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Misure di igiene e di assistenza

L’igiene è la disciplina che si propone di promuovere e conservare la salute individuale e collet-tiva. Il paziente portatore di accesso vascolare può sviluppare una complicanza infettiva, una delle più gravi e frequenti. Gli interventi di prevenzione di tale complicanza rappresentano un imperativo categorico, perché il problema può trarre origine da comportamenti inadeguati degli operatori sani-tari. Le buone pratiche di assistenza, strategiche per la prevenzione della complicanza infettiva, richiedono:

1. igiene dell’operatore sanitario;

2. igiene personale del paziente;

3. misure di asepsi, antisepsi, disinfezione di dispositivi medici e di attrezzature medicali, steri-lizzazione;

4. adozione di precauzioni standard e specifiche per prevenire e controllare la trasmissione delle infezioni;

5. pulizia e disinfezione delle superfici di lavoro e dell’ambiente, educazione del paziente e/o caregiver, organizzazione delle cure, formazione degli operatori.

Le misure di riconosciuta efficacia per la prevenzione delle infezioni si articolano in tre fasi: prima, durante e dopo l’inserimento del catetere e in entrambe sono presenti le misure di igiene che riguar-dano gli operatori sanitari, il paziente e i dispositivi medici.

1. Igiene dell’operatore sanitario

L’igiene dell’operatore prevede la corretta tenuta della divisa e l’igiene delle mani. La divisa degli operatori viene quotidianamente a contatto con superfici contaminate (es. effetti letterecci dei pazienti) e rappresenta un veicolo di trasmissione di microrganismi da un paziente all’altro o da una superficie all’altra. Pertanto, si raccomanda la periodica sostituzione della divisa e la sua protezione con camici monouso puliti durante alcune pratiche assistenziali contaminanti, oppure camici sterili durante procedure assistenziali che richiedono la massima asepsi.

L’igiene delle mani è la principale misura per ridurre le infezioni, una pratica semplice e molto efficace per il loro controllo. La modalità corretta di igiene delle mani deve essere scelta in base al tipo di pratica assistenziale che si compie e al rischio di trasmissione di microrganismi potenzial-mente patogeni, compresi quelli multiresistenti. Si raccomandano i cinque momenti per l’igiene delle mani, vale a dire prima del contatto con il paziente, prima di una manovra asettica, dopo l’esposi-zione ad un liquido biologico, dopo il contatto con il paziente, dopo il contatto con ciò che sta attorno al paziente. La frequente manipolazione dei dispositivi vascolari a cura degli operatori sanitari rap-presenta una causa di loro contaminazione. L’igiene delle mani può essere praticata con acqua e detergente al lavandino, con frizione alcolica, con acqua e soluzione antisettica. L’accuratezza della

28 pratica di igiene delle mani è fondamentale per ottenere l’abbattimento della carica batterica pre-sente sulla superficie cutanea. Si rimanda in ogni caso alla procedura aziendale sull’igiene delle mani degli operatori.

In riferimento all’uso dei guanti, le mani devono essere lavate con acqua e detergente o trattate con un antisettico prima e dopo aver indossato un paio di guanti puliti o sterili; questo dispo-sitivo adempie agli obiettivi di protezione dell’operatore e del paziente se si rispetta la sua corretta conservazione. Un guanto contaminato è un veicolo di trasmissione di microrganismi; tale contami-nazione può non essere visibile. Altri aspetti importanti sono la modalità di vestizione dei guanti, la modalità di utilizzo e di rimozione. Se non si rispetta la tecnica asettica quando s’indossa un guanto sterile, si compromette la sterilità del dispositivo e se non si rispetta l’adeguata modalità di rimozione dei guanti si contamina la superficie cutanea delle mani dell’operatore. Per la buona pratica di rimo-zione dei dispositivi di proterimo-zione individuale bisogna seguire la procedura aziendale.

2. Igiene personale del paziente

La cute di una persona normalmente è colonizzata da una flora batterica permanente e tran-sitoria. Alla prima appartengono per lo più cocchi, bacilli gram positivi e lieviti liofili, la seconda com-prende germi giunti sulla cute o per contiguità. La flora cutanea si modifica in base al livello di igiene personale, all’attività della persona, allo stato di salute/malattia, all’ambiente che frequenta. I batteri più frequentemente presenti sulla cute sono: Staphylococcus epeidermidis, Staphylococcus aureus, Streptococcus pyogenes, Corynebacteria, Mycobacteria (atipici). Le cure igieniche di base sono parte integrante del piano di assistenza di un paziente in ospedale. Un paziente “pulito” contribuisce a controllare la disseminazione di batteri nell’ambiente e rappresenta un elemento di benessere della persona e di controllo della colonizzazione microbica della superficie cutanea.

3. Misure di asepsi, antisepsi, disinfezione di dispositivi medici e attrezzature medicali, sterilizzazione

La corretta antisepsi, disinfezione e sterilizzazione rivestono un ruolo fondamentale per il controllo del rischio infettivo e senza di esse si minaccia la sicurezza delle cure sanitarie. Occorre ricordare che l’efficacia di antisettici e disinfettanti è condizionata da tre principali fattori: le caratte-ristiche della soluzione, la corretta indicazione d’uso, le modalità di impiego. Spaulding (1968) ha fornito i criteri, ancora attuali, per definire gli obiettivi di disinfezione e sterilizzazione e ha suddiviso in tre categorie - critico, semicritico e non critico - l’oggetto da disinfettare o sterilizzare in base al suo utilizzo.

Prima di un accesso vascolare occorre eseguire l’antisepsi della cute. Per antisepsi si intende la procedura che distrugge o inibisce la moltiplicazione dei microrganismi presenti sui tessuti viventi.

L’antisettico è la sostanza che previene o arresta l’azione e la crescita dei microrganismi patogeni tramite l’inibizione della loro attività o la loro distruzione; il termine si utilizza normalmente per indi-care le sostanze impiegate sui tessuti viventi. Per disinfezione si intende il procedimento chimico o fisico che si propone di abbassare a livelli di sicurezza il numero di microrganismi patogeni presenti

29 sulle superfici e sugli oggetti inanimati, ad eccezione delle spore batteriche. Il disinfettante è l’agente chimico ad attività antimicrobica aspecifica destinato all’impiego su oggetti o substrati inanimati.

Sterilità, asepsi e tecnica asettica "no-touch" sono un trinomio inscindibile per preservare un campo sterile. La tecnica “no-touch” previene la contaminazione diretta e indiretta delle componenti essen-ziali di ciascuna procedura per mezzo di un metodo consistente nel non toccare (no touch) tali parti, associato ad altre precauzioni appropriate.

L’antisettico di prima scelta è la clorexidina al 2% in alcool isopropilico al 70% da sostituire con Iodopovidone al 10% in casi di allergia documentata alla clorexidina (Loveday, 2014). La moda-lità di antisepsi della cute del sito d’impianto si può avvalere di un applicatore monouso di clorexidina gluconata al 2% in alcool isopropilico al 70%. Con entrambe le modalità è necessario lasciar asciu-gare la cute (Loveday, 2014). I dispositivi medici e le attrezzature medicali devono essere sottoposti al processo di pulizia, disinfezione o sterilizzazione in base alle caratteristiche tecniche dello stesso secondo i protocolli aziendali.

4. Adozione di precauzioni standard e specifiche per prevenire e controllare la trasmis-sione delle infezioni

Le Precauzioni Standard riportate dai CDC hanno l'obiettivo del superamento dei limiti dei precedenti sistemi basati sulla diagnosi o sul sospetto di infezione: è infatti fondamentale che gli operatori adottino un approccio verso il paziente basato sulle procedure che costituiscono “potenziali fonti di rischio” e non sulla conoscenza della diagnosi o del sospetto di infezione della persona as-sistita. L'orientamento di queste precauzioni mira essenzialmente a interventi di carattere preventivo che rappresentano il modo più efficace per ridurre il rischio di trasmissione di microrganismi in tutti gli ambiti di cura, sia da fonti note sia da quelle non note. Esse includono:

− l'igiene delle mani;

− l'uso dei DPI (guanti, camici, filtranti facciali, schermi facciali, ecc.) in funzione della prevista esposizione;

− il ricondizionamento di apparecchiature, attrezzature, oggetti, dispositivi medici utilizzati;

− il trasporto di campioni biologici;

− lo smaltimento dei rifiuti;

− la gestione della biancheria;

− la pulizia e la disinfezione ambientale;

− la collocazione del paziente;

− l’informazione sanitaria al degente ed ai visitatori.

Le precauzioni basate sulla modalità di trasmissione (Precauzioni Specifiche) sono indicate per pazienti con infezione accertata, sospetta o per pazienti colonizzati da patogeni altamente trasmis-sibili o epidemiologicamente importanti per i quali sono necessarie, per interrompere la catena di

30 trasmissione, misure aggiuntive oltre le PS. Le misure specifiche aggiuntive sono finalizzate a pre-venire la trasmissione per via aerea, droplet/goccioline, contatto.

5. Pulizia e disinfezione delle superfici di lavoro e dell’ambiente, educazione del pa-ziente e/o caregiver, organizzazione delle cure, formazione degli operatori.

E infine necessario monitorare la corretta pulizia e disinfezione delle superfici di lavoro e dell’ambiente, informare ed educare il paziente e/o il caregiver sulle norme igieniche da osservare (vedi All. 8 “Guida informativa per il paziente e/o caregiver con device vascolare al domicilio”), valu-tare l’organizzazione del lavoro/ delle cure e la formazione continua degli operatori, anch’essi ele-menti imprescindibili per garantire la qualità e la sicurezza delle cure.

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