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5. Dissertazione e analisi dei dati

5.6 Il Miralago del futuro

L’istituto Miralago ha saputo dare prova nel trascorso degli anni di sapersi modificare e adeguare ai bisogni e alle esigenze della propria utenza. Anche gli atelier si sono evoluti per rispondere in maniera più adeguata possibile ai desideri e ai bisogni delle persone accolte.

“Se pensiamo ai tempi, si faceva più arti marziali, quindi penso che in questo senso l’atelier ha dato prova di sapere togliere, inserire e riadattare l’attività in base all’età che ha di fronte, in base alle risposte che ha dall’utenza.” 36 Quindi anche le attività proposte sono state

cambiate o rivalutate e non devono per forza essere stabili nel tempo, ma possono e devono modificarsi a seconda di chi hanno di fronte. Nel rapporto “L’invecchiamento delle persone con disabilità” di Egloff & Pezzati, tra i cinque progetti presentati vi è quello dell’istituto Miralago. Nel 2010 la struttura si è posta alcuni obbiettivi per rispondere al nuovo fenomeno. Tra questi obbiettivi vi era uno specifico riguardante le attività diurne; l’educatore deve cercare di riconoscere i nuovi bisogni e dare delle risposte adeguate (Egloff & Pezzati, 2016). Come emerso nei capitoli precedenti gli operatori sociali sono consapevoli del processo di invecchiamento presente in alcuni degli utenti e notano il cambiamento del ritmo e il bisogno di maggior riposo. Si stanno infatti attivando per trovare delle soluzioni adeguate che rispettino le nuove esigenze ma che allo stesso tempo permettono alla persona di

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mantenere le abilità acquisite e di dare un senso alle proprie giornate. Diversi piccoli cambiamenti sono già stati attuati, come ad esempio i momenti di rientro in gruppo per gli utenti che mostrano maggior stanchezza. “Però, si ecco alcune cose sono state fatte, alcune

cose vengono quotidianamente fatte, altre bisognerà farle, perché i tempi è una cosa sulla

qual bisogna veramente riflettere seriamente.” 37 Ci si rende anche conto che bisogna ancora

attuare dei cambiamenti e che inoltre sarà necessario prendersi del tempo per affrontare la tematica dell’invecchiamento e per creare una visione comune. Il processo di invecchiamento è visibile a tutti gli operatori ma essendo un fenomeno nuovo non si hanno ancora delle risposte programmate e stabili ma bisogna affrontare la tematica e capire cosa modificare per garantire alle persone che invecchiano una vita di qualità. “Però nel concreto

si parla dell’invecchiamento al Miralago da tanti anni, però il discorso in sé, anche negli atelier non è mai stato affrontato, ce lo diciamo, “no stanno invecchiando allora magari facciamo più individuali, lo lasciamo magari di più in gruppo che si riposi”, si però cosa possiamo fare con questa persona, non è che passa la giornata in gruppo a riposare e fare niente.” 38 Dunque, risulta essere un argomento sentito da tutto il personale e sul quale si

riflette costantemente, ma bisogna ancora capire quali sono le soluzioni migliori da offrire ad un’utenza che invecchia. Vi sono ora diverse ipotesi per il futuro; c’è chi pensa ad esempio di aumentare i momenti di rientro in gruppo, chi parla invece di una diminuzione dei tempi di attività e chi riflette su dei nuovi atelier strutturati in maniera tale da rispettare maggiormente i bisogni delle persone che invecchiano. Si sta iniziando altresì a contemplare il modello delle attività presenti nelle case per anziani per capire il loro funzionamento e la loro struttura, comprendere come vengono offerte le attività e con quali tempistiche. In ogni caso ci si rende conto che un cambiamento sarà necessario per seguire, come fatto fino ad ora, il corso di vita. “(…) ma non è neanche un cambiamento è proprio il seguire il corso della vita.

L’istituto Miralago anni fa ha fatto la scelta di non più essere un istituto per bambini ma di adattarsi al corso della vita, e il corso della vita è proprio questo, quindi erano bambini, sono diventati adulti quindi si è lavorato con gli adulti e adesso alcuni stanno invecchiando, quindi il corso della vita ci porta a adattarci a questo e credo che questo è un cambiamento molto forte.” 39

Attualmente si stanno realizzando dei progetti di cambiamento molto importanti per l’istituto Miralago. È stata avviata da un paio di anni la costruzione di un terzo edificio pensato proprio per garantire una soluzione abitativa adeguata agli utenti che invecchiano e necessitano un accompagnamento nell’ultima fase della vita (Egloff & Pezzati, 2016, p. 83). “(…) l’idea che

c’è dietro è proprio poter accogliere persone che hanno dei bisogni particolari legati all’età. Quindi sarà un po’ il nostro gruppo di utenti che sono invecchiati e che hanno dei bisogni particolari chiaramente a livello di salute.” 40 In quest’ultimo anno si sta inoltre procedendo all’inserimento della comunicazione aumentativa alternativa (detta anche CAA). Per comunicazione aumentativa alternativa si intende: “(...) un insieme di conoscenze, tecniche,

strategie e tecnologie atte a semplificare ed incrementare la comunicazione nelle persone che hanno difficoltà ad usare i più comuni canali comunicativi, con particolare riguardo al linguaggio orale e alla scrittura.” (Rivarola, 2019, p. 3). La CAA vuole dare voce alle persone

37 Vedi allegato 11: Trascrizione intervista 5 38 Vedi allegato 13: Trascrizione intervista 7 39 Vedi allegato 13: Trascrizione intervista 7 40 Vedi allegato 13: Trascrizione intervista 7

e permettergli di prendere delle decisioni autonomamente. Qualunque persona ha il diritto di potersi esprimere e comunicare quello che prova e quello che desidera, anche una persona che non è in grado di accedere al linguaggio verbale. Anche nell’ultima fase della vita risulta fondamentale stimolare l’utente alla comunicazione e attraverso le attività permettergli di agire in autonomia (Piccinino & Santa Maria, 2013). “Inserire la comunicazione aumentativa

in un’età adulta verso l’invecchiamento non è sicuramente un compito scontato ma abbiamo

sicuramente una grande risorsa nell’ambito della tecnologia.” 41 Pur non essendo facile

inserire questo strumento nell’età adulta, è necessario per assicurare una vita di qualità.

“Penso che la qualità di vita di una persona disabile soprattutto con un handicap severo

parte proprio dal poter fare anche la minima scelta (…)” 42

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