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GLI INNI SOLARI E IL RITUALE DELLE ORE DEL GIORNO E DELLA NOTTE

2.3.2 L A RICEZIONE DEI TESTI SOLARI NELLE TOMBE MONUMENTALI TARDE

2.3.2.4 K ULTTHEOLOGISCHER T RAKTAT

Testo fondamentale per l’analisi del culto solare egiziano è il cosiddetto

kulttheologischer Traktat243, una composizione programmatica che racchiude la

conoscenza egizia della teologia solare, quasi del tutto fissata durante il Nuovo Regno, e la definisce quale sapere elitario, riservato al sovrano, principale officiante all’interno della liturgia solare, e ad una ristretta cerchia di ambito templare. Le sue prime attestazioni non si caratterizzano come testi funerari ma templari, la natura del testo, infatti, non è funeraria e se la sezione diurna si concentra sul tema delle conoscenze possedute dal sovrano, quella notturna, di contro, si focalizza sull’attuazione di tali conoscenze nell’azione rituale attiva del re244.

La sezione diurna della composizione ci è nota da diversi testimoni245, mentre quella dedicata al sole notturno, ci è tramandata da versioni frammentarie o enigmatiche, ad eccezione di quella del portale della tomba di Pascerientaisu (BN2)246, la versione più completa ad oggi nota.

243Per l’analisi di tale trattato sulla liturgia solare si vedano i fondamentali lavori di Jan Assmann insieme all’edizione dei testi del portale di Pascerientaisu curata da Marilina Betrò, ad oggi la prima versione completa nota: Assmann 1970; 1983a, text n. 37; 1983b; 1995; Betrò 1990.

244 Assmann 1970; Betrò 1990, 1. La composizione è nota dai monumenti regali dei templi di Deir el- Bahari e Luxor, XVIII dinastia, e Madīnat Habū, XX dinastia, dall’edificio di Taharqa a Karnak, XXV dinastia, e dai sarcofagi di Aspelta e Anlamani da Nuri, periodo cuscita, e dai testimoni privati della tomba di Tjanefer e del Libro dei Morti di Hai, XX dinastia, e dalle tombe saitiche di Petamenofi (TT33) e Sheshonq (TT27), e quella della fine della XXX dinastia di Pascerientaisu a Saqqara.

245 Si veda la tabella riassuntiva dei differenti testimoni in: Betrò 1990, 20, fig. 2.

246 La tomba di Pascerientaisu (Saqqara, XXX dinastia) è stata rinvenuta dalla missione dell’Università di Pisa nel 1975 a nord della tomba di Bakenrenef, il portale è l’unico elemento decorato. La decorazione dell’elemento architettonico si articola in tre parti: un architrave figurato con due scene speculari riferite al testo iscritto sugli stipiti, la fase diurna del viaggio solare sul lato sud e quella notturna a nord. Su questa tomba e il suo portale inscritto: Betrò 1990.

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Questo testo, la cui origine sarebbe da rintracciare alla fine del Medio Regno247, si sviluppa in ambito templare all’interno dei santuari solari248 e del loro apparato decorativo e in soli due casi249, durante il Nuovo Regno, si trova in contesto privato.

Sebbene le particolari cariche sacerdotali di questi due privati potrebbero spiegare tale eccezionalità250,durante il Periodo Tardo la sua diffusione in ambito non regale diviene relativamente più ampia. A partire dalla XXV dinastia, infatti, alle attestazioni di ambito templare251 si sommano quelle delle tombe di Petamenofi (TT33)252 e Sheshonq (TT27)253, nella necropoli di al-ʿAssāsīf, e quella della tomba di Pascerientaisu (BN2), a Saqqara.

La sezione dedicata al sole nascente è stata identificata, inoltre, anche sui coperchi dei sarcofagi dei sovrani Anlamani e Aspelta254, i quali avrebbero attinto, verosimilmente, ad un testimone tebano portato a Napata durante la XXV dinastia255.

In questa composizione il ruolo centrale del sovrano nel culto solare è usurpato nelle versioni di Petamenofi e Pascerientaisu256, elemento che è, invece, assente nelle versioni private del Nuovo Regno.

I due privati del Periodo Tardo, infatti, si pongono quali diretti sacerdoti della divinità solare e, insieme, beneficiari del culto stesso257. Einaudi258 sottolinea come Petamenofi abbia usato un modello regale per la sua iscrizione, considerando che la medesima versione del Nuovo Regno possa essere stata utilizzata sia per la tomba tarda che per l’edificio di Taharqa a Karnak o che Petamenofi possa aver tratto ispirazione, e copia, direttamente da quest’ultima versione o usato il medesimo modello adoperato per il monumento del sovrano cuscita.

247 Assmann 1970, 5, n.1; Betrò 1990, 83, 119-120.

248 Le versioni del Nuovo Regno si collocano nel santuario solare del tempio funerario di Hatshepsut, la prima versione nota (Assmann 1970, 10-14; Karkowski 1976; 1979; Betrò 1990, 83-87), nella stanza XVII del tempio di Luxor (Brunner 1977, Taff. 41 65, 75; Betrò 1990, 87-92) e nel santuario solare del tempio funerario di Ramses III a Madīnat Habū (MH VI 424 C; Betrò 1990, 93-97).

249 Introduzione del Libro dei Morti di Chai, capo-archivista del re (pBM9953B: Shorter 1938, 3, 66- 67; Betrò 1990, 102) e tomba di Tjanefer terzo profeta di Amon, stipite sinistra dell’accesso alla tomba (TT158: Seele 1959, 35-37, pl. 32; Betrò 1990, 102).

250 Assmann 1970, 16; 1983a, XVIII-XIX; Betrò 1990, 102.

251Stanza D dell’edificio di Taharqa a Karnak, edificio che condivide vari elementi del programma decorativo con le tombe monumentali tarde; Parker, Leclant, Goyon, 1979, 38-43, pls. 18b, 20a; Betrò 1990, 97-101.

252 Assmann 1983a, Texte 31-40; Betrò 1990, 102-103. 253 Il testo è inedito. Roccati 1976; Betrò 1990, 102-103.

254 Sui coperchi dei sarcofagi dei re Anlamani (Khartum 1868) e Aspelta (Boston M.F.A. 23729): Doll 1989, 17 ss.; Betrò 1990, 104-105.

255 Betrò 1990, 103.

256 Betrò 1990; Einaudi 2018, 118.

257 Assmann 1969, 16, 37-38; Betrò 1990; Einaudi 2018, 118. 258 Einaudi 2018, 118.

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Le varie ipotesi trovano, in effetti, confronto in altri casi citati per gli apparati decorativi delle tombe monumentali tarde, come per la selezione di formule di offerta dai Testi delle Piramidi che trova un parallelo nel tempio funerario di Hatshepsut, o nella versione del Libro del Giorno di Ramose (TT132) che trova un diretto confronto nella tomba di Ramses VI. Sembra, quindi, evidente che i modelli di queste tombe siano stati tratti da differenti ambiti, tra cui quello regale. Del resto, se è più plausibile postulare l’utilizzo di un modello per il Libro del Giorno di Ramose, considerando il problema dell’accessibilità della tomba regale ramesside, di contro, non sembra possa escludersi a priori che copie delle versioni dei Testi delle Piramidi o del trattato teologico possano essere state ispirate direttamente dai monumenti regali, la carica di Petamenofi, come ricordato altrove, poteva verosimilmente consentirgli l’accesso alle strutture templari.

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CAPITOLO 3

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