli proponeva dei casi pratici (reali o inventati) e voleva vedere sempre chi era il più lesto e scaltro a rispondere. Un aneddoto molto interessante a riguardo, fu quello di un articolo appeso in casa e messo bene in evidenza sotto gli occhi di tutti. Esso parlava dei tempi della Serenissima, la Repubblica di Venezia (di cui Pietro era un appassionato ed esperto), e narrava che, a quel tempo, veniva fatta un’elevata e rigorosa selezione per chi dovesse ricoprire ruoli importanti o di comando ed, in particolare, per quello dell’ambasciatore. L’articolo continuava dicendo che tale ruolo non poteva essere affidato ad un contadino o all’ultimo dei gondolieri, semplicemente per il fatto che esso dovesse assicurare un decoro alla Repubblica, sborsando quindi ingenti somme anche di tasca propria, se necessario. Tale articolo citato come esempio, sebbene possa essere interpretato come immorale per alcuni ad una prima lettura, racchiude al proprio interno un insegnamento molto importante, espresso sia da Pieremilio che da Piergregorio, riguardo la responsabilizzazione e la sensibilità sociale: la sua morale in realtà va ricondotta al fatto che chi ha di più (in termini di denaro) deve anche essere in grado di avere cura della propria collettività e del decoro in generale del proprio territorio.

Inoltre una caratteristica fondamentale di Pietro, che fu anch’essa uno strumento per educare sia i propri figli che il personale, era che, ad ogni risposta che lui forniva, allegava sempre la relativa motivazione per giustificarla.

Oltre a questo, Pietro desiderava inoltre che i propri figli avessero anche un’elevata istruzione scolastica, ma soprattutto una forte cultura personale: grazie ad esse infatti, gli insegnamenti dati ai propri figli si sarebbero consolidati e sarebbero andati a far parte del loro DNA in maniera più naturale. Un esempio molto chiaro a riguardo può essere rappresentato dalla rilevanza assegnata, da Pieremilio, ad un passo del De Bello Gallico di Cesare: il pezzo in questione riguarda il tentato omicidio di Cesare da parte di un suo servitore, il quale fallì nel tentativo e venne scoperto. Invece di giustiziarlo, Cesare parlò con lui, spiegandogli chi lui fosse ed il perché di alcune sue politiche. Questo atto di clemenza, misericordia e implacabile saggezza da parte di Cesare, fece sì che questo servo si pentisse profondamente delle sue azioni, diventando addirittura

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il suo servitore più fedele: la logica di Cesare fu vincente e gli permise di avere grandi vantaggi legati alla fedeltà di quel servo.

Per quanto riguarda l’applicazione del metodo “scolastico” in ambito aziendale invece (compresi i propri figli), lo strumento sovrano attraverso il quale Pietro cercava di trasmettere gli elementi costitutivi della concezione di business a tutta l’organizzazione furono i regolieri aziendali. Lungi dal descriverne ancora una volta la struttura (per cui si rimanda al paragrafo 2.2.2), già più volte illustrata all’interno di questa tesi, è utile soffermarsi invece sul loro contenuto: essi racchiudono infatti al proprio interno oltre un secolo di esperienze di vita63 sotto forma di documenti di ogni tipo: dati e consigli tecnici di settore, articoli di giornale, detti popolari, misure per la sicurezza e la prevenzione, documenti importanti a livello organizzativo ed infine documenti di culura generale e anche di potenziale interesse personale per i dipendenti. Qualsiasi cosa che Pietro ritenesse rilevante per sé, per l’organizzazione, per i propri figli o per il proprio personale, veniva inserito nei regolieri e messo a disposizione per poter essere consultato. C’erano anche dei documenti che lui riteneva così importanti per l’educazione del personale, che dovevano essere necessariamente conosciuti da tutti. Inoltre, come già detto, tutti i regolieri andavano letti per intero da ogni nuovo dipendente, in modo da istruirlo già da subito su quali fossero i capisaldi aziendali. Erano molti anche gli articoli di giornale appesi in bacheca e sotto gli occhi dei dipendenti (oltre che nei regolieri), tanto che tutti lo ammiravano e ne consideravano preziosi i consigli ed i suggerimenti.

Succedeva a volte, che Pietro incoraggiasse e finanziasse talune “sfide” aziendali per i più svariati motivi, non per forza legati al business, come ad esempio quella volta che mise in palio 30 milioni delle vecchie Lire, per chi avesse scoperto l’origine del nome “Conegliano”: tutti ovviamente, operai ed impiegati compresi, si diedero un gran da fare per trovare la soluzione dell’enigma.

In sintesi, tale metodologia di educazione era mirata al porre enfasi su tutti gli elementi costituenti la concezione di business imprenditoriale che sono stati analizzati all’inizio di questo capitolo: gli esempi a riguardo sono moltissimi, per tale motivo si rimanda anche all’appendice, dove sono riportati tutti i verbatim rilevanti contenuti nei regolieri aziendali; inoltre attraverso questa metodologia è stata posta grandissima enfasi sulla filosofia del con-vincere, filosofia che è tutt’ora alla base delle decisioni e delle scelte quotidiane e strategiche della Garbellotto SpA.

Anche al giorno d’oggi, in azienda, tale metodo viene sostenuto ed utilizzato: i tre figli del Commendatore infatti continuano ad inserire documenti rilevanti all’interno dei regolieri, aggiornandoli continuamente e naturalmente adattandone i contenuti con l’evoluzione del tempo e del contesto rispetto al passato. I regolieri vengono ancora

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Perché molti di essi sono stati tramandati oralmente fino a Pietro, il quale ha provveduto poi a metterli per iscritto.

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fatti leggere a tutti i neo dipendenti e in ogni caso dati quasi per scontato all’interno dell’organizzazione, la quale quasi inconsapevolmente opera sostenendo l’importanza dei valori in esso contenuti.