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L’intervento in oggetto si sviluppa in una porzione di territorio già soggetta ad un’elevata pressione antropica, pertanto da questo punto di vista l’impatto sistemico delle opere previste non incide significativamente sulla qualità dell’ecosistema. Inoltre, l’intervento proposto non comporterà una riduzione delle aree di rifugio e di alimentazione per la componente faunistica presente.

4.6.2 Qualità dell’aria ed emissioni odorigene

Relativamente alle emissioni originate dall’allevamento, ricordiamo quanto affermato dalla Linea Guida di settore “tra gli inquinanti, l’attenzione maggiore viene rivolta all’ammoniaca, essendo questo il gas emesso in maggiore quantità e per il quale esiste il maggior numero di dati. Si assume, tuttavia, che le tecniche in grado di ridurre significativamente le emissioni ammoniacali, manifestino un’efficacia analoga nel ridurre le emissioni degli altri gas, odori compresi”.

Pertanto le strutture di allevamento saranno realizzate tenendo conto delle migliori tecniche disponibili, al fine di minimizzare le emissioni, come riportato anche al paragrafo 3.3.

Inoltre, in riferimento al documento “aggiornamento del Piano Regionale di miglioramento della qualità dell’aria” pubblicato sul BUR del 27 marzo 2013, al paragrafo 2 possiamo leggere che: “La zona di pianura comprende la parte bassa della regione ad esclusione della provincia di Trieste.

Ha un’estensione di 3940 km2 ed include il campo di Osoppo, l’anfiteatro morenico, l’alta pianura, i lembi sud delle Prealpi Carniche e delle Prealpi Giulie, la bassa pianura fino alla costa.

La zona di pianura è composta da 142 comuni, 887723 abitanti con una densità abitativa media di 225 ab/km2.

In relazione alla diluizione si osservano aree diverse con tendenza ad un maggiore ristagno nella parte occidentale (provincia di Pordenone) e nella bassa pianura orientale fino all’area costiera. Valori più elevati si riscontrano nella pianura centrale e nelle aree orientali (area cividalese e goriziana).

Il carico emissivo per le polveri è ascrivibile in primo luogo alla combustione non industriale ed in secondo luogo al trasporto su strada. Per i precursori dell’ozono e per gli ossidi di azoto è significativo il trasporto su strada. Il trasporto su strada è ancora la principale sorgente per il monossido di carbonio mentre la combustione nell’industria è il macrosettore predominante per le emissioni di piombo, arsenico e cadmio. La presenza di un’importante centrale termoelettrica nella zona (area monfalconese) fa sì che le principali emissioni di biossido di zolfo e di nichel siano da attribuire al macrosettore “produzione di energia e trasformazione di combustibili”. In generale tuttavia la zona è caratterizzata da emissioni diffuse dovute sia alle caratteristiche residenziali della pianura friulana (urbanizzato diffuso a bassa densità) sia alla presenza sul territorio di numerose realtà artigianali/industriali medio piccole.”

Per l’allevamento in questione, è stata simulata unicamente la dispersione degli odori originati dall’attività (cfr. relazione tecnica LOD – RT 466/18) e quindi non è possibile condurre un raffronto con i dati regionali.

4.6.2.1 Modello di dispersione dell’odore: stato previsionale

I valori di portata utilizzati come dato di input per quanto riguarda il fabbricato esistente ed in riferimento al modello predittivo sono stati calcolati in base al numero dei capi ed al loro fattore emissivo tratto dalla letteratura (IPPC SRG 6.02 - Farming). Il numero di punti emissivi per il fabbricato esistente è rimasto inalterato rispetto alla modellizzazione dello stato attuale (cfr. paragrafo 4.3.1). Inoltre il fattore emissivo per ciascun capo è stato ridotto, in funzione dello spostamento della fossa dei liquami all’esterno del fabbricato. Infatti è intenzione dell’azienda agricola realizzare le vasche di stoccaggio dei liquami chiuse e coperte, all’esterno della struttura di stabulazione (vasche F e G di figura 14).

Per quanto riguarda la modellizzazione dell’odore emesso dagli altri fabbricati sono stati considerati diversi punti emissivi ed i valori di portata di odore sono stati stimati in relazione alle dimensioni delle strutture stesse, alla tipologia di utilizzo dei fabbricati (diverse fasi di allevamento dei suini) ed alle MTD.

Per i “fabbricati nuovi” si è considerata un’altezza di emissione dell’aria interna pari ad 6 metri (ventilazione naturale con ricambi aria dal cupolino) con una velocità calcolata per ogni capannone (calcolo condotto in base alle dimensioni dei locali ed al numero di ricambi d’aria orari che garantiscono il benessere animale e che abbiamo considerato essere uguale a 8).

I valori di portata di odore in ingresso nella simulazione matematica sono riportati nella tabella seguente:

Tabella 7: Tabella riassuntiva dei dati di input al modello dello stato attuale

Tabella 8: sintesi dei dati di input al modello previsionale

C 6 1.250 svezzamento Pavimento convenzionale,

completamente fessurato 7.500

D 10 1.800 ingrasso Pavimento parzialmente

fessurato 18.000

Totale 4.750 42.500

Come accennato, l’ampliamento dell’allevamento prevede il trasferimento della fossa dei liquami al di fuori del fabbricato esistente (allo stato attuale tale fossa è posizionata al di sotto del piano di calpestio degli animali all’interno del fabbricato).

Dal confronto tra la tabella riportata sopra e quella del paragrafo 4.5.2.2 si evince che, pur in seguito ad un ampliamento del numero dei capi (da 1.700 a 4.750), il valore di portata totale di odore emessa dall’allevamento diminuisce (da 53.800 a 42.500). Tale risultato è ottenuto in seguito a:

• modifiche previste sul fabbricato esistente (spostamento della fossa dei liquami all’esterno, sostituzione della pavimentazione esistente con una di tipo parzialmente fessurato);

• utilizzo delle MTD nei fabbricati ancora in fase progettuale (pavimentazioni parzialmente fessurate, utilizzo ventilatori con emissioni in altezza ecc..).

Nella figura sottostante si riporta la mappa relativa alle curve di isoconcentrazione delle ouE/m3 in ricaduta sul territorio in termini del 98°percentile su base annua per le emissioni in esame nelle condizioni post ampliamento.

Figura 33: mappa del 98° percentile su base annua dell’unità di odore espresse in unità odorimetriche al metro cubo – POST Ampliamento.

Nella tabella sottostante è calcolato il 98° percentile, riferito sia alla simulazione pre (rif. paragrafo 4.5.2.2) che alla situazione post.

Tabella 9: 98° percentile e massimo delle concentrazioni orarie di picco ai recettori sensibili.

La modellistica della dispersione ha consentito di visualizzare le isoplete di ricaduta dell’odore sul territorio circostante allo stabilimento in esame.

In base a quanto sopra esposto si può affermare che, nella condizione emissiva post ampliamento, nessuno dei ricettori supera la soglia superiore di accettabilità della già citata D.G.R. Lombardia n.

IX/3018 del 15 Febbraio 2012 “Determinazioni generali in merito alla caratterizzazione delle emissioni gassose in atmosfera derivanti da attività a forte impatto odorigeno”.

Si evidenzia inoltre una netta riduzione dell’impatto odorigeno sul territorio circostante il sito oggetto di studio.

4.6.3 Fase di cantiere

Si ritiene che le misure mitigative per la fase di cantiere relative ai principali impatti precedentemente descritti siano quelle che generalmente si adottano nell’ambito di qualsiasi cantiere, con movimentazione di significativi volumi di terra.

In particolare si rileva che potranno essere adottate alcune misure aggiuntive quali:

• Utilizzo di Sali di calcio e/o acqua, per limitare il sollevamento di qualsiasi materiale fino;

• Una regolamentazione dei flussi di mezzi pesanti da e per il cantiere, per evitare situazioni di appesantimento eccessivo del traffico locale. Verranno privilegiate, per la viabilità, le strade che non interessano i centri abitati.

4.6.4 Emissioni sonore

Il gestore dell’allevamento ha commissionato uno studio fonometrico, a firma dell’ing. Stefano Pistis (vedi allegato DOCUMENTO DI PREVISIONE IMPATTO ACUSTICO AMBIENTALE (L.R. 16/2007 – L.

447/1995)). Le misure sono state effettuate durante la normale attività lavorativa provvedendo a spegnere prima tutte le sorgenti e successivamente a riattivarle; dai rilievi effettuati emerge che i livelli riscontrati sono influenzati principalmente dal traffico stradale di via Cisterna, in quanto il livello di rumore ambientale risulta inferiore al livello di rumore residuo, mentre il livello percentile 90 (L90) risulta identico.

Per ulteriori chiarimenti, si rimanda al documento allegato.

4.6.5 Scarichi idrici

Come visto nei paragrafi precedenti, la realtà dell’allevamento non è collegata alla fognatura. Non è prevista nessuna modifica nella produzione di acque reflue di scarico, sia nere che saponate.

Sarà quindi utilizzato l’esistente impianto di smaltimento che prevede un bacino condensa grassi per le acque saponate provenienti dal bagno, una fossa Imhoff per quelle nere ed un pozzo perdente.

4.6.6 Rifiuti

Come visto nei paragrafi precedenti, lo stabilimento ha:

• Definito in modo preciso le zone di stoccaggio dei rifiuti prodotti;

• Individuato alcune ditte autorizzate per lo smaltimento (ad esempio Associazione Allevatori per il codice CER 150110*).

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