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PROGRAMMA DECORATIVO:

MOTIVI RICORRENTI E FUNZIONE RITUALE

3.1 I MMAGINE E PAROLA : RILIEVI ED ISCRIZIONI DEI VANI CULTUAL

Come precedentemente sottolineato, i primi vani ipogei delle tombe monumentali tarde sono destinati al culto funerario e di divinità connesse al mondo ultraterreno e al cammino del defunto nell’aldilà, quali Ra ed Osiride.

Il programma decorativo di questi ambienti ne enfatizza la funzione cultuale e descrive il doppio percorso3 che il defunto compie verso la tomba, l’Occidente, e verso l’uscita al giorno, come sintetizzato dalla formula 72 LM inscritta nella sala a pilastri di Karakhamun (TT223), o come suggerito dai rilievi di alcuni passaggi, che raffigurano il defunto con lo sguardo rivolto verso l’interno, su di un lato, e verso l’esterno, sull’altro.

Vari sono i richiami agli apparati ornamentali delle altre tombe tarde, nonché a importanti monumenti dell’area, quale il tempio funerario di Hatshepsut, o alle epoche precedenti e luminose della storia egiziana, come l’Antico e il Nuovo Regno.

A partire dalla tomba di Montuemhat (TT34), e poi in quelle di Basa (TT389) e Ibi (TT36), ad esempio, si riconoscono scene di portatori di offerta ispirati alle medesime scene della Sala Meridionale delle Offerte del tempio funerario di Hatshepsut. Le scene di vita quotidiana, inoltre, non comprese negli apparati decorativi delle tombe ramessidi, fioriscono nuovamente durante la XXV e XXVI dinastia, come evidenziato dai rilievi delle tombe monumentali tarde, che si rifanno particolarmente a modelli dell’Antico Regno, in specie IV e V dinastia, come nella tomba di Harwa (TT37), per poi riprendere nel corso del tempo anche

3 Sulla funzione della tomba come passaggio tra il mondo dei vivi e l’aldilà, si veda, soprattutto: Assmann 2005a; 2003, 46-48.

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modelli della XVIII dinastia, come per le rappresentazioni della tomba di Montuemhat (TT34).

Tali echi non sono isolati, ma compresi all’interno di un più omogeneo programma decorativo e rituale.

Nei successivi paragrafi si analizzerà, dunque, da un punto di vista globale il programma dei vani ipogei, accessibili ai visitatori, di ciascuna tomba monumentale di al-ʿAssāsīf, soprattutto della corte solare e della sala a pilastri, ambienti cultuali per eccellenza di questi monumenti.

3.1.1KARAKHAMUN (TT223)

Alcune parti della tomba di Karakhamun (TT223) hanno subito alcuni rimaneggiamenti dovuti a successive fasi di riuso del monumento4, come il portale di accesso al vestibolo, inscritto con nomi e titoli di Ankhefendjehuti5, vissuto durante il regno di Psammetico II.

Anche la decorazione parietale del vestibolo sarebbe stata, verosimilmente, ordinata da quest’ultimo6. I disegni preliminari molto danneggiati riproducono un ciclo di produzione di offerte con asse E-O in direzione della figura del defunto7. Sulla parete di sinistra (S), si collocano scene agricole, che riprendono modelli dell’Antico Regno, i braccianti guardano verso occidente, in direzione della figura

4 Le tombe monumentali di al-ʿAssāsīf hanno spesso subito ampliamenti o rimaneggiamenti ad opera di sepolture secondarie, come, ad esempio, per la tomba di Harwa (TT37) con l’aggiunta della tomba di Akhimenru, o quella di Petamenofi (TT33) con le due tombe successive TT388 e TT342, in entrambi i casi le sepolture più tarde si aprono ai lati della corte solare. Sulle modifiche posteriori al programma decorativo della tomba di Karakhamun si vedano: Pischikova 2014a; Graefe 2017c. 5 Vissuto alla metà della XXVI din., Ankhefendjehuti era fratello di Nesmin primo profeta di Amon; Pischikova 2014a, 129.

6 Comunicazione di Kennet Griffin durante la visita della tomba di Karakhamun (TT223) in occasione del convegno Thebes in the first millennium BC, Mummification Museum, Luxor, 25–29 September 2016, organizzato dal South Assasif Conservation Program. Secondo Pischikova

(Pischikova 2014d) i cicli del vestibolo sarebbero, invece, da ricondurre all’apparato decorativo di Karakhamun. Tuttavia, l’iscrizione del nome del defunto all’interno del vestibolo non appare essere stata modificata, così come non sembrano esservi tracce di rimaneggiamenti nella figura del defunto stesso. In altre parti della tomba TT223, come nella prima sala a pilastri, sono visibili tratti in cui il nome di Karakhamun sembra essere stato eraso in una seconda fase d’uso della tomba (Griffin 2018), ma non sembra essere questo il caso del vestibolo. Si ritiene, pertanto, più conveniente non approfondire in questa sede la trattazione delle scene di vita quotidiana del vestibolo, considerando che potrebbero far parte di una seconda fase decorativa della tomba cuscita. Sulle scene di vita quotidiana nel vestibolo di TT223 si veda: Pischikova 2014d.

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del proprietario della tomba raffigurato seduto sulla opposta parete N. Egli supervisiona le varie attività rappresentate sulla medesima parete settentrionale, in quattro registri sovrapposti, con scene di viticoltura, musicisti e danzatori, imbarcazioni nelle paludi8. Il defunto raffigurato non sarebbe, tuttavia, Karakhamun ma, appunto, Ankhefendjehuti, come evidenziato dall’iscrizione con il suo nome.

Dal vestibolo si ha accesso alla corte solare9 (Fig. 40) di Karakhamun (TT223), di planimetria quadrangolare, che non reca iscrizioni né pilastri. La decorazione appare, infatti, limitata alla rappresentazione di una serie di cappelle pr-nw su scala monumentale10 con la lunetta di ogni nicchia marcata da cinque semicerchi11. Tale decorazione richiama elementi osiriaci, che sottendono, in effetti, all’intera decorazione del monumento funerario12.

Lo spazio tra le cappelle, inoltre, sembrerebbe richiamare i portici che si ritrovano nelle altre

corti solari delle tombe

monumentali, come si può ricostruire dalla presenza di resti di plinti di colonna rappresentati tra le cappelle stesse13.

8 Pischikova 2014a, 139-141.

9 Sulla corte solare di Karkhamun (TT223) si veda ad ultimo: Eigner 2017.

10 Misurano ca 3.1 x 2 m. Una serie di nicchie decora anche la corte solare della tomba di Petamenofi (TT33), ma in questo caso più verosimilmente con riferimento alle camere laterali che si aprono sulle corti solari delle altre tombe monumentali tarde, come nella tomba di Harwa (TT37); cf. Thomas 1980.

11 Eigner 1984, 41; Pischikova 2014a, 130.

12 Per un approfondimento dei motivi osiriaci della tomba di Karakhamun (TT223) si veda il paragrafo nel presente studio: §3.2.3.

13 Eigner 2017, 114-115.

Figura 40. Tomba di Karakhamun (TT223), corte solare, pinta, sezione e prospetto, con indicazione delle cappelle pr- nw; da: Eigner 2017, fig. 4.2.

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Se le cappelle pr-nw scandiscono la parete di accesso e quelle laterali della corte, sulla parete occidentale sono, invece, scolpite due grandi stele14 anepigrafi che fiancheggiano l’accesso alla prima sala a pilastri (Fig. 41). Davanti a ciascuna di esse è posto un altare

con cinque gradini che

conducono ad una piattaforma adiacente alla stele15.

Il passaggio alla prima sala a pilastri è preceduto da una grande nicchia voltata (nicchione o Tornische)16 che reca gli unici rilievi della corte solare, raffiguranti scene di offerta17. Di queste rappresentazioni sono stati rinvenuti solo pochi frammenti, alcuni dei quali recano ancora disegni preliminari, si evince, dunque, che la decorazione di questa porzione della tomba non è mai stata ultimata. Sulle pareti del nicchione si collocano, dunque, liste di offerte e più registri di portatori di offerte, rivolti verso l’interno della tomba e la figura di Karakhamun, rappresentato seduto, in dimensioni più grandi del reale, di fronte ad una tavola delle offerte18. Tra i frammenti della composizione si riconoscono due portatori19, il primo con un’oca e il secondo nell’atto di condurre a guinzaglio una cicogna, mentre in un secondo frammento si conserva la testa di un portatore che regge un

14 Misurano 11.25 x 10.23 m.

15 Si confronti, ad esempio, la stele intrusiva collocata nella tomba cuscita di Karabasken (TT391) o quella con inno solare collocata nella corte a cielo aperto di Sheshonq (TT27); Roccati 1976, 235

ss.; Pischikova 2014a, 130; Eigner 2017, 115; Graefe 2017b.

16 Per i termini di nicchione o Tornische ci si riferisce alle opere di Eigner e della missione italiana che ha operato nella tomba di Sheshonq (TT27); Eigner 1984; Donadoni 1993.

17 Il nicchione, posto a sottolineare il passaggio dalla corte a cielo aperto alla successiva sala, è riservato a temi offertori in molte delle tombe monumentali, come si evince anche dall’apparato decorativo della tomba più tarda, quella di Sheshonq (TT27), che destina rilievi di offerenti e l’iscrizione dell’offerta di Geb alle pareti del nicchione; cf. Roccati 1978.

18 Tali rappresentazioni costituiscono le uniche opere in altorilievo del monumento funerario, contrariamente alla più tradizionale tecnica riscontrabile all’interno delle tombe egiziane, che riserva il bassorilievo agli ambienti aperti e l’altorilievo a quelli chiusi dell’edificio, questo capovolgimento è comune nelle tombe della XXVI Din.; Arnold 1999, 410; Pischikova 2014a, 140-141, fig.6.8-6.10. 19 Entrambi i portatori avrebbero due piedi sinistri, con la caratterizzazione della cosiddetta near leg

advanced feature, identificata da Russman nella Cappella E della tomba di Montuemhat. Come

sottolineato da Pischikova, dunque, l’apparizione di questo motivo deve essere datato alla XXV e non XXVI dinastia; cf. Russman 1994, 8; Pischikova 2014a, 141.

Figura 41. TT 223, corte solare, vista dell'angolo nord-ovest, con stele su podio; da: Eigner 2017, fig. 4.3.

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vassoio con pani lunghi e in un altro, realizzato con uno stile più rozzo e meno dettagliato, un portatore che reca una gazzella sulla spalla20.

Scene di offerta proseguono anche sulla parete d’accesso (E) della prima sala a pilastri21, con registri di portatori22 raffigurati sulle due lesene orientali e rivolti verso le due raffigurazioni speculari di Karakhamun23 seduto presso la tavola d’offerta, poste alle due estremità della parete.

Anche l’accesso alla sala a pilastri di Harwa (TT37) e Pabasa (TT279) è fiancheggiato da registri di portatori di offerte posti sulle

lesene24, sottolineando,

verosimilmente, la funzione rituale dell’ambiente.

Delle due raffigurazioni speculari di Karakhamun quella settentrionale (Fig. 42) gode di un miglior stato di conservazione, si nota la rappresentazione di un cane e di un vaso per l’olio-ḥknw, coperto da un fiore di loto, posti al di sotto della seduta del defunto, mentre altri vasi per l’olio, denominati ḥȝtt nt

ṯḥnw, sono collocati presso la tavola

d’offerta25, verosimilmente un richiamo ai rituali di offerta e ai concetti di rinascita e rinnovamento.

20 Pischikova 2014b 142-143, fig. 6-9 e 6-10.

21 Molinero Polo 2014b, 133-136, Figg. 9.2-9.4; Pischikova 2014a, 143; 2014c, fig. 3.4.

22 Tra le figure dei portatori, che richiamano le rappresentazioni dell’Antico Regno, si nota quella frammentaria di un portatore che conduce una gru, che avrebbe uno stretto parallelo con la raffigurazione di un portatore di offerte che conduce uno struzzo, su una placchetta d’avorio dalla tomba di Shabaqa a el-Kurru; Pischikova 2014b, 83.

23 Le due raffigurazioni di Karakhamun ripropongono un’iconografia dell’Antico Regno e per la caratterizzazione stilistica, quali i dettagli del viso, possono datarsi, secondo Pischikova al regno di Shabataqa e della contemporanea produzione scultorea, mentre i rilievi di Harwa e Montuemhat riprodurrebbero piuttosto canoni riconducibili al regno di Taharqa (Pischikova 2014b, 78-79). Sui concetti di iconografi e stile, in specie incentrati sul programma decorativo della tomba di Karakhamun (TT223), si veda ad ultimo: Pischikova 2018.

24 cf. Pischikova 2014a, 143, n. 48; Molinero Polo 2015, 1437. 25 Molinero Polo 2014b, 133-136; Pischikova 2014b, 80-81; 2018.

Figura 42. TT 223, prima sala a pilastri, parete E, sezione settentrionale, rilievo con scena di offerta al defunto; da: Molinero Polo 2014b, fig. 9.2.

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Le scene di offerta di Karakhamun, infatti sono completate da liste di offerta26 e da rappresentazioni di sacerdoti che officiano ai rituali offertori27, come sottolineato, in particolare, dalla presenza del sacerdote-lettore che, secondo quanto specificato dalla didascalia28, pronuncia una liturgia funeraria o sȝḫw29.

La funzione rituale della sala a pilastri, volta, dunque, anche al mantenimento delle provvigioni per il defunto e ad assicurare la sua rinascita ed unione con gli dei è sottolineata anche dal resto del programma decorativo dell’ambiente stesso. Sulle altre tre pareti e sul profilo interno dei pilastri, infatti, le formule tratte dal Libro dei Morti30 garantiscono la protezione dai pericoli dell’aldilà, il dominio sugli elementi e la libertà di movimento, assicurando, infine, un posto tra le divinità. Il percorso che, così, il defunto può compiere è riassunto dalla formula 72 LM, posta sulla lesena NO, sancendo la sua capacità di uscire al giorno e rientrare all’interno della sua tomba, e nell’aldilà, a suo piacimento.

Tale percorso può, forse, essere associato a quello che il Rituale delle Ore del Giorno e della Notte31 traccia sui restanti tre profili dei pilastri all’interno della sala. La rinascita e rigenerazione del defunto sarebbe, così, assicurata anche tramite il mantenimento del ciclo solare.

Potrebbe, infatti, riconoscersi una certa dicotomia nel concetto di rigenerazione del defunto associato al culto solare, particolarmente sottolineato nella prima sala a pilastri, e a quello osiriaco, evidenziato in specie nella seconda sala a pilastri, in cui l’immagine di Karakhamun e il suo culto sono collegati a quello del dio Osiride32.

La funzione dell’ambiente volta a garantire la sopravvivenza e rigenerazione del defunto è, infine, sottolineato dalle iscrizioni33 poste a decorare gli architravi che sormontano le due file di pilastri, verso la navata centrale, in cui si legge la formula ḥtp-dj-nsw.

26 La lista delle offerte, per quanto è possibile ricostruire, sarebbe affine alla lista A di Barta; Barta 1963; Molinero Polo 2014b, 144, Tab. 9.1.

27 Molinero Polo 2014b, 133-136, 142-144, Figg. 9.2-9.4, 9.11-9.12, Tab. 9.1.

28 La didascalia della scena meridionale riporta l’azione: jrt sȝḫw ʽ[šȝ]w; Molinero Polo 2014b, 135. 29 Una raffigurazione paragonabile si avrebbe nella nicchia di accesso della tomba di Petamenofi (TT33); cf. Molinero Polo 2014b, 162-163, n. 93. Sulle liturgie funerarie (sȝḫw) del Periodo Tardo

si vedano in specie: Assmann 1986; 1990; 1999, 17-30; Assmann, Bommas, Kucharek 2008. 30 Sul Libro dei Morti all’interno della tomba di Karakhamun (TT223) si veda in questo contributo il paragrafo: §2.2.1.

31 Sul Rituale delle Ore all’interno della tomba di Karakhamun (TT223) e delle altre tombe monumentali tarde si veda il precedente paragrafo: §2.3.2.3.

32 Si confronti il successivo paragrafo sugli elementi osiriaci e solari all’interno delle tombe monumentali tarde: §3.2.3.

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Nel passaggio dalla prima alla seconda sala a pilastri l’accesso all’aldilà da parte del defunto è rappresentato dalla scena, posta alla sinistra del visitatore, di un gruppo di divinità guidato da Anubi, che accompagna per mano Karakhamun34.

Si accede, dunque, alla seconda sala a pilastri, ambiente dalla spiccata derivazione templare. Gli elementi architettonici della sala, infatti, richiamano quelli del tempio egiziano: decorazione con toro e gola egizia della navata centrale, soffitto discendente e nicchia con statua di Osiride quale focus dell’intero ambiente. Sulla parete di accesso (E) formule di offerta dai Testi delle Piramidi35 (TT 27, 77-72, 25) sono accompagnate dalla raffigurazione degli olii sacri, mentre scene di offerta ricoprono le pareti laterali e formule dal Libro dei Morti36 rivestono i quattro pilastri dell’ambiente e parte della parete occidentale.

Sulla parete meridionale è stata ricostruita una scena d’offerta37 in cui il fratello di Karakhamun, Nesamenopet, stante presenta le offerte al defunto seduto dinnanzi alla tavola d’offerte, mentre sull’opposta parete settentrionale si colloca la più grande scena di offerta della tomba38, in cui Karakhamun è raffigurato seduto, con dimensioni più grandi del reale, davanti ad una tavola d’offerte, mentre una lunga lista d’offerte lo separa dalla figura di un sacerdote.

Punto focale della sala è una falsa-porta con una statua di Osiride, posta al centro della parete di fondo e fiancheggiata da rilievi di offerenti39. Alla destra dell’immagine divina una seconda statua osiriaca, rappresenta, verosimilmente, Karakhamun, associando, così, il culto del dio a quello del defunto.

Il contenuto delle formule dal Libro dei Morti, inoltre, è indirizzato a concedere al defunto potere sull’aria e sull’acqua, nutrimento, sopperire ai suoi bisogni spirituali e fisici affinché possa trascendere i confini tra i due mondi e giungere, così, tra gli dei nell’Occidente.

34 Rilievi simili con la rappresentazione di Anubi e altre divinità che accompagnano il defunto si rinvengono nelle «tombe-palazzo» di Harwa (TT37), Montuemhat (TT34), Petamenofi (TT33) e Pabasa (TT279).

35 Sui Testi delle Piramidi all’interno della tomba di Karakhamun (TT223) si veda in questo contributo: §2.1.1.

36 Si veda il contributo in questo studio sul Libro dei Morti: §2.2.1. 37 Pischikova 2014a, 133, fig. 6-6.

38 Pischikova 2014a, 136. Le maggiori dimensioni di questa rappresentazione potrebbero collegarsi alla sua posizione: sulla parete settentrionale, rivolta, dunque, verso nord, nonché la parete che costeggia l’accesso alla camera funeraria di Karakhamun.

180 3.1.2HARWA (TT37)

Anche il programma decorativo della tomba di Harwa (TT37) è teso ad assicurare il passaggio del defunto nell’aldilà. Si potrebbe anche leggere un percorso vita-morte-rinascita40, attraverso il cammino verso l’interno e poi verso l’esterno, che il defunto percorrerebbe entro la propria tomba e che sarebbe scandito dai testi e dalle immagini dell’apparato decorativo di ciascun ambiente.

Culmine di questo percorso sarebbe, infatti, la rinascita, rappresentata sulla parete meridionale dell’accesso alla cella osiriaca, con la figura di Harwa giovane tenuto per mano da Anubi; il momento della rinascita si compie, similmente a quanto osservato per la seconda sala a pilastri di Karakhamun (TT223), nella cella con la statua di Osiride e l’associazione del defunto con il dio41.

Vari sono, in effetti, le similitudini tra gli elementi architettonici e il programma decorativo delle due tombe cuscite42, incentrati essenzialmente sulla rigenerazione del defunto e ispirati a molteplici modelli di riferimento.

Nella nicchia d’ingresso della tomba di Harwa (TT37) la raffigurazione del proprietario della tomba sulla parete settentrionale, che lo ritrae su seggio di fronte alla tavola d’offerta mentre due sacerdoti sono di fronte a lui, uno inginocchiato e l’altro nell’atto di cospargere dell’acqua, richiama direttamente la raffigurazione del rituale di offerta eseguito al cospetto di Karakhamun, rappresentata nella prima sala a pilastri della sua tomba

(TT223). Si tratterebbe, verosimilmente, di un caso di copia diretta, tramandato anche nelle successive tombe di Petamenofi (TT33) e Padihorresnet (TT196), in cui la scena è posta sempre all’interno delle nicchie di

accesso ai monumenti

funerari43.

40 Tiradritti 2004a, 172-79.

41 Si confronti il paragrafo sugli elementi osiriaci all’interno delle tombe monumentali tarde in questo contributo: §3.2.3.

42 cf. Einaudi 2014.

43 cf. Graefe 2003, I, 11; Einaudi 2014, 331, n. 54.

Figura 43. Tomba di Harwa (TT37), vestibolo, parete O, rilievo raffigurante il defunto assiso; da: Tiradritti 2004a, fig. 40.

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