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Misure per le startup

2.2 - IN ITALIA: MOLTE RISORSE MA POCHE STRATEGIE

2.2.1 Misure per le startup

Tra le misure che miravano a sostenere le startup, la più significativa, non-ché il primo atto che apre la stagione delle politiche nazionali sulla social innovation, è senz’altro il Rapporto Restart Italia! (settembre 2012), con il quale viene messo nero su bianco l’esito del percorso della Task Force istituita dal Ministero dello Sviluppo Economico al fine di comporre un di-segno articolato di proposte per sostenere le startup.

Fig. 3 - Quadro complessivo delle agevolazioni alle startup

Nella primavera di quello stesso anno le proposte contenute in Restart Italia! vengono in larga parte recepite dal Decreto Crescita 2.0 (in dicem-bre convertito in legge 221/2012) e i suggerimenti di policy si traducono in un insieme di facilitazioni e incentivi per le startup innovative quali: semplificazioni e deroghe relative agli aspetti societari, riduzioni degli oneri di avviamento, esenzione da alcune imposte, maggiori elementi di flessibilità relativamente ai contratti di lavoro instaurati, facilitazioni fiscali per gli investimenti e strumenti specifici di raccolta di capitali online. Con queste misure l’innovazione sociale, o almeno una parte dei suoi pro-tagonisti, diventa oggetto di una nuova politica industriale per lo sviluppo e la competitività, finalizzata a promuovere – come si legge nella scheda di sintesi della policy a sostegno delle startup innovative del MISE: “la crescita sostenibile, lo sviluppo tecnologico e l’occupazione, in particola-re giovanile, l’aggparticola-regazione di un ecosistema animato da una nuova cul-tura imprenditoriale votata all’innovazione, così come a favorire una mag-giore mobilità sociale, il rafforzamento dei legami tra università e imprese nonché una più forte capacità di attrazione di talenti e capitali esteri nel nostro Paese.”

In aggiunta a quanto disposto dal Decreto Crescita 2.0, nell’ultimo trien-nio, sono stati varati diversi programmi di sostegno all’ecosistema dell’in-novazione che descriviamo nella tavola che segue.

Tav. 17 - Policy a sostegno delle startup innovative

Programmi di sostegno Anno Descrizione

PAC – Progetti per il

sostegno di startup 2013 Bando di finanziamento attivato nell’ambito del Piano di Azione Coesione per il sostegno di startup. Tra le azioni finanziate dal bando vi sono i social innovation cluster, definiti come «propulsori della crescita economica sostenibile dei territori e dell’intero sistema economico e sociale nazionale, attraverso la valorizzazione di iniziative di social innovation che presentino una reale capacità di implementazione delle proposte di impatto positivo nei territori interessati». Questa azione è stata dotata di risorse per 7 milioni di euro.

Smart&Start Italia 2014 Introduce uno schema di finanziamento agevolato per le startup innovative localizzate su tutto il territorio nazionale.

Italia Startup Hub 2014 Con questo programma l’applicabilità della

procedura fast-track è stata estesa anche ai cittadini non Ue che già sono in Italia in possesso di un regolare permesso di soggiorno e intendono permanere anche dopo la scadenza per avviare una startup innovativa: in questo modo possono convertire il permesso di soggiorno in un “permesso per lavoro autonomo startup” e godere delle stesse modalità semplificate previste per la concessione dei visti startup.

Italia Startup Visa 2014 Introduce un meccanismo rapido e leggero sul piano burocratico per la concessione dei visti di ingresso per lavoro autonomo a richiedenti che intendono avviare una startup innovativa nel nostro Paese.

Credito d'imposta

Ricerca e Sviluppo 2015 Il credito d'imposta è riconosciuto a favore delle imprese che investono in attività di ricerca e sviluppo, fino ad un importo massimo annuale di 5 milioni di euro per ciascun beneficiario.

Patent Box 2015 Consente alle imprese di escludere dalla tassazione il 50% del reddito derivante dallo sfruttamento commerciale dei beni immateriali (opere

dell'ingegno, brevetti industriali, marchi d'impresa).

Brevetti+2 2015 Le micro-PMI depositarie o licenziatarie di un brevetto possono accedere a un contributo a fondo perduto fino a un massimo di 140 mila euro

L’insieme degli interventi hanno portato, come si legge dalla sezione spe-ciale del Registro delle imprese, ad avere - a fine marzo 2016 - 5.439 star-tup innovative iscritte, in aumento di 296 unità rispetto alla fine di dicem-bre 2015 (+5,8%). Le startup rappresentano lo 0,35% del milione e mez-zo di società di capitali italiane. Il capitale sociale delle startup è pari complessivamente a poco più di 277 milioni di euro, che corrisponde in media a 51mila euro a impresa (il capitale medio è caratterizzato da un aumento rispetto al trimestre precedente pari al 7,3%).

Sotto il profilo settoriale, circa il 72% delle startup innovative fornisce ser-vizi alle imprese (in particolare, prevalgono le seguenti specializzazioni: produzione software e consulenza informatica, 30%; attività di R&S, 15,1%; attività dei servizi d’informazione, 8,1%), il 18,8% opera nei settori dell’industria in senso stretto (su tutti: fabbricazione di computer e prodot-ti elettronici e otprodot-tici, 3,8%; fabbricazione di macchinari, 3,3%; fabbricazio-ne di apparecchiature elettriche, 2,2%); il 4,2% delle startup opera fabbricazio-nel commercio. Le startup a prevalenza giovanile (under 35) sono 1.207, il 22,2% del totale, quasi il quadruplo rispetto alla quota delle società di ca-pitali con prevalenza giovanile (6,4%). Le società in cui almeno un giova-ne è presente giova-nella compagigiova-ne societaria sono 2.108 (38,8% del totale startup, contro un rapporto del 13,1% se si considerano le società di ca-pitali con presenza giovanile).

Tab. 5 - Numero, dimensione startup e società di capitale Tab. 5 - Numero, dimensione startup e società di capitale Tab. 5 - Numero, dimensione startup e società di capitale Tab. 5 - Numero, dimensione startup e società di capitale Tab. 5 - Numero, dimensione startup e società di capitale Tab. 5 - Numero, dimensione startup e società di capitale

a prevalenza femminile a prevalenza giovanile con presenza femminile con presenza giovanile v.a. startup 730 1.207 2.416 2.108 società di capitale 259.690 99.886 775.167 202.664 val.% startup 13,42 22,19 44,42 12,32 società di capitale 16,72 6,43 49,92 10,38 Fonte: Infocamere, 2016 Fonte: Infocamere, 2016 Fonte: Infocamere, 2016 Fonte: Infocamere, 2016 Fonte: Infocamere, 2016 Fonte: Infocamere, 2016

In valore assoluto Milano è la provincia che ospita il numero maggiore di startup innovative: 802, pari al 14,8% del totale. Seguono Roma con 475 (8,7%), Torino 273 (5%), Napoli 172 (3,2%) e Bologna 154 (2,8%). Supe-rano le 100 startup anche le province di Firenze, Modena, Trento, Bari e Brescia.

Tab. 6 - Numero, dimensione startup e società di capitale Tab. 6 - Numero, dimensione startup e società di capitale Tab. 6 - Numero, dimensione startup e società di capitale Tab. 6 - Numero, dimensione startup e società di capitale

Classifica Provincia n. startup 1° trim 2016 %startup rispetto al totale nazionale 1 Milano 802 14,75 2 Roma 475 8,73 3 Torino 273 5,02 4 Napoli 172 3,16 5 Bologna 154 2,83 6 Firenze 134 2,46 7 Modena 130 2,39 8 Trento 123 2,26 9 Bari 107 1,97 10 Brescia 103 1,89 Fonte: Infocamere, 2016 Fonte: Infocamere, 2016 Fonte: Infocamere, 2016 Fonte: Infocamere, 2016

Ultimissimo aspetto introdotto con il Decreto Cerscita 2.0 è l’introduzione delle startup innovative a vocazione sociale: nulla di sostanzialmente di-Tab. 4 - Numero, dimensione startup e società di capitale

Tab. 4 - Numero, dimensione startup e società di capitale Tab. 4 - Numero, dimensione startup e società di capitale Tab. 4 - Numero, dimensione startup e società di capitale

4° trim 2015 1° trim 2016 var. %

n. startup 5.143 5.439 5,76

n. società di capitale 1.539.965 1.552.886 0,84

Capitale sociale totale dichiarato dalle

startup € 258.545.181 € 277.517.024 7,34

% startup sul totale società di capitale 0,33 0,35 n.d

Fonte: Infocamere, 2016 Fonte: Infocamere, 2016 Fonte: Infocamere, 2016 Fonte: Infocamere, 2016

verso dalla startup innovativa se non il fatto che questo tipo di impresa opera in alcuni settori specifici che la legge italiana considera di partico-lare valore sociale. A differenza, dunque, di quanto stabilito dalla normati-va in materia di impresa sociale, caratterizzata da un divieto assoluto di distribuzione degli utili, per quanto riguarda le startup innovative a voca-zione sociale si apre alla possibilità di realizzare delle iniziative imprendi-toriali - socialmente rilevanti - fuori da un perimetro prettamente non pro-fit.