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LOD SRL. Spin off universitario. Azienda Agricola Collinare di Melchior Valentino e Cristiano

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LOD Laboratorio Olfattometria Dinamica

DOC. N° RT 582/18 LOD. Rev.00

Data: 8 novembre 2018

DITTA Azienda Agricola Collinare di Melchior Valentino e Cristiano

OGGETTO STUDIO IMPATTO AMBIENTALE – Valutazione Impatto Ambientale

IMPIANTO Allevamento di suini

Rive d’Arcano (UD)

Responsabile tecnico ing. Silvia Rivilli

LOD

SRL

Spin – off universitario

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Indice

1 Premessa ... 6

1.1 Caratteristiche della procedura di verifica ... 6

1.2 Localizzazione dell’impianto ... 7

1.3 Definizione dell’area di intervento... 7

1.4 Definizione temporale dell’intervento ... 7

1.5 Quadro di riferimento legislativo ... 7

2 Quadro di riferimento programmatico ... 9

2.1 Piano Urbanistico Regionale Generale ... 10

2.2 Salvaguardia paesaggistico – ambientale ... 12

2.2.1 Piano Territoriale Regionale – aree di pregio naturalistico – paesaggistico. Azioni di piano 14 2.2.2 Piano Territoriale Regionale – aree soggette a vincoli di tutela ... 18

2.3 Strumenti urbanistici comunali generali ed attuativi ... 18

2.4 Compatibilità con il quadro programmatico ... 18

3 Quadro di riferimento progettuale ... 19

3.1 Inquadramento catastale e destinazione urbanistica dell’area ... 19

3.2 Descrizione del progetto ... 19

3.2.1 Caratteristiche architettoniche dei fabbricati a progetto ... 21

3.3 BAT ADOTTATE ... 25

3.4 Personale ... 56

3.5 Materie prime ... 56

3.6 Emissioni ... 56

3.7 Compatibilità ambientale dell’attività ... 56

4 Quadro di riferimento ambientale ... 58

4.1 Geologia ... 59

4.1.1 Classificazione sismica ... 61

4.1.2 Caratteristiche idrologiche e idrografiche ... 63

(4)

4.1.3 Considerazioni conclusive – impatti e mitigazioni ... 63

4.2 Clima ... 64

4.2.1 Temperatura ... 64

4.2.2 Piovosità ... 66

4.2.3 Venti ... 70

4.3 Ecologia ... 74

4.3.1 Assetto vegetazionale ... 74

4.3.2 Sistema agro – ecologico ... 75

4.3.3 Sistema faunistico ... 76

4.4 Valenze ambientali dell’area di intervento e del contorno ... 77

4.5 Impatti potenziali sul sistema locale: i fattori di pressione ... 79

4.5.1 Aspetti ecologici ... 79

4.5.2 Qualità dell’aria ... 79

4.5.3 Emissioni sonore ... 83

4.5.4 Rifiuti... 84

4.5.5 Sottoprodotti ... 84

4.5.6 Liquame ... 85

4.5.7 Utilizzo della risorsa idrica e scarichi idrici ... 85

4.5.8 Fase di cantiere ... 86

4.6 Misure mitigative ... 86

4.6.1 Aspetti ecologici ... 86

4.6.2 Qualità dell’aria ed emissioni odorigene ... 86

4.6.3 Fase di cantiere ... 90

4.6.4 Emissioni sonore ... 90

4.6.5 Scarichi idrici ... 91

4.6.6 Rifiuti... 91

4.7 Piano territoriale regionale – Ambiti paesaggistici ... 91

4.7.1 AP19 –alta pianura friulana con colonizzazioni agrarie antiche ... 91

4.7.2 AP15 – colline moreniche del Tagliamento ... 95

4.8 Sistema ecologico vegetazionale ... 100

4.9 Sito: Quadri di Fagagna (tipo di sito:B ,codice sito: IT3320022) ... 101

4.10 Infrastrutture, viabilità e carico di traffico. ... 101

4.10.1 Valutazione degli impatti ... 102

4.11 Analisi dei contenuti socio – economici dell’iniziativa ... 102

5 Proposta di piano di monitoraggio ... 103

6 Valutazione alternative ... 104

6.1 Valutazione delle alternative - conclusioni ... 104

(5)

7 Conclusioni: caratteristiche dell’impatto potenziale ... 105 8 Bibliografia ... 106

(6)

1 Premessa

1.1 Caratteristiche della procedura di verifica

La presente relazione viene redatta al fine di ottemperare alle prescrizioni della LR 43/90, art. 9 bis, fornendo i dati necessari a compiere la verifica circa la Valutazione di Impatto Ambientale riguardante l’ampliamento di un’attività di allevamento di suini esistente di proprietà dell’Azienda Agricola “Collinare”

di Melchior Valentino e Cristiano, situato in comune di Rive d'Arcano, al confine con il territorio comunale di Coseano (UD). Nell’anno 2011 è stato presentato uno studio di sviluppo aziendale attraverso P.A.C. di iniziativa privata approvato con delibera Consiglio Comunale n. 13 del 30.05.2013 e successiva variante approvata con delibera Consiglio Comunale n. 30 in data 28.07.2018. l’attività è stata assoggettata a VAS.

L’impianto si compone di due comparti l’uno in sottozona E7 (Allevamenti zootecnici di carattere industriale singoli esistenti) comparto 14, l’altro, che lo perimetra, in sottozona E6.1 (ambiti di interesse agricolo – produttivo). I comparti rispettano ciascuno le norme del PRGC.

I terreni interessati sono quelli contraddistinti:

• per il comparto zona E7 al F. n. 18 del comune di Rive d'Arcano, mapp. 88, 89, 90 e parziali 92, 93, 94, 95;

• per il comparto zona E6.1 al F.n.18 del Comune di Rive d'Arcano, mapp. 84, 87, 91, 96, 189, 190, 200, 244, parziali 92, 93, 94, 95.

I terreni sono tutti di proprietà della ditta proponente.

L’intervento previsto prefigge il mantenimento delle aree e l’ampliamento delle strutture produttive, la salvaguardia degli elementi arborei e morfologici del paesaggio, comprensivi dell'esecuzione degli interventi di ricostituzione ambientale e paesaggistica mediante la messa a dimora di filari arborati.

Lo studio di impatto ambientale ha acquisito in via preliminare alcuni dati che ne hanno delimitato il campo di analisi e valutazione: il sito destinato all’intervento è già stato individuato dal proponente, in quanto già di sua proprietà. Pertanto non sono state esaminate alternative di sito.

Ciò premesso, lo studio di impatto ambientale ha adottato per comodità esplicativa lo schema metodologico di cui al D.P.C.M. del 27 dicembre 1988, concernente “Norme tecniche per la redazione degli studi di impatto ambientale”, vale a dire che è stato suddiviso nei tre “Quadri di riferimento” qui di seguito sinteticamente richiamati:

• Quadro di riferimento programmatico: fornisce gli elementi conoscitivi sulle relazioni tra l'opera progettata e gli atti di pianificazione e programmazione territoriale e settoriale. Esso comprende in particolare la descrizione dei rapporti di coerenza del progetto in relazione agli stati di attuazione degli strumenti pianificatori;

• Quadro di riferimento progettuale: descrive il progetto e le soluzioni adottate, nonché l’inquadramento generale dell’opera nel territorio inteso come sito e come area vasta interessati.

Inoltre concorre al giudizio di compatibilità ambientale descrivendo le misure che il proponente dichiara di adottare al fine del migliore inserimento dell’opera nell’ambiente;

• Quadro di riferimento ambientale: definisce le componenti ed i sistemi ambientali potenzialmente interessati dal progetto, sviluppandosi secondo i criteri descrittivi, analitici e previsionali. In particolare individua i “bersagli ambientali” di maggior rilievo in relazione all’intervento previsto e ne approfondisce le tematiche. Infine propone azioni volte alla mitigazione, minimizzazione e/o compensazione degli impatti rilevati.

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1.2 Localizzazione dell’impianto

L’impianto oggetto del progetto di ampliamento si trova in zona agricola sita nel comune di Rive d’Arcano (UD).

1.3 Definizione dell’area di intervento

Nell’ambito di uno studio di impatto ambientale, la definizione dell’area di indagine (analoga alla procedura del V.I.A.) costituisce una delle principali difficoltà concettuali, in quanto in essa tendono a sovrapporsi diversi approcci e metodi sia di tipo ambientale, che amministrativo, che tecnico, i quali rendono difficile l’adozione di criteri univoci ed universali. Gli effetti di un qualsiasi intervento possono manifestarsi entro aree piuttosto variabili, sia in base alla tipologia dell’impatto considerato, che in funzione delle componenti ambientali considerate.

Nel presente caso di studio, si è definito che per l’eventuale realizzazione dell’impianto in progetto, l’area potenzialmente coinvolta sia quella posta entro un raggio di circa 2.000 m dal sito per la gran parte delle componenti ambientali ed antropiche analizzate, mentre per altre, ad esempio il sistema infrastrutturale stradale, l’analisi è stata ampliata entro un raggio di 5.000 metri.

1.4 Definizione temporale dell’intervento

Per l’esecuzione degli interventi progettuali necessari per la realizzazione dell’ampliamento dello stabilimento in progetto, si stima un impegno temporale di circa 1 anno.

1.5 Quadro di riferimento legislativo

Il D.Lgs 152 del 2006 e s.m.i., all’articolo 3 – quater, definisce “ la sostenibilità ambientale come la garanzia che il soddisfacimento delle generazioni attuali non comprometta la qualità della vita e le possibilità delle generazioni future “ inoltre “ deve consentire di individuare un equilibrato rapporto , nell’ambito delle risorse ereditate, tra quelle da risparmiare e quelle da trasmettere affinché nell’ambito delle dinamiche della produzione e del consumo si inserisca altresì il principio di solidarietà per salvaguardare e per migliorare la qualità dell’ambiente anche futuro”.

Per quanto riguarda il progetto in particolare il Decreto 29 gennaio 2007 – “Emanazione di linee guida per l’individuazione e l’utilizzazione delle migliori tecniche disponibili, in materia di allevamenti, macelli e trattamento di carcasse, per le attività elencate nell’allegato I del Decreto Legislativo 18 febbraio 2005, n.

59”,riporta che “In tutti i Paesi comunitari sia l’allevamento avicolo che quello suinicolo hanno prodotto un miglioramento dei redditi degli agricoltori e, conseguentemente, delle condizioni economiche delle famiglie rurali.

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Ciò ha comportato effetti positivi, sia a monte, con l’assorbimento delle produzioni cerealicolo utilizzate per i mangimi, sia a valle, con lo sviluppo dell’industria della trasformazione delle carni. Occorre sottolineare, in particolare, l’alta qualità raggiunta dalla produzione nazionale, orientata a fornire al consumatore alimenti avicoli e suinicoli di elevata qualità organolettica e nutritiva, oltre che igienico – sanitaria, ottenuta attraverso tempi e metodi di allevamento più lunghi di quelli generalmente utilizzati in altri paesi, ed utilizzando mangimi ad alto contenuto di cereali (55 – 75% di grano e granoturco a seconda della specie allevata).

In sintesi, si può affermare che negli ultimi 30 anni vi è stato in Italia un enorme aumento dei consumi di carne suina che sono stati soddisfatti soprattutto attraverso importazioni, mentre la produzione nazionale si è orientata verso produzione di qualità ad alto valore aggiunto. Si ricorda in tal senso che a 18 prodotti trasformati tipici della produzione nazionale, è stata riconosciuta la I.G.P. o la D.O.P. dalla Commissione Europea ai sensi del Regolamento 2081/92.

La vicinanza alle zone di produzione cerealicola ed ai principali nodi del sistema del trasporto ha favorito la concentrazione nell’area padana delle due tipologie di allevamento.”

Relativamente all’impatto ambientale del settore, il Decreto 29 gennaio 2007 illustra che “a seconda del ricettore finale i punti critici del processo di allevamento avicolo e suinicolo sono diversamente individuabili.

Nel caso dei ricettori acqua e suolo, è lo spandimento agronomico delle deiezioni il punto critico da tenere sotto controllo. È durante e dopo lo spandimento che quote più o meno importanti di nutrienti vengono cedute (tecnicamente si parla di rilascio) al corpo recettore, determinando gli episodi di inquinamento.

Nel caso del recettore aria, acquistano importanza le fasi di stoccaggio e, prima ancora, la fase di allontanamento degli effluenti dai ricoveri.”

I composti inquinanti da tenere sotto controllo sono definiti nella Decisione di Esecuzione (UE) 2017/302 della Commissione del 15 febbraio 2017 e i valori sono definiti come BAT AEL.

Inoltre, l’allevamento risponde alle BAT citate nel documento sopra riportato (vedi paragrafo 3.3.

relativo alle BAT adottate).

Vista le ridotte emissioni e l’aumento della capacità produttiva volta ad un maggiore benessere economico, il progetto può essere considerato sostenibile.

Il progetto rispetta anche le finalità strategiche definite dal Piano Territoriale Regionale negli obiettivi 27, 30 e 31 per quanto riguarda il miglioramento della condizione di vita degli individui, della comunità, degli ecosistemi e in generale l’innalzamento della qualità ambientale.

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2 Quadro di riferimento programmatico

Si riporta la localizzazione dell’allevamento rispetto al Piano Regolatore Comunale in essere.

Figura 1: estratto del Piano Regolatore Comunale di Rive d’Arcano, con ubicazione dell’allevamento

(10)

2.1 Piano Urbanistico Regionale Generale

Lo strumento di gestione territoriale della regione Friuli – Venezia Giulia è il Piano di Governo del Territorio (PGT), con il quale viene dato l'avvio della riforma della pianificazione territoriale, superando l'impostazione data dal vecchio Piano Urbanistico Regionale Generale (PURG). Questo strumento di pianificazione a scala regionale prevede che l’area di intervento ricada entro tra gli ambiti di paesaggio della zona collinare centrale.

Figura 2: collocazione dell’allevamento in progetto su un ingrandimento della Tavola 3 del PGT.

La zona è inserita nel Piano Regolatore Comunale di Rive d’Arcano parzialmente come zona E7 “zona di allevamenti zootecnici di carattere industriale e singoli esistenti” e come zona E6.1 “Ambiti di interesse agricolo produttivo”, in cui è consentita l’attività e la costruzione di edifici a fini agricoli.

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Figura 3: collocazione dell’allevamento in progetto su un ingrandimento della carta tecnica regionale.

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2.2 Salvaguardia paesaggistico – ambientale

Gli aspetti paesaggistico – ambientali, secondo le prescrizioni dello Statuto di Regione Autonoma sono gestiti dalla Regione Autonoma Friuli – Venezia Giulia e trovano rispondenza nel Piano Urbanistico Regionale. Va rilevato che questa procedura non collima con quanto previsto dalla normativa statale, definita dalla legge n. 431/1985 (legge “Galasso”, abrogata con il D. Lgs 29 ottobre 1999 n. 490 a sua volta abrogato con il D. Lgs 22 gennaio 2004 n. 42

"Codice dei beni culturali e del paesaggio, ai sensi dell'articolo 10 della legge 6 luglio 2002, n. 137"). La differenza interpretativa è data, oltre che alla precedenza cronologia dell’attuazione del P.U.R.G. rispetto alla legislazione nazionale di settore anche da una rivendicazione di competenza primaria in sede di attribuzioni dei poteri alla Regione Autonoma da parte dello Stato. È stato stabilito che questa contraddizione interpretativa della norma verrà superata, in sede di stesura della prossima variante generale al P.U.R.G.

che avrà anche i contenuti del Piano paesistico da redigere secondo le indicazioni del D. Lgs 22 gennaio 2004 n. 42.

Il D. Lgs 22 gennaio 2004 n. 42, all’art. 142, prescrive che siano sottoposti a vincolo paesaggistico:

“1. Fino all'approvazione del piano paesaggistico ai sensi dell'articolo 156, sono comunque sottoposti alle disposizioni di questo Titolo per il loro interesse paesaggistico:

a) i territori costieri compresi in una fascia della profondità di 300 metri dalla linea di battigia, anche per i terreni elevati sul mare;

b) i territori contermini ai laghi compresi in una fascia della profondità di 300 metri dalla linea di battigia, anche per i territori elevati sui laghi;

c) i fiumi, i torrenti, i corsi d'acqua iscritti negli elenchi previsti dal testo unico delle disposizioni di legge sulle acque ed impianti elettrici, approvato con regio decreto 11 dicembre 1933, n. 1775, e le relative sponde o piedi degli argini per una fascia di 150 metri ciascuna;

d) le montagne per la parte eccedente 1.600 metri sul livello del mare per la catena alpina e 1.200 metri sul livello del mare per la catena appenninica e per le isole;

e) i ghiacciai e i circhi glaciali;

f) i parchi e le riserve nazionali o regionali, nonché i territori di protezione esterna dei parchi;

g) i territori coperti da foreste e da boschi, ancorché percorsi o danneggiati dal fuoco, e quelli sottoposti a vincolo di rimboschimento, come definiti dall'articolo 2, commi 2 e 6, del decreto legislativo 18 maggio 2001, n. 227;

h) le aree assegnate alle università agrarie e le zone gravate da usi civici;

i) le zone umide incluse nell'elenco previsto dal decreto del Presidente della Repubblica 13 marzo 1976, n. 448;

l) i vulcani;

m) le zone di interesse archeologico individuate alla data di entrata in vigore del presente codice.”

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Figura 4: Cart. 3.2 – CARTA DI SINTESI DEL TERRITORIO REGIONALE INTERESSATO: parchi naturali regionali, riserve naturali regionali, biotopi, siti di importanza comunitaria, zone di protezione speciale, aree di salvaguardia per il reperimento prioritario - Anno 2008 (Fonte: RAFVG Direzione

centrale Risorse agricole, naturali e forestali).

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2.2.1 Piano Territoriale Regionale – aree di pregio naturalistico – paesaggistico. Azioni di piano

Alla luce di quanto sopra riportato, le parti di territorio contigue e soggette a tutela ambientale sono le seguenti:

• Fiumi – corsi d’acqua o Torrente Corno o Canale Giavons

o Canale Ledra-Tagliamento

Figura 5: zone vincolate ex art. 136 D.lgs 42/2004 – fonte: http://irdat.regione.fvg.it/WebGIS/

• Parchi regionali e riserve naturali regionali: Non presenti nel territorio di interesse.

• Ambiti di tutela ambientale (indicazione stralciata dalla L.R.42/1996): Nessuno nel territorio di interesse.

• Territori coperti da foreste e boschi: Nessuno nel territorio di interesse.

• Siti di importanza comunitaria (Natura 2000 SIC): Nessuno nel territorio di interesse.

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Figura 6: Biotopi e siti Natura 2000 SIC – fonte: http://irdat.regione.fvg.it/WebGIS/

• Biotopi: Nel Comune è presente il Biotopo naturale ID1: 8 “Prati di col San Floriano”; situato a più di 2000m dall’impianto.

Figura 7: biotopi – fonte: http://irdat.regione.fvg.it/WebGIS/

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• Aree di rilevante interesse ambientale (A.R.I.A.): Nessuno nel territorio di interesse.

Figura 8: ARIA – fonte: http://irdat.regione.fvg.it/WebGIS/

• Prati stabili: Dalla consultazione della Deliberazione della Giunta Regionale 14 settembre 2007 n. 2166 – L.R. 9/2005 art. 6 comma 4 “Norme regionali per la tutela dei prati stabili naturali” – Approvazione dell’inventario dei prati stabili – si è potuto verificare che l’area di intervento non ricade nell’inventario dei prati stabili.

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Figura 9: prati stabili – fonte: http://irdat.regione.fvg.it/WebGIS/

Si evidenzia, comunque, come l’allevamento in oggetto, non ricada all’interno di nessuna delle aree sopra citate e le distanze minime con il perimetro delle diverse aree soggette a tutela sono le seguenti:

Tabella 1: distanze rispetto alle aree tutelate.

sito Distanza in linea d’aria (km)

PRATI STABILI N. 5207 0.54

PRATI STABILI N. 5249 0.39

PRATI STABILI N. 4977 0.33

PRATI STABILI N. 8854 0.48

PRATI STABILI N. 1334 0.66

BIOTOPO ID8: Prati di Col San Floriano 5.90

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2.2.2 Piano Territoriale Regionale – aree soggette a vincoli di tutela

Altri vincoli territoriali aventi limitazioni al godimento del diritto di proprietà riguardano le servitù indotte da metanodotti, condotte fognarie e da linee aeree di trasporto di energia elettrica presenti in prossimità dell’area di intervento, oltre a questi vincoli vanno rispettate le fasce di rispetto stradale. Si rileva tuttavia che all’interno dell’area di impianto non vi è nessun vincolo di questo tipo.

Si precisa che ai sensi del D.P.G.R. n. 245/Pres. dell’8 luglio 1996 “Regolamento di esecuzione delle norme della Regione autonoma Friuli Venezia Giulia in materia di valutazione di impatto ambientale” l’area di intervento non rientra tra:

• Le aree di interesse naturalistico;

• Le aree soggette a rischio industriale;

• Le aree di interesse idrogeologico;

• Le aree di interesse artistico o storico.

2.3 Strumenti urbanistici comunali generali ed attuativi

La zona è inserita nel Piano Regolatore Comunale di Rive d’Arcano parzialmente come zona E7 “zona di allevamenti zootecnici di carattere industriale e singoli esistenti” e come zona E6.1 “Ambiti di interesse agricolo produttivo”, in cui è consentita l’attività e la costruzione di edifici a fini agricoli.

2.4 Compatibilità con il quadro programmatico

L’intervento in progetto di ampliamento di un allevamento suinicolo è in sintonia con le indicazioni programmatiche vigenti nel Comune di Rive d’Arcano.

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3 Quadro di riferimento progettuale

3.1 Inquadramento catastale e destinazione urbanistica dell’area

Il territorio del Comune di Rive d'Arcano si estende per circa 22 kmq e confina con i Comuni di Majano, San Daniele del Friuli, Fagagna, San Vito di Fagagna, Coseano, Dignano, Colloredo di Monte Albano.

Sotto il profilo urbanistico l’area interessata all’insediamento è inserita in Comune di Rive d’Arcano a sud della frazione di Rodeano Alto all’altezza della strada che collega l’abitato con il Comune di Coseano, foglio n. 13, mappali 86, 87, 88 e 132.

L’impianto si compone di due comparti l’uno in sottozona E7 (Allevamenti zootecnici di carattere industriale singoli esistenti) comparto 14, l’altro, che lo perimetra, in sottozona E6.1 (ambiti di interesse agricolo – produttivo). I comparti rispettano ciascuno le norme del PRGC.

I terreni interessati sono quelli contraddistinti:

• per il comparto zona E7 al F. n. 18 del comune di Rive d'Arcano, mapp. 88, 89, 90 e parziali 92, 93, 94, 95;

• per il comparto zona E6.1 al F.n.18 del Comune di Rive d'Arcano, mapp.84, 87, 91, 96, 189, 190, 200, 244, parziali 92, 93, 94, 95.

I terreni sono tutti di proprietà della ditta proponente.

L’accesso alla struttura avviene direttamente da una strada vicinale collegata con la strada SP 62 a Sud dell’abitato di Rodeano Alto.

3.2 Descrizione del progetto

Alla data attuale l’allevamento risulta autorizzato (con adesione all’Autorizzazione Generale – provincia di Udine, fascicolo interno 2012/258) per una capienza di n. 1700 capi sviluppantesi su una superficie di mq 1920 in unico fabbricato diviso in 9 settori d’allevamento (capannone A della figura sotto riportata) ed un’area servizi.

Il nuovo P.A.C. comprende nuove strutture da destinare all’azienda che aumenterebbero la presenza animale finale in n. 400 scrofe, n. 2200 suinetti e n. 3500 suini all’ingrasso, nonché una struttura da destinare a mangimificio e l’alloggio del custode.

Il progetto attuale comprende solo la costruzione di due nuovi corpi da destinare allo svezzamento con n. 1250 capi (capannone C della figura sotto riportata) ed all’ingrasso con n.

1800 capi (capannone D) e n. 2 vasche di stoccaggio reflui (vasche F e G).

Il locale E sarà adibito a magazzino.

Per i dettagli si rimanda alla “Relazione tecnica descrittiva – ampliamento fabbricati da destinare all’allevamento dei suini” allegata.

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Figura 10: ingrandimento della Tavola 1 allegata.

Attualmente l’allevamento è caratterizzato da pavimentazione completamente fessurata, con raccolta reflui direttamente sottostante; solo nell’ultimo settore di allevamento la raccolta dei reflui è posta sotto la pavimentazione fessurata e per tracimazione vengono trasferiti nella vasca del settore n. 6 adiacente. La ventilazione è forzata.

Come sopra esposto, il progetto prevede la realizzazione di una parte dell’intervento totale assentito con il P.A.C. di iniziativa privata e riguarda la costruzione di due nuove strutture di ingrasso e di svezzamento e due vasche reflui esterne, oltre ad un magazzino deposito scorte/attrezzi nonché interventi di adeguamento dei fabbricati esistenti.

Le strutture di allevamento nuove (capannoni) saranno caratterizzati da sistema vacuum per la raccolta degli effluenti di allevamento e da ventilazione naturale, automatizzata sia per quanto riguarda le finestre laterali che per il cupolino.

I reflui raccolti saranno inviati a due prevasche, aventi le stesse caratteristiche delle vasche principali, in cui saranno installate delle pompe di sollevamento. Le vasche saranno coperte.

Sui fabbricati esistenti verranno realizzate delle aperture alla base delle vasche poste sotto la pavimentazione fessurata, in modo da permetterne lo svuotamento tramite un

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sistema paragonabile al vacuum. Tutti i reflui saranno immessi delle vasche esterne di nuova costruzione.

Ad ultimazione della realizzazione, con il terreno di scavo sarà realizzato un rilevato di altezza 2,5 metri, posto a sud dell’allevamento. Inoltre su tutto il perimetro dell’attività verranno piantumate delle barriere arboree di specie autoctone, poste ad un interasse di 3 m.

L’allevamento è caratterizzato da un ciclo aperto: i suinetti arriveranno su automezzi provenienti dalle scrofaie e saranno sistemati nel capannone per il loro svezzamento.

Trascorsi 60 giorni, verranno ripartiti su tutti i box per la successiva fase di ingrasso, che coprirà altri 150 giorni (totali 210 giorni, esclusi 15 giorni di pulizia e vuoto sanitario per i capannoni di ingrasso e 20 giorni per quelli di svezzamento).

3.2.1 Caratteristiche architettoniche dei fabbricati a progetto

Il sito interessato all’edificazione, attualmente è destinato a seminativo, che verrà sfruttato solo nella zona interessata.

Per l’edificazione in progetto si provvederà allo sbancamento e all’utilizzo del terreno vegetale per realizzare un rilevato di altezza 2,5 m, posto a sud dell’allevamento.

La struttura dei capannoni sarà realizzata in:

• Pareti di tamponamento laterale prefabbricate a taglio termico, totalmente prive di ponti termici. Tali pareti, costituendo anche la struttura portante, consentono di non utilizzare pilastri e travi in c.a.. Le pareti di tamponamento laterale sono parzialmente interrate e costituiscono una parete della fossa sotto il pavimento fessurato;

• Tetto ventilato (con pendenza del 40%): realizzato con copponi in c.a.

autoportanti e stabilizzati con tiranti d’acciaio, ingrassati e ricoperti da una guaina in pvc. I copponi sono dotati di una trave di irrigidimento sull’appoggio della parete con annegato un pannello di polistirene sinterizzato ad alta densità;

• Cupolini alti a doppia falda in c.a. con pareti coibentate a taglio termico, realizzato tramite una lastra passante di polistirene. Il cupolino è assemblato con tubolare quadro in acciaio inox, con la superficie esterna già impermeabilizzata e quindi non ricoperta da tegole. Il serramento del cupolino è del tipo a farfalla con tubo e doppia battuta in acciaio inox;

• Finestrature laterali (cm 90 x 190), con telaio in alluminio anodizzato e alette in policarbonato con apertura a bilico predisposta per la meccanizzazione tramite braccetti e tubi.

La ventilazione è automatizzata, attraverso un quadro elettrico, motoriduttori, finecorsa, centralina elettrica e sonde. Con tale automazione si movimentano tutte le finestre laterali ed il serramento del cupolino.

Sono previsti inoltre:

• Muretti trasversali in c.a. autoportanti di divisione dei box di tipo ventilato;

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• Truogoli trasversali in c.a. doppi comunicanti autoportanti, con muretti in c.a.

monolitici del tipo ventilato, con rivestimento della cunetta e delle testate in acciaio inox.

3.2.1.1 Caratteristiche impianti utilizzati

L’impianto idrico verrà interamente realizzato in PVC e partirà dal punto di erogazione già in essere (contratto CAFC n. 2000/5432). Comprenderà la realizzazione di una ulteriore rete di distribuzione idrica interna all’allevamento, con succhiotti per l’abbeverata dei suini.

Non è previsto alcun impianto tecnologico per la produzione di calore, né è previsto un impianto di riscaldamento di qualsiasi tipo.

Ogni fabbricato sarà dotato di un sistema completo per il controllo della ventilazione nel capannone di allevamento.

3.2.1.2 Silos di stoccaggio mangimi

L’alimentazione viene somministrata sia sotto forma di cereali autoprodotti dall’azienda agricola, che sotto forma di mangimi integrati, prodotti da un mangimificio nazionale. Questi ultimi sono formulati per soddisfare i fabbisogni di proteina ed energia dei soggetti allevati nelle distinte fasi del loro sviluppo: accrescimento, ingrasso e pre – macellazione.

La produzione industriale degli alimenti consente inoltre di integrare le formulazioni di base con aggiunte di amminoacidi, fitasi e fosforo inorganico altamente digeribile, pur garantendo allo stesso tempo la perfetta ed omogenea miscelazione della massa.

Questi interventi, classificati come BAT, consentono di migliorare l’indice di conversione degli alimenti in carne nonostante la riduzione del livello proteico della dieta, nonché di migliorare l’assimilabilità dell’elemento fosforo. Ciò comporta il conseguente risultato di incidere significativamente sulle caratteristiche degli effluenti sotto il profilo della riduzione dei contenuti in Azoto ed in Fosforo dell’escreto.

Relativamente allo stoccaggio dei mangimi, l’Azienda Agricola è già dotata di 6 silos in vetroresina, ciascuno con capacità pari a 26 m3.

Dai silos il mangime viene richiamato automaticamente su comando di un pressostato e viene trasferito nella vasca di miscelazione della broda. Dalla vasca, a mezzo di coclea funzionante anch’essa su input di un sensore posizionato sull’ultima tazza delle singole linee, viene inviato nelle linee di distribuzione.

(23)

Figura 11: caratteristiche dei silos di stoccaggio.

CAPACITA' DIMENSIONI (mm)

m3 ton. H L

26 15 8330 3000

I silos sono ubicati 4 a nord e 2 a sud del capannone attuale di allevamento, come illustrato nella Figura sottostante.

I silos sono dotati di sfiati, che potrebbero dare origine a un’emissione di polvere soltanto all’inizio della fase di caricamento. Sulla base delle caratteristiche costruttive dei silos, che contengono 26 m3 ciascuno, è possibile affermare che si ha un’emissione media dagli stessi di circa 156 m3 complessivi di aria nell’arco di 8/10 giorni (supponendo che in questo periodo temporale vengano riempiti tutti i silos almeno una volta).

Dalle verifiche condotte sul campo presso altre realtà analoghe, possiamo reputare che l’emissione di polvere da parte dei silos sia soltanto occasionale durante le operazioni di caricamento degli stessi, che coprono meno di 4 ore nell’arco di 8 /10 giorni ed inoltre le portate di aria emessa dagli sfiati risultano irrisorie.

(24)

Figura 12: posizionamento attuale dei silos di stoccaggio.

3.2.1.3 Spazi scoperti di pertinenza

Come visibile nella Tavola 1, che si allega, è prevista la realizzazione di un’area carrabile, realizzata con ghiaia.

Figura 13: logistica esterna al fabbricato produttivo- rif. Tavola 1.

(25)

3.2.1.4 Impianto di illuminazione

L’impianto illuminotecnico dello stabilimento tiene conto dei criteri normativi di sicurezza, del contenimento dei consumi energetici e di rispondenza al layout produttivo. Nel dettaglio, le caratteristiche dei diversi sistemi sono le seguenti:

• Illuminazione interna: mediante lampade a fluorescenza o LED;

• Illuminazione esterna: saranno posizionati dei faretti sulle testate dei capannoni;

• Illuminazione d’emergenza: unicamente nel locale tecnico quadri e in prossimità delle uscite di emergenza dei capannoni.

3.3 BAT ADOTTATE

L’allevamento, così come descritto, sarà assoggettato alla procedura di Autorizzazione Integrata Ambientale.

Sulla base della Decisione di esecuzione (UE) 2017/302 della Commissione del 15 febbraio 2017, che stabilisce le conclusioni sulle miglior tecniche disponibili (BAT) concernenti l’allevamento intensivo di pollame o di suini, ai sensi della direttiva 2010/75/UE del Parlamento europeo e del Consiglio, il gestore adotta le seguenti tecniche:

(26)

BAT 1. Al fine di migliorare la prestazione ambientale generale di un’azienda agricola, le BAT consistono nell’attuazione e nel rispetto di un sistema di gestione ambientale EMS che comprenda le seguenti caratteristiche:

Applicata: Note:

1. Impegno della direzione, compresi i dirigenti di alto grado;

2. Definizione di una politica ambientale che preveda miglioramenti continui della prestazione ambientale dell’installazione;

3. Pianificazione e attuazione delle procedure, degli obiettivi e dei traguardi necessari, congiuntamente alla pianificazione finanziaria e agli investimenti;

4. Attuazione delle procedure, prestando particolare attenzione a:

a. Struttura e responsabilità;

b. Formazione, sensibilizzazione e competenza;

c. Comunicazione;

d. Coinvolgimento del personale;

e. Documentazione;

f. Controllo efficace dei processi;

g. Programma di manutenzione;

h. Preparazione e risposta alle situazioni di emergenza;

i. Verifica della conformità alla normativa in materia ambientale;

5. Controllo delle prestazioni e adozione di misure correttive, prestando particolare attenzione:

a. Al monitoraggio e alla misurazione;

b. Alle misure preventive e correttive;

c. Alla tenuta dei registri;

d. A un audit indipendente (ove praticabile) interno ed esterno, al fine di determinare se il sistema di gestione ambientale sia conforme a quanto previsto e se sia stato attuato e aggiornato correttamente;

6. Riesame del sistema di gestione ambientale da parte dei dirigenti di alto grado al fine di accertarsi che continui ad essere idoneo, adeguato ed efficace;

7. Attenzione allo sviluppo di tecnologie più pulite;

8. Considerazione degli impatti ambientali dovuti ad un’eventuale dismissione dell’impianto, sin dalla fase di progettazione di un nuovo impianto e durante il suo intero ciclo di vita;

9. Applicazione con cadenza periodica di un’analisi comparativa settoriale (per esempio il documento di riferimento settoriale

SI’ _

(27)

EMAS).

Specificatamente per l’allevamento intensivo di pollame o di suini, le BAT includono nel sistema di gestione ambientale anche i seguenti elementi:

10 Attuazione di un piano di gestione del rumore (cfr. BAT 9);

11 Attuazione di un piano di gestione degli odori (cfr. BAT 12).

Considerazioni tecniche pertinenti per l’applicabilità

L’ambito di applicazione (per esempio livello di dettaglio) e la natura del sistema di gestione ambientale (standardizzato o non standardizzato) sono di norma adeguati alla natura, alle dimensioni e alla complessità dell’azienda agricola e alla gamma dei suoi possibili effetti sull’ambiente.

BAT 2. Al fine di evitare o ridurre l'impatto ambientale e migliorare la prestazione generale, la BAT prevede l'utilizzo di tutte le tecniche qui di seguito indicate.

Tecnica Applicabilità Applicata Note

a Ubicare correttamente l'impianto/azienda agricola e seguire disposizioni spaziali delle attività per:

• ridurre il trasporto di animali e materiali (effluenti di allevamento compresi),

• garantire distanze adeguate dai recettori sensibili che necessitano di protezione,

• tenere in considerazione le condizioni climatiche prevalenti (per esempio venti e precipitazioni),

• tenere in considerazione il potenziale sviluppo futuro della capacità dell'azienda agricola,

• prevenire l'inquinamento idrico.

Potrebbe non essere generalmente applicabile agli impianti o alle

aziende agricole esistenti.

Sì. Allevamento già esistente, realizzato nel 1990 a distanza rispetto al centro abitato.

b Istruire e formare il personale, in particolare per quanto concerne:

• la normativa pertinente, l'allevamento, la salute e il benessere degli animali, la gestione degli effluenti di allevamento, la sicurezza dei lavoratori,

• il trasporto e lo spandimento agronomico degli effluenti di allevamento,

• la pianificazione delle attività,

• la pianificazione e la gestione delle emergenze,

• la riparazione e la manutenzione delle attrezzature

Generalmente applicabile Sì

c Elaborare un piano d'emergenza relativo alle emissioni impreviste e agli incidenti, quali l'inquinamento dei corpi idrici, che può comprendere:

Generalmente applicabile Sì

(28)

• un piano dell'azienda agricola che illustra i sistemi di drenaggio e le fonti di acqua ed effluente,

• i piani d'azione per rispondere ad alcuni eventi potenziali (per esempio incendi, perdite o crollo dei depositi di stoccaggio del liquame, deflusso non controllato dai cumuli di effluenti di allevamento, versamento di oli minerali),

• le attrezzature disponibili per affrontare un incidente ecologico (per esempio attrezzature per il blocco dei tubi di drenaggio, argine dei canali, setti di divisione per versamento di oli minerali).

d Ispezionare, riparare e mantenere regolarmente strutture e attrezzature, quali:

• i depositi di stoccaggio del liquame, per eventuali segni di danni, degrado, perdite,

• le pompe, i miscelatori, i separatori, gli irrigatori per liquame,

• i sistemi di distribuzione di acqua e mangimi,

• i sistemi di ventilazione e i sensori di temperatura,

• i silos e le attrezzature per il trasporto (per esempio valvole, tubi),

• i sistemi di trattamento aria (per esempio con ispezioni regolari).

Vi si può includere la pulizia dell'azienda agricola e la gestione dei parassiti.

Generalmente applicabile Sì

e Stoccare gli animali morti in modo da prevenire o ridurre le emissioni. Generalmente applicabile Sì

BAT 3. Per ridurre l'azoto totale escreto e quindi le emissioni di ammoniaca, rispettando nel contempo le esigenze nutrizionali degli animali, la BAT consiste nell'usare una formulazione della dieta e una strategia nutrizionale che includano una o una combinazione delle tecniche in appresso.

Tecnica Applicabilità Applicata Note

a Ridurre il contenuto di proteina grezza per mezzo di una dieta-N equilibrata basata sulle esigenze energetiche e sugli amminoacidi digeribili.

Generalmente applicabile. Sì

b Alimentazione multifase con formulazione dietetica adattata alle esigenze specifiche del periodo di produzione.

Generalmente applicabile. Sì

c Aggiunta di quantitativi controllati di amminoacidi essenziali a una dieta a basso contenuto di proteina grezza.

L'applicabilità può essere limitata se i mangimi a basso contenuto proteico non sono economicamente disponibili. Gli amminoacidi di sintesi non sono applicabili alla produzione zootecnica biologica.

(29)

d Uso di additivi alimentari nei mangimi che riducono l'azoto totale escreto.

Generalmente applicabile. Sì

BAT 4. Per ridurre il fosforo totale escreto rispettando nel contempo le esigenze nutrizionali degli animali, la BAT consiste nell'usare una formulazione della dieta e una strategia nutrizionale che includano una o una combinazione delle tecniche in appresso.

Tecnica Applicabilità Applicata Note

a Alimentazione multifase con formulazione dietetica adattata alle esigenze Generalmente applicabile. Sì

(30)

specifiche del periodo di produzione.

b Uso di additivi alimentari autorizzati nei mangimi che riducono il fosforo totale escreto (per esempio fitasi).

La fitasi può non essere applicabile alla produzione zootecnica biologica.

Sì c Uso di fosfati inorganici altamente digeribili per la sostituzione parziale delle

fonti convenzionali di fosforo nei mangimi.

Applicabilità generale entro i vincoli associati alla disponibilità di fosfati inorganici altamente digeribili.

La descrizione delle tecniche è riportata nella sezione 4.10.2

Il monitoraggio associato è ripreso nella BAT 24. I livelli di fosforo totale escreto associati alla BAT possono non essere applicabili alla produzione zootecnica biologica e all'allevamento di specie di pollame non indicate sopra.

Uso efficiente dell'acqua

BAT 5.Per un uso efficiente dell'acqua, la BAT consiste nell'utilizzare una combinazione delle tecniche riportate di seguito.

Tecnica Applicabilità Applicata Note

(31)

a Registrazione del consumo idrico. Generalmente applicabile. Sì

b Individuazione e riparazione delle perdite. Generalmente applicabile. Sì

c Uso di fosfati inorganici altamente digeribili per la sostituzione parziale delle fonti convenzionali di fosforo nei mangimi.

Non applicabile agli allevamenti di pollame che usano sistemi di pulizia a secco.

Sì d Scegliere e usare attrezzature adeguate (per esempio abbeveratoi a tettarella,

abbeveratoi circolari, abbeveratoi continui) per la categoria di animale specifica garantendo nel contempo la disponibilità di acqua (ad libitum).

Generalmente applicabile. Sì

e Verificare e se del caso adeguare con cadenza periodica la calibratura delle attrezzature per l'acqua potabile.

Generalmente applicabile. Non

pertinente f Riutilizzo dell'acqua piovana non contaminata per la pulizia. Può non essere applicabile alle aziende agricole

esistenti a causa degli elevati costi.

L'applicabilità può essere limitata da rischi per la sicurezza biologica.

No

Emissioni dalle acque reflue

BAT 6.Per ridurre la produzione di acque reflue, la BAT consiste nell'utilizzare una combinazione delle tecniche riportate di seguito.

Tecnica Applicabilità Applicata Note

a Mantenere l'area inquinata la più ridotta possibile. Generalmente applicabile. Non

pertinente

b Minimizzare l'uso di acqua. Generalmente applicabile. Sì

c Separare l'acqua piovana non contaminata dai flussi di acque reflue da trattare Potrebbe non essere generalmente applicabile alle aziende agricole esistenti.

Non pertinente Una descrizione della tecnica è riportata nella sezione 4.1.

BAT 7. Per ridurre le emissioni in acqua derivate dalle acque reflue, la BAT consiste nell'utilizzare una delle tecniche riportate di seguito o una loro combinazione.

Tecnica Applicabilità Applicata Note

a Drenaggio delle acque reflue verso un contenitore apposito o un deposito di stoccaggio di liquame.

Generalmente applicabile. Sì

b Trattare le acque reflue. Generalmente applicabile. No

c Spandimento agronomico per esempio con l'uso di un sistema di irrigazione, come L'applicabilità può essere limitata dalla limitata Sì

(32)

sprinkler, irrigatore semovente, carrobotte, iniettore ombelicale. disponibilità di terreni idonei adiacenti all'azienda agricola. Applicabile solo alle acque reflue con dimostrato basso livello di contaminazione.

La descrizione delle tecniche è riportata nella sezione 4.1

BAT 8. Per un uso efficiente dell'energia in un'azienda agricola, la BAT consiste nell'utilizzare una combinazione delle tecniche riportate di seguito.

Tecnica Applicabilità Applicata Note

a Sistemi di riscaldamento/raffreddamento e ventilazione ad alta efficienza.

Può non essere applicabile agli impianti esistenti. Sì b Ottimizzazione dei sistemi e della gestione del

riscaldamento/raffreddamento e della ventilazione, in particolare dove sono utilizzati sistemi di trattamento aria.

Generalmente applicabile. Sì

c Isolamento delle pareti, dei pavimenti e/o dei soffitti del ricovero zootecnico.

Può non essere applicabile agli impianti che utilizzano la ventilazione naturale. L'isolamento può non essere applicabile agli impianti esistenti per limitazioni strutturali

d Impiego di un'illuminazione efficiente sotto il profilo energetico. Generalmente applicabile. Sì e Impiego di scambiatori di calore. Si può usare uno dei seguenti

sistemi:

1. aria/aria;

2. aria/acqua;

3. aria/suolo.

Gli scambiatori di calore aria/suolo sono applicabili solo se vi è disponibilità di spazio a causa della necessità di un'ampia superficie di terreno.

Non pertinente

f Uso di pompe di calore per recuperare il calore. L'applicabilità delle pompe di calore basate sul recupero del calore geotermico è limitata dalla disponibilità di spazio se si usano tubi orizzontali.

Non pertinente g Recupero del calore con pavimento riscaldato e raffreddato

cosparso di lettiera (sistema combideck).

Non applicabile agli allevamenti di suini.

L'applicabilità dipende dalla possibilità di installare un serbatoio di stoccaggio sotterraneo a ciclo chiuso per l'acqua di circolazione.

Non pertinente

Allevamento suini

h Applicare la ventilazione naturale. Non applicabile a impianti muniti di un sistema di ventilazione centralizzata.

Negli allevamenti di suini, può non essere applica- bile a:

sistemi di stabulazione con pavimenti ricoperti di lettiera in climi Sì

(33)

caldi,

sistemi di stabulazione senza pavimenti ricoperti di lettiera o senza box (per esempio cuccette) coperti, isolati in climi freddi.

Negli allevamenti di pollame, può non essere applicabile:

durante la fase iniziale dell'allevamento, salvo allevamento di anatre,

a causa di condizioni climatiche estreme.

La descrizione delle tecniche è riportata nella sezione 4.2 Emissioni sonore

BAT 9. Per prevenire o, se ciò non è possibile, ridurre le emissioni sonore

Applicabilità Applicata Note

La BAT consiste nel predisporre e attuare, nell'ambito del piano di gestione ambientale (cfr. BAT 1), un piano di gestione del rumore che comprenda gli elementi riportati di seguito:

i. un protocollo contenente le azioni appropriate e il relativo crono-programma ii. un protocollo per il monitoraggio del rumore;

iii. un protocollo delle misure da adottare in caso di eventi identificati;

iv. un programma di riduzione del rumore inteso a identificarne la o le sorgenti, monitorare le emissioni sonore, caratterizzare i contributi delle sorgenti e applicare misure di prevenzione e/o riduzione;

v. un riesame degli incidenti sonori e dei rimedi e la diffusione di conoscenze in merito a tali incidenti.

BAT 9 è applicabile

limitatamente ai casi in cui l'inquinamento acustico presso i recettori sensibili è probabile o comprovato.

Non pertinente

BAT 10. Per prevenire o, laddove ciò non sia fattibile, ridurre le emissioni di rumore, la BAT consiste nell'utilizzare una delle tecniche riportate di seguito o una loro combinazione.

Tecnica Applicabilità Applicata Note

a Garantire distanze adeguate fra l'impianto/ azienda agricola e i recettori sensibili.

In fase di progettazione dell'impianto/azienda agricola, si garantiscono distanze adeguate fra l'impianto/azienda agricola e i recettori sensibili

Potrebbe non essere generalmente applicabile agli impianti o alle aziende agricole esistenti.

Sì Vedi BAT

2.a

(34)

mediante l'applicazione di distanze standard minime.

b Ubicazione delle attrezzature.

I livelli di rumore possono essere ridotti:

I. aumentando la distanza fra l'emittente e il ricevente (collocando le attrezzature il più lontano possibile dai recettori sensibili);

II. minimizzando la lunghezza dei tubi di erogazione dei mangimi;

III. collocando i contenitori e i silos dei mangimi in modo di minimizzare il movimento di veicoli nell'azienda agricola.

Negli impianti esistenti, la ri-localizzazione delle apparecchiature può essere limitata dalla mancanza di spazio o dai costi eccessivi.

c Misure operative.

Fra queste figurano misure, quali:

I. chiusura delle porte e delle principali aperture dell'edificio, in particolare durante l'erogazione del mangime, se possibile;

II. apparecchiature utilizzate da personale esperto;

III. assenza di attività rumorose durante la notte e i fine settimana, se possibile;

IV. disposizioni in termini di controllo del rumore durante le attività di manutenzione;

V. funzionamento dei convogliatori e delle coclee pieni di mangime, se possibile;

VI. mantenimento al minimo delle aree esterne raschiate per ridurre il rumore delle pale dei trattori.

Generalmente applicabile. Sì

d Apparecchiature a bassa rumorosità.

Queste includono attrezzature quali:

I. ventilatori ad alta efficienza se non è possibile o sufficiente la ventilazione naturale;

II. pompe e compressori;

III. sistema di alimentazione che riduce lo stimolo pre- alimentare (per esempio tramogge, alimentatori passivi ad libitum, alimentatori compatti

La BAT 7.d.iii è applicabile solo agli allevamenti di suini.

Gli alimentatori passivi ad libitum sono applicabili solo in caso di attrezzature nuove o sostituite o se gli animali non richiedono un'alimentazione razionata.

e Apparecchiature per il controllo del rumore. L'applicabilità può essere limitata dai requisiti di spazio Non

(35)

Ciò comprende:

I. riduttori di rumore;

II. isolamento dalle vibrazioni;

III. confinamento delle attrezzature rumorose (per esempio mulini, convogliatori pneumatici);

IV. insonorizzazione degli edifici.

nonché da questioni di salute e sicurezza. Non

applicabile ai materiali fonoassorbenti che impediscono la pulizia efficace dell'impianto.

pertinente

f Procedure antirumore.

La propagazione del rumore può essere ridotta inserendo ostacoli fra emittenti e riceventi.

Può non essere generalmente applicabile per motivi di sicurezza biologica.

Non pertinente

Cortina arborea a sud

Emissioni di polveri

BAT 11. Al fine di ridurre le emissioni di polveri derivanti da ciascun ricovero zootecnico, la BAT consiste nell'utilizzare una delle tecniche riportate di seguito o una loro combinazione.

Tecnica Applicabilità Applicata Note

a Ridurre la produzione di polvere dai locali di stabulazione. A tal fine è possibile usare una combinazione delle seguenti tecniche:

1 Usare una lettiera più grossolana (per esempio paglia intera o trucioli di legno anziché paglia tagliata);

La paglia lunga non è applicabile ai sistemi basati sul liquame. No Non applicabile 2 Applicare lettiera fresca mediante una tecnica a bassa

produzione di polveri (per esempio manualmente);

Generalmente applicabile. No Non

applicabile

3 Applicare l'alimentazione ad libitum; Generalmente applicabile. Sì

4 Usare mangime umido, in forma di pellet o aggiungere ai sistemi di alimentazione a secco materie prime oleose o leganti;

Generalmente applicabile. Sì

5 Munire di separatori di polveri i depositi di mangime secco a riempimento pneumatico;

Generalmente applicabile. Sì

6 Progettare e applicare il sistema di ventilazione con una bassa velocità dell'aria nel ricovero.

L'applicabilità può essere limitata da considerazioni relative al benessere degli animali.

Sì b Ridurre la concentrazione di polveri nei ricoveri zootecnici

applicando una delle seguenti tecniche:

(36)

1 Nebulizzazione d'acqua; L'applicabilità può essere limitata dalla sensazione di diminuzione termica provata dagli animali durante la nebulizzazione, in particolare in fasi sensibili della vita dell'animale e/o nei climi freddi e umidi.

L'applicabilità può inoltre essere limitata nel caso dei sistemi a effluente solido alla fine del periodo di allevamento a causa delle elevate emissioni di ammoniaca.

No Non

applicabile

2 Nebulizzazione di olio; Applicabile solo negli allevamenti di pollame con volatili di età maggiore a circa 21 giorni. L'applicabilità negli impianti con galline ovaiole può essere limitata dal rischio di contaminazione delle attrezzature presenti nel ricovero.

No Non

applicabile

3 Ionizzazione. Può non essere applicabile agli allevamenti di suini o agli

allevamenti di pollame esistenti per motivi tecnici e/o economici.

No Non

applicabile c Trattamento dell'aria esausta mediante un sistema di

trattamento aria, quale:

1 Separatore d'acqua; Applicabile solo agli impianti muniti di un sistema di ventilazione a tunnel.

No Non

applicabile

2 Filtro a secco; Applicabile solo agli allevamenti di pollame muniti di un sistema di

ventilazione a tunnel.

No Non

applicabile 3 Scrubber ad acqua; Questa tecnica potrebbe non essere di applicabilità generale a

causa degli elevati costi di attuazione. Applicabile agli impianti esistenti solo dove si usa un sistema di ventilazione centralizzato.

No Non

applicabile

4 Scrubber con soluzione acida; No Non

applicabile

5 Bioscrubber (o filtro irrorante biologico); No Non

applicabile

6 Sistema di trattamento aria a due o tre fasi; No Non

applicabile

7 Biofiltro. Applicabile unicamente agli impianti a liquame. È necessaria

un'area esterna al ricovero zootecnico sufficiente per collocare gli insiemi di filtri. Questa tecnica potrebbe non essere di applicabilità generale a causa degli elevati costi di attuazione. Applicabile agli

No Non

applicabile

(37)

impianti esistenti solo dove si usa un sistema di ventilazione centralizzato.

Una descrizione della tecnica è riportata nelle sezioni 4.3 e 4.11.

Emissioni di odori

BAT 12. Per prevenire o, se non è possibile, ridurre le emissioni di odori da un'azienda agricola

Applicabilità Applicata Note la BAT consiste nel predisporre, attuare e riesaminare regolarmente, nell'ambito del piano di gestione

ambientale (cfr. BAT 1), un piano di gestione degli odori che includa gli elementi riportati di seguito:

i. un protocollo contenente le azioni appropriate e il relativo crono-programma;

ii. un protocollo per il monitoraggio degli odori;

iii. un protocollo delle misure da adottare in caso di odori molesti identificati;

iv. un programma di prevenzione ed eliminazione degli odori inteso per esempio a identificarne la o le sorgenti, monitorare le emissioni di odori (cfr. BAT 26), caratterizzare i contributi delle sorgenti e applicare misure di eliminazione e/o riduzione;

v. un riesame degli eventi odorigeni e dei rimedi nonché la diffusione di conoscenze in merito a tali incidenti.

BAT 12 è applicabile limitatamente ai casi in cui gli odori molesti presso i recettori sensibili è probabile e/o comprovato

Sì Non ci sono criticità presso i recettori (vedi simulazione modellistica)

BAT 13. Per prevenire o, laddove ciò non sia fattibile, ridurre le emissioni/gli impatti degli odori provenienti da un'azienda agricola, la BAT consiste nell'utilizzare una combinazione delle tecniche riportate di seguito.

Tecnica Applicabilità Applicata Note

a Garantire distanze adeguate fra l'azienda agricola/ impianto e i recettori sensibili.

Potrebbe non essere generalmente applicabile alle aziende agricole o agli impianti esistenti.

Sì b Usare un sistema di stabulazione che applica uno dei seguenti

principi o una loro combinazione:

mantenere gli animali e le superfici asciutti e puliti (per esempio evitare gli spandimenti di mangime, le deiezioni nelle zone di deposizione di pavimenti parzialmente fessurati),

ridurre le superfici di emissione degli effluenti di allevamento

La diminuzione della temperatura dell'ambiente interno, del flusso e della velocità dell'aria può essere limitata da considerazioni relative al benessere degli animali.

La rimozione del liquame mediante ricircolo non è applicabile agli allevamenti di suini ubicati presso recettori sensibili a causa dei picchi odorigeni.

Cfr. applicabilità ai ricoveri zootecnici in BAT 30, BAT 31, BAT 32,

(38)

(per esempio usare travetti di metallo o plastica, canali con una ridotta superficie esposta agli effluenti di alleva- mento),

rimuovere frequentemente gli effluenti di allevamento e trasferirli verso un deposito di stoccaggio esterno,

ridurre la temperatura dell'effluente (per esempio mediante il raffreddamento del liquame) e dell'ambiente interno,

diminuire il flusso e la velocità dell'aria sulla superficie degli effluenti di allevamento,

mantenere la lettiera asciutta e in condizioni aerobiche nei sistemi basati sull'uso di lettiera.

BAT 33 e BAT 34.

c Ottimizzare le condizioni di scarico dell'aria esausta dal ricovero zootecnico mediante l'utilizzo di una delle seguenti tecniche o di una loro combinazione:

aumentare l'altezza dell'apertura di uscita (per esempio oltre l'altezza del tetto, camini, deviando l'aria esausta attraverso il colmo anziché la parte bassa delle pareti),

aumentare la velocità di ventilazione dell'apertura di uscita verticale,

collocamento efficace di barriere esterne per creare turbolenze nel flusso d'aria in uscita (per esempio vegetazione),

aggiungere coperture di deflessione sulle aperture per l'aria esausta ubicate nelle parti basse delle pareti per deviare l'aria esausta verso il suolo,

disperdere l'aria esausta sul lato del ricovero zootecnico opposto al recettore sensibile,

allineare l'asse del colmo di un edificio a ventilazione naturale in posizione trasversale rispetto alla direzione prevalente del vento.

L'allineamento dell'asse del colmo non è applicabile agli impianti esistenti.

Sì Cortina arborea a sud

d Uso di un sistema di trattamento aria, quale:

1. Bioscrubber (o filtro irrorante biologico);

Questa tecnica potrebbe non essere di applicabilità generale a causa degli elevati costi di attuazione.

No Non

applicabile

(39)

2. Biofiltro;

3. Sistema di trattamento aria a due o tre fasi.

Applicabile agli impianti esistenti solo dove si usa un sistema di ventilazione centralizzato.

Il biofiltro è applicabile unicamente agli impianti a liquame.

Per un biofiltro è necessaria un'area esterna al ricovero zootecnico sufficiente per collocare gli insiemi di filtri.

e Utilizzare una delle seguenti tecniche per lo stoccaggio degli effluenti di allevamento o una loro combinazione:

1 Coprire il liquame o l'effluente solido durante lo stoccaggio; Cfr. applicabilità di BAT 16.b per il liquame.

Cfr. applicabilità di BAT 14.b per l'effluente solido.

Sì 2 Localizzare il deposito tenendo in considerazione la direzione

generale del vento e/o adottare le misure atte a ridurre la velocità del vento nei pressi e al di sopra del deposito (per esempio alberi, barriere naturali);

Generalmente applicabile. Sì

3 Minimizzare il rimescolamento del liquame. Generalmente applicabile. Sì

f Trasformare gli effluenti di allevamento mediante una delle seguenti tecniche per minimizzare le emissioni di odori durante o prima dello spandimento agronomico:

1 Digestione aerobica (aerazione) del liquame; Cfr. applicabilità di BAT 19.d. No

2 Compostaggio dell'effluente solido; Cfr. applicabilità di BAT 19.f. No

3 Digestione anaerobica. Digestione anaerobica.

g Utilizzare una delle seguenti tecniche per lo spandimento agronomico degli effluenti di allevamento o una loro combinazione:

1 Spandimento a bande, iniezione superficiale o profonda per lo spandimento agronomico del liquame;

Cfr. applicabilità di BAT 21.b, BAT 21.c o BAT 21.d. Sì Iniezione profonda 2 Incorporare effluenti di allevamento il più presto possibile. Cfr. applicabilità di BAT 22. Sì

(1) Una descrizione della tecnica è riportata nelle sezioni 4.4 e 4.11.

Emissioni provenienti dallo stoccaggio di effluente solido

(40)

BAT 14. Al fine di ridurre le emissioni nell'aria di ammoniaca provenienti dallo stoccaggio di effluente solido, la BAT consiste nell'utilizzare una delle tecniche riportate di seguito o una loro combinazione.

Tecnica Applicabilità Applicata Note

a Ridurre il rapporto fra l'area della superficie emittente e il volume del cumulo di effluente solido.

Generalmente applicabile. No Non

applicabile b Coprire i cumuli di effluente solido. Generalmente applicabile quando l'effluente solido è secco o pre

- essiccato nel ricovero zootecnico. Può non essere applicabile all'effluente solido non essic-cato se vi sono aggiunte frequenti al cumulo.

No Non

applicabile

c Stoccare l'effluente solido secco in un capannone. Generalmente applicabile. No Non

applicabile La descrizione delle tecniche è riportata nella sezione 4.5

BAT 15. Per prevenire o, laddove ciò non sia fattibile, ridurre le emissioni provenienti dallo stoccaggio di effluente solido nel suolo e nelle acque, la BAT consiste nell'utilizzare una combinazione delle tecniche riportate di seguito, nel seguente ordine di priorità.

Tecnica Applicabilità Applicata Note

a Stoccare l'effluente solido secco in un capannone. Generalmente applicabile. No Non

applicabile b Utilizzare un silos in cemento per lo stoccaggio dell'effluente

solido.

Generalmente applicabile. No Non

applicabile c Stoccare l'effluente solido su una pavimentazione solida

impermeabile con un sistema di drenaggio e un serbatoio per i liquidi di scolo.

Generalmente applicabile. No Non

applicabile d Selezionare una struttura avente capacità sufficiente per

conservare l'effluente solido durante i periodi in cui lo spandimento agronomico non è possibile.

Generalmente applicabile. No Non

applicabile e Stoccare l'effluente solido in cumuli a piè di campo lontani da

corsi d'acqua superficiali e/o sotterranei in cui potrebbe penetrare il deflusso.

Applicabile solo ai cumuli a piè di campo tempora- nei destinati a mutare ubicazione ogni anno.

No Non

applicabile

Emissioni da stoccaggio di liquame

(41)

BAT 16.Per ridurre le emissioni nell'aria di ammoniaca provenienti dal deposito di stoccaggio del liquame, la BAT consiste nell'usare una combinazione delle tecniche riportate di seguito.

Tecnica Applicabilità Applicata Note

a Progettazione e gestione appropriate del deposito di stoccaggio del liquame mediante l'utilizzo di una combinazione delle seguenti tecniche:

1 Ridurre il rapporto fra l'area della superficie emittente e il volume del deposito di stoccaggio del liquame;

Potrebbe non essere generalmente applicabile ai depositi di stoccaggio esistenti.

Può non essere applicabile ai depositi di stoccaggio del liquame eccessivamente elevati a causa dei maggiori costi e dei rischi di sicurezza.

2 Ridurre la velocità del vento e lo scambio d'aria sulla superficie del liquame impiegando il deposito a un livello inferiore di riempimento;

Potrebbe non essere generalmente applicabile ai depositi di stoccaggio esistenti.

3 Minimizzare il rimescolamento del liquame. Generalmente applicabile. Sì

b Coprire il deposito di stoccaggio del liquame. A tal fine è possibile usare una delle seguenti tecniche:

Sì L’azienda sta

valutando, dal punto di vista economico, la tipologia di copertura, fermo restando che la vasca sarà coperta.

1 Copertura rigida; Può non essere applicabile agli impianti esistenti per

considerazioni economiche e limiti strutturali per sostenere il carico supplementare.

2 Coperture flessibili; Le coperture flessibili non sono applicabili nelle zone in cui le condizioni meteorologiche prevalenti possono comprometterne la struttura.

3 Coperture galleggianti, quali:

pellet di plastica,

materiali leggeri alla rinfusa,

L'uso di pellet di plastica, di materiali leggeri alla rinfusa e di piastrelle geometriche di plastica non è applicabile ai liquami che formano un crostone naturale.

Riferimenti

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