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5. Il change management

5.4 Miglioramenti in uscita da Process Mapping e Change Management I risultati ottenuti dall’analisi degli aspetti interni della SWOT Analysis, uniti a

5.4.6 Miglioramento Segreteria:

Le modifiche da effettuare nell’ambito dei processi legati a quelle attività che abbiamo definito di “segreteria” sono principalmente formali e tese soprattutto a velocizzare le operazioni, che qui non hanno un valore aggiunto molto elevato. Di seguito, le azioni proposte:

- modifica del software “Efficient” in modo da poter prima effettuare la compilazione di tutti i campi e poi salvare una sola volta alla fine del processo di inserimento dei dati

- aggiunta nella “Fiche de travail” dei campi “Orario di arrivo” e “Orario di partenza”

- aggiunta di un campo “veicolo” nella “Fiche de travail” per stabilire colpe relative ad eventuali multe o danneggiamenti alle auto di servizio

5.4.7 Punti di debolezza Gestione IT e HR

I processi afferenti alle due funzioni di gestione delle risorse IT ed umane sono tra quelli meno “problematici”. In realtà, se i problemi sono relativamente pochi in numero, la loro risoluzione risulta d’altro canto piuttosto complessa. Per superare i punti critici evidenziati si sono proposti i seguenti interventi:

- utilizzo di una sezione dedicata sul Business Portal come contatto e feedback continuo tra responsabile IT di MTU France e suo omologo della casa madre, con traccia realtime della risoluzione dei problemi

- predisposizione di documenti, modelli e classificatori dedicati per ogni risorsa umana

- implementazione di una serie di incontri pianificati con i dipendenti per monitorare il loro percorso professionale.

In seguito a questa fase, un’ulteriore analisi chiarificherà meglio quelli che saranno i problemi legati a queste attività: per ora, in sostanza, più che di problemi si può parlare unicamente di “lacune”.

5.5 Conclusioni

La mappatura dei processi ha permesso all’azienda di addentrarsi per la prima volta in un’attenta analisi interna, utile sia alla direzione per capire dove si è – e decidere quindi dove si vuole andare – quanto ai dipendenti per “far sentire la propria voce”.

In questo senso, il process mapping è definito in questo lavoro come “enabler” del change management. Un change management che, per quanto effettuato “ex post”, e dunque necessariamente limitato nei suoi effetti e nella sua “potenza” non ha tralasciato nessuna delle sue anime – organizzativa ed individuale – per strada, ma è potuto invece partire dal lavoro puntuale imbastito per agire sistematicamente sulla struttura dell’azienda stessa, fino ad uscire anche dal suo raggio d’azione propriamente definito, allargandosi a dismisura fino ad inglobare una sorta di piano di miglioramento strutturato per punti facilmente dedotti dai problemi analizzati.

Il lavoro ha costituito una base importante per la crescita dell’azienda in un passaggio molto delicato della sua storia, dove un semplice errore nel calibrare un’azione può decretare il successo o la sconfitta dell’intera struttura organizzativa; al contempo, per il candidato è stata l’occasione per calare nel contesto aziendale principi e strumenti di 5 anni di studi nel settore, costituendone il giusto coronamento.

Il lavoro si chiude, dopo cenni bibliografici e ringraziamenti, riportando per esteso la Process Map realizzata in seno all’azienda, in lingua originale.

Bibliografia

Per la stesura del lavoro, con particolare riferimento alla parte concettuale, sono state utilizzate le seguenti fonti:

K. Lewin, Field Theory in Social Science, ed. Harper and Row

F.K. Pil, M. Holweg, Evolving from value chain to value grid, MIT Sloan Management Review

Michael E. Porter, Competitive advantage: creating and sustaining superior

performance, The Free Press

P. Senge, C.O. Scharmer, J. Jaworski, B.S. Flowers, Presence: Human Purpose and

the Field of the Future, Society for Organizational Learning

C. Argyris, Organizational Dynamic

K. Tucker, The Milan Approach to Family Therapy: A Critique

N.A. Worren, K. Ruddle, K. Moore, From Organizational Development to Change

Management: The Emergence of a New Profession, The Journal of Applied

Behavorial Science

R. Backhard, Organizational Development: Strategies and Models, Addison-Wesley E. Kubler-Ross, On Death and dying, MacMillan Company.

Si è inoltre fatto spesso riferimento al lavoro dei workshop di Assochange (associazione italiana di change management), in particolare al Gruppo di Lavoro 2 dell’anno 2006/07 del prof. Maurizio Cosco.

Ringraziamenti

Se si ringrazia, lo si fa col cuore. Il primo ringraziamento è allora per le persone che mi sono state più vicine, e che hanno vissuto sulla loro pelle la gestione del

mio cambiamento (geografico, surtout): da mio padre con cui ho diviso la dimora parigina nei 3 mesi di lavoro, a mia madre che ha saputo sopportare la lontananza, a Roberta che ha saputo soffrire e capire, e senza il cui apporto probabilmente oggi non sarei qui a presentare questo lavoro.

Ringraziamenti non solo operativi vanno poi al professor Dulmin, che già in sede di esame di TIGA ha sopportato la mia “malattia” per il Change Management e che è riuscito a seguirmi anche se Parigi e Pisa sono così lontane (soprattutto, perchè c’è di mezzo La Spezia); al dott. Sgalambro, che mi ha accolto a braccia aperte in Assochange guidando l’euforia per il tema della gestione del cambiamento che lui stesso mi aveva infuso, in quelle poche ore di lezione universitarie; al gruppo di lavoro 2 di Assochange ed in particolare al dott. Maurizio Cosco, che mi ha aperto nuovi orizzonti mentali palesandomi che per gestire il cambiamento bisogna soprattutto usare il cervello - e dunque conoscerlo -; ai colleghi in MTU France, che mi hanno fatto sentire un po’ meno lontano da casa, ed in particolar modo a Frédérique Loutte e Julien Waquet, che mi hanno reso un po’ meno antipatici i francesi – ed è un’impresa; ai 22 azzurri di Germania 2006 – menzione particolare per Materazzi e, dunque, per Zidane, ovviamente - che battendo nell’ordine Germania e Francia in semifinale e finale della Coppa del Mondo mi hanno permesso di calarmi nel contesto di un’azienda franco-tedesca con un giustificato complesso di superiorità.

Il ringraziamento si estenda poi a tutti coloro i quali mi sono stati vicini in questa esperienza, i miei amici ed i miei cari, che non mi hanno mai fatto pesare il fatto che questo tirocinio abbia tolto loro ore preziose.

Appe

ndice

: La Proc

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